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Cosa è un oggetto? Cosa si intende per sentirsi un oggetto?

(per comprendere questo articolo è consigliata la lettura dell'articolo sullo scambio)

Nella quotidianità a livello esistenziale viene usato il concetto di oggetto per comunicare specifiche sensazioni nei rapporti, in cui a partire da specifiche credenze alcune persone per come si comportano gli altri arrivano a provare specifiche sensazioni.

 

L'associazione con l'oggetto nasce da una specifica credenza secondo la quale nel momento in cui una persona si rende conto che è palesemente un mezzo di piacere o di convenienza per l'altra persona si sente come un oggetto anche se lo "scambio" potrebbe assere alla pari (scambio che non è necessariamente alla pari dato che qualcuno potrebbe manipolare o essere egoista e prendersi di più di quanto da).

Così come è scritto anche nell'articolo dello scambio le persone crescono con un'etica che fa credere loro che esistano caratteristiche come "altruismo puro" o come "amore incondizionato" o come la "generosità" o argomenti più complicati come "l'altro fa queste cose perché lo sente non perché pensa che avrà qualcosa in cambio", questa etica instilla nelle persone delle illusioni che fanno credere loro che esista una sorta di volontà di autoconvincersi che non ci sia "premeditazione" e che le persone non scambino, ma che al contrario sia tutto "spontaneo" o comunque prevalentemente spontaneo e che il fatto che entrambi trovino soddisfazione sia una casualità.

Queste persone ignorano concetti esistenziali basilari videnti come l'assioma di piacere, che ci ricorda che volendo o non volendo, consciamente o inconsciamente è tutto necessariamente uno scambio per quanto uno possa autoconvincersi di altro (tra l'altro lo scambio alla pari è la cosa migliore possibile data il dilagare di manipolazione ed egoismo).

Ecco che l'etica di queste persone si rivela un paradosso in cui è la realtà stessa li ferisce, questa sensazioni di "sentirsi oggetti" è una sensazione negativa e la realtà è quella che èquindi per loro c'è un costante lavoro, per fare un esempio è come se una persona venisse al mondo in modo che ogni suo respiro fosse doloroso e sia costretta a trovare soluzioni affinché ciò non accada.

Andando ad analizzare la questione alla radice si scopre che il problema di fondo è l'utilizzo che se ne fa della spontaneità, della sorpresa e della concezione del "disinteresse", un uso potenziante nelle "aspettative".
Cosa vuol dire questo? Come sappiamo persone non autosufficienti tendono ad esistere e vivere di aspettative preferendo sensazioni intense dall'esterno, questo spiega perché l'insorgenza di tutto questo meccanismo illusorio che nasce inizialmente non perché l'etica sia stupida o le persone masochiste perché l'obbiettivo di fondo è potenziare l'aspettativa e le sensazioni che provengono dall'esterno "non sarebbe lo stesso se le persone sapessero che è tutto pensato, tutto meccanicamente calcolato anche inconsciamente, che non ci sia alcuna magia e alcun romanticismo".

Cioè un meccanismo la cui logica è quella di aumentare le sensazioni ma che ha come effetto collaterale quello di distorcere la percezione delle persone al punto da spingerle continuamente ad una percezionei personale distorta che crea non poche problematiche tra le quali appunto la sensazioni di sentirsi un oggetto quando l'altro fa delle cose talmente evidenti che la persona appunto non può più far scattare le credenze di "spontaneità" "generosità" etc.. oppure anche per dei dubbi che la persona può scatenarsi pensando.

Si legga scambio per comprendere come uscire fuori da questa logica in modo da guardare ai rapporti in modo più distaccato e non distorto.

ultima modifica il: 06-05-2016 - 11:20:36
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