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- Concretezza -
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Cos'è la concretezza? 

Con il termine concretezza si pone l'accento sul fatto che non tutti i percorsi portino a qualcosa di reale, specialmente quelli sul lungo periodo.

La concretezza analizza quindi il risultato complessivo di un percorso, sottolineando come l'intenzione, il fare un po' siano da considerarsi cose di fatto inutili se non si arriva alla produzione di qualcosa.

Facciamo un esempio, immaginate che una persona scelga come corso di laurea filosofia, spende due anni e poi lascia l'università. Cosa si può dire? Che sebbene il soggetto sia stato costante per due anni raggiungendo anche diversi esami superati, non è stato concreto perché non solo non si è laureato, ma probabilmente non ha nemmeno portato a termine il suo obiettivo primario, ad esempio realizzarsi come filosofo, andare oltre l'università, ha interrotto qualcosa ancor prima di raggiungere la prima tappa alla quale ne seguivano altre. 

La concretezza in sintesi guarda ai progetti sul lungo periodo perché c'è il rischio che il soggetto sebbene possa essere costante anche per mesi o anni si fermi prima che tutto si trasformi in un prodotto reale, nell'obiettivo posto.

La concretezza non necessariamente guarda all'efficacia, guarda all'azione prodotta che potrebbe anche essere fallimentare. La consistenza invece analizza la concretezza e se ha portato ai risultati fissati.

La concretezza non è necessariamente raggiungere l'obiettivo fissato, ma raggiungere obiettivi.

Riprendiamo l'esempio della filosofia, il soggetto si laurea in filosofia, dopo un po' si rende conto che non c'è lavoro e si dedica ad altro ma utilizza tutto il suo percorso di studi per vivere meglio.

Quella laurea anche se non è si è trasformata in un lavoro si è trasformata in parte del curriculum ee sopratutto vive dentro il soggetto che lo aiuta a vivere meglio.

La concretezza è lasciare che, in qualsiasi modo avvenga, ciò che facciamo non vada perso ma sia un investimento che in qualche modo frutti.

 

La concretezza si basa sulla domanda "hai fatto fino a quando non hai ottenuto il prodotto?  Hai ottenuto qualcosa anche se era diverso da ciò che pensavi all'inizio? O ti sei fermato prima che ottenessi dei frutti?".

La concretezza è fondamentale perché ci ricorda che non tutti i piani d'azione sono così costanti da arrivare a produrre un risultato finale e reale, una costanza parziale non basta.

La concretezza ci dice che quando una persona si pone l'obiettivo svolge tutto il percorso per risolverlo, arriva a fare una serie di azioni che poi possono andare bene o male, in ogni caso la persona ha concretizzato un piano d'azione.

La concretezza ha sei caratteristiche specifiche:

- definizione del'obiettivo, ciò crea un problema, cioè la persona si domanda come faccio a raggiungere tale obiettivo, quale piano d'azione mi serve?

- la motivazione, la prima cosa che serve è la motivazione, senza di queste

- creazione dei sottoobiettivi, cioè di tutte le fasi che portate avanti produrranno il raggiungimento dell'obiettivo finale

- superamento di eventuali ostacoli, cioè sviluppare le abilità necessarie per eseguire ogni sotto obiettivo o acquisire le risorse mancanti;

- resistenza al dolore, riuscire nonostante il dolore che si prova a non cercare di distrarsi ma affrontare il problema e andare avanti

- assenza di inibizione, riuscire a superare le paure o non averle affatto. Si differenzia dal punto precedente perché il dolore già esiste e la persona ci fa i conti per uscire da una situazione dolorosa e non che fa paura, nell'inibizione invece la persona ha paure collegate a ciò che va fatto per superare i problemi.

Si legga problema per approfondire questo punto.

 

La concretezza viene definita come il contrario dell'astrazione, perché con l'astrazione viene inteso con il fatto che la persona è come se rimanesse bloccata in una sorta di pensiero, di un non riuscire a pianificare senza che arrivi a fare un percorso d'azione completo, qualcosa che rimane fumosa nella mente del soggetto.

Un esempio di assenza di concretezza la possiamo trovare nella persona che dice "voglio essere felice" ma se indaghiamo questa persona non sa nemmeno cosa sia la felicità, non sa porsi degli obiettivi che producano la felicità, non sa esattamente cosa cambiare della sua vita per arrivarci, tutte queste lacune la fanno pensare a vuoto.

