Home
Psicologia
Raziologia
Puzzle della Comunicazione
Diario
Test
Info & Contatti
 
Shutter Island
riabilita aiuti

Shutter Island

Shutter Island è un film, di cui è facile reperire informazioni sul web, a carattere psicologico. Questo film rappresenta un caso estremo di quello che l'AB ha definito metodo stabilizzante, in cui il personaggio arriva a distorcere la realtà creando credenze di comodo per stabilizzarsi.

Componenti come allucinazioni fanno parte di un quadro che conviene mantenere momentaneamente fuori, per evitare confusioni.

Questo film, per come è strutturato, rende chiaro il fenomeno di distorsione all'approccio di realtà causato da un metodo stabilizzante basato sulla costruzioni di credenze illusorie di comodo. Cioè la persona per stabilizzarsi usa delle credenze di comodo che sono illusorie, ma queste credenze, per il fatto che ci crede, oltre che stabilizzarlo verrano utilizzate per comprendere il mondo, per spiegarlo, e questo ha conseguenze sulla percezione della realtà, distorcendola.

Questo film dimostra come questa percezione alterata, sia una trappola, si mantiene l'equilibrio, ma crea numerose problematiche, che in questo film sono esalte ed estremizzate.

Chiunque abbia visto il film, non può aver compreso cosa sarebbe accaduto finquando non è il colpo di scena stesso a svelarlo, se non ci fosse stato il colpo di scena, quella sarebbe stata la realtà, questo dimostra come la percezione distorta sia una trappola senza apperente uscita, perché non ce se ne può rendere conto.

C'è una frase che dice il dottore che fa da chiave all'intero film, frase che pochissimi avranno considerato, una frase che è diretta più verso chi sta guardando il film non che altro, la frase è questa:

"io vorrei tanto lasciarti nel tuo mondo fatto di fantasia, ma non posso perché sei un violento e faresti del male agli altri".

Cosa vuola dire questo? Vuol dire che se lui non fosse stato violento, l'avrebbero lasciato li dove è, ma questo non vale solo per il dottore, vale per tutti, e tu che hai guardato il film o che stai leggendo questo, e tu che ti sei costruito un tuo approccio di comodo per stabilizzarti, sappi che se non arreccherai danno o noia a nessuno, nessuno verrà a dirti niente, e tu ne starai in quello stato senza nemmeno accorgertene, specialmente se questi metodi saranno sempre efficaci, cioè non ti troverai mai destabilizzato e quindi senza mai alcun campanello d'allarme.

Questo film scuote, perché da un imput raro da trovare, nella realtà nessuno ha un dottore come questo che ci dica frasi del genere, eppure sono tante le persone che sono rinchiuse nella propria visione nel mondo, in equilibrio, e convinte che ciò che vedono sia assoluto sia reale, questo film è un esempio così efficace per far rendere conto delle persone che usando e abusando di questi metodi stabilizzanti basati sulla creazione di credenze di comodo, distorceranno sempre più il loro approccio e la realtà che andranno a vedere. (da qui il paradosso come posso io operare funzionalmente nella realtà se nemmeno la vedo per quella che è? Portando le persone ad agire quindi casualmente e non con accuratezza).

Il caso descritto in questo film, è un caso estremo, l'evento accaduto a quell'uomo è di una portata tale da aver richiesto una mole di stabilizzazione da aver indotto stati allucinatori, non è possibile provare a simulare l'emozioni di una persona a cui sia accaduto un evento simile, con l'aggravente del senso di colpa causato dal sapere che avrebbe potuto fare qualcosa per evitarlo (lui stesso ammette di aver avuto segnali dalla moglie e non aver voluto aiutarla), nella quotidianità gli elementi destabilizzanti sono di minore portata, e di conseguenza l'approccio viene distorto non eccessivamente come in questo caso, infatti statisticamente non si parla quasi mai di "psicosi" così come sono state descritte in questo film, di alluciniazioni etc..

Shutter Island è un film che a livello esistenziale può dare tanto, facendo rendere conto alla persona che una strada semplice come quella del crearsi una realtà di comodo per stabilizzarsi, ha una conseguenza rilevante a livello esistenziale, cioè quella di esperire un modo proprio, una realtà che non esiste oggettivamente.

Il finale di shutter island può essere considerato un capovaloro tecnico, ma non lo riprendo per analizzarlo da un punto di vista cinematografico, ma ancora una volta psicologico.

Nel film si parla di un già passato successo parziale, a cui poi è susseguito un fallimento, cioè il personaggio aveva già smontato le sue credenze illusorie, aveva ricordato ciò che successe, per poi dimenticarlo nuovamente.

La domanda è, se lui ha fatto tutto questo per stabilizzarsi, se io lo faccio ricordare, ritornerà la destabilizzazione, quindi come fare?

Coerentemente a quanto detto, il primo fallimento si può spiegare così, anche se hanno vinto i metodi stabilizzanti usati, la non accettazione dell'evento, la ridestabilizzazione ha ricausato immediatamente dopo una nuova stabilizzazione.

Perché la seconda volta invece è stato efficace? Apparentemente sembra una forzatura da film (ricordo che nel finale lui ha rimosso quei metodi stabilizzanti anche se non viene detto chiaramente), ma non so se per casualità o meno, invece il tutto è coerente.

Perché a differenza della prima volta, nella seconda volta, cioè quella del finale, il dottore inserisce una nuova variabile, se non "guarirai" sarai lobotomizzato.

Ed è su questa variabile che la persona trova il suo nuovo metodo stabilizzante, cioè quello che accadrà nel finale, ora infatti ha una nuova strada, quella di fingere di non essere guarito per farsi lobotomizzare e quindi far rimuovere la porzione di cervello pensante.

Di film così coerenti internamente, e coerenti con le mie teorie non ne avevo mai visti.

ultima modifica il: 24-08-2012 - 0:34:09
Sito Realizzato da Palombizio Valerio Giuseppe