Home
Psicologia
Raziologia
Puzzle della Comunicazione
Diario
Test
Info & Contatti
 
- Sviluppo -
riabilita aiuti

"Un bambino di tre anni non è a metà sviluppo di uno di sei, un uomo di venti anni non è a metà sviluppo di un uomo di quaranta, lo sviluppo non è correlabile all'età ma a quanto la personalità sia cresciuta in un lasso di tempo".

 

[sviluppo atavico riprendere dei comportamenti che sono tramandati secolarmente di padre in figlio, qual è la differenza con tradizione?

lo sviluppo e la cultura, omologazione e insegnamento]

 

Lo sviluppo è il fenomeno della crescita visto da un punto di vista pragmatico dove si osserva un soggetto divenire più efficace e consapevole in determinati punti, cambiare anche sotto il profilo biologico ma rimanere comunque in un'ottica di "funzionalità sociale".

Prima di proseguire con l'articolo è necessaria una pagina di disambiguazione per avare chiari i concetti: 

Infante detto anche bambino/a (infanzia), soggetto che inizia a maturare una personalità in base all'educazione ricevuta e all'ambiente prossimale di sviluppo e descrive il percorso che inizia dalla formazione del cervello fino alla maturazione sessuale;

Adolescente detto anche ragazzo/a, un infante non ha scelta e a seconda dell'orologio biologico evolve ad adolscente con un repentino cambiamento di personalità più o meno esteso a causa di cambiamenti ormonali interni che lo spingono a provare uno spettro emotivo diverso sia per quanto riguarda la sessualità, sia per quanto riguarda le altre emozioni in generale modulate da una risposta ormonale diversa. Ma anche il cambio corporeo inevitabilmente si ripercuote sulla personalità. L'adolescenza dura fino a quando il soggetto non sviluppa una consapevolezza tale sul suo nuovo stato emotivo da conoscere le sue reazioni, i suoi desideri e quindi accomodare i propri progetti di vita e rapporti;

Adulto detto anche uomo o donna, qui la definizione è più difficile in quanto nel linguaggio comune ognuno ha una visione differente riguardo a chi sia un adulto e quando lo si diventi. L'adulto è una categoria opzionale e soggettiva in quando essendo il corpo maturato l'unica cosa che si va a giudicare è la personalità di quella persona in base a specifiche caratteristiche di analisi soggettive;

Maturo, maturazione. Si riferisce alla biologica del soggetto che sviluppa pienamente i suoi caratteri sessuale.

Pensiamo ad un ragazzo che ha 22 anni, è ormai maturato da 7 anni (nel suo caso specifico lo sviluppo fisico è venuto a 15 anni) e finalmente dopo 7 anni di esperienza è arrivato a capire cosa vuole fare, sa gestire meglio il nuovo profilo ormonale, ha costruito un gruppo di persone con cui esce regolarmente, ha sviluppato una serie di obbiettivi per il futuro e finalmente sente di aver più o meno compiuto quel percorso di crescita che lo fa sentire un adulto, cioè una persona che è ormai proiettata nel suo futuro, sa cosa desidera e è integrato nella società sapendo interagire ad un livello di normalità. Ma questo è il suo giudizio di adulto, un esterno potrebbe dire "ma ancora non ti fidanzi? Non hai intenzione di mettere su famiglia?" e dà li giudicarlo comunque un "ragazzino" perché per lui gli adulti sono quelli che mettono su famiglia.

Lo sviluppo è il punto cruciale perché ci fa capire come una persona nell'arco della sua esistenza cambierà continuamente e questo cambiamento implicherà uno sviluppo in diversi ambiti.

Ciò che fa la differenza non è quindi tanto lo sviluppo in sé ma le differenti velocità di sviluppo, l'essere pronti nell'aver sviluppato determinate abilità o determinate visioni quando queste serviranno nelle diverse età.

Quando si dice "l'età è solo un numero" si pone l'accento su questo fenomeno che si palesa nei casi più estremi dove ci sono persone che a sediceni anni sono avanti come sviluppo a persone di 30, 40 anni e anche oltre che ad esempio per cause di sociofobia si sono ritirati dal sociale e non hanno fatto esperienze determinanti.

Una definizione di velocità di sviluppo potrebbe essere questa "Si defisce velocità di sviluppo ciò traspare nel momento in cui due soggetti a parità di esperienza finiscono con l'avere due diversi livello di adattamento nello stesso contesto dove hanno interagito".

Questo si traduce che anche se per comodità fare più esperienza è indicatore di maggiore sviluppo c'è anche da considerare la personalità del soggetto che cresce con quell'esperienza, cosa ne ottiene, quanta gliene serve e quindi non  è solo questione di esperienza come nell'esempio estremo riportato sopra ma anche dalla personalità del soggetto.

