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Il gioco dei disturbi
riabilita aiuti

L'obbiettivo di questo articolo è quello di prendere dei racconti dal web ed analizzarli così da comprenderli e definirli con i termini usati dall'AB.

PRIMO RACCONTO "La gente si diverte mentre io soffro"

Ggetto qualche pensiero per sfogarmi un po' su un'esperienza di questo capodanno. ieri sera sono andata a un cenone con delle amiche in un pub. prima della mezzanotte c'erano dei giochi, uno di questi era una sfida di freccette con una specie di torneo a premi nel dehors del locale, fuori al freddo. si pagava un gettone per partecipare al gioco. a ogni lancio sbagliato si doveva slacciare qualcosa del proprio abbigliamento tipo un bottone alla volta. chi restava in maglietta era eliminato dal gioco.

conoscendo il mio carattere non ero molto contenta a partecipare ma conoscevo solo le mie amiche e alla fine e' stata l'unica cosa da fare per non restare da sola in disparte. arriva il momento e allora ci vestiamo per andare di fuori. io mi presento con un piumino azzurro lungo di desigual, lo allaccio tutto fino al collo con anche il cinturino, come faccio sempre. adoro l'inverno perche' si indossano vestiti coprenti che mi fanno sentire protetta dai commenti di chi non conosco, la fantasia del piumino distrae le persone dal mio viso che ha qualche imperfezione di troppo e lo spessore del giubbotto mi fa sentire isolata dal mondo esterno.
le signore del locale mi vedono cosi' vestita e mi dicono "l'altra sera ha vinto una ragazza che era vestita con un piumino identico al tuo ma era troppo avvantaggiata da tutte le chiusure che aveva tra cinturini e tutti quei bottoni..se vuoi giocare te lo devi slacciare almeno per meta' prima di cominciare, per essere simile agli altri giocatori e alle tue amiche che hanno molti meno bottoni sui loro abiti".

Io arrossisco ma trovo la scusa che sulla lavagnetta c'e' scritto che ognuno partecipa con abbigliamento libero alla fine mi lasciano col mio piumino allacciato.

si inizia a giocare, io non sono abituata e comincio a sbagliare quasi tutti i lanci e faccio fatica a centrare un solo bersaglio. in poco tempo mi trovo col piumino tutto aperto in a ogni lancio che sbagliavo slacciavo un cinturino e poi un bottone per volta, le signore ghignavano mentre mi vedevano a disagio e io pativo un po' per il freddo un po' perche' sentivo che con quell'andazzo l'abbottonatura del mio piumino stava per andarsene. per l'agitazione continuo a non centrare un colpo e poco dopo mi devo levare il piumino. mentre lo tolgo per appoggiarlo su una sedia una delle signore mi dice "ahahahha il tuo piumino di desigual e' durato poco..eri la piu' abbottonata di tutte, volevi fare la furbetta per vincere facile e invece sei la prima a restare al fresco!". non sapevo cosa dire e anche le mie amiche ridevano. loro erano ancora col cappotto perche' avevano sbagliato pochi lanci e cosi' anche gli altri giocatori. in pochi minuti ho perso anche il maglione e sono stata eliminata dal gioco.

alla seconda partita si ripartiva daccapo. faccio per rimettermi il piumino in ordine ma le signore del gioco mi fanno "non perdere tempo a metterti la giacca, prima eri gia' la piu' avvantaggiata del gioco quindi a questo giro te lo scordi quel piumino". una delle mie amiche rincara la dose, ride e mi dice "tanto anche con tutta l'abbottonatura hai perso subito tutte le chiusure una dopo l'altra! non ti cambia molto!". in pratica la tipa del tabellone teneva in mano il mio giubbotto, lo guardava e diceva "e' proprio bello questo piumino di desigual, peccato che ti e' rimasto addosso cosi' poco tempo che non abbiamo fatto in tempo neanche a leggere le scritte stampate!!"