Questo le impedisce di essere concreta, di sapere cosa fare o comuqnue farlo in modo che il percorso porti ad un risultato, ad un'azione unificante che vada oltre tentativi casuali.

In termini tecnici si definisce concreta una persona che una volta posto l'obiettivo:

- sa definire il problema, tutto ciò che le manca e quindi tutti i sotto obiettivi da raggiungere per 

 

Mancanza di concretezza da:

- mancanza di motivazione, 

- inibizione, le paure sono così intense da fermarlo all'inizio o lungo il percorso iniziato non facendoglielo completare;

- pessimismo, il soggetto non crede di potercela fare;

- mancanza o insufficienza di intelligenza fluida, definire i sotto obiettivi o aquisire abilità e risorse mancanti per raggiungere i sotto obiettivi;

- fuga dal dolore. Alcuni problemi presentano delle situazioni dolore per il soggetto. Questo potrebbe spingerlo a rifugiarsi nella distrazione e in altre fonti di piacere, il prezzo da pagare è che non si prosegue nell'obiettivo, non si prosegue nella risoluzione del problema. Solo le persone che agiscono nonostante il dolore vannoa vanti, continuano e risolvono il problema, in alcuni arrivando anche alla radice, cambiando quella parte di loro così sensibile a quella cosa. Ma in ogni caso questo è stato possibile perché la persona ha agito nonostante il dolore e non è caduta nella tentazione di rimandare, procrastinare, distrarsi, etc... 

 

 

QUal è la differenza fra concreto e pragmatico?

Con il termine pragmatico si intende chi, nel momento in cui parla, pensa e definisce piani d'azione si basa su elementi reali, non si basa solo su deduzioni e supposizioni, ma su elementi reali, dimostrando il proprio pensiero vincolando al reale.

Ad esempio due amanti pragmatici guarderanno non alle dichiarazioni d'amore dell'altro ma al come sta conducendo avanti il rapporto, come si comporta, cosa sceglie, se dimostra i suoi sentimenti, etc..

Oppure un ingegnere sarà pragmatico se farà un progetto guardando attentamente al cantiere, basandosi su elementi reali e non nel suo studio, creando qualcosa di completamente astratto che nel momento in cui le persone andranno a lavorare troveranno tutta una serie di difficoltà ad attuare quel progetto.

 

APPUNTI:

 

cinismo

 

concreto/concretezza, si definisce concreto ciò che è reale, opponendosi al concetto di astratto. Con il dualismo "concretezza/astrazione" si delinea la realtà da quella che è la rappresentazione che i soggetti fanno di essa;

fattibile, si definisce fattibile ciò che si può fare al momento in quanto il soggetto ha sia le abilità (e relativa autoefficacia) sia le risorse per farlo;

efficiente ,si definisce efficiente una scelta che per contrasto abbia un rapporto migliore fra spesa e resa sulla base degli obbiettivi posti. L'efficienza è uno dei fattori della razionalità? No anche se può essere considerato come un miglioramento della scelta razionale;

conveniente, termine usato come sinonimo di efficiente, cioè fare una scelta migliore in termine di spesa/resa anche se l'etimologia del termine indica un altro fenomeno, ovvero quello in cui una persona si rende conto che qualcosa è ciò che desiderava. Probabilmente questo sinonimo si potrebbe spiegare con il fatto che una delle cose che le persone desiderano di più è l'efficienza, avere di più dando meno;

razionale, si definisce razionale il'uso della mente e della ragione per prendere una strada che lo porterà all'obbiettivo stabilito (l'intelligeza descriverà l'adattamento per mettere in atto la scelta presa). La razionalità non guarda solo all'efficacia, ma anche all'impatto, al funzionamento, l'armonia e se in generale il dopo "funzioni" (razionalità di primo grado e secondo grado). Si definisce irrazionale un soggetto che a causa dell'emotività intensa non ha modo di scegliere, istintivo un soggetto che preferisce affidarsi a ciò che sente e prova lasciando perdere la ragione "una sorta di razionalità basata sulle emozioni";

consistente, si definisce consiste qualcosa che abbia sostanza, che vuol dire? La consistenza significa che qualcosa oltre che indicare che c'è qualcosa in apparenza, poi lo dimostra con i fatti, che c'è qualcosa di reale dietro. Pensate a quelle volte che in apparenza o solo all'inizio qualcuno o qualcosa sembrava avere un valore, sembra essere ciò che cercavate ma poi scavando meglio avete scoperto o che era tutto lì, o che era stato un caso, in cui un soggetto possedeva solo quello e nient'altro.

