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Cos'è un progetto?

Si definisce progetto qualsiasi obiettivo non sia realizzabile nell'immediato ma richieda una serie di interventi e micro obiettivi da raggiungere.

Pensiamo alla laurea, se una persona dicesse "ok oggi mi laureo" semplicemente fallirebbe perché ad oggi ogni laurea richiede almeno tre anni e non c'è verso di accelerare tale processo.

Si legga pianificazione per approfondire.

 

"Ho sempre avuto paura del futuro.
Il futuro m'è sempre parso come un terreno instabile, franoso, traditore; i giorni, le settimane, i mesi e gli anni a venire come un procedere a tentoni in un dominio progressivamente dominato dal caos e dal disordine.
Per una persona come me, che ha altissime esigenze di controllo su ciò che la circonda, il futuro è sempre stato una bestia maligna che si rifiuta di farsi domare.
Ricordo bene come già all'ultimo anno delle elementari fossi terrorizzato dalla prospettiva delle scuole medie. Ricordo che ci avevano portati, noi scolari di quinta, a visitarne una, per mostrarci come sarebbe stato ciò che ci attendeva, e io provavo unicamente paura, vedevo un regno di disordine che minacciava di divorarmi, io che ero (mi sentivo) ancora così piccolo e debole.
Così è stato per il passaggio dalle medie alle superiori, dalle superiori all'università, dall'università al Mondo del lavoro.

Sarà per questo che non sono mai riuscito a pensare in prospettiva.
Per pensare in prospettiva intendo costruire dei progetti concreti e fattibili per la propria vita: decidere cosa studiare in base alle prospettive lavorative, cercare un lavoro che dia qualche garanzia per il futuro, e così via. No, tutto questo non sono mai riuscito a farlo. Ho sempre vissuto subendo il futuro che mi arrivava addosso, facendo le scelte cruciali lasciandomi guidare dall'istinto del momento: così ho scelto che scuola superiore fare, così ho scelto che università fare. Poi ho trovato lavoro, ma è stato quasi per caso, m'è capitato in testa quando meno me l'aspettassi. E mi ci sono attaccato, perché era (è) l'unica cosa che avevo, senza mai pensare di usarlo come trampolino di lancio per qualcosa di migliore, come invece avrei potuto e dovuto fare. Sono state invece le paure dell'ignoto, del futuro, dell'avvenire (oltre che una spiccata incapacità nei rapporti sociali) a precludermi la carriera universitaria, che pure m'era stata aperta.
La paura del futuro (assieme ad altre paure) m'ha spinto, m'ha costretto a rinunciare a tante cose, a troppe.
E ora mi trovo qui, aggrappato a un lavoro sottopagato e precario, mentre gli anni passano, ancora senza alcuna capacità di pensare a come mi troverò e come sarò e starò tra cinque, dieci, quindici anni. Quel che invece dovrei fare, se volessi garantirmi una vita sicura, con un minimo di solidità, di stabilità.
Il processo si autoalimenta: la paura del futuro mi blocca e mi impedisce di costruirmene uno, il che a sua volta lo rende più pauroso, più spaventoso e così via."

 

ultima modifica il: 23-05-2019 - 18:16:52
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