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- Estroversione -
riabilita aiuti

"Perché esci? Cosa c'è fuori? Cosa pensi di trovare? Cosa ti manca? Da cosa fuggi?"

Cos'è l'estroversione? Cosa si intende per persona estroversa?

Si definisce estroversa una persona che tende, quando può scegliere, a trascorrere il tempo con gli altri piuttosto che da sola, spendendo il suo tempo in attività collegate al sociale.

Per comprendere il concetto di estroversione è necessario avere chiaro in mente due cose:

- priorità, l'estroverso non vive perennemente nel sociale, il concetto di estroversione ci suggerisce che la persona quando può scegliere tende a preferire eventi sociali perché è in essi che vuole stare, ma il discorso va visto in modo statistico e non come una regoletta, l'estroverso può avere e avrà momenti dove preferirà non stare con gli altri;

- fase, l'estroversione non è un'etichetta vita natural durante ma spiega una fase del soggetto, cioè l'utilità di questo concetto è quello di dare un nome ad un periodo che il soggetto sta passando e non per spiegare ciò che è stato e ciò che sempre sarà. Ad esempio una persona potrà dire "se guardo a questo 2018 vedo come io sia stato estroverso, passando la maggior parte del tempo con altri e avendo preferito nella maggior parte dei casi la compagnia di altre persone, ma nel 2017 invece sono stato introverso".

 

Questo in cosa si traduce? Che non c'è nulla di strano nel vedere persone che hanno passato fasi estroverse e introverse alternandole nella loro esistenza. Una persona cambia e con essa cambia la sensibilità, cambiano le priorità e la realtà sociale che si ha intorno.

Non c'è nemmeno nulla di strano nel vedere un soggetto in fase estroversa starsene a volte per conto suo perché in quel momento preferisce così, l'estroversione analizza la tendenza del soggetto e non è una previsione esatta o assoluta del suo comportamento istante per istante.

Per fare un esempio prendiamo una persona e chiediamole di scrivere un diaro per 30 giorni, in questi giorni la persona annoterà ogni volta che ha avuto la possibilità di scegliere se uscire o rimanere casa, quanto è stata fuori e quando è stata con attività solitarie. Alla fine di questi giorni si prende il diario e si scopre che per 20 giorni ha preferito stare fuori e 10 giorni a casa, da qui possiamo concludere che la persona è stata estroversa, ma una estroversione totale, una sfumatura di estroversione perché nel complesso è stata più fuori che a casa quando poteva.

La domanda ora è "da dove nasce questa priorità? In base a cosa sceglie la persona se uscire o starsene per conto proprio?"Qui la questione si complica enormemente perché si intersecano numerosi fattori, elenchiamo i più significativi:

- il concetto di fuga. Psicopatia (soffro nel pensare), mancanza di interessi (mi annoio quando sono solo), stare soli per il soggetto vuol dire annoiarsi o soffrire con i pensieri che fa, la spinta è quindi data dal bisogno, fuggire da se stessi e fuggire dalla solitudine andando con altre persone che ci distraggano, che ci facciano passare il tempo;

- il concetto di obiettivi sociale e piacere sociale. La persona esce perché crede che in quell'uscita ci sarà qualcosa che le piacerà, ad esempio uscita in un locale a bere con gli amici, uscita per un concerto, uscita al cinema, fare una passeggiata. La persona esce con un obiettivo in mente e perché percepisce piacevole quell'esperienza sociale;

- il concetto di fomo, , fomo è un acronimo che sta per "paura di perdere un'opportunità". Il soggetto esce per ansia di perdere opportunità, esce anche se non c'è un obiettivo preciso ma pensa che se stesse a casa potrebbe perdere ad esempio l'opportunità di conoscere qualcuno o vivere le esperienze sociali che le piacciano o perdere l'opportunità di un evento sociale bello e imprevedibile, si legga fomo per approfondire.

 

La persona estroversa che non ha ben chiaro cosa la spinge ad andare fuori parlerà di un generico "ricaricarsi" o "stare bene" quando è fuori, evidenziando che la scelta è comunque dettata dalle emozioni, dal fatto che piace e si preferisce stare fuori e con gli altri piuttosto che con se stessi, anche se non ha mai fatto i conti e osservato le cause specifiche.