praticamente ero allibita mentre queste persone scherzavano cosi' pesantemente sulla mia timidezza e sulla mia paura di restare scoperta a un gioco che volevo anche evitare. secondo voi cosa c'e' di sbagliato in me che spinge le persone a approfittare dei miei timori? e' solo uno scherzo e devo ignorarlo oppure devo rivedere qualcosa in me che mi ha portato a essere agitata in quei momenti?
Questo racconto è uno di quei banchi di prova che aiutano a capire se il lettore è sensibile come l'autore del topic e finisce per cadere negli stessi errori, fate attenzione al passaggio in cui la ragazza senza farsi alcuna autocritica e senza fare alcuna analisi racconta di come una volta che si sia sentita in imbarazzo abbia reagito come se fosse giustificata, come se lei avesse il diritto di tenersi il giubbotto e declinare la richiesta, cosa che probabilmente è anche avvenuta in maniera sofferente per una persona che non stando nella testa e nei problemi degli altri non può capire il perché di quella reazione. Questo passaggio è fondamentale perché il mondo non segue nessuna logica giustificatoria o di empatia, se sgarri ne paghi le conseguenze e reagire così aumenta le probabilità di essere percepiti antipatici, di alzarsi contro eventuali vendette, ritorsioni e attenzioni di persone competitive, specialmente se si tratta di giochi, "dove tutto è ancora più concesso". Questo punto sfugge alle persone ignoranti e sensibili che non riescono ad essere analitiche e rendersi conto di ciò che la persona ha fatto, anche senza rendersene conto, per alimentare la situazione in cui è andata ad infilarsi. Questo passaggio è fondamentale per comprendere perché la reazione della "donna del giubbino" sia da definirsi normale, anzi quasi scontata, una persona che ha come obbiettivo quello di intrattenere e da una parte ha fatto leva sulla persona debole e dall'altra ha rincarato la dose ad una persona che non sa come rapportarsi con gli altri.
Una volta compreso questo punto troviamo che la problematica e fobia di spicco in questa ragazza sia quella riguardo la vergogna e l'imbarazzo, una persona che probabilmente ha un'autoimmagine distorta di sé, qualcosa che lei è la prima a disapprovare e crede che anche gli altri se guardino oltre le sue "difese dei vestiti" scopriranno. Questo spiegherebbe anche la bassa performance, di una persona con emozioni così intense da averla resa quasi priva di lucidità e di non riuscire nemmeno in compiti semplici come quelli che le venivano richiesti.
Traspare una profonda ignoranza in campo sociale di  una ragazza che ha anche problemi con il giudizio, una ragazza che si vergogna di sé ed è in costante ansia che anche gli altri da fuori la "scoprano" e la disapprovino, la dimostrazione di questa ignoranza la troviamo nel fatto che nemmeno con il senno di poi nemmeno si rende di quello che è successo, non comprende perché gli altri si siano divertiti e siano stati intrattenuti per ilarità e senso di dominanza, vedendo una persona così "scarsa" a livello esistenziale da apparire goffa, quasi come un animale impaurito, elemento che è stato enfatizzato da una persona che era lì per quello specifico obbiettivo e che non si è fatta problemi per il comportamento che ha visto in una ragazza che sentendosi giustificata è stata insofferente ma ha comunque lasciato un segno negativo. Queste situazioni probabilmente sono frequenti in quelle persone che nonostante non capiscano la logica sociale e tendino a provare vergogna continuino a buttarsi in situazioni sociali, il cui esito è simile a questo.
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class="messageTitle">TITOLO:DISTURBO CON IL CIBO

"ciao a tutti è da qualche giorno che voglio scrivere ma mi sono decisa solo ora, ho 25 anni e ho già avuto due volte problemi con il cibo, in entrambi i casi sono arrivata a perdere 15 kg in pochissimo tempo ma poi inevitabilmente sono passata al problema opposto ovvero mangiare a dismisura e vomitare. Fortunatamente in entrambi i casi non ho mai toccato il fondo e sono sempre riuscita a lasciarmi tutto alle spalle, anche se devo ammettere il mio rapporto col cibo e col corpo è sempre conflittuale, nel senso che non riesco a mangiare in modo equilibrato. Due anni fa ho iniziato a prendere un antidepressivo che ora non prendo più per fortuna ( per ansia ,attacchi di panico e depressione) e questo mi ha portato a mettere su 8 kg più o meno....! Il dottore mi diceva che quando l'avrei smesso avrei perso tutti i kg accumulati ma cosi non è stato....e non mi piaccio, mi sento a disagio...non so se posso scrivere peso e altezza ma comunque posso dire di nn essere in sovrappeso ho un IMC di 23.7 ( fino a 25 sono in normopeso) però comunque per raggiungere il mio peso ideale devo perdere altri 8 kg. In realtà fino a 3 settimane fa, pesavo 4 kg in piu...li ho persi e ne sto perdendo ancora perchè mi sono tornate le solite fisse...ero partita mangiando bene e sono arrivata a 300-600 calorie al giorno, mi rendo conto che sono troppo poche però sta diventando piu forte di me, non riesco piu a smettere, mi viene da mangiare sempre meno nonostante mi sento debole. Ho paura di arrivare al punto in cui il mio fisico nn ne può più e ricomincio a mangiare a dismisura, non so cosa fare....io voglio perderli questi kg ma controllare il cibo è più forte di me, non ditemi di andare da uno psicologo perchè già sto andando...lui mi ha consigliato di andare da un nutrizionista, volevo chiedervi se andando da un nutrizionista riuscirò a gestire meglio l'alimentazione e nello stesso tempo perdere i kg che voglio perdere ma in modo sano? scusate se mi sono dilungata spero mi possiate aiutare.... "

 

La mia analisi è questa, la prima informazione rilevante arriva qui "però comunque per raggiungere il mio peso ideale devo perdere altri 8 kg." Qui la persona confessa la sua prima credenza distorta e disfunzionale. La persona non solo utilizza questo concetto illusorio di "perfezione/ideale" ma lo ha anche concretizzato, defininendo un numero arbitrario secondo il quale lei sarà "bella, perfetta, in forma" etc.. Potrebbe accadere l'evento per cui il suo obbiettivo è essere "attraente" ad esempio per una componente istrionica, e nel suo peso attuale che lei crede non ideale, invece essere oggettivamente appartente per poi perdere peso, i "famosi 8 chili" e divenire oggettivamente non attraente cosa che si spiega con il fatto di aver perso, le curve, il seno tutte proporzioni che prima la rendevano attraente, e lei invece illusoriamente si sente "attraente" in base a credenze correlate come "bellezza=magrezza" "l'imc ideale è 21" etc..

