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- Autosufficienza -
riabilita aiuti

"L'unico uccello che ha paura che il ramo su cui è poggiato si spezzi è l'uccello che non ha ancora imparato a volare"

 

Cos'è l'autosufficienza? Cosa si intende per autosufficienza esistenziale?

Si definisce autosufficiente un soggetto che preso in uno specifico intervallo di tempo non ha avuto bisogno di altri soggetti per stare bene e per fare tutte le cose che desiderava fare.

Facciamo un esempio, immaginate un soggetto che vive sale un giorno in montagna da solo, un soggetto amante della natura e della lettura, si porta del cibo, si porta tutto l'occorrente e passa una giornata in completa autosufficienza, giornata che il soggetto definirà bella perché ha avuto tutte cose positive.

L'autosufficienza per comodità si può dividere in un'autosufficienza emotiva ed operativa, la prima descrive l'abilità di stare bene emotivamente senza altri e la seconda di poter agire senza l'aiuto di nessuno.

 

L'autosufficienza difficilmente può essere eterna, conviene parlare di intervalli di autosufficienza che danno modo al soggetto di poter passare del tempo da solo senza particolari problemi.

L'autosufficienza non va intesa come l'obiettivo irrealistico di poter fare un'esistenza da solo ma di poter affrontare senza problemi quei momenti in cui inevitabilmente si starà soli.

L'autosufficienza è alla base dell'introversione, l'introverso è colui che proprio perché ha questi piaceri solitari, a volte sceglie perfino di stare solo quando l'alternativa sociale viene giudicata inferiore al piacere che avrebbe in quel momento, si legga introversione per approfondire.

Ma se l'autosufficienza non è sempre possibile, vuol dire che siamo costretti a dipendere dagli altri? La risposta è no, per poter comprendere questo passaggio è necessario il concetto di indipendenza.

Autosufficienza e indioendenza non sono sinonimi, l'indipendenza nasce dal fatto che sebbene abbiamo bisogno di elementi esterni e ricercheremo altre persone, sarà necessario costruire numerosi rapporti, numerose alternative, per non dipendere mai da nessuno, ma trovare l'indipendenza nell'abbondanza di rapporti e relazioni.

La dipendenza descrive il fenomeno negativo per cui si è "appesi ad un filo" e se questo filo si rompe, si cade. Immaginate di avere un amico e immaginte di avere venti amici, nel primo caso ogni volta che quell'amico non ci sarà sarete di fatto soli nel secondo caso la probabilità che non ci sia un amico quando se ne ha bisogno è nulla, si è indipendenti.

 

Questo ci porta a concludere che il miglior modo di vivere è quello di accettare i limiti dell'autosufficienza, investire per essere autosufficienti e al tempo stesso indipendenti, creando una ricchezza intorno a tutto ciò di cui abbiamo bisogno dall'esterno.

 

 

Qual è il collegamento con la completezza?

 

Da rivedere

Questo fa si che l'indipendenza totale non esiste, ma un soggetto autosufficiente con un'autonomia economica ed emotiva elevata ha di fatto ampi margini in cui può stare solo e agire nella sua esistenza senza rendere conto a nessuno o aver bisogno di nessuno.

L'autosufficienza del saggio è quindi descrivibile...

Il problema dei rapporti di compromesso che potrebbero annullare i vantaggi dell'indipendenza in quanto il soggetto è vincolato a non poter fare alcune cose per non ferire l'altro, come si definisce questo fenomeno?

(collegamento fra autonomia e selfish, l'essere selfish è all'antipodo del comportamento borderline)

 

l'autosufficienza è nelle cose materiali, agire senza l'aiuto, supporto o sostegno di nessuno. Una persona diviene autosufficiente quando sviluppa un autoefficacia tale da portarlo ad essere conscio di poter fare ogni cosa da sé;

l'indipendenza è emotiva, il soggetto fonda la sua felicità su interessi e hobby che gli danno modo di non dipendere dagli altri in generale, avere qualcuno vicino per poter stare bene, ma sopratutto ha una serie di rapporti distaccati da usare per i suoi desideri sociali, non c'è un'unica persona da cui dipendere ma c'è una serie di rapporti significativi con il quale ha un metodo equilibrato.

