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Cos'è una regola?

(collegamento fra regolette e pensiero semplicistico e pensiero assolutistico

aggiungere norme e doppia morale/standard

regolazione emotiva, pianificatore necessita in qualche modo di regolare gli impulsi che alterano l'esecutore

regolazione di difesa, regolazione di creazione

quando una persona comprende il concetto di direzione non teme più il fallimento, in quanto sa che in qualche modo la rotta si può impostare comunque a prescindere da quanto si fallirà

collegamento con pensiero procedurale

regolazione tramite rituali rigidi(schemi) e regolazione adattiva (pianificazione) con elasticità

perché regolare le emozioni? perché alcune sono distruttive e disfunzionali sul lungo periodo, non portano al bene o comunque ad un bene provvisorio e non seguono gli obiettivi el'autenticità del soggetto)

regolazione emotiva, regolazione dei propri picchi ormonali, sviluppare una personalità in grado di portare pazienza e resistere anche a quelle condizioni più emotive prodotte dai propri ormoni)

il verbo con cui una persona acquisisce regole, formazione? Si tramite ipotesi viste o studiate.

Allora il verbo regolare cosa indica?

Regolamentare è chi crea una serie di regole di cui sarà l'agente che le fa seguire, regolamento e disciplina, quando questo insieme di regole si concettualizza come un unico, una disciplina sportiva, la disciplina del genitore, 

aggiungere il collegamento fra regole e regole categoriali, regole con cui si costruiscono le categorie, sono regole associative?)

 

Cos'è una regola?

Si definisce regola qualsiasi spiegazione conscia chiarisca il collegamento fra causa ed effetto che concettualmente si esprime con "Se fai questo" e finisce con "succede quello".

La realtà intorno a noi è meccanicistica, ha delle regole complesse e profonde che ogni essere umano tenta di conoscere e acquisire e che può pensare o comunicare sotto forma di linguaggio.

Una regola è ad esempio "se prendi un oggetto in mano e poi smetti di afferrarlo questo cade verso il basso" oppure "se tiri un pizzico a qualcuno questo prova dolore".

Il linguaggio interiore, il pensiero, sono uno strumento potente che ha permesso all'uomo di conoscere e comprendere meglio la realtà meglio di qualsiasi altro essere vivente, ed è da questa comprensione pensata che possiamo operare con più potenza, ottenere più risultati, se conosci come è fatto qualcosa puoi cambiarlo, puoi usarlo per i tuoi scopi. 

 

Dato che le regole si usano un po' ovunque e frequentemente sono stati coniati dei termini in alcuni usi settoriali, quelli più significativi a livello esistenziale e questi sono quattro:

- norme, evidenzia il concetto di regole sociali, cosa succede se si fa o non si fa qualcosa con gli altri, tutto il comportamento sociale di un soggetto si basa sulle norme che ha sviluppato. Le norme rispecchiano la visione oggettiva (della maggiorparte) del gruppo;

- leggi, regole necessarie per creare e reggere una struttura sociale a livello statale, qualcosa che è al di sopra della volonsoggettiva o oggettiva del gruppo;

- morali,  evidenzia tutte le regole operative che un soggetto sviluppa, sono le regole che il soggetto userà per agire, per raggiungere i suoi obbiettivi e che costituiranno di fatto la sua disciplina e che costituireanno, in modo concatenato, le procedure del soggetto.

 

Quando un padre ad esempio afferma "in questa casa ci sono delle regole" cosa afferma? Sta parlando delle norme specifiche di quella casa, sottolineando che ci saranno conseguenze negative se non verranno seguite.

 

Regolazione = Applicare le regole che si conoscono per cambiare la realtà secondo ciò che ci impostiamo come obiettivo

 

 

Regolazione emotiva

Cos'è la regolazione emotiva? Si definisce regolazione emotiva tutto ciò che un soggetto attua su se stesso (ma anche sugli altri) per modificare o annullare delle emozioni che prova.

