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L'attimo fuggente

Questo è il primo film che inserisco nel sito. Nel mio computer ho una cartella chiamata Film Psicologici, perché? Perché alcuni film possono essere una fonte, nascosta di informazioni esistenziali, il suffisso psicologia non è appropriato, si potrebbero chiamare film esistenziali, filosofici, profondi etc.. ma sarebbe lo stesso, ciò che fanno è dare spunti di pensiero, danno stabilità a teorie controtendenza a teorie nuove, che sono in netta contrapposizione con il vecchio.

Questo film è intriso di romanticismo, in cui sono inseriti attori con emotività passiva e questo articolo nasce prevalentemente per questo, per separare frasi e pensieri che promuovono la crescita esistenziale da una serie di errori esistenziali.

 

Il professor John Keating, una persona che se avessi potuto l'avrei scelta come professore nel mio tempo "perso" nel sistema scolastico italiano, una persona che però nel film ha commesso non pochi errori che al telespettatore romantico e passivo saranno sfuggiti  mentre veniva coinvolto fra una sensazione e un'altra.

Quando guardo un film, non sono un robot, mi lascio trasportare ma non coinvolgere, non uso il film per sentirmi vivo, lascio che il film mi dia emozioni si, ma mantengo il distacco per poter analizzare, il mio pensiero mantiene la priorità così come nell'esistenza  in generale. 

E questo che sto dicendo non lo dico io, lo dice Keating stesso nel film, ma quante persone lo hanno compreso? e poi messo in pratica. E quante invece sono solo rimaste ammaliate da quelle belle parole? 

"Ci teniamo tutti ad essere accettati ma dovete credere che i vostri pensieri siano unici e vostri, anche se ad altri sembrano strani ed impopolari. Come ha detto Frost "due strade trovai nel bosco e io scelsi quella meno battuta, ed è per questo che sono diverso".

Questa frase oltre che anti conformista conferma quanto detto, che mentre fate qualsiasi cosa, mentre ascoltate, leggete, osservate, se spegnete il vostro modo di pensare, il vostro essere critici, altro non fate che assorbire il pensiero altrui passivamente, questo farà provare qualcosa anche di intenso, vi farà risparmiare un po' di pensiero, ma conferma la vostra vostra imamturità, la vostra identità sociale e questo il film sarà una delle tante cose che verrà usato per sentire e non per imparare, innumeroli frasi, pensieri che potrebbero cambiare l'esistenza stessa dell'ascoltatore vengono trasformate in "belle parole" per provare e sentirsi vivi, poco o nulla di più.

Fatte queste premesse passiamo a Keating e prima di lodarlo, lo "smerderò" in primis perché mitizzare le persone, farne degli idoli, o dei dispensatori di verità assoluta, dei "maestri" riporta all'errore prima descritto per cui si assorbe l'esterno senza avere una coerenza e base interna, Keating è una fonte come tante, per dei tratti può essere considerato un insegnante di vita ma per altri no, e ora mi soffermerò sugli ultimi.

L'evento più rilevante con cui voglio iniziare è quello in cui un suo alunno "svalvola", perché interpreta l'insegnamento di Keating come "puoi fare quello che vuoi" anzi "devi farlo", interpreta l'anticonformismo come andare contro il sistema stesso, con violenza, e pubblica quel messaggio sul giornale per poi sfidare apertamente il rettore in pubblico.

Qualcuno potrebbe pensare perché non il suicidio di Neil? Perché il suicidio di Neil non è correlabile, ci sono diverse variabili in gioco, mentre in quel caso quasi tutto può essere ricondotto al professore proprio perché viene mitizzato.

Cosa ha fatto questo professore? Non ha dato delle basi esistenziali ai ragazzi, ha solo aperto loro i cancelli, li ha disinibiti creando appunto dei "problemi secondari" perché in quel contesto le inibizioni erano funzionali.

Infatti come ha dato emozioni di Gioia, ha dato anche sofferenza proprio perché insegnare non è "solo" disinibire, insegnare è dare le basi, dare strumenti, dare un ragionamento efficace.

Lo so che stiamo parlando di un film ma è uno spunto per comprendere come insegnare non è solo disinibire e dare libertà, no è dare metodi e strumenti per affiancare la libertà a delle scelte funzionali, in modo che il singolo sia pronto a scegliersi una vita fatta di felicità senza limiti.

Cioè che lui chiama poesia è un misto fra "esistenzialismo" e "romanticismo", le frasi che vengono pronunciatete hanno un profondo significato ma vengono però contornate o basate su una gioia extra, che io non condanno in toto, ma che personalmente non condivido, il messaggio per me è fondamentale e non reputo conveniente renderlo "bello" se poi il rischio è quello di generare problemi di comunicazione, errori di reintepretazione, emozioni che oscurano il significato.

Questo condimento di romanticismo non è l'errore rilevante, perché chiunque abbia sviluppato una consapevolezza come me è in grado di estrapolare il significato dal contenuto romantico, l'errore più rilevante è quello di non aver accompagnato un insegnamente letterario/filosofico ad uno scientifico/matematico, ad uno raziologico (cioè insegnare a non fare errori di ragionamento).

