BOZZA
genitore mentore. Il genitore viene stimato dal figlio, viene preso come modello da seguire, qualcuno a cui chiedere perché si ritiene che possa dare risposte utili. Il genitore mentore è quindi un genitore che si distingue per retorica ed abilità al punto da essere stimato dal figlio che lo emula e lo interpella.
genitore padrone. Il genitore vede il figlio come qualcosa fatto per uno specifico obiettivo. Si impone in specifiche scelte, vuole che il figli non prenda una strada diversa da quella che si è prospettata/immaginata. il genitore si comporta quindi come un ammaestratrore, come un domatore da circo, premiando i comportamenti che approva e punendo quelli che disapprova, producendo un forte condizionamento nel soggetto e un forte senso di soggezione. Le punizioni e i premi non vanno visti solo come eclatanti, anche solo uno sguardo cattivo, un cambio del tono della voce, un sorriso sono premi e punizioni.
genitore tutore, il genitore si sostituisce al figlio, gli dice cosa fare, come farlo, cosa è giusto o sbagliato, arrivando perfino a fargli le cose al posto suo. Percentuale di tutoring. Non si sta parlando di farlo le prime volte per fargli vedere come si fa, ma proprio di una sostituzione.
genitore protettore. Il genitore non accetta che il figlio possa soffrire, farsi male, provare dolore e tenta per quanto possibile di rimanere vigile e attento ed intervenire puntualmente prima che possa sbagliare o essere ferito da qualcosa, proteggendolo.
genitore formatore. Il genitore attivamente insegna e forma il proprio figlio, specialmente sull'ambito esistenziale, senza aspettare che questo arrivi al bisogno o sia già in crisi per qualcosa che non sa o sa fare. Lo forma, non gli sta sopra come l'elicottero, lo lascia vivere e gli da gli spazi, sapendo che per qualsiasi problema ci sarà. Qual è la differfenza con il mentore? Che il mentore risponde per lo più se interpellato, aiuta e risponde quando gli si chiede e si impara da lui osservandolo, studiandolo. La formazione invece è più attiva, il genitore spiega anche quando non gli viene chiesto, fa da interprete del mondo, dicendo regole, insegnando termini, spiegando perché accadono alcune cose, come è meglio comportarsi, etc..
genitore facilitatore. A differenza del tutore che si sostituisce al figlio impedendogli di fare esperienza, con il il conseguente blocco della crescita, con la facilitazione il genitore si assicura di sopperire alle lacune del figlio, ma facendo in modo che comunque sia lui a fare l'esperienza e quindi a capire o crescere.
genitore isolante. Il genitore pensa che più il figlio sia lontano dal mondo più sia al sicuro lontano da pericolo. Questo tipo di genitore promuove o impone la campana di vetro. Per promuovere si intende che non fa nulla per spinger eil figlio a fare esperienze, non gli dice nulla quando non esce, in una sorta di "tacito acconsentire" e tenta per quanto possibile di limitare o impedire che stia fuori o faccia specifiche esperienze. Nell'imposizione invece il tutto avviene in una sorta di sequestro forzato, impedendo al figli esplicitamente di no fare alcune cose, impedendo di dormire fuori con gli amici, fare vacanze, fare attività.
I genitori si distinguono non solo per come si comportano ma anche quanto tempo spendono e come è il loro approccio al figlio:
genitore al bisogno. Questa tipologia di genitore non fa nulla attivamente ma agisce su richiesta, interviene sporadicamente se percepisce che il figlio ne ha bisogno, altrimenti si limita ad agire solo quando gli viene chiesto di farlo. Se non lo chiami non c'è, ma se lo chiami c'è.
genitore casuale. Questa tipologia di genitore si limita a comportarsi da genitore ogni qualvolta c'è un'interazione, non sono costanti, non intervengono continuamente, non c'è un progetto a lungo termine. Quando si sta insieme fanno i genitori, come se in quel momento si sentirssero in dovere o ne avessero voglia per poi interrompere bruscamente senza che ci sia un filo continuo nell'insegnare qualcosa, nel fare qualcosa giornalmente, etc...
genitore assente. Il genitore non fa nulla, evita di ricoprire un ruolo, non c'è psicologicamente o fisicamente.
genitore presente. Detto anche genitore drone, se non molla quasi mai il figlio. Il genitore tentava per quanto possibile di esserci sempre e ricoprire un ruolo attivo nella vita del figlio. Questo punto, se portato all'estremo, può generare una serie di problematiche nel figlio che potrebbe percepire di non avere spazi, non avere un'identità propria.
