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"Che vita stai vivendo se non sai nemmeno chi sei? Se non conosci te stesso come puoi pensare di prenderti cura di te?"

Chi è un individuo? Che significa individuo?

(scoprire la propria natura e riorganizzarsi sia come personalità che come realtà, facendo attenzione a non renderla distruttiva)

Il termine individuo letteralmente si traduce in indivisibile e si riferisce all'unicità che ogni soggetto possiede, inteso come mix unico di tratti che lo caratterizzano e per questo lo differenziano da ogni altro essere vivente.

Avete mai incontrato due personalità identitche? La risposta è no, alcune forse si assomigliavano in apparenza ma scavando uscivano fuori le differenze.

Questo concetto è fondamentale per due motivi:

- il primo è quello di identità, la presa di coscienza che ogni soggetto ha delle caratteristiche che prese nel complesso sono uniche e che per questo vanno conosciute. Più ci si conosce più si riesce a comprendere la propria individualità e conoscerla, potendo così rispondere alle domande "chi sono, cosa voglio, cosa mi piace, etc...";

- il secondo è quello di autorealizzazione, più la persona si conosce più può costruire l'esistenza che rispecchi chi è realmente.

 

Il percorso che porta alla scoperta di sé e alla costruzione di un'identità si chiama percorso di individuazione, mentre il percorso di costruzione di sé basato sulla propria identità si chiama individualismo.

Erroneamente al termine individualismo è stato associato un'aura negativa, come se essere individualisti fosse sinonimo di egoismo o condotte antisociali o anticollaborative, ma non è affatto così.

Individualismo vuol dire solo affermare se stessi e lottare contro chi ce lo impedisce fisicamente o psicologicamente, poi andrà analizzato in un secondo momento se questo soggetto realizzandosi sarà egoista o altruista, sarà antisociale o prosociale, sarà collaborativo o anticollaborativo, se sarà solidale o meno.

L'individuo come concetto ci ricorda dell'unicità che ogni persona ha, a prescindere che questa ne sia consapevole o meno.

Ma l'individualità non è tutto, ciò che osserviamo quando guardiamo gli altri non è la loro individualità (tranne rari casi che verranno spiegati in seguito) ma la loro personalità. Cosa vuol dire questo? Che in ogni soggetto vive un dualismo fatto di personalità e individualità, dove per personalità si intende tutto il comportamento manifesto che un soggetto sceglie intenzionalmente di mostrare per fini di convenienza.

Ciò che guardiamo è un individuo filtrato, filtro che nasce dal nascondere parti di sé e in alcuni casi mostrare perfino cose false, per ingannare, per non fare vedere chi è realmente.

 

(aggiungere compersione, repressione

dualismo individuo/persona, sono unico ma non mi mostro per come sono

individuazione,  ripulirsi da tutti i condizioniamenti, le ubbie varie, per capire chi si è togliendo quello che ci hanno fatto credere di essere

individuazione accettare il concetto di indole e conoscerla

Questo secondo punto si potrebbe definire come "Il dentro tramite il fuori" cioè non c'è nulla che sia solo dentro o solo fuori, la vita è fatta di interazione, solo facendo esperienze, dandosi da fare e vivendo, si scopre chi si è, cosa piace e sopratutto si sviluppano tutte quelle cose che mancano, si cresce.

Né l'introspezione, né il viaggio sono la risposta, la risposta è dire "si" alla vita e a tutto, partire dal presupposto che è sufficiente interagire, porsi obiettivi partendo dalle basi (cioè capire cosa c'è intorno) per crescere.

collegamento con introspezione

l'individuazione è rendere la parte conscia è al servizio di quella emotiva, anche perché tutte le altre strade sfociano nel patologico o nell'inazione

collegamento con il concetto di vocazione, quando il percorso di individuazione è non lineare

eliminare il concetto di narcisismo ed inserire quello di machiavellismo

egoismo, penso solo a me stesso, altruismo, penso anche agli altri

generoso, nello scambio tende a dare più di quanto riceve, apprezza il concetto di scambio e di persone che si interessino a lui, ricambiando dando di più di quanto riceve. Sono persone che se ricevono un regolo tendono a ricambiare dando un regalo ancora più grande;

comportamento prosociale, quando a prescindere dei motivi, se sia altruismo, individualismo, etc.. c'è un'azione che un diretto ad aiutare o beneficiare una o più persone

assoggettare, la persona vive un conflitto interno fra quello che vuole fare e quello che invece deve fare per un'altra persona. Ogni qualvolta una persona non fa ciò che vuole ma fa quello che vuole un'altra persona, quindi facendo vincere il conflitto alla motivazione per altri si parla di essere assoggettati a quella persona

come definire quella persona che di fronte ad una situazione di incompatibilità invece di chiudere il rapporto tenta di cambiare l'altro? Narcisista se la persona per una questione di dipendenza o altro non riesce a lasciare l'altro e vuole sfruttarlo cambiandolo, stizzita se senza pensarci tenta di cambiare ciò che non accetta senza rendersi conto della violenza psicologica. La situazione è complessa se la persona ad esempio cerca di fare una serie di scambi sul "io divento come vuoi tu e tu come voglio io". Lo scenario dei soggetti che possono e vogliono essere plasmati)

Il percorso di individuazione ha quattro passaggi significativi:

- l'unicità della propria persona, quando la persona scopre la propria identità (processo di identificazione) si rende conto dell'unicità di questa, frutto del proprio essere, della propria esperienza e percorso di vita. Ogni persona è unica e indivisibile;

- punto di Sonder, la persona inizia a rendersi conto che anche gli altri hanno la loro unicità, anche gli altri hanno il loro percorso di vita, la vita di ogni persona è vivida e viene vissuta, questo punto segna la fine dell'egoismo del soggetto perché inizierà a chiedersi cosa gli altri desiderano dalla vita, cosa vogliono e non vengono visti più come "solo oggetti da cui prendersi qualcosa";

- mentalizzazione e realizzazione, i primi due punti portano inevitabilmente alla presa di coscienza che ogni persona è un individuo, diverso e pensante, persona che realizzerà i suoi obbiettivi e che avrà un punto di vista unico che andrà indagato e compreso;

- individualismo, ci si rende conto che non in tutti i rapporti si può essere se stessi o trovare qualcuno che ci aiuterà o non ci impedirà di raggiungere i propri obbiettivi, individualismo vuol dire rendersi conto di queste problematiche nel rapporto e conmportarsi di conseguenza in modo preventivo (scartando le persone) o scendendo a compromessi.

 

 

Individuazione, scopro chi sono e la mia personalità e individualismo, realizzo questo mio essere, non lasciandomi fermare da niente e da nessuno.