 

Questo concetto è utile per tre motivi:

- ci fa capire che puntare solo all'esperienza è limitante, conviene formare il soggetto oltre che spingerlo a fare solo esperienza, dargli una base cognitiva solida (le basi della percezione), spingerlo anche allo studio delle teorie, in modo tale che arrivi ad esempio ad ottenere con un decimo dell'esperienza altrui gli stessi risultati in termini di sviluppo (efficienza della crescita) il che si traduce in pratica in termini temporali a crescere dieci volte più velocemente degli altri ad esempio;

- ci fa capire che non c'è un meglio fra teoria e pratica, entrambi giocano un ruolo cruciale e che combinato dà il migliore risultato possibile;

- ci fa capire che non è solo questione di chi fa più esperienza ma anche della personalità che c'è dietro, di quanti errori percettivi compie. Pensate ad una persona che dopo la prima esperienza arriva ad una conclusione errata, sarà necessario fare altre esperienze per rendersi conto di quell'errore, cosa che invece non sarà necessario a chi già da subito ha avuto la conclusione valida e che quindi non facendo errori di fatto va avanti in termini di sviluppo a chi invece sarà necessaria altra esperienza per rendersi conto dell'errore.

 

Guardando alla realtà da un punto di vista statistico vediamo che la maggior parte delle persone ha una velocità più o meno simile, ci sono quelli che sono stati più precoci e quelli che invece sono ritardatari (il discorso è settoriale).

Nei ritardatari succede di ritrovarsi di fronte al "problema delle tappe" ovvero essendo la normalità un'adolscenza che ha una durata standard (nell'articolo è stato preso per comodità il lasso di tempo 14-18 anni) vuol dire che in questo spazio temporale ci sono diverse esperienze irripetibili.

Questa è probabilmente l'unica tappa dell'essere umano che esiste, le restanti sono per lo più frutto di distorsioni cognitive o vedere qualcosa che non esiste.

Questa tappa è data dal fatto che la maggior parte delle persone entra per la prima volta in un modo nuovo fatto di curiosità, errori, quindi tutte queste esperienze sono condite da questa "curiosità e voglia di sperimentare comune" in ambito esistenziale che poi svanirà.

Qui si fanno esperienze come quella del primo bacio, una persona che dà il primo bacio entro i 18 anni vorrà dire che lo farà da adolescente con altri adolescenti che sono anche loro alle prime prese, c'è quindi un sentimento di adolescenza condiviso, così anche i primi rapporti sessuali, le prime avventure, le prime scoperte del mondo spingendosi oltre, etc..

Perché questo è un problema? Perché per il ritardatario questa tappa è stata persa ed è difficile accettare di non poter aver vissuto e non poter più vivere determinate cose specialmente nell'ottica che l'esistenza è una sola.

Questo ci fa capire anche che genere di emozioni provino quelle persone che vedano delle tappe altrove, tappe che di solito sono frutto del condizionamento o di errori deduttivi.

Una tappa inculcata potrebbe essere quella del "entro 30 anni ti devi essere sistemato e realizzato", si scopre facilmente che se il soggetto lo facesse a 40 o a 50 anni non cambierebbe nulla, l'unica cosa che lo fa stare male non è o il giudizio degli altri o la convinzione errata che una volta superata quell'età non ci sia più modo di farlo  e che ormai sia "tutto perduto".

Per quanto riguarda la tappa dell'adolescenza saltata per l'AB la soluzione si basa su due punti:

- cercare altri ritardatari e viversi la scoperta insieme, pensare di essere l'unico ritardatario è un'illusione errata, è necessario esporsi ma prima o poi troverete  un'altra persona con cui vivervi questo momento di scoperta reciproco;

- cambiare la propria persona e puntare al realismo, ovvero rendersi conto che anche se si è persa quella tappa comunque si può essere persone felici e appagati, quindi investire su questo punto per chiudere con il passatto a prescindere di come questo sia andato.

 

Una persona ritardataria come abbiamo detto fino ad ora può avere due problemi, uno reale della tappa adolescenziale e uno fittizio basato su tappe che esistono solo nella sua mente e che sono smontabili.

Ma non finisce qui, la persona ritardataria ovvero quello della succubanza e dell'orgoglio:

- succubanza, gli altri mi disapproveranno o disprezzeranno per questo mio essere così indietro, nel vedere questa inesperienza, queste cose non fatte, etc..;

- orgoglio, non accetto che gli altri si sentano superiori a me o che mi facciano sentire inferiore a causa di questo mio ritardo.