 

DA RISCRIVERE CON FATTIBILE, in contrasto all'ottimismo, cioè non cosa si può fare con dei cambiamenti e migliormenti ma cosa è fattibile fin da subito.

Concreto letteralmente vuol dire ciò che si codensa e di conseguenza ciò che esiste ed è osservabile. Il significato di questo termine in ambito esistenziale si traduce in ciò che verificabile, questo vuol dire che un discorso concreto fa leva sul fatto che la persona non sia costretta a fidarsi ma possa testare o osservare direttamente ciò di cui si è parlato una sorta di "se non vedo non credo".

L'essere concreti vuol dire puntare ai fatti, alle misurazioni e ai feedback non rimanendo solo nell'ambito "penso che" "credo che".

Rimanere concreti vuol dire in sintesi fare scelte, discorsi e investimenti che abbiano un continuo riscontro con la realtà, quindi che siano riproducibili, si osservano i feedback, si fanno esperimenti e non si basino solo su ciò che la persona sta credendo, in sintesi la concretezza è una delle forme massime ma al tempo stesso anche più immediate per capire se qualcosa sia valido o meno.

La concretezza non desidera aspirare agli standard scentifici dove si ricerca una regola e una riproducibilità dell'esperimento la concretezza è semplicemene "hai detto A e ho visto A".

Una persona concreta sarà di conseguenza una persona che non parla mai di possibilità e basta, di ciò che può succedere, ma tenderà a produrre esperimenti e dimostrazioni che possano far divenire il tutto più attinente alla realtà.

Si parlerà di amore concreto nel momento in cui la persona non si limita a dire "ti amo" o ad esprimere i propri sentimenti ma dimostra con azioni presente e passate il suo sentimento.

Uno dei punti esistenziali più significativi dove la concretezza è determinate è quello degli obbiettivi.

Una persona concreta nell'obbiettivo tenta di calcolarne la fattibilità, cioè non si limita solo ad agire e "usare la propria motivazione" ma costantemente e fin da subito va a misurare i feedack, vede dove sta andando, etc...

Un obbiettivo concreto è un obbiettivo che viene vissuto fin da subito o comunque durante la realizzazione sapendo che ciò che sta producendo sarà utile e apprezzato dalla persona, per fare un esempio pensate a quante persone si sono laureate ma con quella laurea a conti fatti non hanno ottenuto nulla o quasi ed è stato solo tempo perso.

Una persona orientata ad obbiettivi concreti è una persona che capisce immediatamente quando conviene rinunciare e lasciar perdere perché ciò che si sta facendo non conviene o forse nel breve o lungo periodo non sarà più perseguibile per mancanza di adattamento.

La concretezza quindi aiuta a capire se è il caso di continuare o rinunciare, rinunciare perché in realtà ciò che si sta ottenendo non piacerà o rinunciare per velleità (nello stato attuale non si è sufficientemente preparati per superarlo) o per altri motivi.

 

 

pratico

DA MODIFICARE CON CONCRETEZZA DELL'OBBIETTIVO

Prima di continuare è necessario premettere che la teoria sulla concretezza non ha lo stesso grado di profondità che si ha nella visione dell'obbiettivo posto come problema, la concretezza riduce lo scenario (non considera cause avverse, non considera inibizioni e ostacoli) per poter analizzare l'adattamento del soggetto e l'efficacia del suo piano d'azione, cioè quello che in termine tecnico porta a non avere blocchi e fare azioni efficaci

In questo modo l'obbiettivo può essere scomposto in due fasi, la prima fase è quella della concretezza che si potrebbe considerare come il nastro di partenza senza il quale una persona saggia nemmeno avvierebbe il raggiungimento di un obbiettivo. Poi c'è la seconda fase dove il soggetto si rende conto che comunque la situazione non è solo un "costruire" in un unico versante ma che il percorso sarà tortuoso, ci saranno avversità, ostacoli e altri problemi in generare che si presenteranno e in tutto questo anche le eventuali emozioni negative da affrontare che renderanno il tutto ancora più difficile.

Questo pezzo è fondamentale per capire che la concretezza non è tutto, l'adattamento non è tutto così come non lo è l'aver prodotto un piano d'azione efficace perché la realtà è complessa.

