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- Coscienza -
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  1. Cos'è la coscienza?

[aggiungere circospezione, collegamento con alacre

triade, cognizione, percezione e motivazione]

Elenco di disambiguazione:

coscienza, detto anche stato di coscienza e ci dice se un soggetto è in grado di focalizzarsi e orientarsi nella realtà che lo circonda;

morale, il giudizio che il soggetto pone al pensiero dell'impatto sociale delle sue azioni;

consapevolezza, raggiungere un livello tale di conoscenza in un settore da poterlo capire ed essere efficace all'interno di esso;

conoscenza, l'acquisizione di informazioni.

 

Si definisce coscienza l'insieme di processi che riescono a dare ad una entità la capacità di adattamento in un ambiente apprendendo dall'esterno, elaborando dati e fornendo risposte efficaci.

La coscienza per definizione è in grado di adattarsi a scenari per il quale non c'è stata una preparazione.

Per sfatare qualsiasi forma di fraintendimento, un robot ha una coscienza.

Perché dare una definizione del genere? Perché è l'unica definizione che abbia un riscontro pratico e possa aiutare a comprendere la realtà, seguitemi e comprenderete perché.

La coscienza ha diversi livelli, livelli che ne definiscono la complessità.

Diviene evidente che c'è una differenza fra un robot che aspira per terra mappandosi la stanza e una persona in termini di capacità e potenzialità, ne deriva che la coscienza umana supera di gran lunga la coscienza di un robot, in questo caso di un aspira polvere.

La coscienza per comodità si può definire in due grandi macro gruppi:

- coscienza verbale, definita "conscio". La capacità di coscienza è tale da riuscire a comunicare, secondo codici prestabiliti, il proprio stato interiore all'esterno che è in grado di conoscerlo se conosce tale codice comunicativo;

- conscienza non verbale, definita "inconscio", che è in grado di funzionare ma tale funzionamento è inconoscibile all'esterno almeno che non ci sia un'analisi della "macchina" inconscia in questione in grando di comprenderne il funzionamento a partire da come è costruito.

 

La coscienza è un concetto che non ha nulla a che vedere con il determinismo, frequentemente si fa l'errore di collegare il concetto di conscienza con quello di libero arbitrio per perdersi in concetti filosifici se una conscienza, specialmente quella umana, sia libera o meno.

Studiando il concetto di liber definito in questo sito e unendolo a questa visione di coscienza, si evince che a prescindere dal fatto che siamo in un universo deterministico o meno, uno stato di conscienza è più o meno libero in base a quanto a funzioni che gli procurano possibilità di scelta.

 

Essendo la coscienza il concetto e lo strumento di adattamento si parlerà di stati di coscienza per evidenziarne tutte le fasi che si susseguono in questa coscienza per adattarsi.

 

Qui i possibili stati oltre quello di coscienza:

stato di allerta, il soggetto viene indotto a focalizzarsi e quindi essere vigile sulla realtà esterna da determinati stimoli i quali a loro volta fanno leva su delle emozioni, il soggetto entra in una forma ansiosa dove rimane in attesa per un periodo di tempo variabile nei confronti di quella che vede essere come una minaccia anche se non si è ancora manifestata.  L'allerta descrive un fenomeno di vigilanza suggerito e a tratti imposto dalla propria biologia e dalle proprie emozioni, l'allerta potrebbe trasformarsi rapidamente in allarme a seconda del fatto se accadrà o meno l'evento temuto e come questo verrà percepito;

 

stato di attenzione conscia, detto in inglese appraisal, il soggetto convoglia  le proprio risorse sensoriali su alcuni stimoli per acquisire informazioni, per capire e per carpire ciò che è all'esterno. Questo accade in quanto il soggetto non ha un potere sensoriale infinito e una volta che si usano in un campo lasciano scoperto un altro, di fatto quando si parla di attenzione non si può far a meno di implicare l'attenzione selettiva. Questo stato di attivazione nasce dal fatto che ogni soggetto consciamente ha degli obiettivi e ogni qualvolta all'esterno c'è qualcosa inerente a tali obiettivi, si è motivati ad esserne attenti per ricavarne un utile. Questo stato di attenzione si manifesta con una rapida chiusura nel momento in cui il soggetto conclude che quello su cui sta porgendo attenzione non ha alcuna utilità con i suoi obiettivi;