Prima di continuare con l'analisi ribadisco che a livello di bellezza è più valida l'equazione "salute e proporzioni=bellezza" il che indica che la dieta la matematica non è rilevante così come ingenuamente si pensa, ma al primo posto passa lo sport seguito da una dieta slow food basata sul semplice meccanismo della fame. In cui lo sport non solo da salute ma anche modella il fisico su diversi canoni di bellezza e proporzioni, esempio il fisico da calciatore, il fisico da ballerina, il fisico da nuotatore, da corridore, da ginnasta etc..

Comunque continuando l'analisi arrivia al secondo punto "mi sono tornate le solite fisse...ero partita mangiando bene e sono arrivata a 300-600 calorie al giorno" qui il lettore potrebbe essere ingannato dal "mangiare bene", questa persona non sa nemmeno cosa sia il mangiare funzionale, in cui la sua coscienza alimentare è "un ammasso incoerente di diete e infomazioni accozzate lette su riviste e internet, considerando le fonti autoritarie".

Il terzo punto rilevante è questo "Ho paura di arrivare.." oiù che concentrarsi sulla paura da lei elencata, conviene considerare le sue paure in generale che alimentano il loop e alcune azioni riflessive come quelle che lei stesso dichiara, ciò di iniziare a mangiare meno contro il suo manifesto "desiderio" di seguire diete che per lei invece sono funzionali (ma che così non sono).

 

Il quarto punto rilevante è "io voglio perderli questi kg ma controllare il cibo è più forte di me", qui c'è una componente di controllo illusorio che va ad alimentare il loop nel disturbo.

 

Questi sono i quattro punti rilevanti e dettagliati che ho incontrato leggendo questa dichiarazione. Ma a livello meno specifico si può anche comprendere come questa persona non abbia raggiunto una soglia di consapevolezza sufficiente, forse si ritrova a desiderare di essere bella, attraente per una componente di istrionicismo, o di autostima basata sulla competizione di bellezza, sul giudizio altrui, sono tante le supposizione che si potrebbero fare ma non sono comunque rilevanti così come lo è l'analisi generale di questa persona non autosufficiente e con desideri e ragionamento disfunzionali che l'hanno portata a questo disturbo.

E' da notare come il consiglio dello psicologo sia "manipolatorio" e a mio avviso anche efficace, perché portare questa persona da un nutrizionista equivale a far sovrascrivere le credenze da autorità, e non è difficile pensare che queste nuove credenze date dal nutrizionista siano più funzionali dell'accozzaglia presa qua e la su internet. Anche se a livello di psicoterapia si potrebbe intervenire sul distruggere queste credenze disfunzionali e fare psicoristrutturazione, cioè far crescere la persona e dare lei strumenti per gestire queste credenze e pensare con un ragionamento efficace e funzionale allo stesso modo.

 

 

class="messageTitle">TITOLO:NON CE LA FACCIO PIU'

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Ciao a tutti...

Vi scrivo perchè non ce la faccio più! La situazione della mia famiglia mi deprime e mi stressa! Ho il cuore in questo momento che mi sembra spostato! Non so più da che parte è mi sento come se fosse l'inizio di un infarto...

Mio padre se ne andato dopo l'ennesimo litigio con mia madre, si è portato tutti i soldi e non vi dico la scenata straziante a cui ho dovuto assistere, nel vedere mia madre che si batteva con mio padre e purtroppo non ce l'ha fatta...

Mia madre ha poi chiamato i carabinieri che le hanno consigliato una denuncia, ma purtroppo lei non crede che quelli faranno qualcosa, io da parte mia ho registrato tutto ciò che ha minacciato mio padre con il mio cellulare e chissà se con quella registrazione si farà qualcosa... 

Intanto io mi sento male e con il cuore in gola! Già scrivendo il mio stato d'animo in questo momento mi sento un pò meglio, ma ditemi: è giusto quello che sta succedendo nella mia vita?+
SI E CANCELLATO DA RISCRIVERE
Ciao a tutti! Ho aperto questo topic solo per sfogarmi un po' e magari per vedere se qualcuno si trova nella mia stessa situazione e quindi mi capisca.