L'estroversione affinché si possa realizzare è necessario che il soggetto abbia una personalità non inibita sul lato sociale, altrimenti il soggetto anche se ha una tendenza estroversa finirà per essere introverso per la paura che il sociale gli genera, una persona potenzialmente estroversa ma che in realtà ha una condotta introversa sofferta, evolvendo in sociofobia.

Il secondo punto ci fa capire una cosa fondamentale, la spinta a stare fuori è strettamente collegata al concetto di opportunità sociale, una persona messa in un posto potrebbe mancare di questa spinta perché fuori non trova le opportunità che cerca, messa in un'altra ricevere questa spinta, in generale cambia la sfumatura di estroversione e introversione a seconda delle opportunità che il soggetto percepisce per i suoi obiettivi sociali e il piacere che può trarre dagli altri.

Questo ci fa capire meglio il perché una persona nel corso della sua vita abbia fasi diverse di estroversione/introversione non solo perché cambia la sua personalità ma anche in base a come cambia la realtà che lo circorda e le opportunità che ha da offrire.

Una persona che vive a Milano e che conosce molti posti ed eventi che trova piacevoli tenderà ad uscire anche se ha cose che le piace fare da sola, ma se questa persona la si sposta in un paese di montagna è probabile che esca molto meno perché viene meno quell'offerta allettante che la portava ad uscire nell'altro contesto.

L'estroversione ha sostanzialmente tre spinte (fuga, obiettivi sociali e fomo) che vanno a scontrarsi con le motivazioni all'introversione, cioè le spinte a stare da solo. In cosa consiste questa spinta all'introversione? Questa spinta si basa sul fatto che il soggetto abbia o meno degli interessi da praticare da solo, ad esempio uno scrittore, una persona interessata ai film, alle passeggiate in montagna, tutte attività che possono essere piacevoli da soli e senza che necessariamente implichino altre persone.

Ma non tutti hanno queste spinte a stare da soli, questo ci porta a distinguere due tipologie di soggetti estroversi:

- estroverso puro, la persona non ha alcun interesse che può praticare da solo, il sociale è la sua unica scelta dimostrando difficiltà a restare da solo. Il soggetto quando sta da solo si annoia o ricerca continuamente mezzi per distrarsi, tv, cellulare. Questo soggetto ogni volta che avrà possibilità di uscire lo farà perché tanto da solo non ha nulla che lo trattenga o spinga, pensate a quella persona che non sa cosa fare ed esce fuori di casa per passare il tempo, per cercare qualcosa, uscire per capire cosa può fare fuori;

- estroverso per preferenza, la persona ha degli hobby e degli interessi oltre il sociale. Questa persona non presenta difficoltà a restare da sola e quindi può valutare fra offerta esterna e offerta interna, se sarà estroverso è perché gradisce maggiormente l'offerta esterna a quella interna. Qui l'estroversione è frutto del fatto che il soggetto in quel momento trova più piacevole stare fuori non che da solo. Questa persona potrebbe essere divenire estroversa con condivisione, preferire di stare con altri ma al tempo stesso portarsi i suoi interessi per condividerli, scegliendo quindi un target di socialità ben specifico.

 

Prima di proseguire è necessario ribadire un concetto, l'estroversione o l'introversione non è da basarsi su una singola scelta. Una persona che una sera esce o non esce non ci dice nulla. Prendiamo l'ultimo punto scritto, quello dell'estroverso per preferenza, questa persona ad esempio sarà definita estroversa per preferenza se in un mese, nonostante poteva passare del tempo da sola con i suoi hobby ha comunque preferito nella maggior parte dei casi uscire e stare con gli altri, non è una singola sera che fa di quella persona un'estroversa per preferenza se esce o un'estroversa per preferenza se non esce, è la condotta che ci fa capire nel periodo preso in esame se il soggetto è estroverso o meno.