 

Sia l'autosufficienza che l'indipendenza sono due stati che si raggiungono dopo un percorso di crescita e di costruzione, specialmente nell'indipendenza emotiva dove il soggetto prima costruisce una serie di interessi e poi una serie di rapporti equilibrati senza che si ritrovi a dipendere da una o poche persone.

 

 e l'autonomia? Le due possibili traduzioni:

- seguendo il concetto degli apparati elettronici, si parlerebbe di autonomia per intendere quanto tempo la persona resiste da sola nella sua indipendenza senza contatti;

- seguendo l'etimologia si definirebbe autonoma una persona che ha sviluppato una serie di leggi?

 

DA RISCRIVERE

Con questo termine si fa riferimento non ad una totale indipendenza della persona, siamo esseri sociali e per questo finiremo in un modo o nell'altro per interagire con altre persone per desiderio o bisogno, perché c'è da imparare qualcosa, chiedere aiuto, etc.. quanto più nel concetto di autonomia, cioè la persona è in grado di poter passare del tempo da solo o affrontare le cose da solo senza che abbia necessariamente bisogno di altri.

Si potrebbe definire come autosufficienza parziale quello stato in cui una persona può operativamente (cioè fare le cose che ha da fare e raggiungere gli obbiettivi posti) ed emotivamente (cioè essere appagata) per un periodo di tempo anche se è sola senza che provi solitudine.

Le persone si cullano del fatto che l'autosufficienza totale non sia possibile per giustificare la loro mancanza di autosufficienza e il fatto che non riescano a stare sole senza soffrire o avere problemi, per quanto possano autoconvincersi e sentirsi giustificati ciò non toglie che la loro scelta non sia razionale e infatti ne pagano la conseguenza soffrendo quando capiterà a volte di rimanere sole o quando finiranno per dipendere dagli altri anche per le piccole cose.

Sviluppare un'autonomia sufficientemente lunga è fondamentale per essere felici perché altrimenti sarà inevitabimente soffrire quando qualcuno non ci sarà o quando ci sarà da fare qualcosa e non avremo nessuno vicino.

Pensate a quelle persone che nella loro giornata riescono a stare diverse ore da sole immerse nelle loro passioni, riescono a fare cose senza l'aiuto di nessuno per poi godersi il contatto sociale quando capita oppure organizzarsi per chiedere aiuto a qualcuno per una cosa che non sanno fare o che gli va spiegata e poi pensate a quelle persone che invece quando non hanno nessuno intorno immediatamente si sentono sole o si annoiano o che per ogni minima cosa da affrontare hanno bisogno di qualcuno che li rassicuri o che gli dica cosa fare o addirittura che la faccia al posto suo.

L'autosufficienza per comodità va scissa in operativa ed emotiva perché non è detto che queste siano sempre presente contemporaneamente, ci potrebbe essere quindi la persona che ha raggiunto l'autosufficienza emotiva e non operativa e viceversa.

L'autosufficienza va affiancato al concetto di equilibrio, cioè una persona organizzerà le attività che la rendono autosufficiente con le interazioni sociali.

Alla base della mancanza di autosufficienza c'è il fenomeno del borderline, cioè un soggetto che ha difficoltà a rapportarsi con gli altri a causa dell'attaccamento che ne nasce almeno che non riesca a trovare un modo da non attaccarsi a nessuno e gestire la sua mancanta autosufficienza emotiva con un numero elevate di persone.

Il rapporto borderline nasce proprio nel momento in cui una persona invece di puntare ad avere un minimo di autonomia si "fonde" con l'altro, lo vede e usa come fonte di emozioni, fonte di tutto quello che non riesce ad avere da solo finendone per dipendere e facendo scattare quelle dinamiche problematiche fra cui spiccano gelosia, sentimentalismo, elevate aspettative, etc..

 

La mancanza di autonomia ci spiega chiaramente perché alcune persone finiscano per generare quelli che comunemente vengono definiti rapporti malati.

Approfondiamo meglio le due componenti dell'autosufficienza:

- una componente operativa, ovvero tutto ciò che riguarda il campo dell'agenticità, dove spiccano autoefficacia, adattamento, adeguatezza, autostima dove la persona nella maggior parte dei compiti che affronta nella sua giornata alla domanda "posso farlo" si risponderà "si so farlo e posso farlo";

- una componente emotiva, ovvero avere la possibilità di essere contenti senza che ci siano altre persone ma venga dai propri hobby, interessi e passioni così da potersi interfacciare con gli altri senza vivere nell'urgente impellenza di trovare appagamento tramite l'aiuto di qualcuno.