Non so se questo mi succeda solo in questo ultimo periodo (e quindi sia passeggero) o se in realtà è una situazione con cui convivo da parecchio tempo (penso comunque sia più la seconda) ma mi sto accorgendo di essere molto intollerante nei confronti degli altri e questo comporta che ogni qualvolta qualcuno commetta un errore nei miei confronti, io mi arrabbi e la mia ira sia notevole, enorme. Per "altri" non intendo tutti, anche persone che non conosco o che conosco appena, ma solamente con persone a me vicine, quelle a cui tengo maggiormente (familiari, amici, fidanzata) e dalle quali mi aspetto un certo comportamento, corretto insomma!

Ho parlato anche dei familiari, ma in realtà con loro capita in misura più ridotta, maggiormente con amici e partner. Il tutto viene accentuato dal fatto che caratterialmente io sono un po' permaloso e tendo a star male anche per piccole cose. Ma al di là di questo sono sicuro che la causa di tutto non sia da ricercarsi solo in me: non penso la colpa sia solo del mio caratteraccio (se così si può definire).

Il punto è che io i rapporti con amici e partner non li vedo come un gioco, ma come qualcosa di serio. Cioè io credo che sia nell'amicizia quanto nel rapporto di coppia ci si debba aiutare a vicenda, supportare, rispettare...non deve esserci spazio per l'ipocrisia, la falsità o ancor peggio il tradimento! E cosa succede quando scopro che un mio amico o la mia ragazza non si comporta in modo consono? Mi infurio! Ho delle reazioni impulsive di ira! Perchè non mi capacito come sia possibile che la tal persona si possa comportare in questo o quel modo, perchè io non mi comporterei mai in questo o quel modo con lei/lui. E mi dicono che sono esagerato. Successivamente, anche dopo essersi (in un qualche modo) chiariti, la mia fiducia in quella persona tende ad affievolirsi e se prima ero solito frequentare quella persona spesso, tendo ad allontanarmi, a isolarmi e non frequentarla più così tanto spesso.

"La speranza è l'ultima a morire"

Poi...forse perchè penso di essere io troppo duro e rigido tendo comunque a mantenere certi rapporti, con la speranza che certi eventi (o analoghi) non capitino più...ma si ripresentano e ancora e ancora e io non so che fare.

"meglio soli che male accompagnati"

E' come se sentissi il bisogno di starmene da solo piuttosto che frequentare "gli amiconi", perchè attorno a me vedo solo corruzione, vedo che non può esserci nessuno che mi può capire, che la pensi come me, che possa seguire due semplici nozioni: Rispetto e Lealtà. Vorrei seguire la regola del "meglio soli che male accompagnati" ma ho paura di peggiorare la situazione, temo non sia la mia strada. Perchè tutto sommato ciò che più conta per me, il Mio senso della vita è avere una ragazza, una donna al mio fianco che mi completi e con lei crescere dei figli nell'Amore...e non morire solo, senza essermi realizzato in quello in cui credo: la famiglia!
Dove sono gli errori alla base del disturbo? Si potrebbe partire dalla fine trovato un prima manipolazione etica rilevante, in cui la persona è schiava del concetto famiglia. Ma prima di elencarne altre è interessante come la persona si sia posta questa domanda esistenziale a cui non tutti arrivano, nonostante la persona appaia rigida mentalmente invocando regole etiche assolute e desideri non realistici questa persona si domanda ma non è che per questo "mi conviene stare solo?".
A questa domanda si potrebbe rispondere con l'investimento alla tolleranza, cioè fare in modo di poter tollerare sempre più le persone che ci circondano, ma non è possibile finquando la persona non smette di desiderare cose non reali. E' lampante come lui cerchi una donna che "non esiste", desidera che segua le sue stesse regole etiche rigide, vorrebbe avere anche avere "pochi amici ma buoni" in cui per buono si intende lo stesso meccanismo per la compagna per la vita. L'errore a monte si basa sul fatto che la persona non è autosufficiente, basa la sua esistenza su degli scambi sociali che vengono sottoposti a regole per cui l'esistenza di persone compatibili sprofonda vicino allo zero, finquando la persona non abbandonerà questa personalità sociale e rigida per una più autosufficiente e menorigida non avrà modo di fare un investimento alla tolleranza perché è proprio ciò che desidera che non è oggettivamente realizzabile, quindi alla sua domanda si risponde, "se non hai intenzione di cambiare si, ti conviene rimanere solo e soffrire, tentando di illuderti che la colpa sia degli altri che non sono "buoni" e non che la causa della tua solitudine sia la tua eccessiva rigidità e mancanza di autosufficienza.
DISTURBO DA DEREALIZZAZIONE RAZIONALE, QUANDO L'EMOTIVO PASSIVO COMPRENDE L'ESISTENZA DEL CERVELLO