Nel percorso di individuazione la persona entra in contatto con altri due fenomeni:

- punto di Sonder, nel momento in cui vede la sua unicità le risulta più facile vedere quanto gli altri possano essere altrettanto unici, inizia a capire che alcune caratteristiche possono essere diffuse, altre meno, ponendo fine a quella generalizzazione erronea che vede tutti uguali o quasi;

- mentalizzazione, proprio perché siamo tutti diversi è diverso anche il pensiero e quindi il soggetto non può semplicemente concludere che ciò che pensa lui lo pensano anche gli altri, ma per capire il punto di vista di un'altra persona è necessario indagarlo.

 

Come si definisce un rapporto di individualismo senza compromessi, dove la persona può raggiungere i propri obbiettivi senza che l'altro interferisca, non li accetti, cerchi di manipolare, etc..? Armonia, rapporto in armonia.

Quando parte di questi obbiettivi sono in comune e l'altra persona ci aiuta si parla di affinità.

Quando un obbiettivo consiste proprio nell'avere qualcosa che ha il partner, si parla di interesse.

 

Individualismo, moralismo, narcisismo. Nei rapporti individualistici, dove entrambi sono individualisti si è consci che ognuno insegue i propri obbiettivi e nel caso questo non fosse possibile in quel rapporto o lo si chiude o entrambi scendono a compromesso.

Nel moralismo accade un fenomeno differente, il soggetto pieno di credenze assolutistiche, non avendo compiuto un percorso di inviduazione finisce per imporre all'altro ciò che crede giusto, rapporto moralistico.

Nel narcisismo anche se il soggetto ha fatto un percorso di inviduazione non arriva all'individualismo, ma al narcisismo, dove sceglie di sfruttare gli altri per sé, di manipolare e usare i rapporti che avrà solo per i suoi interessi e non curandosi dell'individualità altrui, scendendo a compromessi solo in casi particolari ma preferendo la condotta manipolativa.

Individualismo con compromessi

Individualismo senza compromessi

 

 

Narcisismo, detto anche egoismo intenzionale, il soggetto pensa solo a sé, sapendo che l'altro per una questione di dipendenza tenderà a restare anche se diamo poco o nulla. Il narcisista diventa abile nel riconoscere fino a quanto può tirare la corda, dando il minimo indispensaibile affinché l'altro resti e avere quel che vuole, adottando anche una componente "predatoria" facendo leva affinché invece lui abbia quel che vuole.

Non è narcisista colui che non ne è pienamente consapevole e pensa realmente all'inizio di costruire un rapporto individualistico dove penserà e si interesserà anche a ciò che l'altro vuole, la persona finirà per far fatica a dare all'altro ciò che chiede nonostante se ne interessi per pigrizia o per conflitti di autenticità.

 

Machiavellismo, si potrebbe definire come il narcisismo portato all'estremo, a differenza del narcisismo in cui il soggetto per pigrizia e per una volontà di prendere di più e dare il meno possibile, nel machiavellismo fin dal primo momento i rapporti e le relazioni sono finzione (in parte o completamente) dove le persone vengono usate per obiettivi personali.

Il machiavellismo è complesso, si manifesta prevalentemente in tre varianti:

- machiavellismo puro, una finzione totale, tutto si svolge secondo i piani e nel rapporto non vi è alcuna deriva casuale data dall'interazione con quel rapporto, conoscenza e sviluppo dello stesso;

- machiavellismo derivato, la persona era iniziata con l'intento di fingere e per interesse ma nel frattempo alcune emozioni la portano a vivere quel rapporto in maniera differente, cambiando in modo più o meno significativo i piani iniziali;

- machiavellismo parziale, il soggetto fin dall'inizio pianifica il suo piano machiavellico in modo parziale, lasciando spazio alle emozioni e al "viversi quel rapporto o relazione" senza necessariamente seguire un piano, scegliendosi quindi anche le persone con cui interagire anche secondo altri criteri più umani e non solo di interesse all'obiettivo principale. La deriva del rapporto era preventivata nel rapporto stesso.

 

BOZZA

COLLEGAMENTO FRA INDIVIDUAZIONE E DETERMINAZIONE

(quale potrebbe essere la definizione di rapporto sano?)

l'individuazione inizia con la conoscenza della propria identità (senza fare errori come quello di illudersi che qualcosa piaccia senza averlo dimostrato) poi avanza con il rendersi conto che la propria identità è unica e anche gli altri ce l'hanno e termina con il trovare rapporti privi di compromesso, rapporti dove ambo le parti possono essere lo stesse, raggiungere i loro obbiettivi, senza scendere a compromesso alcuno. Individualismo con compromesso, individualismo con compromesso. Incastrarsi?

 

In ognuno di questi tre passaggi possono presentarsi problemi ed errori, evidenziamoli rapidamente:

- nel processo di indentificazione, il soggetto potrebbe non avere chiaro la differenza nelle varie motivazioni, fare qualcosa per dovere, per bisogno o per piacere. Potrebbe fare conclusioni affrettate senza comprendere questo fenomeno e senza conoscere a fondo se stesso iniziando quindi a direzionarsi verso qualcosa che crede faccia parte di sé e che sia autentico, ma che in realtà non lo è (identificazione fittizia);

- nel presa di coscienza fra sé e gli altri, finendo per credere che gli altri siano simili a sé e non riuscendo a mentalizzare gli altri, la persona potrebbe non comprendere chiaramente la differenza fra sé e gli altri;

- nell'individualismo, non riuscendo a pieno a seguire se stesso, creare rapporti dove c'è almeno un compromesso funzionale, etc...

 

individuo/individuazione

il soggetto si rende conto che la sua identità è unica, così come sono unici i suoi desideri e bisogni, raggiungere il punto di sondere e rendersi conto che anche gli altri hanno la loro identità e sono individui a loro volta.

Non solo nell'individuazione sviluppa conosce i suoi attuali livelli di autoefficacia e la sua autoimmagine.

 

Individualismo

Narcisismo

Comportamento antisociale?

 

La manipolazione è un comportamento transitorio..manipolatore/furbo

- stronzo,  il rapporto rende vulnerabili o più vulnerabili ogni volta che l'altro intenzionalmente o meno ci danneggia e ferisce viene definito stronzo, per sottolineare che può essere stronzo perché ha un potere esercitato dal rapporto;

individualismo

la persona si rende conto che nelle dinamiche di rapporto è una persona che con i suoi obbiettivi desideri e bisogni ma anche gli altri lo sono, quindi ci sarà una dinamica di dare e avere con sfumature anche notevolmente differenti fra loro:

- egoista, non intenzionale. Il soggetto se un'altra persona non fa richieste pensa solo a se stessa, come se l'altra persona fosse un "oggetto utile a sé e nient'altro", non nasce l'interesse di cercare di comprendere cosa l'altro desidera, cosa ha bisogno, etc.. L'egoismo è una fase tipica dell'infanzia che con una formazione funzionale cessa di esistere nell'adolescenza;

- menefreghista, che si potrebbe descrive come egoismo intenzionale, pensare prima a se stessi  o solo a se stessi nonostante l'altro abbia fatto richieste all'interno del rapporto. Nonostante l'altro faccia richieste il soggetto non le prende in considerazione, le dimentica, è improntato comunque a pensare solo a se stesso;

