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- Deduzione -
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Cos'è la deduzione?

Con il termine deduzione si evidenzia quel fenomeno mentale in cui una persona è in grado, tramite l'uso di regole precedendemente sviluppate di completare delle informazioni mancanti senza osservarle direttamente, facendo leva su delle regole che ha aquisito in precedenza. 

La deduzione quindi ci dà modo di riempieri dei vuoti di conoscenza a partire da dei dati che si possiedono.

La deduzione ci dà modo di conoscere cose che non sappiamo sia nel presente, che nel passato o futuro.

Esempio immaginiamo un uomo che vuole sedurre una donna e per sapere come comportarsi prima deve cercare di capirla, vede che questa donna ha dei vestiti non firmati e conclude tramite una sua regola che una donna senza vestiti firmati è una donna che è interessata all'apparenza in generale ma a cose più profonde e di valore.

Quello che ha compiuto quest'uomo è una deduzione e userà questa informazione ad esempio per intavolare un discorso più profondo, se la sua conclusione sarà azzeccata è probabile che la sua mossa possa aiutarlo nella seduzione.

 

Ogni persona deduce continuamente, dedurre a volte è necessario in quanto non si ha modo di accedere all'informazione e altre volte lo si fa per risparmiare tempo, altre volte è superfluo o addirittura deletario ma viene fatto lo stesso per automatismo.

Solitamente si parla di deduzione quando la regola deduttiva viene usata nella direzione con la quale è concepita. 

Riprendiamo l'esempio di prima della regola sviluppata da quell'uomo "le donne senza dei vestiti firmati sono persone più profonde", il soggetto ha visto come è vestita la donna e ha dedotto la sua personalità.

Nel momento in cui invece mettiamo il caso che l'uomo ci ha parlato solo in chat e non l'ha mai vista dal vivo e questa donna le confessa di essere una persona profonda ecco che il soggetto potrebbe fare una deduzione partendo da un punto diverso di quella regola, cioè "siccome è una donna profonda allora non le piacciono i vestiti firmati".

Nel primo caso eravamo partiti dal "se una donna ..." mentre ora partiamo dal "se è profonda", c'è un ribaltamento della regola.

Questo scambio, questa trasformazione in "se una donna è profonda allora non userà vestiti firmati" è una abduzione, il soggetto ottiene una regola collegata in qualche modo all'originaria che gli dà ulteriore potere deduttivo.

L'abduzione è arbitraria, non c'è nessuna garanzia che le cose funzionino in questo modo.

Tutto l'articolo si concentrerà sulla deduzione, ma tenete a mente della possibilità di abudzione che gli esseri umani possono fare riguardo alle regole che possiedono.

Facciamo un altro esempio di deduzione, quante volte vi sarà capitato di prendere la macchina per andare in un posto dando per certo che ci fosse il parcheggio perché alla domanda "c'è parcheggio?" avete risposto con una regola che avevate sviluppato, ovvero "se è mattina è libero" o "se è un giorno di ferie è libero" concludendo che essendo una di quelle due premesse rispettate lo avreste trovato libero.

Nella maggior parte dei casi questa deduzione vi ha portato ad una previsione corretta, un'informazione utile, ma poi c'è stata quell'eccezione, in cui la regola non vi ha aiutato, in cui la deduzione vi ha tratto in inganno, in quanto non calcolava eventi imprevisti come lavori in strada oppure evento straordinario in zona che ha portato ad un afflusso di persone che hanno occupato tutti i parcheggi liberi.

Ogni volta che fate una deduzione la qualità della deduzione è proporzionale alla qualità delle regole su cui fate affidamento, più le regole che usate sono complesse e valide, quanto più probabilmente avrete una deduzione valida e utile.

Come per ogni ambito dell'esistenza torna il concetto di validità e non verità, una persona saggia e che possiede una mentalità scientifica sa che quella conclusione non è dimostrata e solo con il metodo scientifico può farlo, altrimenti è sempre qualcosa da prendere con le pinze, ricordando che è un'opinione e non un fatto, un'opinione derivante da una propria deduzione.

Le abilità deduttive del soggetto si misurano in base alla quantità di regole che possiede, più un soggetto ha delle regole sulla realtà più può usarle per fare deduzioni a partire dalle informazioni che ha sviluppato e che combaciano con tali regole.

