Home
Psicologia
Raziologia
Puzzle della Comunicazione
Diario
Test
Info & Contatti
 
- Consapevolezza -
togli aiuti

Cos'è la consapevolezza? Cosa si intende per essere consapevoli?

 

Si legga sapienza e contezza.

 

Addestramento alla consapevolezza

Aiutare le persone a rendersi conto che il fulcro è essere efficaci nel tempo, non basta avere qualche risultato ogni tanto, è necessario dimostrare di poter essere efficaci nel tempo e saper rispondere alla maggiorparte degli scenari e saper risolvere la maggior parte dei problemi. 

 

 

DA ELIMINARE

 

 

 Da riscrivere sulla base di contezza. Consapevolezza si dimostra con i fatti e l'efficacia media, sapere abbasanza e sopratutto aver compreso.

L'esempio della seduzione, se ti va bene con una donna non è detto che ti va bene con tutte, la consapevolezza di come sono le donne e come sedurle, come trattarle, dimostri la consapevolezza in qualcosa.

Qual è la differenza con intelligenza e abilità? La consapevolezza pone l'accento su tutto ciò che è codificato nel soggetto, l'intelligenza

La consapevolezza è quello stato in cui oltre che conoscere qualcosa, si è consci anche della propria ignoranza in quel settore, di ciò che non si conosce.

Il soggetto consapevole è tale perché conosce anche i limiti del suo sapere, il soggetto sa distinguere fra ciò che sa e quello che ancora non sa, si rende conto di avere anche una componente di ignoranza a riguardo e che non sa tutto.

Qualsiasi settore una persona studi avrà una componente variabile di ignoranza, una persona che ha studiato tutta la vita un settore avrà un'ignoranza di gran lunga minore di chi ha iniziato a studiare da poco, ma se è consapevole si renderà conto che comunque anche il suo vasto sapere ha dei limiti e che non sa tutto.

Ogni essere umano possiede del sapere e dell'ignoranza, non esiste una persona che sa tutto in uno specifico campo, le persone per questo si possono dividere in due gruppi, quelle consapevoli cioè che riconosco il limite del loro sapere riuscendo a capire quanto sanno e quanto non sanno e quelle che invece non riconoscono la loro porzione di ignoranza, definite persone inconsapevoli.

L'ignoranza è tutto ciò che la persona non sa, uno persona che non ha mai studiato Manzoni sarà ignorante su Manzoni, etc...

Ignoranza e inconsapevolezza sono spesso usati come sinonimi creando confusione e fraintendimento, termini che in questo sito smettono di creare confusione per come sono definiti.

Ad esempio una persona che per una vita intera ha studiato la fisica potrebbe dire "sono ignorante in corse di macchine e sono ignorante anche in parte della fisica, una parte che non conosco". 

Mentre se lo stesso affermasse "so tutto della fisica" è da definire inconsapevole.

 

Con questa nuova definizione invece ogni termine acquisisce un'utilità, il dualismo sapere/ignoranza ci fa capire cosa una persona sa e cosa non sa, il dualismo consapevolezza/inconsapevolezza ci fa capire quanto il soggetto sia conscio del suo dualismo di sapere/ignoranza.

 

Una persona quasi totalmente ignorante può essere consapevole e una persona sapiente può essere inconsapevole, il primo perché si potrebbe rendere conto di quel poco che sa e di quello che non sa, il secondo caso invece potrebbe evidenziare quella persona che si concentra solo su ciò che sà dimenticando i limiti del suo sapere, non vedendoli facendola diventare di fatto inconsapevole.

Una delle conseguenze più negativi dell'inconsapevolezza è di fare azioni inefficaci, non capire la realtà, perdere di vita ipotsi fondamentali che potrebbero ricadere in ciò che non si sa, perdere lo stimolo di mettersi in discussione, di chiedersi se qualcosa che non si sà potrebbe essere fondamentale per capire o risolvere una situazione.

