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Come si diventa felici?
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Questo articolo vuole essere un'estensione più pratica del concetto di felicità. 

Leggendo l'articolo sulla felicità si scopre la visione particolare e più "illuminante" che l'AB ha dato alla felicità, ovvero non limitarsi alla gioia del momento ma guardare la felicità come una prospettiva esistenziale: "sono felice per tutto quello che ho costruito, per tutta la gioia che ho e la sofferenza che non ho, per quello che con le scelte di ieri e oggi mi sono costruito per il domani, tutto questo è la mia felicità".

Anche se l'articolo sulla felicità è approfondito mancano esempi pratici che mettano in mostra aanche gli gli errori più comuni, perché essere felici è prima di tutto essere sereni e fare errori e quivale ad un rischio alto di perdere la serenità.

Non a caso l'errore più comune è quello di pensare solo a "procurarsi" della gioia, dimenticando di eliminare la sofferenza, la persona in questo modo non è felice ma infelice perché ha un'esistenza in cui c'è gioia e sofferenza contemporaneamente (per non parlare della destabilizzazione).

Le persone giustificano questo comportamento con la credenza che "la sofferenza non sia eliminabile e/o non prevenibile cosa che va in disaccordo con le teorie dell'AB di prevenzione e gestione.

Queste persone si illudono che la felicità sia avere un'esistenza in cui la gioia supera la sofferenza (cioè almeno dal 51% in su), se la gioia supera la sofferenza e non c'è nessun disturbo, allora sono felice.

Il secondo errore più comune in chi cerca la felicità è di pensare che la gioia sia soltanto al di fuori, istrietismo, amore, scambio dei bisogni, e chi più ne ha più ne metta, non considerando la possibilità di puntare a qualcosa di più gestibile.
Come si può aspettare che la gioia venga da fuori? E se questa una volta non arriva che si fa?

Per questo l'AB ha posto come strumento fondamentale per la propria gioia le passioni, l'unica fonte costante e di qualità per riempiersi di gioia l'esistenza per non parlare del fatto che le passioni si sposano con concetti di autosufficienza e di gestibilità.

Una persona che desidera diventare felice ha due strade parallele da iniziare a percorrere una in cui inizia a portare serenità nella sua esistenza, cominciando a creare un ambiente sereno con le sue scelte, portando fuori tutto ciò che non è gestibile e allo stesso tempo iniziare un percorso in cui trovare quegli oggetti che nel tempo verranno trasformati in passione.

Entrambe queste strade richiedono che la persona sia maturata al punto da aver raggiunto la consapevolezza, avere una personalità in grado di definire un programma, di rimanere lucida, di non cadere in fallacie etc.. ma non solo richiedono un grande investimento di risorse temporali e di motiviazione.

Per questo non tutte le persone possono iniziare questo percorso di rinascita, per alcune potrebbero esserci delle condizioni irreversibili come figli da accudire e quindi non avere tempo per sé, per altre ormai l'etica è talmente radicata da non riuscire più a cambiare la propria personalità per altre manca la motivazione ormai rassegnate a condurre una esistenza di serie B o C.

Cambiamenti di questa portata richiedono anni, la felicità richiede anni per essere costruita, questa non sta da nessuna parte, la felicità arriva quando cambiando noi stessi costruiamo una realtà tale da renderci costantemente gioiosi e privi di sofferenza, anni di scelte saggie fatte da una persona consapevole.

 

[da finire]

ultima modifica il: 06-03-2014 - 3:09:40
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