 

- bastardo, soggetto che nel rapporto tende a dare la priorità a se stesso e quindi a volte finirà per far soffrire l'altra persona che percepirà questo essere messa in secondo piano, il termine ha un'accezione negativa specialmente quando dal rapporto il soggetto ha aspettative e si basa sull'altro e quindi questo essere messo in secondo piano fa soffrire se non si ha autonomia o autosufficienza;

- accomodante, modifica la propria personalità per tentare di non dare alcun fastidio all'altro, tenta di essere simile all'altro o mostrandosi come qualcuno che non dà fastidio all'altro, in sintesi non dice come la pensa, non si espone, rispetta a costo di snaturarsi. Racchiude tutta una serie di fenomeni in cui la persona per gli altri mette in secondo posto ciò che è, ciò che desidera essere, ciò che vuole fare pensando che questo lo porti ad ottenere qualcosa o ad evitare sofferenza;

- conciliante

- premuroso, il momento in cui si pensa all'altro perché c'è un interesse a quello che il soggetto prova e come si sente in quanto pensiamo che questo sia collegato, la premura in cosa si diffenzierebbe dall'individualismo? in nessun modo, l'individualismo pone l'accento sul fatto che ci sia uno scambio, ma questo potrebbe nascere dalla premura ma anche da una richiesta altrui, la premura pone l'accento che in quel momento il soggetto ritiene utile interessarsi all'altro e a ruolo che possiamo avere nelle emozioni che prova;

- ruffiano, evidenzia il tentativo di migliorare l'umore dell'altro per facilitare lo scambio e ciò che vogliamo;

- opportunista, ti considera solo quando c'è uno scambio? Il soggetto fino a quando ha da guadagnare resta altrimenti va via. Questo concetto è utile perché fa comprendere che fra le persone non nasce un rapporto affettivo e nemmeno c'è la convenienza strategica di dire "rimango con questa persona perché in futuro potrebbe servirmi". L'opportunismo è utile perché evidenzia chi appena non trae più ciò che cerca sparisce. Sono persone interessate al profitto a prescindere dall'altro, l'utilità di questo concetto consiste nell'evidenziare quelle persone che sebbene non manipolino, sfruttino o altro, non sono minimamente interessate al dare e se possono solo avere lo fanno senza problemi, non sviluppano dinamiche affettive verso l'altro. 

- approfittatore, colui che mente e inganna l'altro perché l'unica cosa che puntano è al profitto. L'utilità di questo termine sta nell'evidenziare persone che restano solo quando hanno da prendere e vanno via quando c'è da dare. Comprendendo che l'opportunista dà ma solo se c'è da prendere e chiudere il rapporto quando non c'è più nulla da prendere; 

- gentile, un darsi per migliorare l'immagine di sé, la motivazione dell'essere gentili è data dal giudizio, dall'immagine che si vuole trasmettere all'esterno, quindi per una questione istrietica o vanitosa;

- cortese, donarsi in anticipo pensando che si avrà un ritorno in seguito. Da qui il coreggiamento, attivamente si fa qualcosa per avere qualcosa indietro dopo, uno scambio anticipato con il rischio di non ricevere nulla.L'efficacia di essere cortese, sapersi muovere sapendo con chi e come fare per dare e poi ricevere;

- generoso, evidenzia colui che in uno scambio tende a dare di più perché per il semplice fatto che qualcuno stia scambiando, specialmente se per primo ha dato qualcosa, lo apprezza e dà di più per ripagare una situazione che percepisce positiva, una sorta di premio. "se mi dai tu, ti do dieci";

- condiscendente, 

- altruismo

- solidarietà, prima io e poi gli altri

- permissivo

- succube

- zerbino

 

 

la sottile differenza fra essere gentili, generosi e accomodanti. La gentilezza è tale quando non pesa al soggetto, non altera se stesso ma attua un comportamento per cui dà qualcosa all'altro e ciò aumenta la simpatia nei suoi confronti, la stessa cosa la generosità, tende a dare di più perché è felice, non gli pesa anche se l'accordo era dare meno, il suo stato di felicità e appgamento lo porta a dare di più rendendosi conto che non sarà quel di più a fare la differenza, anzi aumenterà ancora di più la qualità del rapporto, l'accomodamento è invece è quando pur di non perdere l'altro, per la paura della reazione, si snatura se stessi, soffrendo o andando contro cià che si vuole fare per l'altro. 

 

quando le devi fare un favore fà l'amicona, belle parole addiritttura ti propone cene e cose da fare insieme per il futuro una volta che le hai fatto il favore scompare completament

 

 

Due profili, persone che cercano di prendere da noi senza darci nulla in cambio e persone che cercano di prendere da noi dandoci qualcosa in cambio.

Il rapporto più funzionale di tutti è probabilmente quello gentile, nella gentilezza c'è la motivazione a trattare l'altro dabndogli quello che cerca, usando dei modi garbati ed essendo sensibili all'altro, tutto questo nell'ottica di costruire un rapporto.

Quando non ci si rende conto che esistano persone gentili o si crede che queste non esistano ecco che il soggetto potrebbe andarei in paranoia e pensare che nei rapporti sia tutto o un dare per avere limitato ai singoli momenti oppure un sfruttare gli altri per avere.

 

"Da un lato ho il desiderio di conoscere persone nuove, di trovare relazioni più o meno profonde (purché abbiano un senso), e dall'altro ogni volta che provo concretamente ad incontrare qualcuno finisco per trovarlo insopportabile.

In parte credo di non essere stata fortunata negli incontri, credo di aver davvero trovato persone che oggettivamente non hanno molto da spartire con me. Però, mi chiedo, perché sto attirando questo tipo di persone? Può essere solo questione di sfortuna? 

E me lo chiedo anche perché sto sperimentando dei sentimenti di astio e insofferenza per "gli altri", un atteggiamento cinico, che è abbastanza nuovo.
A volte mi sembro addirittura paranoica; è come se mi stessi convincendo che se non sarò io a "sfruttare" gli altri, saranno loro a farlo con me. Se non sarò io in posizione di dominio, di potere, saranno gli altri a dominare e abusare me. Mi sembra tutto un gioco di forza dove vince chi è più freddo e distaccato.
Forse attiro persone che non mi piacciono perché... Sto diventando una persona che non mi piace."

 

(collegamento con egregio

collegamento con ruffiano, la persona che sa che dare o fare complimenti porta al favorire il ricevere? La dinamica dello scambio senza accordi, favorire lo scambio arbitrariamente?

aggiungere riluttanza

collegamento con oppressione nell'individuazione

aggiungere opportunismo

individuazione e inclinazione

collegamento con gentilezza

chi fa uso dei ricatti come si definisce?