Come si fa a determinare se una persona ha un obbiettivo concreto oppure no? Se ha le basi per essere concreta?

Utilizzando questo metodo analitico basato su quattro passaggi:

1) Hai costruito e definito un piano d'azione completo (almeno per le prime fasi) su quello che intendi raggiungere? Qualcosa di scritto e nitido nella tua mente da seguire?

2) Possiedi le abilità che questo piano d'azione richiede (non tutti i piani d'azione richiedono specifici o particolari adattamenti)? 

3) Hai già messo in pratica questo piano e lo stai seguendo con costanza? Stai prendendo feedback e facendo miglioramenti man mano?

4) I primi risultati sono soddisfacenti? In generale questo percorso d'azione tende a funzionare?

 

 

 

Se anche una sola risposta a questi passaggi fosse negativa, l'obbiettivo è da considerarsi come non concreto perché la persona manca di uno o più elementi necessari che la realtà richiede e quindi nonostante stia motivata di fatto non la farà fruttare in modo efficace e gli obbiettivi che arriveranno saranno da considerarsi più come casuali non che per altro.


Questi quattro passaggi ci fanno capire che in fin dei conti agire in modo efficace non è poi così difficile o comunque qualcosa di così impossibile da raggiungeree. Si tratta di definire un piano, avere i requisiti richiesti, applicarsi costantemente e in base ai primi feedback sistemare il piano o considerare se è il caso di lasciar perdere.

Quando manca uno o più punti l'obbiettivo perde di concretezza, di seguito un'analisi punto per punto di ogni mancanza di cosa comporta.

Quando manca il primo punto la persona non può capire quello che andrà a fare e quindi potrà rispondere al secondo punto. In aggiunta la persona finirà per agire casualmente e trovandosi dentro probabilmente non avrà nemmeno la stessa lucidità e la stessa calma che invece avrebbe avuto se avesse agito preventivamente e quindi finire con l'agire in modo meno efficace, meno efficiente, più casuale.

Quando manca il secondo punto la persona rischia di bloccarsi, di non saper cosa fare o come affrontare determinati punto, cosa che di solito si supera quando arrivano delle condizioni facilitanti in suo soccorso, o il supporto di qualcuno. Qui si manifesta la mancanza di concretezza.

Quando manca il terzo punto è solo un'ulteriore dimostrazione maggiormente evidente di come la persona sia andata ad impelagarsi in una situazione dove manca di concretezza, dove non sa cosa fare, si blocca di continuo nonostante sia motivata proprio perché non ha fatto un piano o non ha l'adattamento per farlo.

Quando manca il quarto punto nonostante gli altre tre sono stati soddisfatti si rivela una mancanza di concretezza più subdola dove in apparenza il soggetto sembra concreto ma non ottenendo risultati di fatto non lo è. Le cause possono essere diverse ma di solito è l'adattamento del soggetto dove nonostante riesca ad agire di fatto ciò che ha fatto e il piano scelto non erano efficaci,  in alcuni caso può servire del tempo per capirlo, a volte lo si vede subito a volte no, ma in ogni caso prima o poi se si guarda ciò che si fa con metodo critico lo si capisce.

 

Una persona che diventa conscia di questo metodo, che lo applica, investe e insegue solo obbiettivi concretezza può essere definita come una personalità concreta.

 

Se prendiamo questo piano d'azione, questo metodo di inseguire e gestire i propri desideri ed obbiettivi ne possiamo anche definire l'opposto trovando il profilo del sognatore, una persona che si comporta nell'esistenza reale allo stesso modo di come funziona nei sogni dove tutto "accade per magia". Una persona che vive di completa aspettativa e fantasia. 

Nel mezzo fra persona concreta e sognatore troviamo persone che possono definirsi più efficaci di un sognatore ma comunque sprovviste di un metodo sufficiente per essere definite concrete, sono persone che potrebbero anche essere attive, che fanno qualcosa ma tenderanno a non avere i risultati se il metodo con cui affrontano quell'obbiettivo è incompleto, è lacuno, è distante dal metodo qui elencato. Si spazia dal persone che si lanciano allo sbaraglio senza abilità specifiche a persone che anche se hanno queste abilità comunque tendono a fare programmi abbastanza limitati o a non farli per nulla.