 

 

La componente operativa la potremmo spiegare facilmente con un esempio, immaginate di spostarvi in un altro paese, vi ritrovate da soli e andare in una nuovo posto, essere autosufficienti operativamente vuol dire essere in grado di fare tutto senza alcuna sofferenza o problema, riuscire ad uscire, prendere un mezzo, parlare con gente nuova, pulire casa, fare spesa, etc... la persona è adattata e si sente tale nel fare la maggior parte delle attività comuni sia in campo di gestione della casa sia in altri ambiti, come ricerca del lavoro, interazione con nuove persone, e non ha bisogno ad esempio di un genitore, un partner o un amico che sia lì a dare consigli, a fare supporto o dare aiuto. Potrebbe capitare che alcune cose richiedano un breve "riadattamento" ma questo fa parte dell'agenticità del soggetto che sa farlo, non teme l'evento e sa gestirlo quando capita. Grossomodo una persona autosufficiente a livello operativo potrebbe cambiare paese domani e non avere nessun problema significativo. 

La componente emotiva invece si basa su un'altra logica, quella della soddisfazione e dell'appagamento. Una persona autosufficiente emotivamente è una persona che ha una base che le dà modo di poter passare periodi di tempo rilevanti senza la presenza di nessuno. Questo è il frangente che ci fa capire che l'uomo per quanto investa nell'autosufficienza sarà comunque  (tranne rari casi come ad esempio le persone schizoidi) impossibilitato a raggiungere l'autosufficienza totale.

Nel primo caso resterà il bisogno di interagire e richiedere l'intervento di altri per obbiettivi che non possono essere svolti da soli fisicamente e per la necessità di imparare, migliorare, crescere (anche se qui libri e internet aumentano l'autosufficienza) nel seconda caso invece resterà comunque il bisogno e desiderio di interagire con l'altri in base all'autonomia che si riesce ad ottenere con la propria strategia.

 

L'autosufficienza emotiva insieme ad una strategia sociale efficace dà modo al soggetto di eliminare una logica ancora largamente usata ovvero "avere il bisogno di uscire con qualcuno e uscirci anche se non si è soddisfatti di tale scelta ma è il miglior compromesso del momento" per passare ad una logica basata esclusivamente sul "esco con questa persona per piacere, perché lo desidero senza scendere ad alcun compromesso".

Una persona che non può stare da sola ha bisogno di un largo numero di persone (almeno che non trovi qualcuno a cui attaccarsi) e questo rende difficile se non impossibile riuscire a trovare sempre persone che ci piacciono, che desideramo o che facciano attivitò a noi congeniali in quel momento, il problema è che la giornata è lunga e servono più persone. Mentre per chi ha autonomia non avrà problemi, avrà tempo di organizzarsi e di scegliersi il meglio senza che nel frattempo soffra proprio perché é autonomo.

L'autosufficienza emotiva è strettamente collegata al concetto di vuoto/pienezza, mentre l'autosufficienza operativa al concetto di agenticità. 

 

 

Questo articolo fino ad ora ha affrontato il problema solo dal punto di vista dell'assenza di sofferenza e disturbi perché nel momento in cui si inserisce questa variabile il problema si complica in quanto la persona avrà bisogno di altre persone non solo per una questione di noia o di non saper fare ma anche per i problemi che ha e che non sa affrontare/gestire/superare da sola.

Questo vuol dire che quanto meno una persona è saggia e quanti più problemi di personalità ha quanto meno riuscirà ad essedre autosufficiente perché avrà bisogno degli altri non solo per i motivi sopra citati ma anche per questi, questo spiegherebbe perché una persona che ha qualche passione possa essere comunque completamente priva di autosufficienza emotiva perché ricerca gli altri per le paure che ha, per il bisogno ad esempio di conforto o anche solo di sentirsi qualcuno vicino per non avere paure.