A prescindere da chi si diventa e cosa si farà si verrà sempre criticati negativamente, l'obbiettivo non è annullare la critica negativa ma fare in modo che ci siano un numero sufficiente di persone che ci criticano positivamente e con le quali poter appagarci dal lato sociale.

aggiungere collegamento con pretesa ed esigenza

aggiungere collegamento con assertività e condiscendenza

scelta individuale prosociale, quando fare i propri interessi collima con l'interesse altrui, individualismo non antisociale. Scelta individuale solidale, la persona fa gli interessi degli altri perché sa che questo indirettamente o direttamente sarà positivo anche per lui, senza che questo lo danneggi in alcun modo. Collegamento con opportunista)

 

Una delle conseguenze del non sapere chi si è, cosa si vuole, oltre che non aver capito granché della realtà sono scenari come questi "Buonasera, mi chiamo Maurizio, ho 23 anni, sono nuovo del forum e vi volevo raccontare la mia storia e spero qualcuno abbiamo qualche consiglio a riguardo. 
Da circa due anni, io e la mia ragazza (ci siamo conosciuti alle superiori, siamo cresciuti insieme e abbiamo condiviso tutto) ci siamo lasciati. È stata lei a lasciarmi, dicendomi che non era piu innamorata di me, che non sapevo piu darle i consiglio che la facevano stare bene. Inutile dire che ho passato un periodaccio intoreggandomi su cosa avessi sbagliato o meno. Dopo un po di tempo, forse anche aiutato dagli amici e dal carico di esami universitari, sono riuscito a metterci una pietra sopra. Ho conosciuto altre persone, sono uscito con altre ragazze, anche piu grandi di me e ho fatto esperienze diverse. Circa a dicembre ho conosciuto questa ragazza ed è stato subito colpo di fulmine. Siamo usciti e sono stato benissimo, ed è come se la mia relazione precedente non fosse mai esistita, ero subito pronto a rimettermi in gioco. Dopo tre mesi con questa ragazza, la prima volta che abbiamo fatto l'amore, mi ritorna in mente la mia ex ragazza, inutile dire che è stato un flop tutto il resto della serata. Da li sono iniziate le mille paranoie e i mille dubbi e la mia ex non mi usciva dalla testa. Questo mi ha portato, dopo una lunga riflessione, a lasciare questa ragazza.
Fatto sta che una settimana dopo, questa ragazza mi mancava, mi mancava sentirla per messaggio, parlarci. E allora decido di ricercarla e di rivederci, fin li tutto ok, non pensavo piu alla mia ex ed era tornato tutto come nei primi periodi. Un giorno, e ripeto un giorno dopo, ho deciso di lasciarla. Non mi era mai successa una situazione simile, non mi ero mai comportato cosi.
Ma la storia non finisce qui, infatti durante una festa, riincontro la mia ex dicendomi che le mancavo, che le mancavano i miei consigli, che era uscita con altri ragazzi ma che io non ero come loro etc. Io ero felicissimo ovviamente, era quasi come destino che succedesse questa cosa. Ora mi ritrovo qui a scrivere perchè non sono sicuro, ho paura di non provare più quello che provavo prima per lei, mi sento strano con me stesso.. è possibile cambiare idea cosi nel giro di pochi giorni?"

 

Il soggetto attinge solo dentro di sé, va a sensazione del momento o ha una percezione ballerina e influenzabile.

 

DA RISCRIVERE

Cos'è un individuo? Cosa si intende per individuo?

Una persona si può definire individuo nel momento in cui raggiunge una maturazione tale da potersi definire come una persona che sa quello che desidera e al tempo stesso riesce a rapportarsi con gli altri in modo da fare delle scelte che riescano a gestire la realtà complicata che c'è fra l'essere se stessi e le aspettative e le conseguenze sociali.

Il processo di individuazione consiste nel maturare questo livello di adattamento in cui la persona trova un compromesso appagante fra ciò che si desidera e i propri bisogni e al tempo stesso rimanere integrati socialmente con gli altri e non danneggiare i propri rapporti.

Parte del processo di individuazione consiste quindi nel  prendere solo scelte in base anche ai rapporti che si possiedono, in altri casi individuarsi vuol dire anche rendersi conto che alcuni rapporti non possono funzionare con questo compromesso e ne vanno trovati di nuovi.

Un'altra parte del processo di individuazione consiste nel fare in modo che l'autorealizzazione coesista con il processo stesso, cioè la persona costruisca e modifichi la realtà in base ai suoi desideri sempre tenendo a mente questo obbiettivo fra il proprio appagamento e il mantenimento dei rapporti.

L'autorealizzazione consiste nel cambiare la realtà che ci circonda in modo che rispecchi la propria identità, ciò che piace, ciò che non piace, ciò che si ritiene giusto, sbagliato, etc..

C'è quindi un dualismo nel momento in cui si scopre la propria identità, da una parte conoscersi spinge alla realizzazione di se stessi e dall'altra però si fanno i conti con la propria individualità e con una serie di persone con cui siamo in rapporto.

La vita di ogni persona potrebbe riassumersi in questi due punti, c'è chi non scopre mai chi è e vive la sua vita senza realizzarsi ma seguendo la società, c'è chi si realizza ma a scapito dei rapporti e c'è invece chi trova questa famosa individuazione senza che uno o l'altro punto prevalga ma in un compromesso appagante e funzionale.

Qui si riassume il concetto di scelta egoistica, scelta altruistica e scelta individualistica. Quando una persona sceglie senza rendersi conto delle conseguenze sociali si parla di scelta spontanea, che si trova nel bambino e in quelle persone che nonostante non siano bambini ancora riescono a comprendere il concetto di conseguenze e ripercussioni nell'ambito sociale.

Diventare un individuo vuol dire riuscire a pensare con la propria testa, realizzarsi in base alla propria personalità e al contempo trovare un compromesso con le persone che sono vicine o cambiare rapporti in modo tale da trovare persone con cui sia possibile questo compromesso.

 

Sulla base di questo concetto potrebbe suddividere l'intera popolazione sulla base di tre tipologie di persone:

- persona individualizzata, chiamata anche un individuo, colui che è riuscito nel tempo a costruirsi il suo mondo su misura e ottenere ciò che desidera;

- fallimento di individualizzazione, la persona ha tentato di diventare un individuo ma ha fallito su più punti o su alcune cose non ha saputo come agire o fare scelte, la persona è rimasta bloccata in una dimensione fallimentare perché si è posta come obbiettivo di individualizzarsi. Questo fenomeno viene erroneamente chiamato realizzazione, ma è più chiaro chiamarla individualizzazione;

- persona anonima o anonimia, non ha mai investito in nulla e non si è distinto in ciò che le piace fare. Questo perché probabilmente la persona o non l'ha trovato o non l'ha inseguito per seguire le regole del "lavora basta che porti soldi a casa e fai famiglia"

 

Per comprendere il concetto di individuo è necessario rendersi conto che quando cresciamo subiamo condizionamenti e siamo spinti a seguire delle norme, possiamo subire eventi traumatici e che spingono il soggetto a difendersi da eventi che in realtà non sono "pericolosi", questo perché gli altri direttamente o indirettamente ci puniscono se non andiamo in una data direzione di pensiero o comportamento.