 

Questo problema potrebbe spingere un soggetto all'evitamento e perfino al ritiro sociale alimetando quindi una condotta sociofobica e generare una situazione paradossale in quanto anche se teoricamente può come abbiamo detto tuffarsi nel mondo e viversi la sua esistenza alla ricerca della propria identità, di capire il mondo e sviluppare potrebbe non farlo proprio perché ora teme il giudizio degli altri o il confronto con gli altri sul piano della dominanza.

 

FINO A QUI

 

Una persona che non raggiunta l'essere adulto almeno che non viva un'esistenza eremitica necessariamente finirà per soffrire di questa situazione, del non aver capito alcune "norme" di comportamento, non aver capito la propria sessualità, il proprio ruolo da "corpo maturo" nella società oppure averlo capito ma in modo distorto e comunque non funzionale. 

Se tutti necessitano di svilupparsi in un essere adulto va comunque fatta attenzione a non pensare che esista un modo assoluto di farlo specialmente oggi in una società così complessa e diversificata.

Le persone che non diventano adulte rimangono bloccate in una dimensione di "vorrei tanto essere normale, essere almeno come gli altri".

La situazione resta complessa per quelle persone che desiderano essere adulte o desideravano esserlo ai tempi e invece sono rimaste in una situazione di adolscenza con ritardo,  dove o non riescono a superare quelle difficoltà e inibizioni che hanno causato il ritardo stesso o non riescono ad accettare il fatto di essere in ritardo e le relative conseguenze essendo ora frenati solo da questo punto.

In sintesi lo sviluppo ha innumerevoli forme tante quante sono le possibilità e le diversità di crescita, come già detto anche se ogni persona necessita di divenire adulta per avere "la sufficienza come essere sociale e capire il proprio nuovo corpo" ogni persona diventerà adulta in linea con la propria personalità, unicità e desideri specifici. 

Lo sviluppo è un metodo di indagine della personalità, per capire cosa una persona desidera e come è andata la sua crescita da un punto di vista pratico in rapporto a questo desiderio. come questa si è evoluta anche considerando il passaggio fra infanzia e adolscenza e poi da adolescenza ad adulto. Si va a capire quali fasi il soggetto ha attraversato, quanto è stato in grado di socializzare, quanto ha capito e cosa potrebbe essere venuto meno che gli ha impedito di aspirare alla normalità.

Come vede l'AB lo sviluppo? Per l'AB lo sviluppo è un fattore determinate da tenere in considerazione quando si educa qualcuno, conoscere l'adolscenza come fattore universale aiuta un educatore a rendersi conto che già prima di quella data conviene fornire numerosi strumenti e consapevolezze ad un soggetto così che sarà in grado di affrontare e gestire quella fase al meglio, completarla in un periodo che rientri nella norma se non prima e non ritrovarsi in una eventuale situazione di ritardo e difficoltà che a prescindere da quello che il soggetto desideri sarà comunque un elemento negativo.

Questo ci suggerisce che se un soggetto fallisce durante l'adolscenza le cause vanno ritrovate nell'infanzia e nel fallimento educativo dove ci sono stati genitori che:

- o non hanno dato nulla e quindi hanno generato una situazione di casualità dove l'adolescente non ce l'ha fatta a socializzare con il nuovo mondo;

- o hanno generato deliri, credenze distorte e una personalità così fragile e disadattata che in pratica nell'adolescenza questo è uscito fuori distruggendo la socialità dell'individuo.

L'adolescenza è un punto più critico dell'infanzia perché fino a quando si è bambini c'è una sorta di simbolismo che protegge, il soggetto è come se potesse dire "ma tanto quello non ero io" oppure "qualsiasi cosa succederà poi diventerò grande e potrò cambiare le cose" come se fosse più facile autoconvincersi e distanziarsi da un'immagine di sé diversa, mentre nell'adolescenza si ha grosso modo la stessa immagine e corpo che il soggetto si porterà fino all'ingresso nella vecchiaia, anche le persone lo ricorderanno così e non c'è più nessuno scudo o difesa che tenga, l'adolscenza è la fase di lancio nella vita adulta ed è difficile per un soggetto buttarselo alle spalle.

 

Qualcuno a questo punto potrebbe dire "ma che fine hanno fatto i riti di passaggio?" la risposta è relativamente scontata, un rito di passaggio ha un senso e una fattibilità in una società semplice e stereotipata come era quella di un secolo fa o quella ancora attuale di tribù, oggi non è più possibile.