Quindi fin'ora abbiamo visto come il professore Keating abbia lavorato sulla disinibizione, ma non solo, ha anche fatto un lavoro di eliminare credenze disfunzionali, facendo un'opera di svecchiamento, la scena rilevante è quella in cui si prende gioco delle teorie scritte nell'introduzione del libro e incita gli studenti addirittura a stracciarle.

Ancora qui troviamo lo stesso errore, vengono tolte credenze ma non vengono date nuovi principi nuove teorie, se non appunto concetti generali ma reinterpretabili come "cambiate punto di vista" etc..

E proprio su questa frase mi concentrerò per far comprendere quanto questi aforismi seppur ad affetto ed emozionanti, non diano nessun cambiamento, le cause sono appunto riconducibili nella genericità e dopo l'emozioni di "uuu che bella frase" resta poco o nulla.

Come puoi togliere un libro di 600 pagine e sostituirlo con poche frasi ad effetto? Invece che far stracciare le pagine del libro io avrei detto, ragazzi cambiamo libro perché queste fonti non sono valide, e quindi dare altre fonti valide, e non limitarmi a due o tre frasi, se vuoi cambiare il sistema non ti limiti a distruggerlo e basta o a decurtarlo dove ti fa comodo, ma lo cambi radicalmente investendo nel creare qualcosa di altrettanto funzionale e coerente e non fare un taglia e cuci rappezzando di qua e di la (si legga la confusione dell'ecclettico anche).

La frase "cambia punto di vista" è un punto fondamentale dell'AB e ipotizzo che chiunque l'abbia compresa sia finito per tcambiare la sua stessa esistenza. Perché molte persone non l'hanno compresa? Perché le persone credono ingenuamente che per cambiare punto di vista basti salire su una cattedra, no, non è salendo sopra una cattedra che cambi punto di visto, forse se sei il primo a farlo sei in grado di essere "unico", ma quando lo fai dopo aver visto un altro farlo non stai cambiando punto di vista, ti stai solo adeguando al cambiamento di punto di vista di chi hai considerato un'autorità.

Il punto di vista non lo cambi quando dici "ok sono le 12 è ora di cambiare punto di vista", no ti viene in mente quando "guardi in faccia la tua rigidità mentale", rigidità mentale che ogni essere umano in questa società (che reputo medioevale) sviluppa, e sceglie una volta per tutte di eliminarla, crescendo, allargando i suoi orizzonti, distruggendo le credenze e riempendosi di linfa nuova da nuove fonti, in definitiva lasciandosi ispirare per poi divenire creativo.

La frase:

 "È proprio quando credete di sapere qualcosa che dovete guardarla da un'altra prospettiva."

Io la sostituirei così togliendo il devi, e facendo delle modifiche..

"Quando finisci per credere a qualcosa, hai già perso il treno dell'oggettività, e probabilmente anche dell'efficacia, qualunque cosa voi facciate dopo quel punto, sarà illusoria almeno che non si torni indietro, ritornare al momento precedente alla credenza che attecchisce e si sviluppa. La domanda da farsi non è tanto perché ho creduto a quella cosa ma "perché io in generale tendo a credere a ciò che dicono gli altri senza pensarci sopra, senza rielaborare?" , questo porta a comprendere perché siamo stati terreno fertile per delle credenze, non c'è un unico autore o un'unica fonte che dispensa una verità a cui credere, e nemmeno Keating è fra questi, cambiare punto di vista altro non è che guardare il mondo contemporaneamente da angolazioni diverse senza mai pensare che una sia quella giusta, ma considerarle più o meno valide e farne di ognuna una possibile leva per l'azione"

 Non è più una frase breve ad effetto ma secondo me è più efficace della prima e dimostra come fermarsi a credere porta all'impossibilità di cambiare punto di vista se non illusoriamente, cioè salgo su una cattedra e faccio finta di vedere le cose diveramente, ma finché non cambiamo gli occhi della nostra mente tutto rimane illusorio.

 

Immaginiamo che Keating si fosse limitato a dire la frase senza che lui stesso sia salito sulla cattedra, secondo voi quanti alunni spontaneamente lo avrebbero fatto? La risposta secondo me è zero, avrebbe potuto ripetere all'infinito quella frase in quella stanza con i suoi alunni, nessuno sarebbe salito su quella cattedra perché non erano pronti mentalmente per farlo, prontezza che si acquisisce, e non è sufficiente ripetersi "cambio punti di vista, cambio punti di vista, cambio punti di vista" per farlo. Ecco perché tutti coloro che l'hanno ascoltata, specialmente coloro che hanno visionato il film, anche se probabilmente avranno detto "u si che bello lo faccio anche io, quanto è vero, e chi sa quale altre affermazioni in preda al coinvolgimento emotivo" a conti fatti non hanno fatto nulla, continuando ad esistere nella loro visione della realtà basata su un tratto di personalità rigida mentalmente e conservando tutte le loro belle credenze preconfezionate.

 

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ultima modifica il: 24-08-2012 - 0:34:09
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