Questo strumento di per sé è sufficiente nella maggior parte dei casi (in alcuni casi la formazione stessa potrebbe essere disfunzionale, generando disturbi che vanno sistemati) a integrarsi e vivere, sufficiente seguirli per condurre un'esistenza anonima ma senza particolari problemi e senza particolari "sbattimenti" per comprendere le cose o fare scelte differenti.

Ma solo quando ci individuiamo che possiamo essere appagati totalmente e gestire comunque questa formazione di sé con il conservare rapporti esterni, realizzarsi seguendo la propria identità e non quello che gli altri dicono o ci hanno portato a credere che sia giusto o sbagliato.

 

fino a qui

 

Diventare individui vuol dire non limitarsi a seguire l'inerzia data dagli educatori e dalla società ma iniziare a domandarsi sul mondo, continuare a informarsi e formarsi, sviluppare una conoscenza di sé(identità) e iniziare a cercare di costruirsi una vita che sia quanto più possibile appagante e vicina a questa propria visione personale invece di seguire la comodità dell'anonimia. 

Questo processo di individuazione non potrebbe esistere senza quello di identificazione, cioè più la persona tenta di conoscere se stessa scavando, analizzando le sue credenze, chiedendosi come è stata condizionata e perché allo stesso tempo tenta di attuare un cambiamento, va oltre quello che le è stato dato sopratutto perché con l'identità non solo conosce l'esperienza condizionante ma anche quello che le piace, quello che non le piace, cosa la fa soffrire e cosa no.

 

Il problema individuazione si può dividere in due fasi:

- la prima è conoscere se stessi e sviluppare la propria identità;

- la seconda è scontrarsi con una realtà complicata, dove è necessario darsi da fare per fare scelte, cambiamenti e costruire qualcosa che sia quanto più vicino alla propria identità.

 

Il bambino si definisce spontaneo perché non conosce ancora la realtà, non ha compreso il concetto di responsabilità, non vede il problema nel tentativo di prendersi o cambiare le cose sulla base di quella che è la sua visione e quindi agisce e basta, non ha alcun filtro producendo però poi dei danni che progressivamente lo formeranno e gli fararanno comprendere il concetto di quella che l'AB definisce scelta individualistica.

Scelta individualistica o individualismo è quel fenomeno in cui una persona tenta di trovare una soluzione al fatto che da una parte c'è quello che desidera e dall'altro le possibile conseguenze, sopratutto lato sociale e sul lato dei suoi rapporti.

Esistono numerose scelte individualistiche come vedremo nel corso dell'articolo, spiegandoci meglio il concetto di egoismo e di altruismo.

 

Cosa fare quando la persona si rende conto che come è cresciuta ha un'identità eccessivamente difficile da appagare con la realtà? In questo caso la cosa migliore da fare è ristrutturarsi per cambiare e divenire un soggetto con una maggiore facilità di individualizzazione, questa cosa si risolve da sé nel momento in cui una persona continua il percorso di crescita riprendendo da ciò che è stata come reazione e risposta al mondo per continuare un percorso che la faccia crescere. Cioè il fatto di identificarsi, scoprendosi apre le porte a nuove conoscenze, nuove esperienze e di conseguenza ad un cambiamento direzionato che punterà ad essere migliori. Il concetto è quello che si inizierà a comprendere meglio il mondo, scoprire più cose che piacciono in modo da far selezionare, fare una formazione che cambierà anche i gusti e di conseguenza il soggetto avrà un parco di scelta maggiore con cui poter individualizzarsi in modo agevolato.

 

Narcisista

Intransigente

inibizione/ritegno

 

L'individuazione consiste nel realizzare, cioè costruire il cambiamento nella realtà in base a ciò che si desidera, quando le persone parlano di sentirsi realizzati o di autorealizzarsi altro non intendono che questo, costruire qualcosa che rispecchi ciò che sono.

 

La principale minaccia all'individuazione e co

L'autorealizzazione combacia con la fine del processo di individuazione?

DA INTEGRARE

"Nessuno fa nulla per nulla, le persone agiscono basandosi su delle motivazioni specifiche"

Cos'è il narcisismo? 

(riscrivere tutto su individualismo? lasciare che il narcisismo resti intorno a concetti quale autoefficacia, autostima e gestione della propria emotività? 

Narcisismo e trattativa, scelta accomodante punta alla trattativa?)

Il termine narcisismo deriva dal mito greco di Narciso, termine che nel linguaggio comune ha assunto nel corso del tempo diversi significati.

Quello più attinente al significato originario vede il narciso come colui che si innamora di se stesso, usato per descrivere soggetti istrionici o vanitosi, mentre il significato psicologico è derivato dalla psiconalisi e in special modo dalle tesi di Kohut il quale a sua volta ha influenzato il linguaggio comune facendo prendere al narcisismo connotati di egoismo e individualismo.

Questo produce confusione e fraintendimento che l'AB risolve prendendo la seguente definizione come univoca, ovvero si definisce narcisista quella scelta che la persona compie nel momento in cui sa che inseguire i suoi bisogni e desideri lo porterà ad avere in alcuni casi un conflitto di interessi, cioè la persona si rende conto che non può semplicemente agire per soddisfarsi ma vanno tenute a mente le conseguenze specialmente nei confronti delle reazioni emotive degli altri.

Quando la persona entra in questo scenario conflittuale si ha luogo ad una scelta narcisistica, cioè la persona si ritrova di fronte ad una situazione complicata dove da una parte ci sono i suoi interessi primari e dall'altra parte i desideri dell'altro che si manifestano sotto forma di aspettative o richieste dirette.

 Per comprendere il narcisismo è necessario avere chiari due cose:

- il primo è che il narcisismo non ha nulla a che fare con il concetto di responsabilità, qui non si sta parlando della persona che da una parte ha i suoi desideri e dall'altra una realtà complessa da cui prenderseli;

- il secondo è che non necessariamente c'è una scelta narcisistica, in alcuni casi la persona potrebbe non vivere alcun conflitto mentre sta agendo perché ciò che sta facendo non va ad intrecciarsi con i suoi rapporti e la soddisfazioni di quest'ultimi.

 

Per capire la differenza fra responsabilità sociale e narcisismo pensiamo a Freud che descriveva questo conflitto di responsabilità parlando di io mediatore, cioè c'è la persona che si ritrova di fronte ad un problema che va risolto dove da una parte c'è il principio di piacere (ciò che la persona ricerca) e dall'altro il principio di realtà (le conseguenze, i problemi e la società complessa che con cui si ha a che fare).

Ma il narcisismo è tutt'altro, la persona si ritrova di fronte a dei desideri o dei bisogni che ha dedotto per empatia, che conosce o che gli stati espressi direttamente sotto forma di richiesta e si ritrova al tempo stesso a pensare al fatto che ci sono anche i suoi di interessi.

