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I 10 errori più comuni che commettono i genitori
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L'abilità di essere genitori non li acquisisce alla nascita ed è per questo che diversi genitori nel loro percorso commettono numerosi errori, ecco la lista dei 10 più diffusi:

1) Pensare che la personalità di un figlio sia scritta alla nascita, una credenza di comodo che li esula dal lavoro e dalle responsabilità che hanno nell'imparare la vita ai loro figli e che li portano a rendersi conto che in teoria loro sono i "mentori" e che ciò che faranno e ciò che non faranno avrà un impatto cruciale sulla futura personalità del soggetto;

2) Trasmettere valori e comportarsi diversamente da ciò che si dice. I genitori nonostante pensino che il soggetto sia in pratica già formato geneticamente comunque al tempo stesso pensano che i valori siano qualcosa da trasmettere, che la persona sia formata eccetto per questi fantomantici "valori esistenziali". Non è raro infatti guardarsi dietro e vedere che il proprio genitore altro non ha fatto per una vita intera nel ripetere la solita minestra di ciò che è importante, ciò che va fatto ciò che non va e al tempo stesso essersi comportato perfino diversamente. Pensate a quante volte un vostro genitore abbia parlato di rispetto indicandolo come valore ma poi questo rispetto sembrava funzionare a senso unico ovvero il mondo "doveva rispettarlo" ma poi questo genitore non rispettava nessuno. Come si spiegano questi comportamenti? Con la confusione che queste persone hanno nella loro testa e le bugie che si sono raccontati per anni e che hanno trasformato in "verità che non esistono" se non nella loro mente. Quando un soggetto ti parla di rispetto come valore ma come prima persona non rispetta vuol dire che si è creato un sistema di credenze completametne soggettive che lo portano a vedere questa situazione esclusivamente in funzione della sua comodità e che esce fuori da quella che è una visione oggettiva del mondo in cui si comporta in modo coerente rispetto alle sue parole. Questo ha il risultato di non trasmettere nulla ad un figlio che invece si allontana da un soggetto che appare visibilmente "fuori dal mondo";

3) Chiedere gratitudine quando per primi non hanno mai mostrato gratitudine o altre emozioni positive affini. Questi genitori sono stati educati con la visione del "il padre e la madre comando e hanno tutti i privelegi" quindi soggetti che vedono i figli come oggetti e non come persone, persone verso le quali non si rendono conto di quanto sia fondamentale creare un legame emotivo. Si raccoglie emotivamente ciò che si semina in un rapporto genitori figli, specialmente in quei rapporti dove non c'è una incompatibilità tale che potrebbe causare emozioni negative ulteriori;

4) Non trattare un bambino come una persona potenziale; un bambino (specialmente i nativi digitali) percepiscono la differenza fra chi li tratta come degli "stupidi in quanto bambini" e invece di chi li vede come "gli adulti di domani" spronandoli e trattandoli da adulti per iniziare a farli adattare. Attenzione qui non si tratta di esporli a "fatti traumatici" specialmente se non accompagnati da preparazione psicologica, ma di esporli alle difficoltà, fargli capire come funziona il mondo sotto i vari punti esistenziali, spingerli all'azione per iniziare a fare i primi errori, mostrargli anche argomentazioni complesse per spingerli alla risoluzione;

5) Proteggerli. Un bambino non necessita di protenzione, un bambino può chiedervi protezione e potete dargliela ma questo è l'unico caso per il resto il bambino necessità si sostegno, necessita di un mentore e di qualcuno che lo sproni ad affrontare il mondo, che non gli trasmetta insicurezze ma "certezze provvisorie" che gli dia autostima e al tempo stesso spiegazioni e sostegno per capire e crescere nei settori dove agisce. Proteggere un bambino vuol dire trasformarlo in un adulto disadattato, conviene rischiare qualche cicatrice piuttosto che lasciarmo immacolato e disadattato. Di solito chi lo protegge è un soggetto ansioso che pensa che la personalità è stata già scritta alla nascita, quindi ingenaumente pensa che la soluzioen migliore sia "tenerlo in cantina per non farlo rovinare" fino a quando poi uscirà immacolato per affrontare il mondo. Non dare protezione almeno ché un bambino non te la chieda espressamente, per il resto spingilo, spronalo, insegnagli ogni cosa che sai e fai in modo che senza paura e senza esitazione si butti nell'affrotnare il mondo, standogli vicino come fa un amico a cui si chiede consiglio e aiuto al momento della necessità;