Per una persona concreta è difficile comprendere perché le altre persone non siano concrete, probabilmente nella propria chiusura mentale la persona non si rende conto che esistono personalità più deboli, con carenze, più ignoranti e che non sono arrivate a maturare una forma mentis così completa ed efficace, che non hanno avuto educatori che gli abbiano spiegato e insegnato un modo per affrontare la realtà. Alcune persone non hanno persino obbiettivi, così scarsamente propositive da non arrivare nemmeno a porsi il problema della concretezza.

 

La concretezza è il miglior strumento che esiste per ottenere l'appagamento nel tempo, dato che la persona non solo sa come e dove intervenire su ciò che desidera, ma nel caso comunque non riuscisse a raggiungere la concretezza perché ad esempio deficia di un adattamento che non riesce o non sa come sviluppare, ripiega e investe su un altro obbiettivo. La concretezza è un metodo che spinge al dinamismo e  all'essere attivi proprio perché non c'è concretezza senza una propositività dietro, persona definiendo un piano d'azione si rende immediatamente conto se può essere concreta o meno, quindi nel caso mancasse qualcosa non perderebbe tempo e cambierebbe obbiettivo, all'esatto contrario dell'essere sognatori che spinge la persona all'essere passiva, a crogiolarsi nella sua insoddisfazione, delusione e mancato generale appagamento, una persona che proprio perché non definisce un piano d'azione nemmeno si rende conto di cosa sta accadendo, di cosa va incontro, di cosa le manca, etc..

 

Concretezza e adattabilità

La concretezza proprio perché spinge una persona a rendersi conto di cosa può fare o meno è uno strumento velocizza il processo di adattamento spingendo una persona a cambiare prima, passando da ciò che non si può fare o non conviene fare a qualcosa dove si può essere più concreti. Una persona poco concreta potrebbero metterci del tempo prima di rendersi conto che l'obbiettivo che si è posto non era raggiungibile, perdendo del tempo che non avrebbe perso se fosse stata più concreta, e si fosse messa in discussione da subito riguardo alla fattibilità di ciò che intendeva fare, utilizzando ad esempio quelle domande evidenziate in questo articolo.

 

Concretezza e vuoto

Il vuoto potrebbe essere un problema dato che se la persona si ritrova ad avere poche cose da desiderare e su quelle fa anche fatica ad essere concreta nel momento in cui si guarda intorno si rende conto che comunque non ha altre alternative da inseguire, a causa della sua visione e motivazione limitata in altri contesti. Questo potrebbe spiegare perché alcune persone ripieghino a volte intenzionalmente nel sogno, come se questo fosse un meccanismo di difesa per non guardare una realtà che è più una trappola, un vicolo cieco, affrontarla significherebbe andare a scontrarsi con questo limite e l'essere concreti li porterebbe proprio in quella direzione. Mentre sognando possono rimanere immobili, crogiolarsi nell'aspettativa, basarsi su quelle poche cose che si desiderano e sulle quali non si fa nulla per raggiungerle, perché se non rischi non puoi fallire, se non ti butti non sai quanto è il tuo livello di adattamento e il sogno li lascia in questo limbo che potenzialmente li farebbe soffrire meno nonostante siano insoddisfatti. Queste persone potrebbe mantenere comunque dei piccoli contatti con la realtà, raggiungere comunque degli obbiettivi minori ma il loro punto centrale, rimarrebbe comunque questo grande sogno in cui si sono rinchiusi.

 

Concretezza e ostacoli

Essere concreti non implica avere una personalità saggia, questo potrebbe significare che una persona anche se raggiunge la concretezza potrebbe comunque avere altre sue caratteristiche di personalità che le remano contro, pensiamo ad una persona sensibile e che tende a perdere di lucidità, nonostante possa essere concreta questa emotività passiva potrebbe comunque ostacolarla nel raggiungimento dei suoi obbiettivi.

 

Concretezza e motivazione

In questa teoria non è stata nominata la motivazione perché la concretezza è qualcosa che viene dopo il desiderio e dopo la motivazione, cioè una persona prima desidera qualcosa e lì trova la motivazione per agire, si parla quindi motivazione concreta o motivazione non concreta. Al limite la mancanza di concretezza può generare demotivazione.  Se la persona è apatica verso l'obbiettivo che si è posto è perché non riesce a trovare del piacere e quindi la causa non è da ricondurre alla concretezza ma ad un fenomeno che viene ancora prima, cioè all'apatia.