 

Ora che iniziamo ad avere chiaro cosa sia l'estroversione si può analizzare tutti gli errori che si commettono su questo concetto, per capire cosa non è l'estroversione:

- il primo errore è quello di pensare che la scelta di uscire fuori sia sempre una questione di piacere. La prima causa dell'estroversione è la fuga, alcuni soggetti sono estroversi perché in parte o principalmente stanno scappando da se stessi o da qualcosa vicino a loro. Immaginiamo uno scenario dove la persona ha problemi a casa ed esce fuori per non stare a casa, esce per non pensare, questa non è una scelta fra "mi piace stare più a casa o fuori" ma c'è un bisogno di uscire, non il desiderio di farlo;

- il secondo errore è quello di pensare che tutti i piaceri siano simili, in realtà ci sono numerose modi di provare piacere con gli altri, c'è un relativismo ampio e pensare che tutti quanti escano per i motivi che abbiano noi è un errore di soggettivismo; 

- il terzo errore è quello di intendere con l'estroversione il concetto di abilità sociale, le persone chiamano erroneamente l'estroverso colui che è abile nel sociale, ma in realtà un soggetto potrebbe essere estroverso (cioè desiderare il sociale e averlo come priorità) e allo stesso tempo avere problematiche adattative precipetando in una dimensione problematica e disturbata, fatta di insoddisfazioni o problemi sociali con i tentativi inefficaci. Uscire fuori e preferire uscire fuori non implica essere abili ad esserlo, una persona abile socialmente riuscirà più facilmente a godere della sua scelta di stare fuori, si potrebbe dire che l'abilità sociale è necessaria affinché tale scelta possa essere considerata soddisfacente, una persona priva di abilità sociale potrebbe piombare in uno stato di introversione problematica proprio perché ha talmente sofferto nell'uscire fuori e sbaglire che si rifugia in un mondo comunque frustrante;

- il quarto errore è quello di usare il termine estroversione per intendere quel fenomeno negativo in cui le persone appaiono invadenti, questo errore è simile a quello del terzo punto, in cui si associa all'estroversione un'abilità sociale, essere estroversi non dice nulla di come il soggetto si comporterà, ci sono soggetto estroversi che troverete simpatici e altri no, ma ciò non dipende dall'estroversione ma da come è fatto quel soggetto.

- il quinto errore è quello di pensare che ogni estroverso sia espansivo. Estroversione non significa necessariamente essere espansivi, la persona può semplicemente uscire con le persone che desidera senza volerne altre.

 

Per comprendere l'estroversione è necessario avere chiaro in mente che esistono numerose sfumature e non esiste l'estroverso tipico, l'estroversione è un concetto utile e fondamentale solo per capire la scelta continuativa che c'è dietro la volontà e la preferenza di uscire, così come è utile il concetto di introversione per capire la scelta di starsene per conto proprio invece che uscire.

 

Elenco di disambiguazione per fare chiarezza:

- estroverso, una persona che in un dato periodo preso in esame ha preferito più stare con gli altri che per conto proprio;

- introverso, persona che preferisce passare del tempo da solo fra hobby e passioni che con altri;

- asociale, persona che in un dato momento non ha rapporti sociali o non ne ha di sufficienti per sentirsi appagato (ad esempio una persona che desidera avere più amicizie ma ne ha una sola), stato che a cui vanno trovate le cause che non sono affatto scontate o prevedibili in quanto sono numerose le cause che possono portare una persona ad essere in un periodo senza sociale;

- socievole, persona con un adattamento sociale sufficiente ad avere una rete sociale, quindi in grado di instaurare rapporti duratuti con delle persone;

- asocievole o non socievole, una persona che non ha nemmeno il minimo adattamento per sviluppare un numero di rapporti tale da poterlo appagare, sono persone che vengono constamente allontanate e prendono numerosi rifiuto, persone che non tendono ad essere ricercate e che si rendono conto prima o poi che questo è conseguenza del loro essere;

- espansivo, persona che in contesti sociali, anche appena aperti ha un comportamento attivo in cui parla, si avvicina, scherza, etc... Questo comportamento si oppone a chi invece tende alla riservatezza, per inibizione o per altri motivi;

- spigliato, in ambito esistenziale si definisce spigliata quella persona che ha sviluppato un adattamento sociale talmente esteso da non presentare più alcun blocco nell'agire, quindi sarà spigliata una persona che in ogni occasioine sa come comportarsi, che ha la risposta pronta, che sa prendere senza esitazioni scelte sociali anche rilevanti, etc.. termine opposto dell'impacciato che invece evidenzia come lacune nell'adattamento sociale portino un soggetto a bloccarsi e non saper cosa fare in determinate situazioni, manifestando quel comportamento di esitazione, parole sconclusionate, tentativi di prendere tempo, scene mute, etc.. Lo spigliato è anche colui che non è goffo, una persona che è ad un livello superiore rispetto all'impacciato che non sa minimamente cosa fare (anche se fa comuqnue qualche tentativo in tal senso) ma non ha un livello sufficiente di adattamento per risultare pienamente efficace;

