Home
Psicologia
Raziologia
Puzzle della Comunicazione
Diario
Test
Info & Contatti
 
- Intenzione -
riabilita aiuti

Cos'è una intenzione? Cosa si intende per intenzionalità?

Si definisce intenzione quella fase psicologica in cui il soggetto si trova nel limbo in cui da una parte sente già la spinta e la motivazione ad agire, c'è l'obiettivo in una forma potenziale, ma non è ancora sopraggiunta alcuna azione, non c'è l'attuazione della spinta che si avverte dentro o del piano che si è costruito.

Il concetto di intenzione è utile perché mentre motivazione e obiettivo pongono l'accento sul mentre, l'intenzione pone l'accento sul prima, quando il soggetto si rende conto di questa spinta interiore che ancora traduce in azione.

L'intenzione va intesa non come "io vorrei" ma semplicemente con "io sento che vorrei fare". Questo passaggio è fondamentale perché nell'intenzione c'è ancora margine per il soggetto di attuare il ritegno, nel caso stabilisse che questa spinta emotiva non è da seguire.

L'intenzione in italiano viene vista con l'accezione di coscienza che ha già stabilità, ma questa visione è riduttiva, l'intenzione è la coscienza prima dell'azione, in alcuni casi ci si pensa a fondo, in altri si dice subito "si dai non vedo l'ora", è un fenomeno eterogeneo e complesso e non va ridotto.

Le intenzioni si intersecano con tre fenomeni:

- ritegno, evidenzia il fenomeno in cui il soggetto stabilisce se alcune spinte emotive convenga seguirle per una questione di conseguenze e responsabilità;

- conflitto, il soggetto è quasi costretto ad entrare in uno stato di intenzionalità perché essendo frenato dal conflitto avverte chiaramente la spinta all'azione che non si traduce in azione a causa di ciò che lo frena;

- implementazione delle intenzioni, il soggetto crea regole di comportamento che lo aiutino ad agire in modo sistematico in presenza di specifichi segnalatori.

 

Per capire il concetto di implementazione delle intenzioni è necessario fare un esempio, immaginte un soggetto che si è scelto un corso di laurea piacevole, il soggetto avverte chiaramente che ad esempio quando ha di fronte un libro di quella materia lo legge volentieri ma è anche un soggetto che tende a distrarsi facilmente, rimanere ore a chiacchierare con amici o perdersi davanti la tv.

Questo soggetto potrebbe fare quindi una serie di implementazioni delle intenzioni ovvero, favorire che le intenzioni di fare qualcosa insorgano da sé. Esempio "se ho appena finito di mangiare, la prima cosa che faccio è mettermi alla scrivania davanti ai libri da studiare". Questo fa si che il soggetto si metta in un luogo che favorisce la ricerca dello studio.

L'implementazione delle intenzioni aiuta ad ancorarsi a delle routine per favorirne delle altre, senza che il soggetto si perda in una serie di altre intenzioni non produttive sul lungo periodo.

Leggere il libro universitario è un piacere che costruisce il suo futuro, passare ore davanti la tv è un piacere che non gli dà quasi nulla del futuro.

Affinché si possa parlare di implementazione delle intenzioni sono necessari due fattori:

- il soggetto ha delle routine a cui può fare riferimento, come il pasto, il momento della sveglia, l'uscita dal lavoro, etc...

- il soggetto produce un "allora faccio" che si basa su una reale motivazione del soggetto. Se ci si illude che basti fare così per motivarsi e fare le cose mancano proprio le basi per comrpendere il concetto di azione umana. Se qualcosa non ti piace non pensare che l'implementazione delle intenzioni ti aiuterà a farla, prima trova la motivazione e poi ancorola ad una routine.

BOZZA

 

L'intenzione non necessariamente porta all'azione, in alcuni si in altri, i motivi per cui l'intenzione non porta all'azione potrebbero essere diversi fra i quali il conflitto interiore.