Non c'è una risposta univoca, la scelta è complessa e come vedremo in seguito ha diversi esiti. La complessità nasce dal fatto che i rapporti si reggono perché anche le persone che abbiano intorno sono soddisfatte, se iniziassero ad essere eccessivamente frustrate probabilmente andrebbero altrove o comincerebbero a preferire altro, il dilemma che ogni essere umano è quindi quello di trovare un compromesso funzionale fra la sua soddisfazione e quella della sua rete sociale, cosa che non sempre viene svolta in modo razionale.

 

Ogni scenario è complesso e ha virtualmente milioni di piani d'azioni possibili ma la persona farà comunque una scelta precisa, queste scelte possono essere organizzate nei seguenti gruppi:

- manipolativo, detta scelta narcisista manipolativa, la persona mente affinché riesca in qualche modo a soddisfarsi senza che ci siano conseguenze per il fatto che non ha tenuto conto che gli altri non ne trovano soddisfazione o potrebbero perfino soffrire per tale scelta. La persona ha agito non tenendo conto dell'interesse dell'altro nonostante lo conoscesse, cioè non ha fatto una scelta che puntasse in qualche modo a venire incontro anche al benessere dell'altro e al tempo stesso pensa di non pagarne le conseguenze e nascondersi dietro manipolazioni, come ad esempio convincere l'altro che non lo sapeva o non l'ha fatto apposta o qualsiasi altra strategia manipolativa. Alcuni soggetti saranno più facili da manipolare con saranno più difficili. In sintesi la persona risolve il conflitto con l'inganno tentando di prendersi il massimo ma evitando le conseguenze, una persona che segue questa condotta viene definita furba;

- trasparente, detta scelta narcisistica assertiva, la persona sceglie di pensare solo a sé ma al tempo stesso non intende ingannare e lascia intendere cosa sta facendo e perché e si prende le conseguenze di tale scelta. La persona in questo caso vede un eventuale sofferenza dell'altro comunque come qualcosa di utile ad esempio per togliersi di torno una persona incompatibile oppure perché non è interessato se l'altro resta o rimane e quindi se ne frega semplicemente. La persona si prende quindi le conseguenze sociali dell'aver pensato solo a sé o comunque prevalentemente a sé;

- condiscendente, detta scelta narcisistica altruistica, la persona ha paura che le conseguenze dell'insoddisfazione dell'altro possano avere su di sé quindi sceglie di pensare solo al benessere degli altri e non al proprio perché così può evitare quelle conseguenze ritenute inaccettabili. La persona è narcisistica perché comunque è mossa dall'evitare sofferenza, sta pensando comunque a se stessa, ma rimane il fatto che queste sue paure avvantaggino gli altri, favorisca il benessere delle altre persone. La persona vive questa situazione come un un conflitto interno dove da una parte ci sono comunque i suoi bisogni ma quando prevale la paura non potrà far altro che questa scelta narcisistica altruistica. Questa scelta si manifesta sia quando si ricevono richieste in modo diretto ma anche quando empaticamente si percepiscono i bisogni e desideri dell'altro;

- accomodante, detta scelta narcisitica dell'accomodamento, la persona tenta di trovare un compromesso che seppur non rispecchi i bisogni originari delle parti arrivi ad una soluzione soddisfacente per entrambi, non è detto che questo scenario sia sempre possibile e richiede un adattamento specifico alla negoziazione;

- affettivo, detta scelta narcisistica affettiva, la logica affettiva ci ricorda che una persona in un rapporto si trova nella situazione per cui se l'altro è contento allora si è contenti a propria volta, questo si traduce nell'essere motivati a dare benessere all'altro perché questo di ritorno darà benessere a se stessi. Dall'esterno questo potrebbe apparire come qualcosa di disinteressato ma in realtà c'è anche qui del narcisismo, la persona agisce perché dare benessere la fa stare bene a sua volta, questo è ciò che motiva le persone affettuose in uno scambio che si potrebbe definire nascosto;

- compiacente, detta scelta narcisistica compiacente, la persona mette in stretta correlazione il fatto che se si interesserà all'altro e gli darà ciò che questa persona cerca avrà in ritorno ciò che si cerca. Per fare un esempio pensiamo all'uomo che offre una cena, fa regali e si interessa al benessere del partern perché in questo modo sa che otterà un rapporto sessuale in cambio. Oppure al bambino che prende voti a scuola perché sa che ad ogni voto alto ci sono approvazioni e regali in casa. La persona piacere e accontenta gli altri perché in questo caso pensa o si aspetta di ricevere un vantaggio in cambio. Questa strategia non sempre ripaga, la persona potrebbe essere quindi motivata a dare ma poi restare delusa quando scopre che le cose non sono andate come pensava;

- individuale, detta scelta narcisistica individualistica, questa è la scelta narcisistica più evoluta, complessa e probabilmente la più funzionale a livello sociale dove il soggetto mette come priorità i suoi interessi ma allo stesso tempo e in luogo secondario pensa anche ai desideri e bisogni degli altri. Come funziona questa scelta? La persona da priorità al proprio benessere senza ricercare alcun compromesso ma al tempo stesso tenta di dare compatibilmente con la sua scelta soddsifazione agli altri. Per fare un esempio pensiamo al datore di lavoro che ha come obbiettivo quello di raggiungere entro fine anno una determinata cifra, la raggiunge e vede che c'è un eccesso di 3000€ quindi sarà una scelta individuale dare ad esempio quei soldi divisi come regalo ai dipendenti. Per dirla in altre parole si potrebbe dire che la persona nel momento in cui ha raggiunto i suoi bisogni e i suoi desideri, con le eccedenze e come elemento secondario pensa agli altri.

Non esiste la personalità narcisistica, ma si parla di scelte narcisistiche quindi al più si potrebbe analizzare il comportamento di una persona o chiederle quale scelta narcisistica tende a fare più frequentemente in un periodo della sua esistenza.

Prima di proseguire con la spiegazione va sottolineato, come si evince dal terzo punto, che l'altruismo non ha un'accezione sempre positiva o negativa, essere altruisti narcisisticamente parlando vuol dire che la persona pensa al bisogno degli altri così può parzialmente o interamente farsi gli interessi propri, nel caso del compiacimento ad esempio c'è un "win win" cioè ognuno ottiene ciò che cerca, nella condiscendenza l'opposto la persona ci perde anche se è mossa dal fatto che se non si comportasse così perderebbe ancora di più, si legga altruismo per approfondire.

Tornando all'articolo possiamo affermare che una volta che il soggetto prende la sua scelta narcisistica poi questa andrà portata avanti e non è detto che sia sempre facile, un conto è pensare solo a se stessi e fregarsene di come ci rimane l'altro un conto è fare una scelta accomodante dove la persona darà via a negoziati, ci possono essere problemi, erroriin e diviene evidente come queste due scelte richiedano investimenti largamente differenti fra loro.