 

stato di attenzione promossa dall'inconscio (in inglese arousal) si potrebbe definire come il sistema attentivo guidato dall'inconscio, promosso dalle nostre emozioni. Per capire cos'è l'arousal è sufficiente pensare a tutti quei stati in cui si provano intense emozioni collegate ad uno stimolo esterno, qualcosa che ci faceva paura, qualcosa che ci piaceva, qualcosa che volevamo. Quello che notiamo in tutti questi scenari è la spinnta, quasi impossibile da ignorare, a focalizzarsi sullo stimolo, guardarlo, pensarlo, fissarlo, con tutta una scarica di emozioni a guidare l'attenzione. L'arousal è il sistema che abbiamo ereditato come evoluzione animale, come l'inconscio che comunque ci guida, specialmente in quella fase dello sviluppo dove la nostra coscienza non è pienamente sviluppata e non c'è un'attenzione cognitiva verso il mondo, un sistema che in alcuni casi ci aiuta anche se non sempre. Quanto più c'è un emotività interiore promossa da uno stimolo esterno quanto più è alta la probabilità che questo sistema si attivi spingendoci all'attenzione "forzata";

stato di vigilanza, detta anche attenzione sostenuta. La vigilanza descrive qualsiasi fenomeno attentivo che si protrae nel tempo, la persona quindi rimane attenta e in alcuni casi perfino focalizzata su un determinato aspetto della realtà. La vigilanza si ottiene quando i due stati precedentemente descritti attentivi rimangono attivi, consciamente o inconsciamente rimane lo stimolo esterno;

stato di concentrazione, uno stato prevalentemente cognitivo mosso da un interesse e la possibilità di rappresentarsi e comprendere lo scenario. Quello che succede nella concentrazione è di focalizzare tutte le proprie risorse mentali verso l'analisi e il pensare a qualcosa, rimangono poche risorse da rivolgere all'esterno e quindi il soggetto non è più attento ma si isola. Un esempio di concentrazione lo si ha quando una persona una volta che è venuta a conoscenza di un problema pensa per risolverlo o ripensa a qualcosa che è accaduto, etc.. La concentrazione si alterna continuamente allo stato attentivo in quanto il soggetto acquisce informazioni esterne e poi le processa in un ciclo continuo. Un bambino che fatica a concentrarsi è perché non è motivato a farlo (non trova piacevole e stimolante l'argomento) o non ha gli strumenti cognitivi per poterlo comprendere, ha delle lacune;

stato di veglia, si definisce come stato di veglia l'opposto dello stato di sonno, quindi lo stato in cui un soggetto recepisce degli stimoli esterni;

stato di coscienza (conscio), per l'AB lo stato di coscienza piena (o normale) si ha quando un soggetto è in grado di focalizzarsi su qualcosa e riuscire a direzionare questo focus passando dalla concentrazione all'attenzione verso l'esterno, facendo riferimento a quei cicli elencati nel passaggio della concetrazione. In questo modo si ha chiaro un termine che esula dal campo esistenziale e ci suggerisce che chi non ha questo livello di coscienza ha un problema biologico di varia natura. Ogni persona sana da un punto di vista biologico è in grado di essere conscia è da questo punto che lavora la psicologia e la psicoterapia, se non c'è questo livello di coscienza va ricercato un intervento di natura medica. La coscienza implica orientamento ovvero un soggetto che riesce a distinguere il sé e il suo mondo interiore dall'esterno, senza questo orientamento non potrebbe scegliere dove focalizzarsi. L'esempio di persona consciente è quello di un soggetto a cui prima spieghi una cosa e la recepisce dimostrando che è stato in grado di portare attenzione e poi a cui chiedi di darti risposte e di portare una soluzione dimostrando che è anche in grado di concentrarsi.

 

Si definisce stato di inconscienza quella serie di sfumature in cui vengono meno o la possibilità di concentrarsi o di portare attenzione a causa di sostanze psicoattive e problemi neurologici.

 

 

Se una persona dice "ne sono conscio" sta soltando dicendo che riesce a focalizzarsi su tale elemento e lo riconosce come una cosa diversa da sé e sulla quale riesce ad orientarsi, se dicesse "ne sono a conoscenza" allora descriverebbe il fatto che già aveva informazioni riguardo all'esistenza di quell'elemento, se dice "ne sono consapevole" vuol dire che è così informato riguardo a quell'elemento da conoscerne ogni cosa e di capire le varie dinamiche a riguardo. 

 

Appunti:

- rimanere focalizzati, vuol dire rimanere concentrati nonostante eventi esterni che tendono a richiamare l'attenzione del soggetto. L'esempio banale lo si trova quando uno studente riesce a studiare in qualsiasi stato esterno, rumori, perfino in una discoteca mentre un altro soggetto al minimo rumore farebbe fatica a rimanere concentrato. Il focus richiama l'analogia della fotocamera, pensate a quando state mettendo a fuoco un elemento lontano ma passa un elemento vicino e la fotocamera mette a fuoco questo nuovo elemento invece di quello precedente.

 

ultima modifica il: 26-03-2021 - 20:03:21
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