Ogni deduzione può essere descritta secondo un meccanismo a fasi di questo tipo:

- si inizia con premessa informativa, si riferisce alle informazioni di partenza sulle quali si farà le deduzione;

- si applica la regola posseduta, detta anche fase dell'inferenza, dove il soggetto sceglie una regola e la applica all'informazione;

- conclusione, il prodotto della regola applicata all'informazione.

 

La regola può essere applicata in due modi differenti:

- modus ponens, evidenzia la deduzione quando si ha un riscontro positivo fra informazione e possibilità di usare la regola. Riprendendo l'esempio precedente, il soggetto che si è chiesto se il parcheggio fosse libero, una volta che ha attinto alla regola "di mattina il parcheggio è libero", se ha riscontrato che era effettivamente mattina allora è scattato il modus ponens in quanto ha stabilito che la regola è applicabile e quindi può giungere alla conclusione tramite quella stessa regola. Se non è mattino non può stabilire nulla, quella regola non può aiutarlo ed è necessario cercare un'altra regola che rispecchi le informazioni che possiede, cioè che sono soddisfabili affinché possa deddure. Ad esempio è pomeriggio e il soggetto si ricorda che quando è festivo i parcheggi sono vuoti in una zona, quindi essendo giorno festivo si reca nel posto dove sa che nel festivo c'è parcheggio libero;

- modus tollens, evidenzia il percorso deduttivo opposto, la persona in questo caso è come se dicesse "sono passato di qui e ho visto i parcheggi vuoti, sarà per caso mattina? Sarà per caso un giorno festivo?". Il modus tollens viene usato quando il soggetto usa la sua regola mentale seguendo un percorso differente, se la regole è "se è mattina non c'è il parcheggio", non è detto che si debba partire necessariamente dal guardare se è mattina, pomeriggio o sera, ma si può fare il percorso inverso, cioè conoscendo i dati sul parcheggio capire che momento della giornata è. Per fare un esempio concreto immaginiamo che il soggetto sia svenuto nel locale del parcheggio sotteranneo, rinviene e non ha un orologio, non ha nulla. Non ha modo di usare nessuno strumento per stabilire che ora è. Da quella regola che conosce "il mattino non ci sono macchine parcheggiate" può dalla presenza delle macchine o meno tentare di capire che momento della giornata sia.

 

Questi due modi sono gli unici validi che ogni essere umano utilizza, cioè nel momento in cui si possiede una regola questa la si può usare in un verso o nell'altro. Quando si usano altri modi come affermazione del conseguente o negazione dell'antecedente si cade in errore, questi modi verranno approfonditi nel corso dell'articolo.

Più regole il soggetto possiede in un settore, più potrà usarle in modo tollens e pones per ricavare informazioni mancati, è importante avere anche delle informazioni di base da poter usare per dedurre.

Sebbene in apparenza questo meccanismo possa sembrare semplice in realtà non lo è affatto, vi sono numerosi errori che possono essere fatti, errori definiti come fallacie, che portano la persona a fare una deduzione errata senza che se ne renda conto.

In questo articolo verranno trattate le fallacie più comuni ma c'è una fallacia che  si potrebbe definire come "il peccato originale" quella più ostica e che nasce dall'errore di vedere le regole come qualcosa che porta a "conclusione certa".

Come si spiega questo errore? Con una mentalità antiscientifica, il soggetto presume che siccome possiede l'informazione e la regola deduttiva allora la conclusione sarà certa, ma la conclusione può essere solo probabile.

Invece di dedurre con "allora è così" un soggetto che non cade in questo errore deduce in "allora può essere così". Questo tipo di logica si definisce fuzzy, e si può tradurre in italiano come logica sfumata.

Questo perché c'è sempre un margine di errore, sia le premesse che le regole per dedurre sono frutto dell'uomo e in quanto tale passibili di errore.

Sviluppare questo tipo di logica è fondamentale perché dà modo al soggetto di prendere i suoi prodotti mentali e usarli in modo probabilistico, ricordando che vanno comunque sottoposti ad un processo di validazione e non sono qualcosa da usare con leggerezza.