 

Elenco di disambiguazione:

 

- conoscenza, evidenzia ilfenomeno dell'avere qualsiasi ricordo verso qualcosa, la conoscenza evidenzia il fenomeno del "ho avuto a che fare con, ho dei ricordi a cui attingere;

- coscienza, livello di coscienza,  quello che viene definito "io". La coscienza si potrebbe vedere come il punto centrale dove si interseca gran parte dell'attività psichica, un punto di snodo strettamente collegato con i sensi, il mondo interiore emotivo e il linguaggio (nel caso dell'essere umano);

- sapere, la conoscenza utilitaristica, il sapere è ciò che dà modo al soggetto di poter agire, rispondere a domande articolate;

- sapienza, quando una persona mostra di sapere qualcosa, che ha fatto proprio alcuni argomenti esponendoli in modo interessante. Quando una persona inizia a dire ciò che sa su qualcosa potrebbe ricevere il giudizio di sapiente, perché il soggetto espone una conoscenza rielaborata e fatta propria, dimostra di sapere.

 

 

Questo in cosa si traduce? Nel fatto che ogni persona che sa qualcosa, questo sapere può sfociare in tue modi:

- consapevolezza, si rende conto che il suo agire ed essere è limitato alla sua ignoranza, non è un agente perfetto e infallibile, l'ignoranza ha un peso nell'agire e capire il mondo, comprendere quel settore di riferimento;

- inconsapevolezza pratica, il soggetto non pensa a ciò che non sa, si focalizza solo su ciò che sa, rischiando di cadere nella sicumera e di non riconoscere i limiti del suo agire e pensare;

- inconsapevolezza totale, il soggetto è illuso di sapere tutto.

 

Il termine inconsapevole viene usato erroneamente per intendere il concetto di non sapere o non conoscere qualcosa o non rendersene conto.

 

Sapere :

Ignoranza : non so o il mio sapere è distorto? come lo distinguo?

 

Il contrario di sapere qual è? L'ignoranza, ignora chi non sa.

Qual è il problema di questo termine? Che l'ignoranza di per sé non è un male, una persona consapevole è una persona che sà fino ad un certo punto, poi non sà, cioè è ignorante. Ciò che è realmente un problema è l'inconsapevolezza, rendendo quell'ignoranza pericolosa perché il soggetto anche se non sà, non se ne accorge.

Ci sono persone che sono consapevoli anche se non sanno nulla, sono le persone che dico "io non so, quindi non posso aiutarti" la consapevolezza non è solo "io so e ne riconosco i limiti" ma anche "so di non sapere" come ci ricorda la famosa frase di Socrate.

L'ignorante invece è lo scenario peggiore, una persona che possiede una visione errata, che non riconosce quello che non sa, non si rende conto di nulla ma lo stesso, parla e fa.

 

DA RISCRIVERE

 

Cognizione condizionata, sapere senza comprendere.

- ignoranza, si definisce ignorante un soggetto che non conosce qualcosa;

- incontenzza, non rendersi conto dei limiti del proprio sapere e di ciò che non si sa o non si conosce ancora;

- inconsapevole, il soggetto non ha raggiunto la consapevolezza.

Tutti all'inizio siamo inconsapevoli su qualcosa, questo è uno stato naturale e normale delle cose, qui poi ci sono due strade o quello di fermarsi e dire "ok vediamo di diventare consapevoli oppure è meglio non fare nulla" o essere ignoranti, cioè pensare, fare e agire nonostante l'inconsapevolezza.

 

L'ignorante si distingue per il fatto di dire cose o fare cose basandosi su quello che conosce e/o ha compreso dello scenario ma che si rivelerà essere insufficiente per comprenderlo chiaramente, persona che parla e agisce pensando invece di "possedere tutto ciò che serve" per questo è definito ignorante con tono negativo.

Il punto non è sapere tutto, ma ciò che distingue un ignorante da una persona non ignorante è il rendersi conto del proprio stato di inconsapevolezza, che è necessario conoscere di più prima di concludere, di pensare, di parlare o fare.

A questo punto si arriva alla necessità di introdurre il metodo scientifico come unico elemento che è in grado di far arrivare un soggetto alla consapevolezza, dove il soggetto tenta di trovare dimostrazioni alla sua comprensione, per vedere se ciò che sa è sufficiente per comprendere non limitandosi a ciò che pensa ma a dimostrare il suo livello di comprensione.