Questi ruoli non vanno visti come fissi, ma in percentuale e soprattutto sommabili. Ad esempio uno potrebbe affermare "mio padre era presente, un po' ammaestratore, molto elicottero, è stato anche un po' un genitore tutore.
Un altro potrebbe riferire, mia madre era un genitore casuale, quando si stava insieme era asfissiante, tutrice, padrona. Si è da sempre sostituita a me in tutto, l'unico modo che avevo di salvarmi era di interagirci poco.
Genitore elicottero è la fusione fra controllore e tutore, ma non sempre queste due cose si presentano insieme.
Approfondiamo le varie categorie, iniziamo dal genitore isolante.
Questa categoria di soggetti nasce a causa di una visione parziale del mondo, non capiscono quanto sia importante crescere, adattarsi e capire il mondo. Questi soggetti sono annebbiati da una sorta di visione semplicistica del mondo, pensando che al figlio l'unica cosa che serva sia lo studio per lavorare un giorno, non rendendosi conto che lo studio sebbene sia importante è solo una piccola parte di tutto il bagaglio di formazione che il soggetto necessita per vivere e di cui lo privano promuovendo o imponendo l'isolamento. Questi soggetti pensano di fare un favore al figlio, di stare facendo la migliore delle scelte perché da una parte pensano di proteggerlo da dei pericoli (solitamente irreali o ingantiti) e dall'altra pensano che tutto il tempo fuori sia sprecato e sia meglio studiare. I moventi di questi genitori sono quindi un mix fra protezione e illusione che nella vita conti solo lo studio, carriera e lavoro e che tutto il resto sia solo pericoloso o una perdita di tempo.
FINO A QUI
[da aggiungere reparenting, ovvero studiare per spezzare il ciclo del mi comporto sulla basi di come si sono comportati con me (inaccurata e anche disfunzionale) sfruttando un'abilità moderna, più valida e efficace per crescere un figlio.
"Anche se i tuoi genitali ti danno la possibilità di fare un figlio, una volta messo al mondo non saranno questi a dirti come crescerlo e/o insegnargli come vivere"
Una delle poche volte che scelsi di unirmi al dialogo con persone non compatibili fu per la questione genitori, risposi ad una domanda che recitava più o meno questo "quando abbandondare i vecchi modelli di educazione?" in cui parlava un padre vecchio che tra l'altro alzava anche le mani sui figli, il miracolo del progresso comunque aveva portato a fargli nutrire dei dubbi. La mia risposta fu che non solo andavano abbandondati i vecchi modelli ma conveniva studiare per essere genitori e sottolineai la mancanza di un patentino che fermasse tutti questi genitori allo sbaraglio che si limitano a educare i figli così come sono stati educati e dove l'educazione si ferma vanno a caso. Ricevetti la risposta di una donna che in chiave etica mi ripropinò la stessa "pappina mentale" che le inculcarono, per cui è sufficiente l'educazione ricevuta, l'istinto materno e paterno e altre illusioni varie.
(voglio sottolineare che la mia scelta non fu incoerente, lo feci perché a volte faccio dei test per comprendere la validità delle mie teorie, a volte per variare il programma senza che questo possa destabilizzarmi o altro, perché per appunto sono casi sporadici e gestibili)
Racconto questo esempio perché nella quotidianità la quasi totalità dei genitori sono persone allo sbaraglio, persone vecchie che non sono pronte a fare dei genitori, ma è l'etica stessa che sprona a questo, anzi se non fai un figlio si potrebbe perfino arrivare a sentirsi in colpa.