class="messageTitle">TITOLO: Il cervello il creatore di tutto

class="messageBody">
Come ben sapete, noi svolgiamo ogni nostra azione con il cervello, e 
ultimamente mi è sorta una domanda: se tutto ciò che percepiamo e che 
facciamo è merito del cervello, in realtà noi esseri umani siamo finti? 
Mi spiego meglio: avete presente quando una persona parla di sentimenti e
dice una frase del tipo: "Amo quella persona con tutto il mio cuore", 
ma in realtà è una frase finta, perchè le emozioni che proviamo 
provengono dal cervello. Quindi ho iniziato a pensare che noi esseri 
umani siamo il nostro cervello e nient'altro, e spesso quando ci pens
mi viene l'ansia, perchè mi soffermo troppo sulle mie azioni e non mi 
sembrano più spontanee come una volta, ma frutto del cervello, che per 
altro è vero, ma non vorrei pensarci così spesso. Quando ci penso, ho come la paura che tutto ciò che ci circonda sia finto, e che sia reso reale solo dal nostro cervello. Lo so, sono dei ragionamenti contorti, ma mi trovo ad aver paura di perdere il contatto con la realtà e di impazzire, anche se la mia psicologa mi ha detto che non posso, visto che sono sano. Quando ci penso, mi sforzo di vedere le cose da un lato più umano, non dal lato insensibile del cervello, e questo mi causa ansia. Che ne pensate di questo mio pensiero?
Amare due persone o amore insufficiente con necessità di essere soddisfatta da due uomini?
sono insieme al mio ragazzo da due anni, sono stata io a contattarlo e a "provarci" con lui. La storia non è mai stata rose e fiori, da sempre bisticciamo, e molte volte ci sono state litigate gravi (finite, ad esempio, con cellulari rotti e via dicendo). Io sono una ragazza molto fragile, paranoica e con bassa autostima, lui è un ragazzo un pò strano, forse ha la sindrome di Asperger, ha subito il divorzio di suoi e per anni ha sofferto perchè nessuna ragazza lo voleva, o lo volevano solo quelle "brutte". Lui è il tipo che "se io lo lascio, non se lo fila nessuna", è brutto da dire, ma nessuno lo vuole, e io sono una che si accontenta molto facilmente, perchè ho una bassissima autostima. Lui è sempre stato buono con me, mi ha sempre fatto da psicologo (anche se la cosa a volte diventava pesante), mi ha aiutata a gestire la situazione con la mia famiglia e a capire molti miei difetti, anche se spesso me li fa notare un pò troppo... Da un pò manca la passione. Lui non ci ha mai saputo fare più di tanto, nel senso che anche nei rapporti, pensa solo a soddisfare se stesso, e dice che io devo fare altrettanto col suo corpo, e che non dobbiamo pensare a soddisfarci l'un l'altro. Sul lato affettivo è molto buono, mi cerca, mi protegge, anche se non fa caso al mio aspetto, a come mi vesto, come mi trucco..dice sempre che non sono importanti queste cose. Molte cose di me gli danno fastidio, tipo se canticchio quando c'è lui, si arrabbia moltissimo dicendo che sono insopportabile. Dopo questa premessa, capirete perchè mi è capitato di tradirlo. Quest'estate un ragazzo ci provava con me pur sapendo che sono fidanzata, io all'inizio non ho ceduto, poi l'ho fatto, perchè lui è tutta un'altra cosa. Ha 26 anni, ci sa fare, il sesso con lui è fantastico, mi riempie di attenzioni, di complimenti, mi fa regali...e fa 6 ore di viaggio in macchina per venirmi a trovare se solo glie lo chiedo, saltando anche il lavoro...Ci siamo visti poche volte, ma con lui sono stata bene VERAMENTE, e non solo in senso affettivo! Purtroppo tra due giorni partirà e andrà a vivere all'estero, ha già prenotato il viaggio in aereo che costa 800 euro, ma mi ha detto che se volessi stare con lui rinuncerebbe alla partenza e magari partirebbe con me in futuro (è la verità, ha sempre fatto quello che diceva), io però l'ho fatto sentire amato solo a parole, perchè a gesti gli dimostro poco. Sono affezionata al mio ragazzo, ma le mie amiche mi dicono che non devo confondere l'affetto con l'amore. Io ho paura, sono legata al mio ragazzo e mi sembra di amarlo, ma se lo tradisco significa che c'è qualcosa che non va... Il mio ragazzo non mi fa sentire donna, l'altro si...sarà forse questo? Tra l'altro il mio ragazzo ha il sospetto che io abbia l'amante, si è accorto che in me è cambiato qualcosa, ma non affronta l'argomento seriamente. Io credo che abbia paura, perchè non avrebbe mai il coraggio di lasciarmi..lui ha paura di rimanere solo, e del resto anche io. Ecco perchè non lo lascio...Cosa fareste al posto mio? Cosa mi consigliereste- a parte lo psicologo-? Ho paura di lasciare andar via questo ragazzo, ma non ho nemmeno il coraggio di lasciare il mio...grazie a tutti!