L'ignoranza è commisurata quindi all'esistenza del soggetto, conoscere nei settori di interesse. Ad esempio una persona che non conosce la matematica di base sarà ignorante perché la vita stessa richiede nelle sue operazioni comuni la matematica di base, l'obbiettivo della scuola dell'obbligo è proprio quello di dare modo a tutte le persone di non essere ignoranti sugli aspetti più comuni dell'esistenza, ma poi starà al oggetto comunque conoscere in quei settori dove andrà ad operare e manca di conoscenza. Non è ignorante chi non sa qualcosa, è ignorante chi non sa qualcosa ma continua ad operare in un ambiente senza prima essersi informato, senza prima usare la sua cognizione per formarsi e possibilmente essere consapevole e solo dopo agire;

inconsapevole, il soggetto non possiede tutte le basi dello scenario in cui vuole agire o le possiede in modo distorto, questo concetto è fondamentale perché va oltre quello di ignoranza che è settoriale, ma guarda alla visione complessiva, quando anche se qualcosa si conosce c'è il problema di una mancata conoscenza;

incontezza, il soggetto non si rende conto del suo livello di consapevolezza o inconsapevolezza, non si rende conto di quanto conosce dello scenario e di quanto non conosce, il soggetto inconto pensa di sapere tutto o sapere abbastanza, non considera nient'altro e per questo prenderà diverse cantonate proprio perché non riesce a vedere quello che non sa, non lo considera e non può migliorare.

 

(la consapevolezza di uno sciopero, comprenderne le cause, gli effetti o farlo solo per convenienza, istinto, perché l'ha qualcuno o per quello che semplicisticamente si pensa sia lo sciopero)

Questo termine nel linguaggio comune è usato come sinonimo di coscienza e conoscenza, cioè viene usato per indicare che un soggetto sia a consocenza e possa portare attenzione ad un fatto o un evento che viene considerato noto.

Questo termine ha un significato più utile e profondo e riguarda quel fenomeno che si potrebbe definire "oltre la conoscenza", si definisce consapevole un soggetto che non solo "sa" l'informazione ma sa anche il limite di tale informazione, cioè riesce ad inquadrarla in una dimensione che si potrebbe descrivere come "percentuale di conoscenza" di quanto in un dato settore sa ma anche di quanto non sa e del peso che quindi questa informazione possiede in rapporto alle mancanze.

La consapevolezza è il famoso "so di non sapere di Socrate" che in questo modo viene spiegato chiaramente, dove il filoso invita ad essere consapevoli e a non concentrarsi solo su quello che si sa ma anche se quello che al momento non si sa ed è collegato alle informazioni ricevute.

La consapevolezza limita la rigidità mentale e il saltare a conclusione, una persona inizia a pensare a ciò che non sa e quindi ci va piano con le conclusioni, ha una mente più curiosa che tenta di ottenere più informazioni, di vedere se ne ha a sufficienza, le conclusioni sono meno precipitose e il soggetto è più propenso ad arricchirsi invece che concentrarsi solo su ciò che sa.

Da qui si comprende chiaramente cosa sia il concetto di ignorante, l'ignoranza è colui che mentre pensa e deduce si concentra esclusivamente sulle informazioni che ha pensando che siano tutte o che siano sufficienti, a volte potrebbero anche bastare ma ciò non toglie che il soggetto sia vivendo in modo ignorante, non considerando tutto quello che ancora non sa e ci sarebbe da scoprire per allargare i suoi orizzonti della conoscenza.

Consapevolezza, scetticismo e mentalità scientifica vanno a braccetto e sono agli antipodi di una mentalità rigida, convinta e chiusa.

La consapevolezza ci ricorda continuamente che quando di fronte abbiamo delle opzioni quelle non sono mai tutte quelle possibili, sono quelle che al momento si conoscono o sono state partorire in base a ciò che si conosce ma ce ne sono altre che sfuggono, altre che si basano su informazioni non ancora scoperte.

La consapevolezza si ripercuote anche sul comportamento e le scelte, cosa che potrebbe essere difficile da gestire per soggetti che hanno vulnerabilità e paure a carico della perfezione, che necessitano dell'illusione di far la cosa migliore possibile, perfetta, etc... Conoscere e rendersi conto che ci sono informazioni che non si possiedono potrebbe essere un problema per persone vulnerabili che invece necessitano di sicurezza ed illusioni, l'ignoranza per queste persone diviene un bene.

La consapevolezza nella meditazione. Nella meditazione c'è la consapevolezza che non necessariamente si vive solo di obbiettivi, il soggetto può lasciare che la sua mente vaghi senza obbiettivi e senza una coscienza che pianifica per il raggiungimento di tali obbiettivi. Non c'è consapevolezza nella meditazione, la meditazione si basa sul tentare di spegnere la propria coscienza per lasciare spazio ad altro.

