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Fobia sociale alimentare
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Questo articolo ha come obbiettivo quello di chiarire le dinamiche che ci sono dietro la fobia sociale nell'ambito specifico dell'alimentazione, ovvero mangiare in presenza di altre persone.

Per capire questo articolo è necessario possedere il significato di sociofobia.

Lo scenario della fobia sociale alimentare è relativamente semplice c'è una persona che sta mangiando o ha intenzione di mangiare ma al tempo stesso sa di essere in un luogo in cui ci sono delle persone che la possono osservare e giudicare facendo della vergogna (perché raramente questi giudizi accadono) l'emozione principale e più diffusa in questa dinamica.

Questo fenomeno genera tre possibili esiti:

- il soggetto è inibito e quindi sceglierà di non mangiare perché farlo gli genera numerose emozioni negative;

- il soggetto non solo è inibito ma somatizza queste emozioni facendogli passare anche la fame;

- il soggetto nonostante le inibizioni trova la grinta per mangiare, aiutato dal fatto che queste emozioni negative comunque non gli hanno tolto l'appetito.

 

C'è anche un quarto possibile esito ma va considerato a parte perché rientra nelle dinamiche ansiose dove il soggetto simulando questo scenario in anticipo lo evita finendo per non presentarsi.

 

La domanda a questo punto è quali sono queste possibili emozioni negative? L'AB ne trova diverse:

- il soggetto ha paura del giudizio che potrebbe nascere se si sentisse male, come il fatto di essere al centro delle attenzioni, specialmente se vomitasse, questo nella mente della persona viene visto come qualcosa di sbagliato, pensa che gli altri disapproveranno o "parleranno male" e quindi prova vergogna al solo pensiero. Questo scenario viene reso più probabile in quelle persone che per diversi fattori hanno riscontrato un aumento delle probabilità di provare nausea o comunque non sentirsi fisicamente al 100% quando mangiano fuori cosa che rende quindi l'evento temuto e che gli genera vergogna ancora più sentito emotivamente;

- il soggetto ha paura di sporcarsi o in generale di fare qualcosa che possa essere giudicata come "scomposta", la persona è stato educata a vedere il mangiare come un qualcosa da svolgere in un determinato modo pena la disapprovazione e questo mette una tensione con la paura di fare qualcosa che genererà il giudizio negativo, in questo caso quindi quanto più la persona è insicura quanto più proverà vergogna al pensiero che possa succedere;

- il soggetto ha paura che possa fare qualcosa che venga giudicata sbagliata dagli, questo capita nei soggetti ipersensibili al giudizio che pensano in termini di "ci sono milioni di cose che possono essere giudicate sbagliate dagli altri e io non voglio farle" in pratica l'unica soluzione è non esporsi al giudizio degli altri, fenomeno aumentato dal ruolo autoritario o comunque sono soggetti a cui è particolarmente sensibile al giudizio aumetando le intensità di imbarazzo/vergogna. Questa causa è la più generale e spiega in pratica quei soggetti che di fatto hanno paura di fare qualsiasi cosa in presenza di altri e non solo alimentarsi;

- il soggetto ha paura di esporre una sua cosa intima agli altri, far conoscere lo stile alimentare, le dosi caloriche, etc.. il soggetto si sente a disagiosi sta esponendo ed è come se stesse in pratica facendo in modo che gli altri lo giudichino realmente su qualcosa di suo e se arrivasse qualche giudizio proverbbe un'intenso imbarazzo a sentirsi disapprovato;

- il soggetto prova vergogna per quello che per primo ritiene essere un profilo alimentare errato, la persona analogamente al punto precedente non solo ha paura di poter essere disapprovata su qualcosa di suo personale e provare un intenso imbarazzo ha di fatto la certezza perché è lei come persona la prima a pensarlo in questo modo. Ad esempio una donna che è stata educata o crede che in quanto tale "debba mangiare pochissimo" e l'unico modo che ha di mangiare come più desidera senza provare vergogna è appunto farlo di nascosto o di fronte a quelle persone di cui il giudizio non ha effetto perché è lei la prima a pensare di star facendo qualcosa di sbagliato come se stesse andando a rubare;

- il soggetto prova vergogna perché potrebbe non avere sufficiente appetito o non trovare piacenti i piati e quindi per questo lasciare qualcosa, vedendola come una cosa sbagliata e per questo prova vergogna già solo al pensiero che possa accadere;

- il soggetto per primo giudica il mangiare come qualcosa di "brutto" "non armonioso" e quindi ha paura che anche gli altri lo disapproveranno se lo guarderanno mangiare. La logica dietro questa vergogna nasce dal fatto che è il soggetto stesso a vedere il mangaire come qualcosa di scomposto, dove si fanno movimenti insoliti, smorfie, suoni insoliti ed è un momento in cui nemmeno s parla e quindi non ci si distrae e si aumenta la probabilità di scambiare uno sguardo per un giudizio, come se la persona non vedesse via di fuga perché crede che sia un comportamento "brutto" e disapprovato a prescindere;

- il soggetto prova un'angoscia che non si spiega, consciamente non ha alcun tipo di pensiero ma nel momento in cui si manifesta questo scenario prova queste emozioni negative, di solito accade a persone che sono state condizionate negativamente dai genitori o educatori mentre si alimentavano generando questo genere di ripercussioni.

 

La vergogna nasce quindi dalla paranoia di persone che vanno a scandagliare lo scenario e si rendono conto che ciò che temono potrebbe accadere, che possa arrivare quel giudizio negativo di fatto anticipando la vergogna fin dal primo boccone e fin dal momento in cui ci si siede a tavola (o come già detto perfino ancora prima che arrivi quell'evento). 

Questo spiegherebbe perché comunque questo fenomeno a volte non si presenti con i genitori perché la persona in questi contesti ha la certezza che non accada, si sente quindi sicura e può mangiare ma quando ci sono altre persone ecco che la paranoia lo porta a dedurre che invece il dubbio c'è, anzi in alcuni casi si passa allo scenario inverso la persona si sente sicuro che invece accadrà l'evento negativo, in etrambi i casi che sia sicuro o meno l'emozione negativa sociofobica si attiva con le conseguenze descritte ad inizio articolo.

 

Più sono le persone da cui il soggetto pensa di poter esser osservato quanto più le emozioni risultanti aumentano (effetto palcoscenico).

ultima modifica il: 07-06-2016 - 23:54:58
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