Questo concetto è fondamentale perché ci suggerisce due cose:

- la prima è che ci sia una motivazione, che si voglia andare da qualche parte;

- la seconda è che c'è una pianificazione anticipata che tende a migliorare l'efficacia del risulato, creando una preparazione e prendendosi più tempo per fare scelte, approfondire, etc...

L'intenzione va presa per quello che è, ovvero un indicatore di motivazione e un modo per intervenire per migliorare la possibile futura azione e nient'altro.

(collegamento con eterogensi, fare qualcosa di diverso dall'intenzione iniziale)

Nella quotidianità il concetto di intenzione è diffuso anche se viene usato prevalentemente come sinonimo di volontà, l'AB lo ridefinisce per spiegare la parte "mentale" che c'è dietro e prima dell'azione, prima della volontà.

Un intenzione si potrebbe definire come la scelta di agire, dove la persona nella sua mente è arrivato a dire "si ho scelto".

Le intenzioni descrivono l'ambito mentale e questo è fondamentale perché fa capire che desiderare e scegliere qualcosa non produce nulla se non ci sono azioni che poi di fatto porteranno ad un cambiamento nella realtà.

Da questo si capisce come l'intenzione sia utile per uno psicologo o per chiunque desideri capire cosa passa per la mente di qualcuno ma per il resto ciò che conta poi sono i fatti e se all'intenzione non seguono i fatti ecco che queste di per sé non servono a nulla e non apportano alcun cambiamento nel mondo circostante.

Si parla di volontà nel momento in cui la persona ha formulato un'intenzione e poi ha anche agito.

 

FINO A QUI

 

La volontà esiste perché la persona hanno delle intenzioni, questo non vuol dire che ogni intenzione si trasforma in azione, questa potrebbe fermarsi per scelta stessa della persona che sceglie di non agire per altri motivi o a causa di inibizioni, le persone hanno delle intenzioni che poi possono o meno trasformarsi in azioni e volontà.

Questo ci porta a interrompere una credenza falsa diffusa nella quotidianità, le azioni non ci dicono chi abbiamo di fronte non solo perché qualcuno potrebbe mentire ma anche perché le esistono le inibizioni esistono le scelte di non agire, quindi potremmo aveere personalità con determinate intenzioni che non agiscono momentaneamente, sono le intenzioni a dirci la personalità che c'è dietro non le azioni.

Questa teoria ci porta a smascherare tante grandi e false illusioni come quella sulle coppie monogame, la pulsione sessuale innata ci dice che ogni persona ha in minima parte a che fare con delle sensazioni sessuali che ci portano ad essere attratti verso più persone, questo non vuol dire che siamo animali che si devono accoppiare ma ci dice che a differenza di quell che vogliono farci credere che esistono persone caste e persone sporce ogni persona si ritrova di fatto con intenzioni poligame, poi ci sono persone che scelgono non assecondare questa pulsione, di non trasformare questa intenzione in realtà o perché sono inibiti o perché scelgono di essere monogami, ma in entrambi i casi non esiste ciò che si crede, non esistono persone caste o pure non esiste il complesso "madonna o puttana".

A causa di queste credenze si è arrivati a dei veri e propri paradossi come il fatto di non accettare che il proprio partner si ecciti e pensi ad altre persone, portando tutte le persone a nascondersi a non essere trasparenti, specialmente su questo versante, pensiamo al romanticismo che di fatto impone un comportamento "anti umano" spingendo il partner a non provare e sentire nulla verso altre persone, aspettandosi quindi che il proprio partner abbia il controllo sulle proprie sensazioni.

Alcune persone si rendono conto di questo paradosso e lo accettano autoconvincendosi che "è solo una fantasia", cioè usano come metodo stabilizzante il convincersi che siccome è solo una fantasia è allora accettabile l'importarte è che tutto non passi mai dall'intenzione alla volontà come a dire "anche se tu ti ecciti per le altre persone questo non conta nulla perché valgono i fatti, accetto le tue intenzioni basta che non diventino volontà, cioè basta che ti reprimi."