La paura della morte delle persone che non hanno mai vissuto
"Non ho paura della morte in sè, ma paura del dolore che proverò prima di morire, inoltre anche del fatto che lascerei molte cose in sospeso ... per esempio, tutte le cose che rimandiamo, domani lo faccio, poi si pensa, ho tempo ... e se dovesse accadermi qualcosa all'improvviso? Forse non conterebbe nulla, ma cosa mi lascerei dietro? Ho anche paura di essere dimenticata, di non lasciare alcun segno ...
Scusate lo sfogo, chi ha questa paura?"
l'ILLUSIONE DELLA LIBERTA', VUOTO DENTRO, MANCANZA DI COMPATIBILITA' , DIPENDENZA E RISENTIMENTO
Mi piace figurarmi la
libertà. Spesso penso di partire per mondi lontani con un bagaglio leggero. Di
plasmarmi d'amore, sciogliermi di pace. Imparare a volare, cantare fino alla
fine della voce, ricoprirmi di fango e ripulirmi di pioggia. Purtroppo in ogni
attimo dell'esistenza vivo il terrore dell'abbandono. Mi sento come su un filo,
e spesso sto per perdere l’equilibrio…ricevo sempre rifiuti, rifiuti, rifiuti.
Non c’è chi sopporta i miei sbalzi d’umore. A volte penso come sarebbe bello guardare
in tutte le direzioni…sono persa nella mia immensità tanto da sprofondare nella
solitudine. Mi sento sola, tremendamente sola, senza amici definiti bili tali e
senza un punto di riferimento. Uscire una serata, passare un pomeriggio
diverso, incontrare qualcuno e scambiare quattro chiacchiere…tutto questo mi
sembra un film e se capita di viverlo, tra una frustrazione e l’altra, non
posso fare a meno di pensarci e a gioire, per poi ricadere nella tristezza data
dalla consapevolezza dell’anormalità. Provo a passare del tempo con qualcuno,
cerco la persona che mi accetti e mi capisca, e mi illudo di averla trovata. Quando
qualcosa mi porta a pensare che non sia così violentissime
sono le esplosioni di rabbia che si impossessano delle mie mani. Spesso mi
ritrovo a scagliarmi contro qualcuno e non faccio che offenderlo, gridare,
accusando lui e gli altri di innumerevoli colpe. Sono come risucchiata da un
vortice di potentissima energia che
non so gestire, sento la testa in procinto di esplodere. A volte non dormo per
giorni, milioni di idee si susseguono nella mia mente senza un attimo di pace. Le
mie storie si srotolano tutte allo stesso modo, come un copione: all'inizio tutto
va bene e vivo la mia illusione, poi inizio a comportarmi male, ad aggredire
qualunque cosa e più parlo più le macerie incombano su di me. Mi viene da
vomitare, una nausea schifosa mi porta a schifare me stessa e tutto ciò che ho
attorno. Sono imprevedibile anche per me stessa . Ho la capacità di
distruggere e di distruggermi in un attimo. Devo afferrare le velocità dei miei
pensieri: leggo e scrivo in fretta e furia, mangio velocemente. Mi è stato
detto che sono molto intelligente, ma io di intelligente in questo
comportamento effettivamente folle non trovo nulla. Le immagini, le voci che
sono nella mia mente non li reputo sintomi d’intelligenza. Cosa significa
essere intelligenti? Soffrire e non sapersi gestire??? Preferirei non esserlo,
allora. Spesso penso che ci sia gente che complotta contro di me, guardo e
studio le persone per distruggerle in caso di attacco…mi sembra di essere
seguita, osservata, faccio caso ai minimi particolari ma sinceramente non credo
questa sia una cosa folle, anzi…mi rendo conto che spesso non ci si accorge di
cose fondamentali. Ma a parte questo, a volte la situazione diventa ingestibile
e arrivo a cambiare umore anche 7 volte nel giorno di un’ora…vorrei tanto stare
bene con qualcuno, ma la verità è che mi vergogno di me stessa, mi vergogno di
mostrarmi ed ho sempre il bisogno di attaccare per prima…non riesco a figurarmi
nella mente una situazione vi quotidianità normale senza provare imbarazzo o
sentirmi stupida.