Riguardo alla scelta individualsitica e accomodante ci sono diverse cose da aggiungere, specialmente sul fatto delle intenzioni, cioè il solo fatto di avere l'intenzione di farlo non vuol dire che questo sarà sempre possibile ma il solo fatto di aver tentanto metterà l'altro in una situazione di minore sofferenza nel caso fosse insoddisfatto di qualcosa.

Se la persona ha come obbiettivo che il rapporto funzioni sarà necessario fare determinate scelte narcisistiche in base al rapporto che si ha, questo vuol dire che alcuni rapporti potrebbe durare anche se la persona fa continuamente delle scelte manipolative o assertive, altri potrebbero resistere basandosi sul narcisismo accomodante, altri sull'individualistico, etc..

 

Prima di preseguire con l'approfondimento del narcisismo è necessario introdurre altri tre concetti che sono intersecati con la dinamica di questo fenomeno e sono:

- egoismo;

- responsabilità, edonismo e dissolutismo (essere dissoluti).

Iniziamo dall'egoismo, questo termine non è un sinonimo di narcisismo ma al contrario è un termine fondamentale per capire cosa non sia narcisismo e ci si riferisce al fatto in cui una persona pensa solo ai suoi bisogni e i suoi desideri senza pensare a quelli degli altri e di chi ha intorno in quel momento.

L'egoismo è il fenomeno caratteristico dell'infanzia e dei bambini ma lo si può trovare anche negli adulti nella variante di "egoismo non intenzionale" dove a differenza del bambino l'adulto può essere ripreso e criticato dicendogli "ma stai pensando solo a te stesso?" e quindi spostandolo da quella che era inizialmente una scelta e una pianificazione egoisticamente non intenzionale alla presa di coscienza del problema "sentimenti e bisogni degli altri" e quindi portandolo di fatto a fare una scelta narcisistica e non solo egoistica.

Quante volte vi sarà capitato di vedere una persona che inizialmente stava progettando e programmando pensando solo a se stessa ma poi è bastato ricordarle che non c'era solo lei per farla "svegliare dall'egoismo" per farla immediatamente entrare in una realtà estesa dove non c'è solo lei ma anche altri, in alcuni casi questo cambio di comportamento si spiega anche per una scelta narcisistica inibita, cioè essendo stata ripresa si è sentita in colpa e quindi questo l'ha spinta a cambiare quella che poteva essere stata una scelta narcisistica manipolativa ciò non toglie che l'esempio rimane calzante anche per l'egoismo non intenzionale.

Passiamo ora alla responsabilità, questo termine ci ricorda che quando una persona sceglie e agisce potrebbe farlo pensando anche alle conseguenze che queste azioni porteranno, immaginiamo una persona che nel suo essere adattata socialmente ha compreso che se causa sofferenza agli altri con le sue azioni e scelte questi rapporti potrebbero andare male ed è la persona stessa a pagarne le conseguenze.

Questo concetto è fondamentale perché spiega meglio come avviene qualsiasi scelta narcisistica, sia che la persona abbia pensato alle responsabilità sia che non ci abbia pensato.

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Per ricapitolare potremmo dire che è fondamentale quando si sta osservando il comportamento e le scelte altrui capire se è egoismo (non intenzionale) o una scelta narcisistica, cioè una scelta conscia ponderata sui propri interessi ma anche quelli delle persone in gioco. Nel momento in cui si scopre che è stata una scelta narcisistica si può passare al capire che tipo di scelta sia stata fatta fra le sei che l'AB ha trovato e infine si può analizzare il pensiero del soggetto e i vari passaggi che l'hanno portato a fare tale scelta.

Attenzione a non confondere il narcisismo con il risentimento o l'austerità, un conto è una persona che sta per agire seguendo i suoi bisogni e desideri un conto è una persona che reagisce al comportamento dell'altro, sta reagendo a comportamenti altrui, si parla di scelta narcisista solo nel momento in cui la persona si ritrova di fronte all'inevitabile realtà che nei contesti sociali quando agisce per raggiungere ciò che desidera o ciò di cui ha bisogno non può non fare i conti con chi ha vicino, non può non considerare cosa gli altri desiderano o hanno bisogno perché questo in un modo o nell'altro gli si ritorcerà contro.

Esempi di scelte narcisistiche le troviamo ogni giorno e ovunque, dall'amico che ne invita un altro per andare a fare un giro, dai partner che si amano e stanno soddisfando i propri bisogni e desideri, nel rapporto dei genitori e dei figli, ogni giorno miliardi di persone agiscono per raggiungere i loro bisogni e i loro desideri e quando c'è un rapporto sociale di mezzo inevitabilmente faranno o una scelta egoistica o una scelta narcisistica.

 

Il ruolo dell'empatia e della compassione

L'empatia è alla base del narcisismo in quanto si tratta di capire gli interessi degli altri (quando questi non ci vengono detti apertamente), il problema è quando l'empatia ci fa conoscere anche le emozioni dell'altro facendo nascere il fenomeno della compassione, nel quale la persona potrebbe farsi influenzare e cambiare la propria scelta narcisistica, passando ad una altruistica.

Ogni persona è fatto a suo modo, c'è chi crede che se qualcuno soffre sia necessario interessarsi ai suoi bisogni, quindi sarà condiscendente, c'è chi lo vive come un conflitto e c'è invece chi non lascia che la compassione possa in alcun modo influenzarlo continuando a fare la sua scelta basandosi su altri criteri.

 

Non posso venire con te perché ho un impegno, è narcisismo? Si è una scelta narcisistica in quanto la persona sta conoscendo i bisogni dell'altro manifestati sotto forma di richiesta ma al tempo stesso pensa ai suoi, il fatto di aver detto No e poi mettendo la scusa dell'impegno può essere scelta narcisistica manipolativa se la persona ha mentito, scelta narcisistica assertiva se l'impegno c'è realmente e antempone i suoi interessi a quelli dell'altro.

Non è detto che l'altro soffra per questo rifiuto ma potrebbe accadere, questo esempio ci fa capire come l'essere assertivi "non mi va di venire e non ci vengo" possa essere una strategia di selezione, dove la persona così fa in modo di allontanare le persone che se la prendono per questa "verità" e tenersi vicine quelle invece che se ne fregano, capiscono che a qualcuno possa non andare e apprezzano la trasparenza.

 

Il problema della famiglia, un quadro complesso per il narcisismo data la stretta vicinanza dei rapporti, il ruolo subordinato di alcuni soggetti e la probabilità che si trasformi in un narcisismo servile o condiscendente schiacciando la qualità esistenziale del soggetto.

 

Narcisismo e antisocialità, qual è la differenza?

Con il termine antisociale si evidenzia il narcisismo nella sua accezione che va contro le norme e le leggi di un posto. In altre parole l'antisociale altro non che è una persona incivile e narcisista, cioè che pur di fare i suoi interessi sceglie di violare intenzionalmente norme e leggi.