Questo perché? Perché la possibilità di errore è sempre in agguato. 

Gli errori si possono annidare a due livelli, il primo è che le premesse usate sono false/distorte. Questo non rientra nell'errore deduttivo in sé, è un errore che riguarda più la razionalità in generale.

Poi ci sono gli errori deduttivi dove si usa una regola che non è valida, che porta ad un risultato sbagliato, anche se il soggetto non la percepiva sbagliata.

Parlare in termini di probabilità, anche se non chiaramente misurata, aiuta il soggetto a ricordare che non necessariamente può essere così e quindi essere un incentivo a non prendere mai il prodotto mentale come una certezza assoluta.

In sintesi è fondamentale considerare costantemente che, anche se non ce ne accorgiamo, le regole e le premesse che usiamo potrebbero essere distorte. 

Qui si comprende a pieno il significato di fallacia, cioè l'uso di metodi deduttivi che il soggetto ritiene validi/veri quando in realtà non lo sono.

Essendo praticamente infinite le regole che un soggetto usa per dedurre si può intervenire su queste fallacie in due modi:

- scetticismo sistematico, il soggetto prima di usare la regola la pone a processo di validazione per capire se può essere valida, se produce conclusioni valide a partire dalle informazioni che possiede;

- conoscenza delle fallaci più comuni, delle regole sbagliate più comunemente usate per fare deduzioni. Se si conoscono è più facile e immediato non cascarci più, non pensare e dedurre più in quel modo.

 

Prima di proseguire è necessario fare una premessa. Aristole, oltre 2000 anni fa, si era reso conto di come diverse persone tentassero di dimostrare l'erroneità delle argomentazioni altrui (confutare) in modi non validi, fenomeno che lui definà come ignoratio elenchi  che si potrebbe tradurre in italiano come "non prova ciò che dovrebbe provare". Questo si può estendere non solo al tentativo di confutazione da parte di un esterno ma al pensiero in generale, al fatto che il soggetto usi delle regole deduttive non valide senza che se ne renda pienamento conto. L'ignoratio elenchi non è una fallacia ma il concetto che sta alla base delle fallacie, cioè che il soggetto senza rendersene conto applica delle regole per dedurre o per confutare che non sono valide.

 

L'articolo ora continuerà sull'elencare le fallacie più comuni:

- Fallacia dell’oggetto fantocciostraw man argument in inglese. Questa fallacia consiste nel dimostrare qualcosa portando una tesi che non dimostra nulla. Questa fallacia è in realtà una fallacia doppia, perché il soggetto cade innanzitutto nella trappola del "una dimostrazione uguale verità" ma per assurdo ci casca a partire da una dimostrazione che nemmeno è valida e/o collegata. Un esempio di argomento fantoccio è "gli uomini sono tutti porci, basta guardare come si comportano quando un fidanzato viene sedotto da una donna che gli fa capire che gliela vuole dare". Gli uomini non esiste come soggetto, esiste un uomo o gli uomini statisticamente parlando, ma non è che tutti gli uomini si comportano allo stesso modo. Chi cade in questa fallacia ha nulle capacità critiche.

- Fallacia dell’argomentazione trasversale. Questa fallacia consiste nel presentare al soggetto una dimostrazione che non ha nulla a che fare con ciò che si tende a dimostrare, qualcosa di palesemente vero ma che non ha potere dimostrativo facendo leva sulle scarse capacità critiche del soggetto che non riesce a capire cosa sta subendo e finire per credere all'oratore. Il trucco consiste nell'usare scenari simili, che rimangono attinenti ma si discostano dall'argomento iniziale. Questo è possibile perché non ci si rende conto che un esempio simile o leggermente modificato non può avere un potere dimostrativo, anche se sembra attinente. Per dimostrare qualcosa, per capire se è valido, è necessario rimanere in quello specifico scenario senza spostarsi in altri scenari. Questo vale sia per chi tenta di dimostrare qualcosa che per chi tenta di falsificarla. Per difendersi da questa fallacia fate particolare attenzione ogni volta che qualcuno per dimostrare o falsificare qualcosa fa un esempio e si sposta su un altro scenario o porta una sua visione, anche solo leggermente modificata. Ogni volta che si porta uno scenario diverso o si fanno modifiche allo scenario si sta generando un argomento fantoccio, quindi fate attenzione a non collegare i due eventi, non deducete che siccome dimostra/falsifica qualcosa sullo scenario traslato/modificato allora sia dimostrato/falsificato anche lo scenario iniziale. Questa fallacia solitamente viene sfruttata da oratori manipolativi ma può succedere che il soggetto stesso la usi pensando erroneamente che sia un modo valido di dedurre/dimostrare la realtà;