- disinvolto, la disinvoltura è l'opposto dell'inibizione, cioè di una persona senza la minima inibizione o problematica cosa che emerge specialmente nel lato sociale in quanto gli altri osservano ciò che facciamo e come lo facciamo. Il disinvolto riesce a mettere a pieno il suo potenziale d'azione, senza che ci siano emozioni conflittuali che lo inibiscono o gli diminuiscono il rendimento a causa delle emozioni interne che fanno calare lucidità o comunque ne ostacolano. Ad esempio una persona disinvolta a livello sociale avrà una marcia in più rispetto al timido che lotta costantemente contro se stesso;

- sociofobico, soggetto che ha problemi e stress nell'interagire con il sociale, producendo un impatto negativo nella vita del soggetto variabile a seconda del suo contesto e personalità unica;

- timido, persona che nonostante le difficoltà e un'influenza emotiva che la spinge all'inibizione e l'evitamento riesce comunque a costruire dei rapporti sociali sudati, quindi ad esempio è da considerarsi timida sia quella persona che ha sconfitto completamente la sociofobia per grinta e quella che ha costurito qualcosa ma per altro è ancora da considerare sociofobica (quindi un coesistere di sociofobia e timidezza). Per dirla in altri termini, il timido vive lo stesso conflitto del sociofobico ma riuscendo ad impedire i danni e a vivere una vita sociale senza particolari problemi o stress, se non quello appunto di vivere il tutto con un conflitto interiore;

- solitario, termine di accezione negativa in cui un soggetto a causa delle numerose incompatibilità e difficoltà che ha a rapportarsi con gli altri (quindi non di natura sociofobica) finisce per preferire l'allontanamento ma non per paura ma perché semplicemente diventa la soluzione migliore per chi ad esempio è estremamente intollerante e irritabile, per chi tende a non trovare persone compatibili, quindi conserva una motivazione ma che sopprime rendendosi conto che ciò che cerca non esiste;

- schizoide, termine psichiatrico per definire un soggetto non interessato alla socialità e al quale l'AB da spiegazioni in termini esistenziali;

- antisociale, persona che intenzionalmente ha un comportamento che danneggia altre persone o la società.

 

Una volta chiaro il concetto di fase introversa o estroversa conviene farsi delle domande per capire quanto questa fase possa cambiare e anche rapidamente.

Immagina di conoscere persone interessanti, con cui ti diverti, la tua vita come cambierebbe? Non pensi che questa conoscenza ti spingerebbe ad essere estroversa?

Immagina di scoprire un nuovo interesse coinvolgente, con cui il tempo ti vola, ti diverti a coltivarlo? Non pensi che questa nuova scoeprta ti spingerebbe all'introversione?

Immagina di migliorare nelle abilità sociali, nell'avere meno paura di buttarti, nell'interagire in modo più facile e soddisfacente con gli altri? Non pensi che questa nuova abilità ti spingerebbe all'estroversione?

 

Queste domande ci fanno capire come la situazione sia variabile, ma sopratutto possa complicarsi sempre di più, dove ci sono scenari in cui la persona è ricca di possibilità sia di stare da sola sia che stare con gli altri in modo piacevole, mentre scenari come l'estroversione pura sono facili da capire e risolvere dato che la persona non ha nient'altro che stare fuori.

Possiamo analizzare l'estroversione di un soggetto facendogli domande per capire cosa lo spinga ad essere estroverso ma è necessario ricordarsi che quel quadro può cambiare e anche in modo repentino.

 

  

 

Cambio vita e la trappola dell'estroverso.

L'esistenza ha delle tappe prestabilite, dei cambiamenti radicali, fra questi cambiamenti troviamo ad esempio:

- fine delle superiori;

- fine dell'università;

- inizio del lavoro.

 

Alcune persone estroverse quando si costruiscono la loro rete sociale commettono l'errore di non considerare questi possibili stravolgimenti esistenziali e potrebbero ritrovarsi ad attraversare fasi "pesanti" se non vi sono preparati, passando da una situazione in cui avevano una rete sociale ad una in cui non ce l'hanno più.