Pensiamo a due datori di lavoro, uno che guadagna fa i suoi interessi ma dà comunque ai suoi dipendenti uno stipendio nella media mentre un altro li pagà la metà per arricchirsi ulteriormente, entrambi hanno fatto due scelte di tipo narcisistico dove hanno pensato al loro guadagno ma uno segue la legge e le norme e viene visto come un datore di lavoro normale l'altro invece sfocia nell'illegalità e viene visto dagli altri come uno "sfruttatore".

 

Essere se stessi "

Riesco a spiegarmi meglio facendo un esempio. Ieri un'amica mi ha invitata a passare la Pasquetta con lei e il suo gruppo di amici. Di questi amici non conoscevo nessuno. Sì sono tutti presentati con me, ma nessuno mi ha dato molta confidenza. Non so come mai ma le persone quando mi conoscono fanno fatica a venire da me a parlarmi, è una cosa che mi è sempre capitata da quando sono piccola e così ho sempre fatto fatica a interagire con gli altri, infatti nessuno si ricordava mai di me dopo una serata mentre invece io mi ricordavo di tutti. Da due anni a questa parte le cose erano migliorare perché ero più disinibita e quindi ero io che mi avvicinavo a parlare con tutti. Ieri non ci sono riuscita, ero a disagio e ovviamente nessuno mi ha parlato. Sono tornata a casa e mi sono sentita distrutta. Purtroppo do sempre l'impressione di una che se la tira e che snobba gli altri, quando in realtà non è così. Anche quando provavo a dire o qualcosa nessuno mi stava a sentire... Stamattina ho inviato un messaggio sul gruppo WhatsApp dell'organizzazione dove ho ringraziato per l'invito e ho detto che sto passando un brutto periodo e che la giornata insieme mi ha aiutata a non pensare. Mi aspettavo delle risposte, ma invece nulla. Ho controllato FB per vedere se qualcuno di loro mi avesse cercata per chiedermi l'amicizia ed invece no. La stessa cosa è successa qualche sera fa, uscendo sempre con questa amica che mi ha fatto incontrare persone che conosco solo di vista. Ad un certo punto questa amica si è allontanata e sono rimasta sola con queste persone che non mi hanno rivolto la parola e il mio disagio non mi ha consentito di aprirmi."

APPUNTI:

- il narcisismo sano evidenzia come il soggetto sia in grado di fare scelte narcisistiche che produranno rapporti non problematici, la persona riuscirà a fare delle scelte dove ci sono in ballo i bisogni di sé e gli altri senza che questi danneggino il rapporto o abbiano conseguenze negative, dove la persona conserva la sua qualità esistenziale viceversa un narcisismo malato va ad indicare che le scelte narcisistiche del soggetto hanno avuto conseguenze negative e ne sta pagando le conseguenze rimanendo solo o con poche persone a causa di queste scelte o avendo rapporti problematici che disturbano o gli diminuiscono la qualità esistenziale, per rapporto problematico si intende sia quando c'è un eccesso di altruismo sia quando c'è un eccesso di frustrazione negli altri perché si pensa solo a sé, in ogni caso queste sono due situazione estreme ed opposte che creano problemi;

- fare una scelta narcisistica razionale dove il soggetto punta a raggiungere i suoi obbiettivi è diverso da fare scelte che diano modo al soggetto di continuare ad avere rapporti soddisfacenti senza che ci siano significativi problemi, questo ci fa capire perché sia utile parlare di narcisismo sano o malato, perché a prescindere da quello che desidera la persona si guardano ai risultati che questo avrà sulla sua qualità sociale, le due cose vanno separate perché non necessariamente la persona ha la saggezza di comprendere cosa sia più funzionale sul lungo periodo;

- narcisista manipolatore totale, qui si arrivano al paradosso per cui l'intero rapporto è fondato sulla menzogna, in cui una persona ne usa un'altra per i propri interessi,

- narcisista manipolatore parziale, alcune cose fa ricorso alla manipolazione altre no

- come descrivere il disturbo narcisistico di personalità? Sia quando la persona pensa solo a se stessa e si distrugge la qualità esistenziale sia quando è troppo altruistica?

 

FINO A QUI

Essere un individuo ha come stretta conseguenza quella dell'individualismo, cioè una persona proprio perché sa cosa vuole e sa che è "unica" entra in una dimensione complessa fatta di altre persone uniche che potrebbero anche loro avere delle richieste, avere una visione e rapportarsi con queste persone senza incrinare o disttrugere il rapporto vuol dire trovare compromesso e equilibrio tra ciò che si desidera, i propri pensieri e quelli degli altri per quanto compatibili ce li si possa essere selezionati.

L'individualismo è cioè la volontà di un soggetto che sa cosa desidera ma al tempo stesso sa che per mantenere rapporti con altri è necessario fare delle scelte di compromesso e più complesse del solo "faccio quello che voglio o mi prendo ogni cosa che desidero".

 

La frase che più rispecchia la società attuale potrebbe essere "molte persone, pochi individui" sottolineando come probabilmente la maggior parte della società sia composte da persone che non sono individui o non sono individui completi, cioè hanno fatto un percorso di individuazione non sufficiente per avere una visione completa di sé e del mondo oltre i condizionamenti e l'esperienza ricevuta.

 

L'etimologia stessa del termine ci fa comprendere che si è unici solo quando si va oltre quello che casualmente abbiamo vissuto, non abbiamo scelto i genitori e l'esperienza della nostra infanzia e adolescenza ma possiamo scegliere di conoscerci quanto più possibile e di continuare a formarci andando oltre i condizionamenti ricevuti, andando oltre quelle emozioni e quell'istintività che caratterizza una persona che non sa quello che vuole, che non sa scegliere, non sa chi è e non riesce ad opporsi a quelle persone che di fatto controllano la sua esistenza.

"

class="messageTitle">pensare con la propria testa

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non sapevo se inserirlo in questione di percezione o qui...alla fine ho scelto questa sezione.
era già un argomento che mi frullava in testa mentre dormivo, poi oggi al colloquio con la psicoterapeuta, me l'ha dato come spunto per pensarci.

so che sembra assurdo, ma vedo la realtà con gli occhi di un'altra persona, e non i miei.
insomma la mia realtà è filtrata dagli occhi dei miei genitori(questo è emerso nel colloquio).
e non riesco proprio a capire i miei veri desideri.
quindi mi è stato detto di provare a pensarci.

detto questo non cerco soluzioni definitive o altro...so che comunque già lo spazio della terapia è il mio spazio.
sicuramente ci saranno altri modi da integrare.

qualcuno di voi si è trovato in questa situazione? come siete riusciti a capire cosa volevate aldilà dei condizionamenti?
se avete suggerimenti, storie o opinioni, le ascolto volentieri...ribadendo che magari sono cose che posso provare, spunti di riflessione e non è detto che vadano bene per il mio caso o altri."

FINO A QUi

 

ultima modifica il: 24-01-2019 - 17:15:17
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