FINO A QUI

 

Essere autosufficientemente emotivamente quindi è una condizione necessaria per essere continuamente appagati e non essere vincolati agli altri, avere una base solida dove appoggiarsi senza che si necessiti di altre persone per provare gioia, ma sopratutto avendo questa base la persona ha autonomia, è soddisfatta e quindi può muoversi nella società con calma, facendo le cose coerentemente e efficacemente, analizzando gli altri, vedere se si è compatibili, senza questa base la persona essendo "insoddisfatta" è come se avvertisse la necessità impellente di soddisfarsi e questo la spinge a non avere più tempo a disposizione per fare analisi, ad avere la ludicidità di vedere se la realtà è come la desidera o se è compatibile con lei, ma quello stato di "disperazione" (per usare il gergo comune) la spinge a crearsi aspettative ed ad idealizzare, proprio perché non può e non vuole perdere nemmeno un secondo, dato la necessità di ritrovare un minimo di appagamento.

Questo spiegherebbe perché le persone che non sono autosufficienti emotivamente tendano tutte a comportarsi allo stesso modo, fra idealizzazione aspettative ed alternare momenti in cui le illusioni reggono e qualche aspettativa arriva e sono soddisfatte, a momenti in cui soffrono perché non c'è nessuno o chi c'è si è rivelato diverso da come credevano o non gli sta dando ciò che si aspettavano.

L'autosufficienza operativa ed emotiva non sono due punti di arrivo ma due punti di partenza, l'autosufficienza emotiva non va vista come "ora posso stare sempre da solo, posso controllare i miei desideri e posso fare a meno di tutto", no al contrario l'autosufficienza emotiva  è un punto di partenza per interagire con il mondo senza la "disperazione ed aspettativa" che avrebbe una persona totalmente insoddisfatta, immaginiamo due scenari per comprendere meglio.

Immaginate una persona che sa cucinare, e si prepara qualche piatto che le soddisfa la fame, questa persona non morirà di fame e ha anche una sua soddisfazione, questo farà in modo che con calma (ma senza perdere tempo o cullarsi della propria autosufficienza) si diriga all'esterno per trovare persone disposte ad offrirgli o scambiare altri piatti di pasta che può piacere e che desidera. Questo stato di sazietà e soddisfazione iniziale è necessario per non farsi aspettative, per non essere feriti e non soffrire da quelle persone che non ci daranno nulla per arrivare senza problemi con calma e senza sofferenza a quelli che ci soddisferanno il palato con gusti e sapori diversi che noi da soli non avremmo potuto avere, un desiderio verso l'esterno lo si può attendere per un periodo di tempo specialmente se c'è una base di soddisfazione interna, ma comunque anche per questo c'è una scadenza e se una persona autosufficiente si "culla troppo" del tanto sto bene da solo, probabilmente nel lungo periodo pagherà questo errore di non essersi diretto per tempo e con calma verso ciò che desidera e che da solo non poteva avere.

Immaginate invece ora lo scenario in cui una persona affamata e senza un minimo di soddisfazione che si dirige all'esterno, questa persona a causa di ciò che sente e prova si trova in uno stato di "mancanza con emergenza" e non potrà far altro che aspettarsi, richiedere soddisfazione rimanendo doppiamente sofferente (anche delusa) quando gli altri calmpesteranno quel suo stato, stato che è comunque una propria responsabilità.

Discorso analogo per l'autosufficienza operativa, anche se qui il discorso è leggermente diverso perché teoricamente una persona potrebbe per scelta fare tutto da sola per tutta l'esistenza, cosa che non si può fare in campo emotivo.

Una persona autosufficiente, sa che potendo fare tutto da sola non soffrirà mai per un eventuale abbandono o allontamento di qualcuno o tutti (a livello operativo) però sa anche che potrebbe puntare alla collaborazione, dividendo le fatiche, ecco perché l'autosufficienza operativa è un punto di partenza, anche se qui è più opzionale.

L'autosufficienza è una componente necessaria, per questo l'AB la inserisce come componente per la saggezza, tante persone si illudono che senza si possa fare comunque una "esistenza decente" persone che non si rendono conto alla mole di insoddisfazione e di interruzioni nei progetti a causa del fatto che per procedere e per stare "bene emotivamente" sono vincolati alle altre persone.

La realtà che queste persone non sono disposte ad ammettere è che arrivano a mantenersi dei rapporti con tanti di quei compromessi da ricavaraci comunque un enorme sofferenza ma il loro pensiero è comunque "sempre meglio che stare soli" cosa che una persona autosufficiente non fa avendo tutto il tempo per poter cerarsi persone realmente compatibili e che miglioreranno la sua esistenza ulteriormente.