Fallacia della composizione/divisione.  Simile all'argomento fantoccio con la differenza che non ci si sposta su uno scenario simile ma si rimane sullo stesso scomponendolo. La fallaccia consiste nel dedurre che se una parte dell'argomentazione iniziale sia valida/falsa allora anche l'argomentazione lo sia. Il soggetto ritiene  che ciò che è valido per una parte sia valido per il tutto (composizione) o che viceversa ciò che è valido per un intero sia valido anche per le sue componenti (divisione). Esempio di fallacia di composizione, una dieta basata su cibi sani non può essere che sana. Non è così, una dieta per essere sana non guarda solo alla qualità degli alimenti ma anche alla quantità;

- Fallacia aneddotica/statistica detta anche dell'ipergeneralizzazione. Citare un aneddoto o un esempio isolato della propria esperienza personale per confutare una tesi statistica. Il soggetto non è in grado di comprendere la statistica e la percentuale ma stabilisce regole generali ed universali a partire da singoli casi.

- Fallacia della mezza verità. Questa fallacia consiste nel dire nella prima parte dell'argomentazione qualcosa di dimostrato come valido o che l'altro riconosce come tale. Il soggetto tenderà a prendere per valido anche la restante parte dell'argomentazione anche se non è validata secondo la regola "qualcosa che all'inizio è vera sarà sempre vera". Affinché questa fallacia sia efficace è necessario che la seconda parte del messaggio, quella che vogliamo l'altro credi, sia considerata plausibile altrimenti si rischia che nasca il dubbio. Quante volte leggendo dei messaggi lunghi e articolati avete preso tutto per valido, quando in realtà molte di quelle parti non contenevano dimostrazioni ma il passaggio è stato quasi automatizzato dal fatto che la prima parte del discorso l'avente percepita convincente e di conseguenza anche tutto il resto l'avete preso automaticamente per buono. Ogni passaggio va validato, non può essere preso per buono in modo automatico solo perché la restante parte del discorso è stata validata o peggio ancora ci è sembrata valida;

 

- Ad hominem. Questa fallacia consiste nel dedurre la validità di un'argomentazione a partire da chi l'ha pronunciata. Ad esempio un soggetto potrebbe sviluppare la regola del "se uno è drogato qualsiasi cosa dice sarà falsa". Questa fallaccia la si trova in numerose varianti differenti. Ad esempio quella del "se chi dice qualcosa commette errore grammaticali allora ciò che dice  falso". Un'altra regola che produce questa fallaccia è "tutte le persone cattive mentono o non sono credibili". L'errore consiste nel non rendersi conto che ogni cosa va validata a prescindere da chi la dice o come la dice, a prescindere di chi è e di quello che pensiamo di quella persona che parla. Questa fallacia nasce dal bisogno umano di fare le cose velocemente, non avendo strumenti e tempo di stare a cercare la validità analiticamente, per fare più rapidamente tende a fidarsi della presona quando questa è credibile. La fallacia Ad Honim avviene in tutti questi soggetti che si affidano alla credibilità per capire se una cosa è valida o meno, una volta che si toglie la credibilità il soggetto non crede più;

Ad natura. Questa fallacia consiste nel dedurre che se qualcosa proviene dalla natura allora è necessariamente buona. Questa regola nasce a causa della visione negativa dell'artificiale, specialmente con la raffinazione e la creazione di sostanze nocive portate dal progresso. Questo ha portato diversi soggetti a creare la regola che "naturale è sempre buono" e "artificiale è sempre negativo" quando in natura esistono numerose sostanze tossiche o neutre, e artificialmente si possono produrre invece sostante positivie e che ci aiutano;