Se guardate al passato vedrete che le persone hanno fatto tutte le stesse scelte più o meno intorno tutte alla stessa età, lavoro, matrimonio figli, era tutto standardizzato e quindi il rituale di passaggio era possibile.

Oggi se uno studente finisce il suo percorso di studi a 28 anni fra 2 lauree, master e tirocinio mentre un altro finisce a 24, le donne non voglio più essere accasate "sotto ordine e accordo" e così via è facile rendersi conto che viviamo ora in una società talmente complessa che non si possono più fare rituali di passaggio in quanto ora la maggior parte persegue strade completamente differenti che si è scelto da solo e quella minoranza (come ad esempio un 20-30% della popolazione) che non ha tale livello di sviluppo (non è mai divenuta adulta o comunque non per tempo) si ritrova senza quei riti di passaggio che invece avrebbero fatto comodo. 

Un rituale di passaggio è una cosa semplice, una sorta di simbolo che rende più sicuro il soggetto e che lo porta all'azione ma oggi la società è complessa e non basta l'intenzione o l'azione, serve essere adattati, serve lo sviluppo, serve una preparazione dietro e questo renderebbe di fatto il rituale di passaggio inutile, la cosa migliore sarebbe fare in modo che solo genitori adattati a tale ruolo di formazione abbiano diritto a fare i figli così che non possano esistare persone che crescano "danneggiate" da un fallimento educativo che in questo momento storico significa "morte sociale" per tutti quelli che aspirano alla normalità.

 

In definitiva come si fa a capire se si è adulti? La risposta è in tre variabili:

- normalità (conoscenza delle norme nel luogo di vita) e conseguente adattamento sociale ad un livello medio;

- capire e conoscere il proprio corpo maturo con conseguente riadattamento della propria personalità in tale dimensione;

- trovare un proprio ruolo che dia un senso al proprio futuro. 

Sono tre punti che portano una persona chiunque ad essere giudicata come normale dall'esterno, una persona che a livello comportamentale e sessuale appare normale in quanto in linea generale sa cosa vuole e lo fa non generando particolari attriti con le persone intorno a sé. 

Cosa potrebbe impedire nello spefico il blocco o il rallentamento nel mondo dell'età adulta? Come già detto le cause prevalentemente sono due fallimento educativo e scarsa socializzazione, pensate ad un soggetto che a causa del fallimento educativo sviluppa una serie di norme distorte che lo portano ad allontanarsi e non socializzare (in alcuni casi perfino essere emarginato) e mentre gli altri già a 15 anni fanno determinate esperienze e un determinato percorso questa persona è ai margini e nemmeno capisce cosa sta succedendo, viene da se che questa persona necessiterà di più tempo per redenrsene conto e probabilmente arriverà in una dimensione più normale (o comunque sufficiente per capire e poter operare in determinate dinamiche sociali) con anni di ritardo, normalità a cui necessita comunque esperienza da fare per essere acquisita maggiormente.

Un esempio particolare lo potremmo trovare nella fobia sociale, in quanto per definizione questi soggetti sono quelli più a rischio di socializzazione. Se un soggetto nonostante la sua fobia sociale riesce con grinta a fare determinate esperienze e a crescere potrà comunque divenire adulto al massimo con anni di ritardo mentre altre persone potrebbe rimanere ai margini e non riuscire a sviluppare le tre componenti.

L'essere adulto non è solo una questione di socializzazione, si pensi a quelle persone che nonostante abbiano un adattamento sociale normale non sono riuscite comunque ad riadattare la propria personalità alla maturazione sessuale, non hanno sviluppato una personalità tale da riuscire a sviluppare una sessualità normale, si pensi al dismorfofobico o alla persona frigida, indicando come alcune fragilità siano così pesanti e particolari da intaccare questo percorso di crescita psico sessuale.

Ma anche persone che non riescono a trovare un ruolo non possono essere considerate adulte, pensate al trentenne chiuso in casa che ha avuto una storia sociale comunque normale e rapporti sessuali normali con il proprio corpo e altri soggetti ma non sa cosa fare del suo futuro.

 

Vi è mai capitato di osservare una persona ed esclamare "sembra ancora un ragazzino su alcune cose" oppure "si comporta come un bambino", quando questo avviene nei punti cruciali elencati nell'articolo ecco che si parla di "adulto incompiuto" o "adulto in ritardo" se la persona ha più di 18 anni. 

Questo articolo difficilmente può essere capito appieno da una persona che non raggiunto l'essere adulto se ancora gli sfuggono quelle norme che appunto portano una persona a capire la normalità ed essere una persona normale, se la persona non è riuscita ancora a capire il suo corpo ancora fino in fondo o se la persona non sa come poter trovare un ruolo nella sua esistenza.