NON FARE NULLA E ATTENDERE CHE IL DISTURBO "AVVENGA"
Ciè che lui chiamerà angoscia è il disturbo che è iniziato, cioè il loop che non solo inizialmente l'ha portato a distimia, ma che è evoluto rapidamente a disturbo impedendogli di lavorare e continuare a svolgere le sue giornate come prima.
Sono figlio unico e i miei genitori sono molto più anziani della media. Da quando sono piccolo ho sempre manifestato una certa sensibilità ed emotività, ricordo la fanciullezza come un momento meraviglioso, con l'unica eccezione per le litigate dei miei genitori durante le quali - molto spaventato dall'aggressività di mio padre - mi schieravo sempre dalla parte di mia madre. Dagli anni del liceo ho iniziato a percepire periodicamente un forte senso di angoscia finchè, durante l'università mi sono rivolto ad un centro di salute mentale. Mi venne detto che avevo delle banali crisi d'ansia con tendenza alla depressione. Da allora conobbi la " stampella" che mi ha consentito, per ben 17 anni, di neutralizzare la forte ansia abbandonica che provavo specialmente quando terminavo una storia d'amore. Sono sempre stato seguito da uno specialista e non ho mai abusato del farmaco (sono arrivato a prenderne da un minimo di 0,50 die nei primi anni a 3mg negli ultimi, questo soprattutto a causa, credo, dell'assuefazione). Negli ultimi anni, a causa del peggiorare delle condizioni di salute dei miei le cose sono andate peggiorando. L'ansia non è più andata via e si è fatto sentire lo spettro della depressione. Fino a Luglio, nonostante gli alti e bassi ho avuto una vita piena di soddisfazioni e successi professionali. A Luglio mi è crollato il mondo addosso, è come se il mio cervello abbia fatto corto circuito. A causa dell'ansia che mi impediva di dormire sono arrivato a prendere, sempre su prescrizione medica, 3 compresse di Valium 5mg al giorno e 2 compresse di Xanax da 1mg al giorno, Lendormin o Stilnox per dormire e una compressa da 40 mg di Entact. A tutto ciò, ho dovuto aggiungere, sempre per sedare l'ansia 20 gocce di Haldon (un neurolettico). Quest'ultimo farmaco - che francamente pensavo potesse essere risolutivo - mi è parso acqua fresca. Ho passato un'estate di inferno. Attualmente l'ansia si è abbassata ma l'uso di una tale quantità di benzodiazepine ha fatto si che aumentasse molto la mia depressione: ho paura di stare solo, paura di perdere il lavoro, paura di rimanere solo, mi sento solo e abbandonato, a livello lavorativo fatico di più e rendo molto meno, dormo male e non riesco mai a rilassarmi: ATTUALMENTE L'ANSIA HA LASCIATO SPAZIO AD UN PROFONDO SENSO DI ANGOSCIA E DISPERAZIONE CHE MI PORTA AD AVER PAURA AD AFFRONTARE LA GIORNATA, MI FA VEDERE IMPOSSIBILE IL CONTINUARE A LAVORARE, INUTILE IL VIVERE, VUOTO E DOLOROSO IL MIO FUTURO E IMPOSSIBILE LO STARE DA SOLO CON ME STESSO E ACQUISTARE L'AUTONOMIA (VIVO CON I MIEI). QUESTE CRISI SI TRADUCONO E MI FANNO RICORRERE A LAMENTOSE RICHIESTE DI AIUTO AI MIEI GENITORI ED AI MIEI AMICI. Spesso penso che se un mio amico mi invitasse a vivere da lui per un po' ne benefocierei molto, ma nessuno lo ha fatto fino ad oggi. A casa mi sento solo, angosciato e perso, i miei non sanno più cosa fare e del resto non posso fare molto
LA BELLEZZA e L'AUTOSTIMA NEL ROMANTICISMO, "supponiamo che esista una più bella di me per il mio ragazzo = TILT"
ciao a tutti! il problema è questo: sto male se il mio ragazzo dice, anche senza malizia, che una ragazza è bella. temo che questo possa significare che, al confronto, io non sono all'altezza, non posso soddisfarlo e non posso farlo felice, perchè comunque l'aspetto fisico è importante..la cosa assurda è che io, non so per quale motivo, mi sono fissata con una cantante che a lui piace, che poi non è l'unica che gli piace, ma mi sono fissata con lei. provo odio e fastidio nei suoi confronti, non riesco ad ascoltare sue canzoni o guardare suoi video, mi è diventato angosciante anche andare in palestra, perchè c'è un televisore con dei video musicali, e c'è sempre il suo. per me è ogni volta un colpo al cuore. so anche che a casa ha un paio di foto sue, di quelle che si trovano nei giornali, e per me è un pugno nello stomaco. mi chiedo: perchè?? che bisogno ne ha? me lo immagino che la ammira pensando a quanto lei sia bella, e io invece.........anche quando mi vesto bene e mi sento carina penso che comunque io non sono come lei. sono convinta che con lei, che è bella, sexy, attraente e tutto, lui sarebbe più felice. in poche parole non riesco ad accettare che lui trovi che una ragazza sia più bella di me. è un tormento. faccio di tutto per non fargli notare qualche bella ragazza di passaggio. per fortuna ho capito che non devo fargli scenate e niente del genere, perchè non farei altro che allontanarlo, ma come uscirne? sinceramente, dopo qualche esperienza che mi ha fatto crescere, sono migliorata, non faccio pianti isterici come prima, ma il problema rimane. non ho nessuno con cui parlarne, quindi ho iniziato a scrivere un diario, in cui scrivo pensieri, paure, domande e progressi, perchè a volte riesco a ragionare razionalmente ed essere serena..ma dopo 2 passi avanti ne faccio 3 indietro..in fin dei conti, quando ragiono razionalmente, capisco che il fatto che possa notare altre donne non vuol dire che sia insoddisfatto, semplicemente il mondo è pieno di belle ragazze, e anche se fosse fidanzato con una ragazza da urlo ne vedrebbe altre 1000 più belle e quindi sarebbe la stessa cosa..sentirmi dire da lui che sono la più bella potrebbe essere di aiuto, ma mi rendo conto che non è la soluzione, devo imparare a capire che il fatto che lui possa pensare che qualcuna sia più bella/migliore non toglie nulla nei miei confronti..qualche consiglio?
Qual'è il punto centrale della sua dissonanza da autostima?  qui: ono convinta che con lei, che è bella, sexy, attraente e tutto, lui sarebbe più felice. Da qui nasce il bisogno di fare stime e autostime e quando si stima una persona più bella, con tutti gli errori che si fanno quando si fanno queste deduzioni sul piacere estetico di un'altra persona, lei va in tilt percHé quella credenza insieme a tutte quelle romantiche la obbliga a "essere la più bella di tutte" e se non lo è iniziano le insicurezze e le paranoie.
Perché secondo le sue coerenze lui potrebbe andare da un'altra più bella, potrebbe desiderarla mentre è ancora insieme a lei.
Le cause della dissonanza di fonde sono nel romanticismo, infatti nemmeno lei ce la fa a convincersi che esistano altre donne più belle sempre e comunque, il romanticismo impone dei standard illusori, in cui tu sei solo mio, devi guardare solo me, e nel momento in cui lo si accettano o si costruiscono metodi stabilizzanti efficaci come "sono sicura che lui guarda solo me" quando non lo fa, oppure si ottengono queste e altre serie di dissonanze.
L'errore anche di ridurre tutto alla bellezza estetica, senza considerare bellezza generalizzata, attrazione e affetto.
TITOLO: UNA ESISTENZA DA CAMBIARE
Odio tutto. Odio alzarmi dal letto,
odio lavarmi, odio vestirmi, odio scegliere cosa mettermi, odio
uscire e fare finta di niente, quando io ucciderei tutto e tutti.