 

Si parla di concretezza quando la persona ha iniziato ad agire e si osserva il relativo comportamento per determinare se abbiano di fronte una persona concreta o meno.

 

Concretezza e rinuncia

Nel momento in cui una persona si rende conto che quell'obbiettivo non conviene essere inseguito, anche se lo desidera la persona nella sua consapevolezza riesce a rinunciarvi investendo e dirigendosi altrove.

 

Qual'è la differenza fra sapersi accontentare ed essere concreti? Il sapersi accontentare vuol dire riuscire a trovare soddisfacente un piacere senza che venga necessariamente "dopato" ovvero riempito di aspettative o costruirci una realtà intorno specifica per "potenziarne il piacere", cioè la persona ha già raggiunto il suo obbiettivo e investe nell'accontentarsi senza metterlo a rischio, l'essere concreti invece analizza la fase precedente, quella in cui la persona si è posta un obbiettivo che non ha ancora raggiunto o che sta tentando di raggiungere di nuovo, si analizza la sua probabilità di riuscita, la validità del suo metodo d'azione.

 

Un racconto tratto dal web che descrive il profilo di un sognatore:

"Da qualche anno ho iniziato a crearmi nella testa una vita, un'altra vita, ovviamente perfetta. 
Da quasi un anno vado avanti con la stessa, sono sposata ad un calciatore famoso, ho una villa lussuosa, non devo lavorare, sto per sposarmi, vado a feste bellissime. Ho conosciuto i suoi genitori, il figlio che ha avuto dalla sua ex.

Questa vita che mi sto immaginando è ben lucida. Spesso, quando sono da sola, parlo, agisco e interagisco con persone immaginarie. Ultimamente questo succede spesso, a tal punto che alcune sere non esco perchè sono da sola con il mio "fidanzato super bellissimo" immaginario. 

La cosa mi sta logorando, ho provato a scrivere tutto, ho riempito 35 pagine sperando di togliermela dalla mente, ma nulla.

Anche quando avevo il ragazzo ci pensavo, vivevo la mia vita immaginaria. Ora che sono single, figuriamoci. 
Sono uscita con un ragazzo, per un paio di giorni ho vissuto malissimo perchè ero combattuta tra il continuare la vita immaginaria e il dimenticarmela e concentrarmi sul ragazzo nuovo. 
Ho scelto la prima, stando malissimo. 
Ma nel mio stare male, c'era il mio fidanzato immaginario a consolarmi.

e' ovvio che io sto vivendo questa vita immaginaria perchè quella reale non mi soddisfa. Ma come posso uscirne?
Voglio prenderla in tempo, finchè ho ancora forza per dire "stasera esco e non ci penso". 
Non voglio arrivare al momento in cui non riuscirò più a distinguere tra realtà e immaginazione, anche se spesso sento di esserci vicino. "

 

Essere concreti vuol dire essere coerenti

Una persona concreta difficilmente risulterà incoerente perché nel momento in cui si pone un obbiettivo, produrrà delle azioni che lo poteranno in quella direzione dato che la persona si renderà immediatamente conto se ciò non sta avvenendo, questo metodo di analisi comportamentale lo aiuta quindi a cessare immediatamente quelle azioni che invece alle persone "normali" iniziano ad accumularsi e senza che se ne rendano conto li fanno sfociare in un'incoerenza, in prodotti comportamentali diversi e lontani da quelli che si erano prefissati.

 

Perché il soggetto non riesce a crescere in un settore? Perché non sa come e cosa fare per divenire concreto? La risposta la troviamo nel fallimento educativo

 

 

La media della popolazione non è concreta ma tende a seguire cinque fasi (per quei pochi che arrivano fino alla fine) mentre la maggior parte si ferma comunque strada facendo:

- la persona si pone un obbiettivo che la motiva ma ha una visione di ciò che andrà a succedere da lì a breve completametne errata;

- la persona si fronteggia con una realtà difficile proprio perché aveva pensato ad altro ed è difficile vedere non solo che le cose non stanno andando come preventivato ma anche che ci sono ostacoli, blocchi, errori (si legga problema per approfondire);

- la persona non si lascia fermare da questa situazione ed inizia ad apportare le modifiche necessarie (complice anche l'esperienza e la realtà palesata che l'ha svegliato) per poter agire in modo efficace, facendo i cambiamenti necessari;

- il cambiamento precedente e il non essersi arresi ha portato la persona a fare quindi i primi passi ed avere avuto i primi successi che ora la motivano e la portano verso il risultato; 

- la persona raggiunge finalmente il risultato dopo un tot di tempo.