Un genitore è una qualsiasi persona che metta al mondo i figli, ma finquando non sarà anche un un insegnante di vita sarà una delle tante persone che contribuiranno al fallimento educativo dello stesso bambino, non potendo per l'appunto dargli una base (consapevolezza), non facendo un programma di investimento e preventivo, e così la crescita dell'infante sarà un mix di manipolazione diretta di tutte le persone che faranno parti del suo mondo prossimale (nonni, parenti, zii etc..) ma anche ad una crescita indiretta data da tutti gli eventi che andranno a colmare tutto quello che non è stato detto lui, fra errori, traumi, paure, andare a tentativi, persone incontrate che gli diranno questo o quello.
Nella quotidianità si è diffusa un'idea riduttiva e ingenua che la causa di diverse disonnanze e conflitti nonché mancato raggiungimento di serenità o felicità con disturbi vari sia nei genitori, ma in base a quanto detto ora l'errore a monte dei genitori è di non essere insegnanti di vita, quindi così aprono le porte ad un fallimento educativo che è un'accozzaglia di una esistenza casuale.
Quindi non conviene ridurre tutto ai genitori, ma conviene parlare di "educatori" e "insegnanti" cioè quelle persone che vicine all'infante durante i suoi primi anni di esistenza contribuiranno al suo "modo di esistere" alla sua crescita (sempre se ci sarà), alle sue credenze, etc..
Tolti gli insegnanti (questo porterà la persona anche non trovare delle fonti valide con cui continuare la crescita) rimangono tutti gli educatori, le autorità che porteranno avanti il "meme etica":
Quindi si assiste ad un bivio per cui: L'assenza di insegnamento alla vita apre le porte ad un'educazione rigidita basata sull'etica, ciò che si deve fare, ciò che è giusto etc.. quindi invece di fonti valide con cui crescere la persona si ritroverà con una moralizzazione, regole da seguire, e una serie di autorità a cui sottostare, a cui sarà succube.
I vostri figli, non sono figli vostri.
Sono i figli e le figlie del desiderio che la vita ha di sé stessa.
Essi non provengono da voi, ma attraverso di voi.
E sebbene stiano con voi, non vi appartengono.
Potete dar loro tutto il vostro amore, ma non i vostri pensieri.
Perché essi hanno i propri pensieri.
Potete offrire dimora ai loro corpi, ma non alle loro anime.
Perché le loro anime abitano la casa del domani, che voi non potete visitare, neppure nei vostri sogni.
Potete sforzarvi di essere simili a loro, ma non cercare di renderli simili a voi.
Perché la vita non torna indietro e non si ferma a ieri.
Voi siete gli archi dai quali i vostri figli, come frecce viventi, sono scoccati.
L'Arciere vede il bersaglio sul percorso dell'infinito, e con la Sua forza vi piega affinché le Sue frecce vadano veloci e lontane.
Lasciatevi piegare con gioia dalla mano dell'Arciere.
Poiché così come ama la freccia che scocca, così Egli ama anche l'arco che sta saldo.
(Khalil Gibran)
Una volta una persona mi disse che per fare i genitori non serve studiare, che il patentino per i genitori è una assurdità, asserendo una sorta di innatismo, istinto, magia etc..
a questa/queste persone rispondo con questa testimonianza:
Ho 30 anni e vivo a casa con i miei genitori al momento (causa lavoro).
I miei sono separati e anche se non è sempre presente il problema è mio padre.
Voglio bene sostanzialmente a una persona che non me ne vuole.
Autoritario, non accetta dialoghi, non mi fa parlare, attacca sul fatto che gli voglio bene facendomi venire sensi di colpa, vuole manipolarmi a suo uso e consumo, mi fa paura, mi prende in giro anche in pubblico, mi dice frasi del tipo "non sono suo figlio" e simili e poi se rispondo si lamenta come se fosse sempre colpa mia. Mi vuole rendere una persona dipendente da lui, tutto quello che non è come la pensa lui è da disprezzare, devo ragionare come dice lui sennò sono insulti, urla e frasi "tu fai come dico io" e "io so benissimo quello che ti serve".