Il soggetto regola le sue emozioni solitamente perché ciò che prova lo fa soffrire, quindi tenta di eliminare quell'emozione negativa.

Per vivere al meglio è necessario essere capaci (intelligenza emotiva) di gestire le proprie emozioni sia positive sia negative, rabbia, tristezza, ansia o depressione. Quando questo non ci riesce possiamo dire di essere in uno stato di disregolazione. Stati ansiosi, attacchi di panico, comportamenti compulsivi, depressione, dipendenze, disturbi dell’alimentazione, difficoltà a dormire, ecc., sono alcuni dei più comuni segnali di disregolazione emotiva, in cui il soggetto o ci prova e non ci riesce o nemmeno ci prova.

Ma la regolazione emotiva è un concetto ampio, si possono cercare di costruire emozioni dal nulla, amplificarle, diminuirne di intensità, regolare implica qualsiasi tipo di obiettivo il soggetto si ponga sulle sue emozioni.

Per regolare le emozioni è necessario capirne i meccanismi di base, questi sono due:

- emozione implicita, viene suscitata immediatamente a partire da uno stimolo e non è mediata da alcun pensiero;

- emozione esplicita, viene suscitata da dei pensieri che il soggetto compie, dalla realtà che "vede" e costruisce dentro di sé, ciò che pensa produce quella realtà immaginaria che a sua volta stimola l'emozione.

 

Iniziamo con la regolazione delle emozioni implicite:

- allontamento o avvicinamento dello stimolo, una volta che il soggetto percepisce quale stimolo produce un'emozione gli sarà sufficiente allontanarsi o avvicinarsi a seconda se vuole o meno quell'emozione;

- condizionamento e decondizionamento, cambiare l'emozione che produce quello stimolo;

- distrazione, il soggetto si rende conto che le emozioni non sono uno stato eterno ma tendono a passare nel momento in cui ci si concentrà su altro, la nostra mente non ha capacità infinite e possiamo ingannarla distraendola e concentrandoci su altro. Solitamente questa tecnica consiste nella ricerca di piaceri immediati che distraggano da quelle emozioni che non vogliamo, con conseguente perdita di tempo.

- neutralizzazione conscia, il soggetto riflette sull'emozione che ha provata e la combatte con construzioni mentali che sono in grado di neutralizzarla. Ad esempio il soggetto alla vista di un animale prova un panico immediato a causa di un condizionamento, ma più ci pensa e più dice a se stesso che in realtà quell'animale è innocuo, quanto più avverte una diminuzione della paura perché una visione conscia si sta sostituendo alla percezione inconscia e immediata che aveva. Le tecniche di neutralizzazione sono innumerevoli, si legga il relativo articolo per approfondire. Il pensiero subentra dopo.

 

Passiamo ora alla regolazione delle emozioni esplicite:

- ristrutturazione del pensiero, le emozioni esplicite nascono da dei pensieri che il soggetto compie, nel momento in cui cambia il pensiero cambiano anche le emozioni;

- distrazione, anche qui ritorna la distrazione

- neutralizzazione, anche qui ritorna la neutralizzazione.

 

Quando si parla di disregolazione emotiva? Quando il soggetto non riesce a regolare le sue emozioni funzionalmente a volte perfino peggiorando la situazione. Immaginiamo un soggetto che fa continuamente ricorso alla distrazione, al momento sta bene, ma così evita il problema, non affronta e perde tempo, portandolo ad avere ritardi e disadattamenti nella sua esistenza e soffrire per questa sua condizione.

Nella disregolazione il soggetto o rimane con quell'emozione o che ritarda il problema, ritrovandosi un giorno comunque con un problema che lo farà soffrire e che non sarà più in grado di gestire.

 

regolazione emotiva e guardare una serie tv, il soggetto si rende conto che guardare una serie tv ha il potere di cambiargli umore, quando lo fa intenzionalmente si tratta di regolazione emotiva.