6) Generare un legame di dipendenza emotiva e psicologica per rafforzare l'inculcamento. Il genitore invece di facilitare un giorno un allontanamento (sia fisico che psicologico) ripete continuamente che il loro rapporto è indissolubile e altre fantasie simile, generando una dinivizzazione che torna utile sopratutto per la creazione di una persona a proprio piacimento diminuendo le resistenze. I rischi di questa condotta sono di ritrovarsi un giorno con un bambino che comunque si sveglia e che non si riconosce in quegli insegnamenti, si rende conto della violenza che ha subito e per questo si ribella con maggiore violenza. La scelta più efficace è quella di identificarsi come mentore, sottolineare il fatto che loro saranno presenti in caso di necessità a prescindere da quello che succede e che sopratutto  loro sono persone come altre, incitando il bambino al pensiero critico, allo studio e alla messa in discussione di ogni cosa in cerca della validità e non della verità. Chi si pone in termini di dipendenza imposta di solito lo fa perché è una persona "piccola" che desidera lasciare un impronta di sé inculcandola con la forza in un figlio che percepisce egoisticamente come una propria estensione, come la propria ancora di salvezza. Chi si comporta in questo modo potrebbe farlo anche per "rifarsi dei suoi insuccessi, rimorsi o fallimenti" tramite un soggetto che crea identico a sé e che sarà la sua "seconda chance nel mondo". Una persona che riconosce i propri limiti ed ha un'ottica lungimirante sa come potrebbe evolvere il rapporto genitori figli, cosa potrebbe accadere se il figlio si discostasse dai propri insegnamenti e forzare questo stato di dipendenza sia fisica che psicologica non farà altro che produrre maggiore risentimento e incompatibilità nel caso questo accadesse. In ogni caso chi si comporta in questo modo esercita una violenza su un soggetto a cui si impongono delle verità che non in realtà non esistono, generando una persona intransigente già nata vecchia perché per quanto quell'eduvazione possa essere stata utile al genitore quanto potrà essere utile ad un soggetto che cresce in una società differente?

7) Pensare che le punizioni e i giudizi negativi in generale possano spronare un bambino;

8) Generare un meccanismo di ricompense emotive, portando il bambino a temere la disapprovazione e la sofferenza se fallisce. Ricompensare e premiare un bambino per i suoi risultati a livello pratico può essere utile, ma se il genitore punisce emotivamente il figlio per i propri errori e fallimenti non farà altro che trasformarlo in un futuro inibito ed evitante, persona che non riuscirà più a gestire ed affrontare i fallimenti perché questi saranno associati alla sofferenza provata dal giudizio negativo che un genitore ha riservato loro. Quando vostro figlio fallisce stategli ancora più vicini emotivamente, coccolatelo e fategli capire psicologcamente ed emotivamente che l'errore fa parte dell'essere umano e che questo è un fattore positivo perché fa capire cosa non va, cosa manca e diventa il trampolino di lancio per un cambiamento ed una crescita che porterà a non fallire più in quel contesto. Premiate materialmente i successi, ma non punite emotivamente gli insuccessi, state vicini, spiegate e aiutate il bambino a vedere in modo positivo errori e fallimenti e a sviluppare un metodo che faccia di un fallimento odierno il successo futuro;

9) Essere delle persone scarse. Questo errore di solito lo commettono le persone medie che pensano che avere una vagina o un pene sia sufficiente ad essere dei genitori abili o che l'essere genitori sia una cosa innata e che venga fuori al momento sotto forma di istinto. Se non siete felici non fate un figlio, se non avete tempo per essere il suo mentore non fate un figlio, se non avete messo alla prova le vostre abilità (in qualche centro per bambini o lavori simili) non fate un figlio. Crescere un figlio è una delle cose più delicate e difficili che ci siano, se voi siete persone mediocri come pensate di poter fare un lavoro efficace? Per quanto possiate essere dei genitori affettuosi ci sono degli errori che non conoscete e che farete, espondendo vostro figlio a sofferenza e traumi che potrebbero segnarlo a vita per non parlare del rischio generale di far crescere un soggetto infelice, problematico o disturbato. Qui non si parla di avere la certezza di poter crescere un figlio senza errori, si tratta di avere un minimo di autocritica e un minimo di consapevolezza per capire che se non si è felici (per primi si ha una personalità fragile) e non si ha un'esperienza maturata anche indirettamente fare un figlio è come sperare di vincere con un biglietto della lotteria, affidandosi alla fortuna e al caso;

10) Pensare che il figlio sia una proprietà nel termine stretto del termine, avere una tutela legalmente riconosciuta non vuol dire possedere una persona come oggetto, infatti se un genitore commette abusi un giudice può togliere la custodia del genitore a dimostrazione che il genitore non ha alcun diritto universale sul figlio. Una società è tanto più progredita quanto più il genitore è lucido e consapevole di quale è il suo ruolo nei confronti del figlio, anche perché questo "possedimento" facilita comportamenti violenti e deresponsabilizzati. Un genitore invece consapevole sa che sta custodendo momentaneamente una vita che un giorno sarà completamente indipendente da lei, dando in questo modo il meglio. La metafora del falegname e del giardiniere. Frasi come "io ti ho dato la vita e io posso togliertela" indicano l'ignoranza di genitori che non si rendono conto del loro ruolo di tramite, genitori probabilmente violenti che tendono a manifestare la possessione e il controllo anche con queste minacce. Il fatto che la società lasci totale libertà a soggetti instabili e ignoranti di procreare senza fare un minimo check psicologico indica lo stato medioevale di questa società.

 

11) educare con l'obbedienza, il che di traduce nel rendere una persona schiava della morale, schiava di regole (che tra l'altro renderanno la persona un disadattato dato che il mondo è più complesso delle regole vecchie che un genitore può trasmettere) che non sa pensare, che non analizzerà le situazioni ma le affronterà appunto secondo queste regole.

ultima modifica il: 08-04-2016 - 15:50:38
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