- Fallacia della sapienza. Questa fallacia consiste nel dedurre che se un soggetto stimato e considerato sapiente dice qualcosa allora questa è necessariamente vera. Si potrebbe vedere come analoga a quella Ad hominem, se qualcuno lo consideriamo negativamente non crediamo a ciò che dice, viceversa se lo stimiamo allora ci crediamo. La regola è errata perché ogni cosa va validata a prescindere da chi la dice;

- Fallacia della riprova sociale. Questa fallacia consiste nel dedurre che se più persone dicono una cosa allora questa è vera. La regola che il soggetto usa è "se tutte o gran parte delle persone dicono la stessa cosa allora è vera". Anche qui la regola è errata, ogni cosa va validata a prescindere da quante persone ci credano;

Fallacia dell'antiriprova sociale. Questa fallacia consiste nel dedurre che se più persone dicono una cosa allora questa è necessariamente sbagliata. Questa regola nasce dalla visione che l'uomo essendo mediamente fallace, mediocre, etc... tutto ciò che è generalemente diffuso allora è distorto, sbagliato, etc... Anche qui la regola è errata perché ogni cosa va validata a prescindere da quante persone la seguono;

- Fallacia della dimostrazione per ignoranza. Questa fallacia consiste nel dedurre che se qualcuno non riesce a dimostrare la falsità di qualcosa allora questa è vera. Se una cosa non viene dimostrata falsa non vuol dire che sia necessariamente vera, ogni cosa va validata; 

- Fallacia dell'antichità. Questa fallacia consiste nel pensare che sia vero e giusto fare una cosa solo perché si è sempre fatta così. Ogni cosa va dimostrata nella sua validità a prescindere che la sia sempre fatta o meno;

- Fallacia della novità o fallacia della strada nuova. Dedurre erroenamente che ogni cosa nuova e aggiornata sia automaticamente meglio della precedente. Un esempio di regola è "la tecnologia avanza, le cose vengono ulteriormente affinante quindi se qualcosa è più recente allora è necessariamente migliore;

- Fallacia della strada vecchia. Questa fallacia si potrebbe considerare come l'opposto della fallacia della novità. Si considera il vecchio come migliore di qualsiasi prodotto nuovo perché collaudato, conosciuto, etc... Ad esempio il soggetto stabilisce che il forno al microonde fa male o non è buono ed è meglio usare strumenti più antichi come il fornello a gas, il fuoco a legna, etc... Questa fallacia non va confusa con quella dell'antichità. Mentre nella fallacia dell'antichità si stabilisce che siccome una cosa è vecchia e antica allora è necessariamente vera, la fallacia della strada vecchia invece ha una regola differente in cui si vede il vecchio come sempre meglio del nuovo, un'estremizzazione del principio di precauzione;

- Fallacia del costo. Più costa più ha valore, il valore va determinato in base ad altri fattori più significativi e non in base al costo;

- Fallacia della coincidenza o Cum hoc ergo propter hoc. Si definisce fallacia della coincidenza quella fallacia in cui si deduce che se due eventi sono accaduti contemporaneamente o in rapida successione allora sono necessariamente collegati (correlati). La correlazione va dimostrato e il fatto di essersi manifestati contemporaneamente non implica necessariamente che sono collegati. Solitamente questa fallacia avviene perché il soggetto non è in grado di vedere tutti gli altri eventi che sono collegati. Questa fallacia ad esempio la troviamo quando si ha mal di pancia, il soggetto come prima cosa deduce che se ha mal di pancia è stato necessariamente qualcosa che ha mangiato in quell'arco di tempo ma non è detto che sia stata quella la causa, proprio perché il soggetto non conosce e non capisce quanti altri elementi potrebbero causargli mal di pancia come un virus preso giorni prima, un colpo di freddo, una condizione patologica innata, etc.. focalizzandosi sul primo elemento significativo che gli viene in mente che è capitato nello stesso arco di tempo per concludere "è stato quello";