Autosufficienti non si nasce ma lo si diventa, acquisendo tutte quelle caratteristiche di personalità necessarie.

 

Una frase che si avvicina al concetto di autosufficienza dell'AB è questa:

 

"Ci hanno fatto credere che ognuno di noi è la metà di un’arancia, che la vita ha senso solo quando riusciamo a trovare l’altra metà.
Non ci hanno detto che nasciamo interi, che mai nessuno nella nostra vita merita di portarsi sulle spalle la responsabilità di completare quello che ci manca: si cresce con noi stessi. Se siamo in buona compagnia, è semplicemente più gradevole.
John Lennon"

 

L'AB è quasi completamente d'accordo con questa frase tranne per un punto, quello in cui si dice che si nasce come interi, in realtà non è così, nasciamo vuoti e a seconda di come gli eventi formeranno la personalità si determinerà l'autosufficienza o meno, senza togliere il fatto che poi si possa successivamente cambiare, la persona ha la responsabilità di raggiungere la propria autosufficienza per poter affrontare l'esistenza al meglio, invece di sperare in una realtà di comodo come quella della metà.

 

Come già detto autosufficienza non vuol dire restare stare soli più a lungo possibile o vivere in totale autonomia, ma ciò che dice l'AB con questa teoria è esattamente l'opposto, suggerendo di sfruttare al meglio e nel modo più efficiente possibile questo stato per ricercarsi all'esterno tutto il "plus e i desideri" che una persona fa sfruttando l'autonomia dell'autosufficienza emotiva.

 

 

Autosufficienza, affezionamento ed abbandono

Una persona autosufficiente a livello emotivo fa meno fatica nel non affezionarsi, è più facile accettare la realtà e che tutto tende a finire "forte" del fatto che comunque anche senza quella persona avrà o altre persone o comunque una base solida di autosufficienza.

 

Le passioni non sono uno scudo ma un'alternativa, un mezzo per rendere una persona un individuo in grado di rapportarsi in modo efficace, non si può vivere senza rapporti, non c'è una scelta di preferenza fra passioni o rapporti, ma al contrario si usando i rapporti come mezzo per rapportarsi nel migliore dei modi e quindi avere un'esistenza completa, dato che l'obbiettivo ultimo è comunque l'appagamento e l'errore sarebbe non sfruttare tutte le alternative possibili.

 

Autosufficienza ed essere individui

 

Autosufficienza e l'illusione sull'innamoramento

 

Mancanza di autosufficienza e Paura di perdere persone care

 

 

Racconto dal web

Faccio un'introduzione: la mia famiglia è frammentata, ho i miei parenti più importanti che vivono lontano da me (madre, sorella maggiore e fratello minore) e ho passato episodi parecchio brutti in passato, soprattutto a causa del carattere e della cattiva gestione familiare dei miei genitori. Attualmente vivo con mio padre (troppo autoritario, egocentrico e totalmente privo di empatia) e mia nonna (non mi trovo bene nella mia situazione attuale, quindi cerco negli amici conforto ed accettazione, proprio perché non vivo bene a casa mia). Il rapporto con mia madre non è mai stato tanto problematico, mi sono sempre trovato generalmente bene.
Ho cominciato ad avvertire i sintomi della mia sofferenza psicologica da quando il mio migliore amico è partito per farsi una nuova vita all'estero (circa un mese fa): questo mio amico riusciva a sopperire al mio carattere facendomi da ponte con le altre persone, d'altra parte la maggior parte degli amici che conosco li conosco grazie a lui e in tutti gli anni in cui ci uscivo (dai 17anni) era sempre lui a chiamarmi per uscire (facendomi cosi sentire partecipe, in compagnia ed accettato), quindi mi sono abituato ad essere sempre chiamato e a non prendere l'iniziativa. A parte lui, con gli altri amici ho un rapporto generalmente più superficiale.

La mia domanda è: il mio senso di abbandono è dovuto alla lontananza del mio amico (quindi dato da una dipendenza emotiva nei suoi confronti) o dal contesto familiare in cui sono cresciuto (genitori assenti o presenti nel modo sbagliato e ambiente domestico percepito come ostile/estraneo)?

