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Affogare nell�oceano dell�esistenza
riabilita aiuti

L'oceano, per noi che abitiamo in Italia non è facile immaginarlo abituati al concetto di mare ma l'oceano esiste, una vasta distesa di acqua, profondità degli abissi per noi inimmaginabile.

 

Ogni bambino ha affrontato questo argomento con paura, ognuno di noi, così come lo abbiamo fatto con il buio, con gli sconosciuti, con il diverso.

 

Questa paura però a differenza delle altre è la più immaginativa, la più concreta di tutte, la più vivida, tentiamo di tralasciare per un attimo il discorso delle paure e dei traumi in generale, che potrebbero segnare qualcuno più nei confronti di altri, comunque questa paura fonda le sue radici su delle immagini stereotipate standard, a cui tutti abbiamo potuto accedere.

Siete sott'acqua, cercate di trattenere il respiro, all'improvviso un pensiero vi assale "se non ci fosse più possibilità di risalita?" a questo punto la vostra coscienza si spegne, i vostri occhi sono sgranati per la paura, vi agitate vorticosamente tentando di risalire, ma consumate solo ossigeno prezioso, il panico si impadronisce del vostro corpo.

Questa storia sembra così scontata, come se ogni individuo in "trappola" come queste non potesse fare a meno di andare nel panico.

 

Ma non è così, la "trappola" fa attivare dei meccanismi innati di sopravvivenza che tentanto di agire sulla base di selezione di milioni di anni, questo vuol dire che facendo un'analisi dettagliata possiamo notare come il panico nella maggior parte dei casi sia disfunzionale, come in questo caso che sta accellarando la vostra morte e diminuendo le probabilità di salvarsi. Ora tentate di immaginare che l'oceano sia l'esistenza, e che il prezzo che paghiamo quando cadiamo nelle trappole "emotive" non sia la morte, ma sofferenza e diminuzione della qualità esistenziale.

Questa metafora ci fa comprendere come la teoria sull'emotività attiva sia fondamentale, avere nel proprio terreno psichico un conscio che sia superiore all'inconscio, che sia in grado di resistere alla pulsione di sopravvivenza e rimanere lucido.

Nella realtà che ci circonda le nostre pulsioni sono dei limiti, non sono più un vantaggio, tutto il nostro "istinto" è diventato un limite.

Cosa fare? Comprendere la necessità di abbandonare il concetto di "emotività" come positivo, di istinto come positivo, ma di cominciarne e vedere i limiti, siamo esseri umani se la nostra coscienza viene prima di qualsiasi altra componente, le emozione vanno confinate in un recinto dove la coscienza è in grado di coltivarne solo le positive, tramite un approccio pensato, programmato e soprattutto consapevole nei confronti della realtà, approccio che si acquisisce, che nessuno ha in dotazione, altrimenti continuerete giorno dopo giorno ad affogare nell'oceano dell'esistenza.

ultima modifica il: 24-08-2012 - 0:34:09
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