Come ci si prepara? In diversi modi, si costruiscono in anticipo o dei rapporti che possano resistere a seguito del cambiamento o si costruiscono in anticipo rapporti che si attiveranno nella futura vita dopo lo stravolgimento. Ad esempio una persona lungimirante inizia a costruirsi delle amicizie sul luogo dove andrà a lavorare o studiare, farà in modo di arrivare preparato; siamo nei tempi dei social networks e siti di incontri, i mezzi ci sono, serve solo tempo e sapere come fare. Non tutto può essere previsto ma quando si può fare perché non lavorare di anticipo?

 

 

Il fallimento dell'estroverso e relativa invidia e risentimento

Un estroverso che fallisce nel creare la rete che desidera a causa della sua sociofobia o della sua mancanza di abilità sociale potrebbe provare emozioni e sentimenti negativi nei confronti dell'estroverso che invece ha avuto successo, provando nello specifico invidia, astio e/o inferiorità confrontandosi con gli altri.

 

 Un racconto dal web che aiuta a capire l'estroversione in rapporto con problematiche quali fobiasociale:

"Ma se tu vuoi conoscere persone e parlar con le ragazze non è che devi "diventare" estroverso. Sei già estroverso. 
La contrapposizione tra fobia sociale ed estroversione esiste solo nella mente di alcune persone. 
L'estroversione denota la propensione a ricavare energie e piacere dall'esterno e dai contatti sociali, anziché dall'interno. Non significa che ne si sia capaci. Anzi, nella difficoltà dei rapporti interpersonali l'estroverso soffre molto più dell'introverso.
Simmetricamente, l'introversione non necessariamente comporta difficoltà sociali. Lo stereotipo è diffuso in quanto è situazione comune (chi ama stare per i fatti propri spesso coltiva poco le proprie abilità relazionali), ma non è obbligatoria. Esistono persone introverse abilissime socialmente. Ma che nonostante questo prediligono stare sole. Ricaricarsi con letture, videogiochi, film, passeggiate, o altri hobby vari in solitaria.
La precisazione è d'obbligo in quanto quel che presenti come una scoperta universale, forte della tua felicità per questa conquista, in realtà è una soluzione adatta o adattabile solo da chi è affine a te in termini di funzionamento energetico. Questo ti porta a vedere facilmente il potenziale premio di un'azione sociale ("parlo con una ragazza? potrei conoscerla") e quindi agire a disinnesco dei retropensieri che hai descritto come gravemente ostacolanti ("parlo con una ragazza? e se poi quella mi dice brutte cose e ci rimango male?").
Chi è sul lato introverso invece non può adottare questo sistema, perché ovviamente faticherebbe molto più di te a trovare gli aspetti positivi dello sforzo.
Questo è il primo appunto che mi viene. Il secondo, è che non sempre la comprensione dei propri meccanismi psichici autosabotanti comporta il disinnesco degli stessi. Tu puoi raccontarti quanto vuoi di non pensare all'esito di una conversazione, ma se l'impatto emotivo è consolidato, è impossibile "decidere" di ignorarlo. In certi casi funziona, in altri invece no, anzi può anche aggravare la cosa."

 

Il concetto di ricaricare le pile come va interpretato? Con il fatto che la persona inevitabilmente si scontrerà con dei doveri che la spingono ad avere una condotta non in linea con le sue preferenze, situazione che genererà una serie di emozioni negative. Ad esempio una persona che preferisce stare sola ed è costretta a stare fuori o una persona che vuole stare fuori ed è costretta a non poter uscire. Ciò che si nota è che il soggetto a seguito di questo evento negativo ancora di più ricerca le sue preferze e si "ricarica" potendo tornare alla vita che desidera. Il concetto di ricarica è un rafforzativo, ci ricorda che non è solo una scelta che la persona fa e che preferisce ma che vi ricorre in modo ancora più acceso dopo che per vari motivi gli è stato impedito di farlo.

 

APPUNTI:

Estroversione non implica che una persona sappia essere simpatica, infatti queste persone potrebbero essere percepite come fastidiose o antipatiche nonostante il loro intento sia l'esatto opposto, ma il desiderio non è sufficiente per raggiungere qualcosa.

ultima modifica il: 01-11-2019 - 9:38:47
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