Regolazione emotiva della sigaretta.

 

 

La regolazione emotiva è momentanea

" Ogni giorno è un grande/piccolo "reset",capita anche a voi?Okay,ammetto che il titolo non esplichi molto,ma non so come riassumere il concetto in modo dignitoso. 
Venendo a noi,mi capita di sentire come se ogni giorno dovessi sforzarmi per non ricadere in evitamenti/difficoltà che credo di aver superato,alcune situazioni non le temo direttamente anche da un tempo relativamente lungo,altre meno,ma comunque le situazioni in sè non creano più quell'ansia che blocca in senso assoluto. E' difficile da spiegare,specialmente da una tastiera,ma è come se dovessi domare quotidianamente l'istinto che mi porterebbe ad evitare situazioni già evitate in passato e avessi l'ansia di provare ancora ansia. Quando poi mi ci butto dentro,tutto fila in effetti liscio,ma il giorno successivo si ripete la stessa medesima cosa. L'esposizione è stata la mia salvezza per desensibilizzarmi da molti contesti,ma dopo anni/mesi di feedback positivi...cos'altro potrei fare per superare del tutto questi blocchi? Vi rivedete in una situazione simile? O se ne siete riusciti ad uscire in modo definitivo,come avete fatto?"

 

Alcuni soggetti non riescono a capire che tutto quello che fanno riuscendo a regolarsi emotivamente ed esporsi ad una situazione non è definitivo ma momentaneo al contesto e che esporsi non significhi automaticamente guarire.


 

DA RIVEDERE

, a prescindere che spieghi il perché. Sarà sufficiente che infatti punisca o premi i propri figli sulla base di questo suo regolamento per spingere i propri figli ad essere disciplinati. Un ragazzo disciplinato sarà colui che seguirà le regole dettate dal padre, almeno in sua presenza o nella sua casa. La disciplina si potrebbe considerare come le regole specifiche di un luogo o di una specifica corrente (chiamata per l'appunto disciplina), le norme invece sono più ampie e raccolgono la visione media di un luogo in uno specifico tempo come può essere un paese, mentre le leggi sono su larga scala e riguardano il punto di vista politico. (aggiungere disciplina utile, la persona riusa quelle regole per utilità, aggiungere il fallimento disciplinare la persona li riusa al di fuori del contesto con problemi di adattamento).

 

Conoscere e comprendere le regole dà modo al soggetto di intervenire per i propri obbiettivi, questo tipo di interevento si definisce regolazione. A differenza del controllo nella regolazione il soggetto sa che difficilmente l'obbiettivo può essere raggiunto sulla base di una sola regola, la realtà è complessa e sarà necessario quindi fare diversi tentativi, basarsi su più regole, "aggiustare il tiro" e tramite questo percorso, a volte anche casuale o imprevedibile nella sua evoluzione, il soggetto raggiunge i propri obbiettivi.

La regolazione è fondamentale perché ci ricorda, specialmente in ambito esistenziale, che non sempre si ha un controllo lineare degli eventi, specialmente quando si ha a che fare con scenari complessi.

 

Regolazione emotiva, indica la possibile di intervenire sulle proprie emozioni, cioè la persona nella scoperta della propria identità e del proprio mondo interiore inizia a scoprire e comprendere perché le sue emozioni partano a cosa reagiscono e quindi tramite questa conoscenza delle regole in qualche modo riesce ad arginare e modificare i propri stati emotivi.

 

 

 

Disregolazione emotiva, la regolazione delle emozioni messa in atto dal soggetto non ha l'effetto desiderato anzi alimenta il problema o ne crea un altro.

 

Aggiungere regole austere

La persona vede in alcune cose il nn fare perché è così associato alle punizioni.

 

Per trasmettere una disciplina è necessario che il soggetto sia consapevole dei limiti della disciplina, delle alternative possibili e anche consapevole del perché di quelle regole, su che base funzionano o percepirne l'efficacia.