Si legga conoscenza.

APPUNTI

viaggiare aumenta la consapevolezza inq uanto vedere cose diverse, persone che fnno e che credono in cose diverse va a creare dei simbolismi e stimola la persona a rendersi conto della propria ignoranza, che quello che dava per certo e "tutto" non era realmente così. Una persona che viaggia potrebbe diventare consapevole o meno ignorante (ma rimanerlo comunque se non si rende conto dei suoi limiti di conoscenza).

Socrate è stata la prima persona consapevole della storia documentata, la prima che abbia fatto un lavoro su di sé mettendo in discussione ciò che sapeva ed evidenziando i limiti della sua conoscenza.

Il primo ad evidenziare la necessità della metacognizione per poter intervenire sulla qualità del proprio pensiero.

 

Agire consapevolemente cosa vuol dire? La storia della ranocchia,

ci possono essere esiti e conseguenze non previdibile perché non sappiamo tutto, ma statisticamente parlando è meglio fare perché le coneguenze negativi ci fanno imparare comunque e si possono sistemare gli esiti positivi ci vengono incontro anche quando pensavamo che non ci fossero. 

 

Essere consapevoli vuol dire sapere che la mappa non è il territorio, sapere che è una riduzione, che non c'è tutta la conoscenza ma è semplificata la persona anche qui riconosce i limiti di ciò che ha a disposizione e che conosce.

 

DA INTEGRARE IN NON CONSAPEVOLE

Si definisce chiusa quella persona che di fronte a delle possibilità non considera minimamente che ce ne possano essere delle altre.

Ad esempio quando una persona vi dice "secondo te mi sta meglio il blu o il rosa" una persona chiusa si fermerebbe a rispondere alla domanda basandosi solo sulle opzioni presentate, una persona aperta spazierebbe anche tra altre opzioni, non dando per scontato che l'altro presentando blu e rosa abbia già fornito le uniche migliori opzioni possibili.

Un altro esempio di chiusura lo troviamo ad esempio di fronte ad un tradimento dove la persona celermente pensa di aver trovato due possibili spiegazioni e finisce per pensare che il tradimento sia necessiaramente accaduto per uno di quei due motivi non considerando la possibilità che quelle due opzioni non contengano la spiegazione.

Di conseguenza la persona chiusa è colei che non pensa al fatto che non conosce tutto ed è necessario tenere aperta la possibilità ma al contrario non considera questa possibilità e pensa che le opzioni che ha di fronte siano le uniche possibili seguendo un pensiero che si potrebbe definire come "se non lo conosco non esiste".

La persona chiusa non guarda oltre le opzioni che ha di fronte e quindi anche se non lo pensa di fatto agisce come se ciò che ha in mente sia tutta la realtà possibile.

Il termine chiusura non va confuso con altri concetti, ecco un elenco di disambiguazione:

- fobia sociale, ovvero il soggetto che finisce per avere un comportamento evitante e finisce per rintanarsi o comunque evitare e allontanarsi dagli altri;

- riservatezza, il soggetto mette barriere fra sé e gli altri perché non accetta che gli altri sappiano alcune cose di lui;

- introversione, il soggetto preferisce le sue passioni alle attività sociali e questo lo potrebbe far apparire erroneamente come uno che preferisce isolarsi;

- inibito, persona che non riesce ad agire a causa di emozioni conflittuali interne;

- intransigente, persona che non scende a compromesso;

- rigidità, persona che non intende mettere in discussione alcune cose della quale è convinta.

 

Una volta fatta chiarezza si capisce come la chiusura mentale sia di fatto un problema, specialmente quando la soluzione e gli elementi chiavi per capire la realtà non sono contenute nelle opzioni che possiede il soggetto.

Qualcuno potrebbe dire "e vabbè ma è normale che sia così, sarebbe eccessivamente faticoso pensare continuamente che c'è dell'altro"  ma la risposta è che si è normale nel senso che la maggior parte delle persone pensa così ma il modo migliore di pensare e non euristico è proprio quello di considerare continuamente la possibilità che le opzioni e le conoscenze a disposizione possano non essere sufficienti.

ultima modifica il: 21-08-2020 - 19:02:33
Sito Realizzato da Palombizio Valerio Giuseppe