- Fallacia della singola dimostrazione. Questa fallacia consiste nel dedurre che se c'è una dimostrazione di qualcosa allora questa è da prendere per vera. Un esempio di regola dietro questa deduzione si potrebbe descrivere come "se vedo che le cose stanno realmente così allra è vero". Questa regola affonda le proprie radici nella mentalità antiscientifica e nell'ignoranza sul principio di falsificazione.  Il soggetto non comprende il concetto di validità progressiva, pensa che una cosa sia falsa o vera e che basti poco per arrivare a prendere qualcosa per vero. La dimostrazione è qualcosa di limitato, dimostrare qualcosa di per sé non dà molto valore all'ipotesi originaria, alcune dimostrazioni sono perfino ingannevoli. Questo si traduce nel fatto che per dimostrare che qualcosa sia valido sono necessarie più dimostrazioni e sopratutto è necessario applicare un metodo più potente per validare qualcosa cioè tentare di falsificarlo piuttosto come confermalo. Si legga scienza per approfondire e comprendere meglio come non cadere in questa fallacia. Questa fallacia si contraddistingue per l'effetto di immediata verità che il soggetto sente di fronte ad una prima dimostrazione con pensieri come "eureka" "vedi c'ho ragione" "vedi allora è casi" che indicano questa propensione a prendere qualcosa per vero alla prima dimostrazione;

Fallacia del falso dilemma.  Questa fallacia consiste nel dedurre che se ci vengono proposte solo due opzioni allora esistono solo due opzioni. Quando ci vengono offerte delle opzioni non vuol dire che ci siano solo quelle, questa fallacia deriva in parte dalla fallacia di sapienza, in qualche modo ci fidiamo di qualcuno che avendoci dato solo due opzioni ci porta a credere che ne esistano solo due;

 

 

Fallacia istintiva. La regola è che se si prova una emozione positiva allora questa significa che stiamo agendo/scegliendo bene. Viceversa se proviamo un'emozione negativa stiamo sbagliando/agendo male. Ogni caso va validato in base ad altri fattori significativi e le emozioni che proviamo non dicono nulla a riguardo. Il soggetto usa le emozioni anche per confermare scenari interpretativi, per esempio, concludere che, siccome ci si sente sfiduciati, la situazione è senza speranza ("se mi sento così allora deve essere così");

Fallacia dello storico. La regola è che se un soggetto ha sbagliato in passato allora sbaglierà ancora e non può essere credibile o al contrario se ha sempre indovinato allora indovinerà ancora (combaciando in questo caso con la fallacia della sapienza). Si usa il passato per stabilre la validità del presente senza prederla in esame. Questa fallacia porta a pregiudizi in quanto il soggetto usando delle regole quali "se era così, sarà così anche ora" non guarda alla realtà che ha di fronte ma la guarda tramite la sua storia senza considerare il fatto che possa essere cambiata o che a prescindere di quanto successo prima, se non sappiamo i motivi per cui falliva/indovivana non possiamo predirre cosa sta per succedere;

- Fallacia dell'implausibilità. Questa fallacia consiste nel prendere le proprie regole sul mondo e usarle per stabilire se qualcosa può essere stata possibile o meno. L'errore consiste nel dare un potere di verità alla propria visione del mondo, come se fosse in grado di poter stabilire con assoluta certezza quello che si può fare o non si può fare. Da questa fallacia nascono tutte le teorie sul negazionismo in quanto il soggetto stabilisce a priori che qualcosa non può essere stata possibile, come ad esempio essere andati sulla luna con pensieri come "in quel periodo storico non c'era la tecnologia per andare sulla luna, quindi non ci siamo andati". L'errore consiste nello stabilire con certezza cose che sono solo frutto di una visione soggettiva;

Fallacie della comunicazione o fallacia da anfibolia. Il soggetto deduce che gli altri usino le parole con i suoi stessi significati o che questi significati si possano tranquillamente dedurre dal contesto, che quello che ci vedono sia il significato giusto.

- Fallacia della similitudine. Dedurre che se qualcosa è simile allora è uguale. Ad esempio si osserva come il figlio abbia una caratteristica in comune con il padre e si conclude "è come il padre".