Odio i miei cani che mi guardano, mi
chiamano e mi stanno sempre appiccicati vogliono dimostrami il loro affetto ma io non lo sopporto, Vogliono sempre qualcosa,
odio quando stanno male, odio quando stanno bene odio perche' non so cosa vogliono. Quando
stanno buoni.


odio il mio compagno, che sta a casa o che sta a
lavoro. Lo odio quando mi chiama, quando mi parla e quando sta zitto.


Odio andare al bar a prendere un
caffe'. Odio il mio lavoro e tutta la gente che c'e' la dentro. Odio
la metro, odio aspettarla, odio il tragitto che faccio per andare a
lavoro e odio il tragitto che faccio per tornare a casa.


Odio la gente. Odio se c'e' il sole,
odio se ce' la pioggia. Odio mio padre che sta male che non posso
contare su di lui. Lo odio perche' l'ho odiato ed ora lo odio perche'
ho capito solo ora che la colpa non era sua se e' andato tutto a
rotoli. Odio mia madre che non ha fatto altro che mettermi contro mio
padre, la odio perche' ha fatto sempre la vittima, la odio perche'
non mi ha mai aiutato, e non mi aiuta quando ho problemi, non fa altro che buttarmi ancora piu' giu, la odio perche' non ha mai ammesso che io sono un errore, che non mi voleva. A lei bastava solo mio fratello, la odio la odio la odio. Odio mio fratello che
si crede Dio, ma che in realta' e' legato al guinzaglio e addomesticato a pensare come la moglie, lo odio perche' per la legge o per la natura e' considerato mio fratello, ma che io considero un estraneo, so quando e' nato, ma se dovessi parlare di lui, non saprei proprio cosa dire. odio la moglie che
rompe le scatole sentenziando la vita degli altri con del buonismo nauseante e che sopporto ancora meno di quel tizio che chiamano "mio fratello".

Odio la mia vita, odio la mia
esistenza. Odio odio odio.. odio tutto!!. Cosa voglio fare? Voglio
spegnere tutto e stare in pace. Non starei in pace nemmeno in mezzo
al deserto, o in mezzo al bosco, in fondo al mare, sopra una
montagna.



Basta. Sono stanca. Sono stanca di
sentirmi criticare, di non essere capita, e di capire la ragione
degli altri. Odio i problemi degli altri. Non me ne frega di
nessuno, per me possono tutti morire, soffrirei ma almeno si tolgono
da mezzo.


Sono stanca di sentire quello che devo fare.
Devo fare, devo fare sempre qualcosa per qualcuno.
Odio le ragioni degli
altri. Di sentire le loro ragioni come sentire la parola legittima.

Odio sentirmi dire cosa provare, chi devo frequentare.


Non voglio ascoltare, non voglio
vedere, non voglio parlare.....voglio solo sparire.
ultima modifica il: 03-01-2016 - 22:18:34
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