 

Due tipologie di regolazione emotiva:

- regolazione emotiva durante la fase critica;

- regolazione emotiva anticipata, il soggetto prevede che le emozioni, specialmente in uno specifico umore, tenderanno a crescere e divenire poi difficilmente regolabili e attua un comportamento preventivo.

 

 

  1. Selezione della situazione (Situation Selection): si riferisce al fatto di avvicinare o evitare certe persone, certi luoghi, certi oggetti con lo scopo di regolare le proprie emozioni. Alcuni esempi includono cambiare corridoio al supermercato per evitare un vicino che fa scherzi offensivi oppure cercare un amico con cui potersi sfogare.
  2. Modifica della situazione (Situation Modification): consiste nello sforzarsi attivamente per modificare in modo diretto la situazione così da alterarne l’impatto emotivo. Se ad una persona si buca una gomma della macchina mentre sta andando ad un appuntamento importante, essa può sostituire un meeting in un colloquio al telefono, oppure se il vicino tiene la musica alta alle tre del mattino, possiamo convincerlo ad abbassarla.
  3. Distribuzione dell’attenzione (Attention Deployment): le strategie che modificano il focus attentivo sono la distrazione, la concentrazione e la ruminazione. La distrazione fa sì che un individuo si focalizzi su aspetti non emotivi della situazione o che addirittura sposti l’attenzione fuori dall’immediata situazione (Derryberry & Rothbart, 1988; Kanske, Heissler, Schönfelder, Bongers, & Wessa, 2011). La concentrazione consiste nella selezione di alcuni aspetti della situazione e comporta un potenziamento della risposta emotiva (Orsolini, 2011). La ruminazione implica un’attenzione diretta,ma in questo caso la focalizzazione è sui sentimenti e le loro conseguenze. Ruminare sulle caratteristiche emozioni negative della depressione porta allo sviluppo di sintomi depressivi più gravi e più duraturi (Aldao, Nolen-Hoeksema, & Schweizer, 2010).
  4. Ristrutturazione cognitiva (Cognitive Change): processo per cui un individuo può modificare la propria valutazione di una situazione così da alterarne il significato emotivo, sia cambiando il proprio pensiero riguardo alla situazione stessa o agendo sulla propria capacità di gestire la richiesta che essa pone. Un esempio è dato dal reappraisal, strategia che implica il cambiamento di ciò che un individuo pensa riguardo a una situazione potenzialmente emotiva con lo scopo di modificarne l’impatto emotivo; di solito viene usata per ridurre le emozioni negative, ma può anche essere utile per aumentare o ridurre emozioni positive o negative (Samson & Gross, 2012).
  5. Modulazione della risposta (Response Modulation): si verifica più tardi nel processo generativo delle emozioni, quando le risposte emotive si sono già attivate, e influenza direttamente le componenti esperienziali, comportamentali o fisiologiche della risposta emotiva.

 

 

 

Come collegare dissinnescare e defusione, si parla di disinnesco nella regolazione emotiva quando si fa in modo che non ci sia lo stimolo che dà il via all'emozione, quindi una sorta di lavoro preventivo che si può fare in più modi. Si parla di defusione quando invece si interviene nel noccioso della questione in corso, in un comportamento avviato, quando si è nel vivo, in questo caso dell'emozione e della sua spinta.

 

 

"Come da titolo, ci sono alcuni giorni in cui ho uno stato d'ansia depressivo che mi impedisce di fare altro (studiare, vedere un film, leggere) e l'unico modo per tranquillizzarmi, o meglio non pensarci... anestetizzare il cervello, è buttare il tempo su internet o cmq in attività che non richiedano concentrazione. Ovviamente questo stato d'ansia depressivo è particolarmente accentuato quando si verificano episodi spiacevoli (anche futili e di poco conto) ma non sempre. Qualcuno vive una situazione simile? 
Secondo voi dovrei rivolgermi ad uno specialista o posso farcela da solo?"