Questi paradossi continueranno ad esistere fino a quando l'essere umano appoggierà regolamenti che non sono fattibili, inseguirà un'etica fatta di regole e norme che impongono alla persona di "non pensare e non sentire alcune cose", la cosa che sfiora l'assurdo è che l'essere umano medio è esattamente l'opposto, le persone sono più simile ad un animale per quanto riguarda le intenzioni, una società fatta da intenzioni violente, intenzioni in cui la persona sfiora le più estreme fantasie (forse a causa della repressione e inibizione stessa a cui sono sottoposte) e che che poi soltanto all'atto pratico non creano "problemi" perché sono inibiti dall'etica, la società è composta da animali "frenati".

Questo spiegherebbe perché queste personalità comunque riescano a stare insieme nonostante tutto quello che hanno dentro, perché si accontentano dei fatti, "evitano" di scavare e sfruttando l'effetto "occhio non vede cuore non duole" tentano di autoconvincersi che siccome la persona si comporta in quel modo allora "dentro" sia l'esatto corrispettivo.

Alcune persone non si rendono nemmeno conto di quello a cui stanno andando in contro altre più o meno se ne rendono conto e e sperano di non dover mai fare i conti con la "vera personalità" che c'è sotto, sperano che la personalità  "freanta" rimanga sempre dentro e non fuoriesca mai.

Queste speranze difficilmente rimagono tali, infatti quando poi la personalità "frenata" spezza momentantente o definitivamente le catene in quel rapporto ecco che si manifesta e "distrugge" non solo tutte le speranze ma anche il rapporto arrivando.

La persona che aveva nutrito queste speranze invece di prendersi le proprie responsabilità paradossalmente potrebbe prendersa con l'altro, senza prendersi le proprie responsabilità nell'essersi autoconvinto di avere di fronte una personalità "diversa", non prendersi le responsabilità di aver nutrito speranze "folli" nell'aspettarsi che l'altro non si sarebbe mai rilevato per quello che era dentro, speranze che non avrebbe mai superato le inibizioni.

Quante volte si ascoltano frasi "prima che ci sposavamo non era così" o "all'inizio non eri così"  a dimostrazione che dopo anni, la persona si decondiziona, trova un modo di liberarsi da doveri e norme ed è probabile che tiri fuori la sua vera personalità senza freni, per anni quelle cose erano dentro, le intenzioni che non erano mai diventate volontà, mai diventate azioni, ora invece si e la responsabilità non è solo della personalità frenata,  ma anche di chi si è autoconvinto che sarebbe rimasta sempre frenata o che ha erroneamente dedotto che "azioni" = "personalità".

Le azioni raramente ci dicono ciò che abbiamo di fronte perché nei contesti sociali le persone sono sottoposte ad inibizioni, a sguire regole e doveri, ed è raro osservare il comportamento "libero" di una persona, come abbiamo detto alcune persone ci mettono anni per esprimersi liberamente in un rapporto, le intenzioni e i pensieri ci dicono la personalità sin dal primo momento se questa comunicazione avviene in modo trasparente.

L'AB propone di selezionare le persone analizzando non solo una compatibilità basata sui fatti ma anche sulle intenzioni conoscendo a fondo la personalità dell'altro, ed è per questo che nella teoria della compatibilità si parla di consocenza reciproca, di trasparenza perché osservando l'altro, specialmente nei primi tempi si osserva la sua recitazione e la sua etica, non la sua personalità.

 

 

Date un premio all'intenzioni, il premio alle intenzioni simile al premio per l'impegno? Accade un fenomeno etico curioso, a volte le persone per il solo fatto di esprimere intenzioni "positive" potrebbe essere approvato, pensate ai politici che prendono voti solo per dire qualcosa che poi forse non faranno mai, le intenzioni vanno analizzate per consocere la personalità, per il resto quello che conta a livello "pratico" sono i fatti, se credete alle intenzioni di una persona come promessa si è dei folli.

 

APPUNTI:

"non era mia intenzione", l'ignoranza non giustifica, ciò che fai ha delle conseguenze, che tu non te ne rendi conto non cambia la realtà

ultima modifica il: 17-12-2018 - 11:35:25
Sito Realizzato da Palombizio Valerio Giuseppe