 

Autosufficienza operativa

un'autosufficienza operativa, cioè entra nel mondo del lavoro e si svincola completamente dai propri genitori. Il divenire adulti non va visto come un obbligo morale, ci sono persone che preferiscono specialmente in questo periodo storico divenire solo parzialmente adulti entrando nel mondo del lavoro ma non staccandosi dai genitori (perché la vedono come una scelta conveniente) così come ci sono persone che ritardano questo ingresso per prepararsi al meglio fra percorso di studi e specializzazioni. Per decenni o addirittura secoli la società italiana ha spinto moralmente al divenire adulti il prima possibile mettendolo come un dovere e come fonte di disapprovazione sociale cosa che sta venendo meno nell'attuale momento storico.

 

 

FINO A QUI

Una persona autosufficienteda la possibilità anche di eliminare l'emozione dell'abbandono, l'autosufficienza non va ridotta ad un metodo preventivo dato che con le passioni si va oltre, è una "deficienza umana" trasformata in opportunità di migliorare la propria felicità.

Se tutti quanti noi avessimo uno società tale che mai nessuno si ritrovi mai da solo e a prescindere da ciò che sappia fare o le sue passioni avesse sempre qualcuno che lo aiuta e lo fa stare bene teoricamente l'autosufficienza così come è concepita non servirebbe, ma comunque qualcuno continuerebbe lo stesso a cercare ad esempio delle passioni o per suo desiderio essere in grado di fare le cose senza nessuno, questo metodo serve a prendere delle cose che sono positive di suo e riunirle per prendere una componente umana "la solitudine" e trasformarla in "solitarietà" ovvero essere in grado di vivere alla grande anche da soli.

 

 

Test di autosufficienza emotiva: "ogni volta che una persona rilevante per te ti fa un invito tu lo accetti sempre se non hai impegni?" La risposta è no, una persona autosufficiente emotivamente ha una scelta fra due cose di stessa qualità, le proprie passioni che hanno una sua storia e logica di accrescimento e non è scontato per una persona in alcuni casi scegliere la propria passione piuttosto che stare con una persona a dimostrazione del fatto che non è un tappabuchi ma qualcosa che riempie alla grande l'esistenza.

Per rendervi conto quanto questa società sia "sottosviluppata" quante volte avete ricevuto una risposta del genere? Probabilmente nessuna ad indicare che le persone o stanno con altre persone, o per vari impegni o doveri sono costretti a malincuore a rinunciare a questa unica fonte di gioia non autosufficiente, la società, e la forma più diffusa è quella verso il proprio partner.

 

Test di autosufficienza operativa: "riusciresti a rimanere da solo in una nuova città senza conoscere nessuno senza provare alcuna emozione negative e non avere nessuna difficoltà?" Se la risposta è no non si è autosufficiente a livello operativo, le cause sono diverse e spaziano dalla mancanza di adeguatezza alle varie componenti alle inibizioni che una personalità conserva, anche nel caso delle inibizioni nonostante la persona potenzialmente potrebbe essere da sola potrebbe necessitare di un'altra persona che l'aiuti a superare queste inibizioni cosa che da sola potrebbe non fare o fare con notevole sofferenza.

 

L'autosufficienza operativa si può descrivere con questa frase:

"Chi sa camminare solo può partire oggi e in qualsiasi altro momento desideri, ma chi sa viaggiare solo in compagnia non ha altra scelta che attendere qualcuno che lo accompagni e che lo diriga verso le scelte e azioni esistenziali, specialmente quelle più rilevanti."

 

 

Autosufficienza operativa e saggezza

A livello teorico parlare di autosufficienza operativa potrebbe coincidere con l'essere saggi, la domanda quindi da porsi è "quale è la differenza fra essere saggi ed autosufficienti a livello operativo?" 

La differenza consiste che essere saggi porta la persona ad viversi la sua esistenza al meglio delle proprie possibilità ed opportunità, essere autosufficienti a livello operativo si potrebbe considerare come il minimo sindacale per poter avere un minimo di autonomia ed andare avanti senza l'aiuto di nessuno, è preferibile quindi che una persona oltre che autosufficiente a livello operativo diventi saggia e investa anche nell'agire al meglio, il punto di partenza può essere inteso anche in questo modo.