Inoltre le scelte che lui non vuole sono da condannare. Non mi vuole indipendente psicologicamente.
Quando è presente in casa è molto pesante, rompe le palle, non da libertà, ti conta anche i peli del ...., si crede una persona dalla forte personalità ma è solo una persona aggressiva che mette paura, manipola i sentimenti a modo suo, in pubblico fa il brillante ed essendo molto furbo recita sempre una parte e si fa sempre apprezzare, ma spesso e volentieri gli altri si sentono a disagio e gli danno pure ragione che glielo fa notare.
Ha raggiunto nella sua vita una sorta di potere (fa un lavoro simil "politico").
Si è fatto nei miei riguardi delle aspettative ben precise e se non le rispetto... giù insulti (non mi mette le mani addosso ma alzando la voce sembra il ruggito di un leone). Non permette contraddittorio, lui è il migliore, il più bravo e poi è ambivalente: dice una cosa e ne fa un'altra.
Di fronte a testimonianze come queste le persone si nascondono dietro un dito dicendo, si ma è solo un caso, questo è malato, etc.. non rendendosi conto che la statistica propende verso questo fenomeno e non verso il genitore che per magia diventa un insegnante di vita.
"Ho 27 anni e vivo ormai da 7 anni a 300 km dal mio
paese d’origine (dove sono rimasti invece i miei genitori). Mi sono trasferita
qui per frequentare l’università (mi sono laureata più di un anno fa) e ora
continuo a vivere qui per motivi di lavoro e perché convivo con il mio
fidanzato, la persona più importante della mia vita. Sono sempre stata una
bambina ubbidente e vista come "perfettina", poichè l'educazione
ricevuta dai miei genitori, in un certo senso, mi imponeva di esserlo. A volte,
forse per sfuggire a quel mondo dove bisognava apparire come famiglia perfetta,
unita e che non sgarrava, qualche marachella la combinavo, ma -per paura di
essere poi "sgridata" e giudicata non più perfetta-, cercavo sempre
di nasconderla, passando per la furbetta-astuta di turno.
Ho anche un fratello più grande di 6 anni, ritratto sempre come il bonaccione
della famiglia, quello bravo, intelligente, buono e che ha quasi sempre
ragione.
I miei genitori mi hanno sempre tenuta sotto la campana di vetro e, da quando
la mia vita si è trasferita qui per motivi di studio, questa campana ho
iniziato a levarmela.
Risultato: genitori sempre più "apprensivi", dovevano sempre avermi
sotto controllo, sapere cosa facevo, con chi, dove, quando e perchè. Quando mi sono fidanzata con il mio attuale
compagno, all'inizio sembrava l'avessero accettato nonostante la differenza d'età, ma più passavano gli anni
e più si rendevano conto che la storia era sempre più seria, facevano di tutto
per impedirmi di frequentarlo, rasentando i limiti della decenza umana.
Accorciando la narrazione, poco più di tre anni fa, in preda alla mia
disperazione e alla ormai sempre più radicata depressione, io e il mio
fidanzato (con il quale ero fidanzata da 4 anni all'epoca) decidemmo di optare
per un matrimonio "accellerato". Quando comunicammo la decisione ai
miei genitori, è successo l'inimmaginabile. Sostanzialmente loro mi dissero
"scegli: o lui, o noi" e quando io risposi "scelgo lui"
loro mi dissero che da quel momento in poi mi avrebbero considerata morta e se
qualcuno gli avesse chiesto della loro figlia, loro avrebbero detto che era
morta in un incidente.
La situazione degenerò e per poter uscire da quel maledetto appartamento
(quello in cui alloggiavo durante gli
anni di studi universitari) dovetti chiamare i carabinieri perchè i miei
genitori mi avevano chiusa a chiave in casa. Furono momenti molto drammatici e
difficili.