 

 

FINO A QUI

 

In ogni caso se ne deduce che le regole vengono usate dal soggetto come forma di controllo, cioè la conoscenza di queste dà il potere di agire per ottenere qualcosa e per evitare conseguenze negative.

Il problema delle regole è lo stesso che riscontriamo con il controllo, cioè quando la persona non si rende conto che quella che sta elencando è una rappresentazione della realtà che potrebbe contenere errori o potrebbe essere semplificata, portando a scenari paradossali dove la persona "se la prende con la realtà" perché le cose non sono andate come credevano, non hanno seguito le loro regole.

Pensate a quelle volte che avete visto persone arrabbiarsi con gli oggetti e con gli eventi arrivando a punirli o esclamare "ma perché le cose non vanno come devono andare" o "perché non fai come dico io" a dimostrazione di come il soggetto abbia completamente perso di vista il concetto di validità e di realtà pensando che le proprie regole siano perfette o inviabili e la realtà in qualche modo sia quella che debba piegarsi a questa verità.

Ricapitolando potremmo affermare che si parla di regole quando una persona sviluppa una conoscenza che si potrebbe descrivere come "se... allora.." cioè spiegarsi perché da una causa si arrivi ad una conseguenza "se mi cade un oggetto pesante sul piedo soffro" o "se tiro un pugno al televisore questo si rompe".

Le regole danno il poter di poter capire la realtà ma anche di poter agire per ottenere ciò che si desidera.

Dallo sviluppo di regole infatti troviamo tre punti esistenziali focali:

- procedure, il soggetto si rende conto che se desidera qualcosa può usare le regole che ha sviluppato per ottenerle. Se il soggetto desidera bere sa che se andrà verso il frigorifero, prenderà la bottiglia e la berrà sarà dissetato;

- norme (sociali), il soggetto impara per osservazione a sue spese che alcune sue azioni produrranno delle conseguenze sia positive che negative portate da altre persone.

 

 

La regola si basa sulla logica dell'effetto, cioè al persona capisce cosa accade e perché e da questa consapevolezza sa perché da una causa si arrivi ad una conseguenza, anche se in alcuni casi la persona per condizionamento ci arriva istintivamente. ,

 

"Chiunque abbia facebook si ritrova volontariamente o involontariamente la home bombardata di frasi e anche meme con scritte sentenziose che sanno di definitivo o dogma ad esempio fai così perchè la tua vita sia così oppure frasette e citazioni sulla gente, sul come comportarsi, sull'amore e sulla vita; come per insegnare la retta via a chi le legge. Allora a volte mi viene spontaneo chiedermi: ma cavolo questa frase è vera come ho fatto a non pensarci? D'ora in poi farò come dice e rispetterò questa grande frase rivelatoria detta da qualche guru famoso, politico, scenziato, attore bla bla bla.

E invece no, la mia vita e la mia morale non si basano su modi di pensare di altri.

Peggio ancora e questo mi da quasi la nausea sono quelli che scrivono i loro pareri sulla vita e i loro consigli non richiesti "se si vuole ...bisogna..." chi non....non ha" "amare è..." "la felicità si costruisce con...." "nella vita bisogna..." "non è importante questo bensì quest'altro" ecc.
Che palle quelli che pensano di aver capito tutto della vita e cercano di convincerti delle loro quasi sempre fesserie. Anzi penso che quelli che più ostentano questi stratagemmi per il viverebene siano depressi che hanno bisogno di automotivarsi pubblicando cose a cui si convincono in un momento ma che poi dimenticano subito perchè vedono che basare la vita e le abitudini su delle banali frasi fatte è totalmente controproducente."

 

 APPUNTI:

- collegamento con dottrina, si parla di dottrina per porre l'accento sul trasmettere le regole?

 

ultima modifica il: 27-06-2020 - 22:36:45
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