 

Fallacia della scienza. Questa fallacia si presenta ogni qualvolta il soggetto legge i risultati di un lavoro scientifico concludendo "ah allora è vero". Questa fallacia nasce dalla regola illusoria che "se una cosa è scientifica allora è vera" ma le cose non stanno così. Anzi la maggior parte della ricerca scientifica che arriva all'opinione pubblica riguarda tesi ancora non confermate, dati che sono molto lontani dall'essere una verità. Questa fallacia è causata da un'ignoranza sul metodo scientifico;

Fallacia dell'effetto alone. Questa fallaccia consiste nel pensare che siccome qualcuno sia di successo, sia bello o sia forte allora anche le restanti parti della sua personalità siano belle. Questo avviene per una deduzione del soggetto che si basa sua regola così descritta "se c'è qualcosa di bello è altamente probabile che anche il resto lo sia".

Fallacia della credenza personale. Questa fallacia consiste nel pensare che siccome chiediamo a qualcuno qualcosa di personale, ciò che ci risponde sia necessariamente vero perché pensiamo che la persona si conosca sempre senza errori. Questo è il punto, le persone possono non conoscersi in modo valido ma avere una visione distorta. Il caso eclatante è quando si chiede ad una donna cosa le piace, quale uomo vorrebbe a fianco per poi vederla finire con uomini completamente differenti, perché semplicemente la donna racconta una storia di sé distorta e lei in primis non ha capito affatto cosa la attrae realmente.

- Fallacia della mezza verità. Iniziare la frase come una banalità che per definizione è qualcosa che si considera valido da chiunque a prescindere, portando le persone a pensare che siccome la premessa è valida anche la conclusione è altrettanto valida. Oggi è un giornata storta per le cose che mi sono successe (nessuno negherebbe tale banalità) e andrà sempre peggio. Le persone tendono a prendere la seconda parte come valida al pari della prima, ma non sta scritto da nessuna parte che debba andare esattamente così. Come se le persone nelle loro deduzioni tendessero a completare ciò che manca con ciò che già sanno, dargli una verità iniziale facilmente processabile li spinge ad usare quel contenuto per spiegare ogni altra cosa.

 

Cosa si evince da queste fallacie ? C'è uno schema ricorrente, la regola è semplicistica, generalista, si guarda ad un singolo fattore o pochi fattori e non si guarda la situazione nel complesso, tutte queste caratteristiche ci suggeriscono che qualsiasi forma di pensiero sia improntata in questo modo tenda a generare errori. 

Arrivati a questo punto è necessario introdurre il concetto di euristica, con il termine euristica si definisce l`essenza stessa della deduzione.

Euristica vuole dire scoprire, ogni essere umano quando non può conoscere qualcosa in modo diretto tende a ricavarre le informazioni che gli mancano, se non ci fosse questo bisogno non faremmo deduzioni.

L`euristica è di due tipi, deduttiva che è quella che ci interessa in questo articolo e quella induttiva in cui il soggetto ha accesso diretto alle informazioni.

L`eruristca deduttiva può a sua volta essere svolta in modo rapido o lento, quella rapida è tutto ciò che dà modo al soggetto di saltare a conclusioni immediate, per avere delle risposte nel giro di pochi secondi.

Tutte queste fallacie elencate sono considerabili euristiche rapide, perché il soggetto tramite essere può arrivare a delle conclusioni immediate e nella maggior parte dei casi errate.

Attenzione però a non fare l`errore di pensare che tutte le euristiche rapide portino in errore, queste fallacie qui descritte sono esempi di euristiche rapide che portano spesso in errore ma ci sono altre euristiche rapide che non necessariamente portano in errore e persino queste stesse fallacie a volte possono portare a fare una conclusione valida.

 

Nelle euristiche lente è più difficile commettere errori, specialmente se il soggetto ha una mentalità scientifica e quindi nel processo deduttivo utilizza metodi di validazione che scarterebbero una conclusione errata.

Nelle euristiche rapide il soggetto ricerca la rapidità e l'immediatezza di avere qualcosa subito al costo di non percepire la realtà per quella che è, concetto espresso in modo chiaro nell'articolo della razionalità, la rapidità raramente produce validità in ambienti complessi.


Per concludere ogni essere umano acquisisce informazioni in un metodo generale chiamato euristico, senza queste informazioni non potremmo vivere, crescere intellettualmente.

Uno dei modi in cui acquisiamo informazioni è facendo deduzioni e alcuni modi di dedurre sono definiti fallaci perché portano statisticamente in errore, le fallace descritte in questo articolo sono per lo più delle euristiche rapide ma si può essere fallaci anche con euristiche lente.

