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Di quante cose non ho bisogno
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"Di quante cose non ho bisogno" è una frase attribuita al filosofo Socrate, ripresa da un aneddoto in cui si trovava al mercato con i suoi discepoli.

Questi fecero una colletta per compragli un paio di sandali nuovi, perché tutte le mattine Socrate andava al mercato con un paio di vecchi sandali.

Poi gli dissero "Maestro, accetta queste monete per comprarti un paio di nuovi sandali per andare al mercato. Quello che hai sono vecchi e rotti. Tu non ci chiedi niente per i tuoi insegnamenti, perciò accetta questa forma di gratitudine. Socrate rispose "Io sono contentissimo di voi e dei miei vecchi sandali. Vado tutte le mattine al mercato per vedere quante cose si vendono e di cui non ho bisogno.

Ma quale è il significato di questo anaddeto? Non c'è un significato univoco perché Socrate in questo aneddoto non spiega il perché lui sia in grado di comportarsi così, l'unica cosa che si può dedurre è che lui a differenza degli altri che vanno al mercato segua la strada della rinuncia, altrimenti che senso avrebbe se no fare a meno di un "semplice piacere" come quello di comprarsi delle scarpe nuove? 

L'AB propone una diversa interpretazione di questo aneddoto che si basa sullo sviluppo di una esistenza equilibrata e piena, immaginate che Socrate in quello stesso continui dicendo:"Quando una persona ha un'esistenza piena, non ha problemi a direzionare i propri desideri, potrei comprarmi queste scarpe ma non ne ho bisogno, non sono come le persone che sono andate lì a caccia di "emozioni", le mie emozioni nascono da passioni più radicate, nascono dalle discussioni insieme a voi e non ho un bisogno impellente di riempirmi una vita vuota perché semplicemente la mia vita non è vuota, scelgo di non accettare il vostro regalo a dimostrazione di cosa significhi avere una esistenza piena e tutte le conseguenze che questo comporta, quando queste scarpe saranno rotte e mi daranno fastidio ne comprerò di nuove perché mi serviranno, fino ad allora il fatto che sono vecchie sarebbe solo una giustifazione a fare qualcosa per riempire un vuoto, un pretesto che le persone sono solite usare".

Con una affermazione del genere non ci sarebbe più spazio per nessuna interpretazione, lanciando un chiaro messaggio a tutte le persone che sono "intrappolate" in una esistenza vuota per cui ogni piccolo bisogno, può essere qualcosa che riempie le giornate. 

Per questo la deduzione più comune è quella di vedere la "rinuncia", perché si da per scontato che quelli siano gli unici piacere della vita che uno può avere, o che comunque può avere in quel periodo preciso della sua esistenza.

Un aneddoto che pone luce su una alternativa che per molte persone non esiste, una strada saggia basata su una esistenza piena ed equilibrata.

ultima modifica il: 30-10-2014 - 21:47:43
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