 

Divenire adulti in alcuni casi vuol dire solo riuscire a vivere e "riempirsi di consapevolezza per la prima volta" in altri casi vuol dire riuscire a mettersi in discussione ed eliminare la propria distorsione, svuotando "la propria ignoranza" e riniziare da capo altrimenti come si può acquisire un nuovo punto di vista, capire la realtà, acquisire norme se si conserva lo stesso punto di vista disfunzionale?

[APPUNTI:

-L'illusione dell'esperienza.

- correlare lo sviluppo alla formazione, esempi di formazione sono educazione e insegnamento]

Lo sviluppo non necessariamente è qualcosa di positivo o che implica consapevolezza, ma spiega come la personalità per l'appunto si sviluppa, cresce]

Ogni persona si sviluppa, e per comprendere come questa si sia sviluppata è necessario analizzare il suo percorso formativo, cioè quali sono stati i vettori che l'hanno fatta crescere.

Lo sviluppo e le relative teorie spiegano come una personalità sia arrivata ad essere tale, dove sono intervenuti vettori formativi diretti e dove invece è stato un prendere qua e la casualmente.

lo Sviluppo però non è solo conscio ma anche inconscio, tutto il contenuto rimosso e sublimato?

L'AB con la crescita e la rinascita intende direzione questo sviluppo, con la crescita direzionarlo sin dal primo giorno dell'esistenza, con la rinascita nel momento in cui la persona desidera cambiare e arginare il fallimento educativo che ha ricevuto.

DA RIVEDERE

Cos'è lo sviluppo? Lo sviluppo è quello che ogni essere umano compie sia che ci sia un insegnante di vita, sia che ci sia un educatore. Una persona passa per lo sviluppo primario, e in seguito allo sviluppo secondario. La maggiorparte delle persone interrompono lo sviluppo in qualche fase dello sviluppo secondario, questo perchè si giunge al fallimento dell'educatore. Da qui la persona inizia a desiderare ciò che non può avere, ad aspettarsi qualcosa per poi essere deluso. Questo blocco dello sviluppo secondario, impedisce quello che la l'AB definisce crescita, cioè il passaggio da una identità sociale ad una identità individuale, il che si traduce in autosufficienza.

Sviluppo primario basato su:

-Sensazioni e riflessi primari (pulsioni)

-condizionamento

-imitazione

-attrazione

Qual'è la differenza fra sviluppo primario e secondario? Nel secondario, l'io inizia a volere andando oltre l'attrazione? L'io inizia ad elaborare?

Sviluppo primario e secondario possono accavallarsi?

Sviluppo ed etica.

 

 

 

BOZZA 2 La capacità innata di ogni essere vivente di adattarsi all'ambiente in cui è immerso assorbendo informazioni e riflessi, sviluppando capacità che gli serviranno per sopravvivere, capacità che con il progredire dello sviluppo potranno essere proceduralizzate, potranno diventare mezzi, I quali potranno anche essere da base per dei metodi. Lo sviluppo quindi ha due tempi una in cui è l'esterno a determinare passivamente che si vengano a sviluppare capacità fino ad arrivare anche alla formazione di metodi, la seconda in cui c'è una elaborazione di questi metodi. Che ruolo svolge l'emotore in tutto questo? L'emotore codifica tutto quello che dall'esterno passa all'interno. La seconda fase dello sviluppo inizia quando la consapevolezza prende il posto dell'emotore, codificando e ricodificando tutta l'esperienza, la conoscenza ed I metodi acquisiti in un costrutto più funzionale (ed ottimizzabile) , cosa concretamente non ottenibile dato l'instabilità e la condizionalità dell'emotore. Questa seconda fase per molte persone non arriva mai, perchè le stesse persone che lo hanno messo al mondo non l'hanno raggiunta lasciando che come sono cresciuto loro, ovvero da soli, sperano che anche la loro prole ce la faccia. L'emotore annette tanto di quel terreno psichico che diventa quasi irreversibile uscirne fuori. Lo sviluppo quindi consiste in due fasi, una geneticamente programmata in cui l'individuo ha bisogno di protezione, di esposizione controllata e di una preparazione alla fase consapevole, ovvero la seconda in cui la persona da passiva diventa attiva, ricodificandosi e utilizzando la consapevolezza per indagare il mondo e operarci. Come far sviluppare funzionalmente Facendo divertire e giocare con mezzi tecnologici, e condizionandolo ad un amore con lo sport, che poi si insegnerà a sostituire l'amore con l'amare.

ultima modifica il: 17-01-2019 - 11:46:23
Sito Realizzato da Palombizio Valerio Giuseppe