Da quel giorno andai a vivere con il mio fidanzato (tra l'altro senza nemmeno
un vestito perchè tutto ciò che mi avevano comprato loro non potetti portarlo
via) e il nostro legame si fortificò ancora di più. E' la persona più
importante della mia vita. Il rapporto
con i miei genitori è sempre appeso ad un filo. In 3 anni la loro idea non è
minimamente cambiata riguardo al rapporto tra me e Davide (nel frattempo non ci
siamo sposati ma conviviamo felicemente!). Li sento telefonicamente (sono
sempre io a chiamarli e in questi ultimi giorni addirittura -a volte- nemmeno
mi rispondono) e qualche volta vado a trovarli. Il mio problema è che, nonostante quello che
mi hanno fatto, cerco sempre di fare quello che loro vogliono (tipo passare il
Natale con loro e non qui con il mio fidanzato e i miei suoceri, non nominare
MAI la mia vita attuale, la mia routine, cosa faccio, dove vado e con chi,
ecc). Loro non vogliono sapere niente della mia vita. Infatti i discorsi sono
sempre molto limitati. Mi hanno
addirittura detto che quando vado da loro non devo indossare cose che ricollegano
a Davide e alla sua famiglia!
Quello che mi tormenta è che non riesco ad essere forte e a farmi valere
(nonostante sia stata anche per un bel po' di tempo in terapia con una
psicoterapeuta). Quando mi mettono "i musi al telefono" resto
angosciata per un sacco di tempo, rovinandomi intere giornate.
Invidio (in senso buono) un sacco di persone che conosco, che hanno un bel
rapporto con i propri genitori e che vivono serenamente e felicemente. Quante
volte chiudo gli occhi e spero di trasformarmi in un'altra persona con un'altra
situazione!!
Io credo non potrò mai essere felice e spensierata al 100%."
Perché nemmeno si considera la possibilità di eliminare i propri genitori dalla propria esistenza? Il "mistero" dei legami.
Il genitore tiranno
chi è il genitore tiranno?
Il genitore tiranno non argomenta, dice le cose e poi o non argomenta o argomenta con "ipse dixit" cioè è così e basta.
Il genitore tiranno interviene nelle tue scelte, anche quando il tempo dell'insegnamento/educazione è finito.
Il genitore per caso, non argomenta perché non gli interessa è una perdita di tempo, e se argomenta inventa una scusa semplice e finta pur di chiudere subito il caso.
Il genitore per caso non interviene nelle tue scelte perché non gliene frega, e se lo fa è solo perché si è attivata qualcosa tipo intransigenza.
Genitori inadeguati
L'esempio dell'anoressia, al bambino non spiegano cosa sia la bellezza questo tentando di trovare risposte arriverà erroneamente alla conclusione magrezza = belelzza. Il genitore non comprende perché faccia così, non è pronto per questa nuova realtà dove la bellezza è tuttoi, non solo non ha aiutato il soggetto a comprendere la bellezza e il mondo in cui si trova ma non sa nemmeno aiutarlo e c'è così l'anoressia.