 

Questo non è ciò che accade a chiunque ma solo uno degli scenari più diffusi, un altro scenario diffuso è quello di una persona che si sceglie un obbiettivo su cui è inizialmente apatica e che porterà avanti nel tempo quasi esclusivamente per lena.

 

Concretezza e cambiamento

Essere concreti vuol dire anche rendersi conto in anticipo che le cose cambiano, che la persona stessa cambia e che quindi per obbiettivi a lungo termine è un fattore che va considerato.

APPUNTI:

- Pragmatico

- Fattuale

 

intraprendenza/propositività

spiegare meglio il collegamento con la rinuncia

fare/agire]

 

 

 

DA MODIFICARE PER INSERIRLO

Come si arriva alle mancanze attitudine nei confronti della gestione dei problemi? Con un'educazione fallimentare dove si commettono prevalentemente questi tre errori:

- non aiutano il soggetto a sviluppare metodi percettivi validi, quello che in inglese viene chiamato framing del problema, si assegnano compiti ma senza che ci siano spiegazioni dietro e senza che si inquadrino in situazioni reali, senza che il soggetto venga messo alla prova nei suoi metodi deduttivi perdendo quindi l'obbiettivo che ha la scuola di preparare un soggetto a gestire i problemi della vita perché nella mente della persona i problemi sono solo a scuola e la vita la si passa protetti dai genitori, facendo quindi sia difficoltà ad accettare il fatto che l'esistenza presenti problemi e di conseguenza il non esserne minimamente preparati a riconoscerli e capirli;

- non aiutano il soggetto a prepararsi agli ostacoli, imprevisti e blocchi, si assegnano compiti con progressioni lineari e non si mette mai il soggetto nel trovarsi in situazioni in cui si ritrova con un blocco o con un imprevisto o con uno ostacolo che solo lui può gestire senza nessuno aiuto. Non viene preparato il soggetto ad avere una autosufficienza operativa ovvero una "autocoscienza della lacuna e sapere dove rivolgersi e come fare per colmarla". Per fare un esempio pratico un professore potrebbe fornire le basi ma iniziare dopo un po' a fornire problemi a cui il soggetto non è preparato ad affrontare, aiutandolo a districarsi in questo caso da solo per trovare un modo di adattarsi, cercandosi da solo teoria o fare da solo pratica per arrivare a risolvere il problema, nella vita non c'è sempre un professore o un mentore a cui fare riferimento. Qui di solito si genera una realtà educativa paradossale dove si spinge il soggetto, specialmente se insicuro, ad essere di fatto dipendente a livello operativo da qualcuno che gli spieghi continuamente cosa fare al punto da associare queste figure all'unico mezzo che hanno per sentirsi sicuri e avere le certezze che ricercano con pensieri come "se mi dicono come fare le cose non ho problemi, ma se ho delle cose da fare e nessuno me le spiega vado in tilt, mi sento insicuro";

- non si vanno a toccare le basi esistenziali della realtà, ma ci si concentra solo su frangenti tecnici lasciando completamente scoperto la persona su tematiche come quelle emotive, sul funzionamento di base del cervello, pensiamo all'attacco di panico, ogni persona potrebbe provare un attacco di panico e probabilmente nessuno nella vostra esistenza vi ha mai preparato a questa evenienza e se vi è accaduta è probabile che sia stata traumatica e vi abbia lasciato forse per giorni interi con un problema che non sapevate minimamente come affrontare. Ma anche altri argomenti come l'amore, l'amicizia, l'essere genitori, l'essere figli etc, cosa sia la simpatia. Una delle assurdità è quella di non fornire nemmeno un metodo di studio, di non preparare la persona allo studio, come se la scuola fosse una serie di problemi lineari e svincolati dalla realtà della persona. Questo quindi porta ad un soggetto che non  solo non sa affrontare le sue emozioni e né le capisce ma anche ad un soggetto che è stato preparato a gestire linearmente una serie di problemi ma non quelli esistenziali, nemmeno i più banali pensando/sperando che le imparerà da solo facendo esperienza.

ultima modifica il: 08-06-2019 - 7:55:35
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