 

Deduzione e presunzione

Il soggetto che prende i prodotti della sua deduzione e li usa in modo certo compie un fenomeno che si definisce presumere, apparendo presuntuoso all'esterno. Quante volte vi sarà capitato di dare del presuntuoso a qualcuno che pensava di avere la verità in tasca perché l'aveva dedotta, perché pensava in quel modo, senza che ci fosse verso di fargli capire che con le deduzioni che aveva fatto doveva andarci piano, doveva in qualche modo cercare prima di dimostrarle. Il presuntuoso è colui che usa un preconcetto, senza rendersi conto del rischio che vi è, scambiandolo per una realtà certa.

 

 

Deduzioni automatiche 

Quando il soggetto sviluppa delle regole abbastanza generaliste, come quelle descritte nelle fallacie comuni, si manifesta un fenomeno che si definisce come pensiero/deduzione automatica. Proprio per la natura rapida di quella regola, della sua facilità di essere applicata ad un'informazione per avere immediatamente un risultato, accade che questa deduzione sia talmente rapida che a volte ce la ritroviamo in mente come se non l'avessimo fatta noi, ma fosse stata già processata in automatico.

Questo fenomeno è pericoloso perché il soggetto potrebbe nemmeno porci attenzione, nemmeno rendersi conto che ciò che ha pensato è frutto di una deduzione automatica, diminuendo ancora di più l'attenzione sulla validità di quella conclusione, avvertire di meno il bisogno di essere scettici e di validarla. 

Si legga automatismo per approfondire questo punto.

 

Deduzione, fallacia e rigidità mentale

Le fallacie hanno in comune una cosa, sono regole che vengono applicate in un singolo passaggio, sono regole che danno la possibilità al soggetto di arrivare ad una conclusione in un solo passaggio (per questo vengono definite anche euristiche rapide). Le fallacie sono promosse anche dalla rigidità mentale, cioè il soggetto dà alla regola una sorta di valore assoluto e non percepisce che ogni contesto potrebbe avere caratteristiche uniche ed eccezioni uniche. La rigidità non va vista come una causa delle fallacie ma come una caratteristica di personalità che spiega perché il soggetto non si renda conto che ciò che sta facendo potrebbe portarlo in errore, non avverte la necessità di guardare alla complessità del contesto in quanto vede quella regola come qualcosa di assoluto e da poter usare sempre.

 

 

Conclusioni

Che ce ne accorgiamo o no ogni essere umano deduce, alcuni soggetti sono più abili di altroi nel farlo e sopratutto alcuni si rendono conto di quanto sia delicato un prodotto di una deduzione e che vada preso con scetticismo, mentre altri lo scambiano per una verità assoluta (presuntuosi). Le fallacie, sebbene siano infinite, si manifestano in modo ricorrente così da poterne individuare le più comuni. Non solo, le fallaccie si contraddistinguono per l'immediatezza e la rapidità con cui portano il soggetto a giungere a conclusione, suggerendoci che tanto più una regola è semplicistica, rapida e generalistica,  tanto più ci deve venire il sospetto che possa essere fallace. Il modo per migliorare le proprie abilità deduttive è quello di conoscere le fallacie più comuni non solo per evitarle, ma per comprendre concettualmente come si costruisce una fallacia ed evitare di cadere in quel tipo di trappola, inseguendo uno stile di deduzione più lento e sopratutto non presuntuoso, essendo scettici verso ogni conclusione a cui si giunge.

 

 

Articoli consigliati per l'approfondimento:

- scienza

- rigidità 

- automatismo

 

APPUNTI:

 affermazione del conseguente o negazione dell'antecedente

 più regole usano lo stesso risultato

- Fallacia del sunken cost, è una fallacia o semplice avversione alla perdita?

- bias, quando la fallacia viene ripetuta dal soggetto. La fallacia pone l'accento sull'errore commesso in quel momento, osservando il soggetto in un arco di tempo si scopre se quello che fa è un errore sporadico o sistematico, in tal caso si parlerà di bias.

ultima modifica il: 15-03-2021 - 19:51:10
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