DA RIVEDERE
specialmente se hai compreso poco dell'esistenza e non hai uno studio scientifico ed oggettivo di come si crescano i figli, specialmente se fai un figlio perchè lo desideri, un figlio si fa perchè si amano i bambini e si fa del proprio figlio l'unico oggetto da amare, non per crearsi una famiglia e azzittiri i condizionamenti sociali che vivono nella tua testa, non per soddisfare il volere dei tuoi genitori, non per proittare in lui il tuo fallimento, lui non è la tua seconda chance, anzi probabilmente sarà il tuo secondo fallimento" Cos'è un genitore? Un genitore è la figura legale e riconosciuta dallo stato su cui ricade la responsabilità sociale di far sviluppare un individuo fino al raggiungimento della maggiore età, i 18 anni. Passando alla parte concreta il genitore è colui che nella maggiorparte dei casi vi preparerà a sopravvivere e a sviluppare disturbi. Perchè questa affermazione così forte? Per denunciare uno spaccato della società contemporanea che da la possibilità a degli "animali con la parola" di essere dei genitori, senza che la società si assicuri che siano idonei a proteggere e insegnare la vita alla prole. Una società per definirsi moderna è necessario che si assicuri tramite un patentino ed un percorso di studio che il genitore abbia i mezzi,le possibilità economiche e mentali, i metodi di insegnamento per far sviluppare una personalità nel migliore dei modi, perchè questa andrà a costituire la società del futuro, e la qualità finale della società dipende dalla somma delle singole qualità delle singole parti. La società odierna è costituita per la maggiorparte di genitori che hanno una personalità irrazionale, e non hanno la possibilità di insegnare l'esistenza ai singoli individui, e quest'ultimi si ritrovano a crescere nel migliore dei casi opponendosi alle figure parentali, o si limitano ad essere cresciuti passivamente da ciò che impareranno qua e là nell'esistenza oltre l'esperienza all'interno del nucleo familiare. Questo va a denunciare anche la famiglia cristiana odierna, che facendo affidamento alla religione va a peggiorare il quadro complessivo, ipotizzando che sia sufficiente un padre una madre, amore e regole cristiane per crescere un figlio. I figli vengono fatti per i motivi più disparati (che saranno trattati in un altro articolo), ma nessuno che includa coerentemente un progetto funzionale a lungo termine che abbia come obbiettivo fondamentale la crescita e lo sviluppo della felicità della nuova vita che si viene a creare. Nella lettura del sito si andrà a comprendere come si diventa un insegnante dell'esistenza e come arrivare alla rinascita o in solitudine se possibile, o con l'aiuto di un insegnate esistenziale che prenderà le vece del genitore che ha fallito. Io sono stato una di quelle persone che ha compreso il fallimento dei genitori intorno ai 15-16 anni, ma per altri 6 anni circa ancora, fino ai 22 ho pagato le conseguenze di questo fallimento, passando da una serie di disturbi ed una infelicità di fondo nonostante avessi compreso il fallimento ad una felicità ottenuta dai miei investimenti su me stesso, quindi è evidente come aver comprenderso il fallimento delle figure parentali non è sufficiente, la parte difficile è stata ammettere che comunque mi avevano condizionato l'esistenza e da li cambiare nuovamente, e dopo una ricerca ho conosciuto indirettamente, tramite i loro libri i tre pilastri su cui ho fondato la mia consapevolezza, le tre persone che considero tutt'oggi i miei genitori, anzi due genitori ed uno lo zio se vogliamo metterla nel comico, ma la storia la potrete leggere nel dettaglio nell'articolo l' "università della vita". Genitore manipolatore/educatore. Alcune volte un figlio è un peso, quindi si tende a manipolarlo per spegnerlo, perchè è un problema che in quel momento non si vuole affrontare perchè si da priorità ad altri problemi della vita, o perchè si ha dei conflitti disturbi, tipo, vai in punizione, vai in camera tua, se continui ti meno, non fare il cattivo, fai il bravo altrimenti vai all'inferno etc..
I vostri figli, non sono figli vostri.
Sono i figli e le figlie del desiderio che la vita ha di sé stessa.
Essi non provengono da voi, ma attraverso di voi.
E sebbene stiano con voi, non vi appartengono.
Potete dar loro tutto il vostro amore, ma non i vostri pensieri.
Perché essi hanno i propri pensieri.
Potete offrire dimora ai loro corpi, ma non alle loro anime.
Perché le loro anime abitano la casa del domani, che voi non potete visitare, neppure nei vostri sogni.
Potete sforzarvi di essere simili a loro, ma non cercare di renderli simili a voi.
Perché la vita non torna indietro e non si ferma a ieri.
Voi siete gli archi dai quali i vostri figli, come frecce viventi, sono scoccati.
L'Arciere vede il bersaglio sul percorso dell'infinito, e con la Sua forza vi piega affinché le Sue frecce vadano veloci e lontane.
Lasciatevi piegare con gioia dalla mano dell'Arciere.
Poiché così come ama la freccia che scocca, così Egli ama anche l'arco che sta saldo.
(Khalil Gibran)
Persone che fanno i figli per riempire la loro esistenza vuota, persone che fanno i figli perché devono.