 

DA RIVEDERE

Cos'è l'autosufficienza? Prima di leggere l'articolo, guardate questo video:

 

[appunti, l'autosufficienza si basa su saggezza, passioni rotanti, definizione del programma esistenziale

autosufficienza economica, autosufficienza di efficacia (posso fare tutto da solo), autosuffienza esistenza poter esistere senza alcun legame, le persone non considerano quest'ultima perché per loro interazione e legame sono automatici, quindi per loro questa autosufficienza esistenziale esiste solo se si fa l'eremiti senza contatti

 

APPUNTI LA CONFUSIONE DELL'AUTOSUFFICIENZA CON IL RESISTERE NELLO STARE SOLI, con varia sofferenza ed insoddisfazione, autosufficienza è felicità nello stare soli, nessun compromesso, 

LA DIFESA DELL'autosufficienza come impossibile

]

Probabilmente il video ti è piaciuto, il video qui sopra riportato ha scarse visualizzazioni, ma l'originale che è stato cancellato riportava milioni di visualizzazioni con un rapporto di 1 non mi piace ogni 100 mi piace, per un totale di un centinaio di non mi piace. Io faccio parte simbolicamente di quel gruppo di persone a cui non è piaciuto il video, perchè "non mi piace" non essere autosufficiente e mi piace invece essere autosufficiente, cosa c'entra questo con il video?

Il video cosa mostra? onviene a livello esistenziale essere autosufficiente. Ora spiegherò il perchè. Il video probabilmente ti è piaciuto perchè empaticamente hai sentito la stessa contentezza che sentivano quelle persone quando erano aiutate, il piacere di ricevere attenzione, le cure anologhe a quelle materne, perchè comunque tu come loro si aspettavano di essere protette dall'esterne, ne avevano bisogno.

Ma io non voglio diventare come quella anziana che invecchiando non ha più la possibilità di sopportare la borsa della spesa, se non ci fosse quella ragazza che l'aiuta, anzi quando quella ragazza andrà via dopo quale salà la qualità esistenziale? Non voglio essere come quella donna sola al tavolino ad aspettare chi sa chi o cosa, non voglio.. non voglio sperare che sia qualcuno a darmi ciò che desidero voglio essere autosufficiente. In alcune parti poi c'è la confusione con la legge, se io perdo il telefonino a parte il mio errore se qualcuno lo ruba è reato, mentre non è reato non aiutare una vecchia che si è trascurata al punto da non essere autossufficiente e diventare vecchia.

Autosufficienza fisica e autosufficienza psichica.

L'autosufficienza è la possibilità di azzerare qualsiasi aspettativa nutrita verso persone esterne che possano soddisfare i nostri bisogni temporanei o a lungo termine.

Quante persone nella prima scena hanno notato che il bambino non porta protezione? Il coinvolgimento emotivo vi ha spostato l'attenzione, ve l'ha diminuita? Dov'è la prevenzione? Se io andassi in skateboard mi mettere le protezioni e farei un percorso funzionale affinché vengano prevenuti incidenti, conoscenza dei limiti, studio etc.. In quella scena c'è un bambino che cade e subito viene soccorso. Se io fossi stato al suo posto, avendo le protezioni, sarei caduto con il sorriso, il sorriso che avrei anche prima di cadere, dato che se faccio qualcosa è per passione. Caduta che mi sarebbe servita a crescere, a ottimizzare la mia passione.

Non commettere l'errore di confondere l'autosufficienza e la prevenzione, l'autosufficienza è una cosa su cui conviene investire perchè fa parte della componente della prevenzione stessa. L'esempio della vecchia che non ce la fa a reggere il peso di una busta, fa comprendere come conviene investire sulla salute del proprio corpo, e per chi pensa che la debilitazione corporea sia una cosa "naturale" "inevitabile" andatela a raccontare all'ultra novantenne maratoneta che straccia nella corsa, il trentenne palestrato o sedentario.

L'autosufficienza psichica, che non va confusa con l'indipendenza, l'autosufficienza invece si basa sul "conoscere cosa fare" e "conoscere come farlo" e avere la possibilità fisica di farlo. Cioè avere un comportamento autosufficiente, in cui la persona non si aspetta che nessuno lo aiuti perchè conosce sia cosa fare sia come farlo. L'indipendenza invece si basa sulla possibile influenza e manipolazione del comportamento sia che sia autosufficiente o meno, dato che la persona poi potrebbe aver paura di essere giudicata sbagliata. Ma l'indipendenza, l'insicurezza non sono correlabili con l'autosufficienza.

In questo video mancano scene riguardanti l'autosufficienza psichica, e il perchè si basa sul fatto che manchino le parole. Sono scene che simulano la protezione materna, quella in cui non servono le parole, ma ci sono dei gesti basati sulla volontà di proteggere, in cui piuttosto che insegnare ad una persona a vivere ci si limita a proteggerla in particolar modo quando commette errori. Una persona autosufficiente psichicamente conosce metodi per proteggersi da sola, per gestire gli errori, e quindi non ha bisogno che nessuno lo protegga dall'esterno, non ha paura di commettere errori.

Autosufficienza esistenziale.

Una persona autosufficiente non si risente se viene aiutata, anzi l'essere aiutati è un test, in cui se l'aiuto è funzionale la persona lo accetta e lo accoglie perchè va ad aumentare l'efficacia, raggiungere l'obbiettivo in mento tempo, mentre se l'aiuto è disfunzionale, avere la possibilità di essere indifferente, cioè rifiutare con calma l'aiuto. Poi c'è anche la componente del risentimento per autostima, in cui la persona vede l'aiuto come un qualcosa che potrebbe o ossere un'offesa, se quella persona mi sta aiutando potrebbe ipotizzare che io sia "un'incapace" "un debole" etc.. o al contrario rifiutare l'aiuto per dimostare "forza" "coraggio" "potenza" etc..

Non  confondere l'autosufficienza con l'indipendenza. L'indipendenza si basa sul giudizio sul comportamento, l'autosufficienza sul potenziale comportamento a prescindere che poi entri in conflitto con il super io o l'istinto.

Cosa accade quando la persona non è autosufficiente? Che si ritrova a nutrire aspettative verso l'esterno affinchè qualcuno soddisfi quel bisogno che lui da solo non sa soddisfare. Qui potrebbe scattare il legame, ma non è automatico.

 

Autosufficienza e bisogno di protezione

Non ho bisogno che qualcuno mi protegga, ho la possibilità di proteggermi da solo, nessuno me lo ha insegnato perchè non ho avuto un insegnante di vita, ma l'ho appreso da solo in un secondo momento ed è quello che ogni persona che ha avuto un educatore conviene fare. Se qualcuno venisse a proteggermi io non sarei contento, perché non mi aspetto niente da nessuno né tanto meno ne ho bisogno. Il bisogno di protezione non è l'unico possibile per chi non è autosufficiente.

Quando faccio degli errori non mi risento, se perdessi il cellulare sorriderei pensando a tutte quelle persone che si arrabbierebbero solo perché hanno perso dei soldi, io invece coglierei l'occasione di comprendere perché ho fatto quell'errore e cosa fare, come ridefinire il mio programma esistenziale, cosa cambiare nella mia identità affinchè non accada più in quelle circostanze e quindi di fare un passo in avanti nel mio sviluppo personale. Se qualcuno me lo riportasse indietro non cambierebbe nulla, dato che quella perdita è stato un fattore "positivo".

Autosufficienza da prevenzione e principio di irreversibilità, una persona che non previene la debilitazione del suo corpo ha il rischio di perdere la sua autosufficienza.

L'autosufficienza non va confusa con l'inadeguatezza. Leggi l'articolo sull'inadeguatezza per analizzare e scoprirne le differenze.

L'autosufficienza non va confusa con l'emancipazione. Nell'emancipazione una persona impara e apprende come essere anche autosufficiente.

Nel video ci sono altri errori come quello empatico, ma che non saranno trattati nell'articolo.

 

Quesito

 

Nel senso : se ci sente soli non è che la ricerca di qualcuno può diventare un "analgesico" per i propri problemi? Ultimamente non me la passo bene,tra parentesi sto facendo delle cose abbastanza nuove per me che mi spaventano anche, del tipo avere a che fare con delle persone con cui lavoricchio e che sono abbastanza lontane da me,allora penso che se avessi un ragazzo lui mi darebbe il suo appoggio e la sua protezione. Anche perchè da sola mi sento non incapace,ma senza una protezione...come se non avessi le spalle coperte anche emotivamente. Stare con qualcuno può realmente aiutare?

 

 

 

[Appunti E poi come fai da solo se ad esempio ti ammali? La dipendenza romantica, dipendendo si fanno dimostrazioni romantiche, non posso stare senza di te]

ultima modifica il: 09-12-2018 - 10:40:06
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