Home
Psicologia
Raziologia
Puzzle della Comunicazione
Diario
Test
Info & Contatti
 
- Meditazione -
togli aiuti

Cos'è la meditazione?

Si definisce meditazione una particolare tecnica di distrazione basata sulla focalizzazione del presente. Questa tecnica di distrazione è stata particolarmente usata nell'oriente e ha iniziato a diffondersi anche in occidente.

L'AB ha una considerazione negativa della meditazione così come per qualsiasi altra tecnica di distrazione che indica un soggetto con problemi che invece di affrontarli alla radice li evita e li fugge tentando di distrarsi.

 

La meditazione interrompe l'attenzione utilitaristica, il fatto che ci concentriamo e poniamo attenzione solo su ciò che favorisce i nostri interessi presenti e futuri (Desiderio) o ciò che li danneggia (bisogno) e si entra in una dimensione dove tutto può essere osservato, tutto va osservato senza finalità e senza usare il proprio pensiero per giudicare, catalogare, l'obiettivo è l'assenza di obiettivi.

Per usare un linguaggio medico ciò che è necessario fare è spegnere la corteccia prefrontale o quanto meno lasciarla al minimo e fare in modo che tutta la restante parte del cervello assapori la realtà che abbiamo intorno.

 

 

Il termine meditazione è stato completamente frainteso nell'occidente, nell'immaginario comune meditare viene visto come l'atto di mettersi in una posizione strana e fare qualcosa di strano, privo di utilità e finalità.

A cosa serve questo? Per un duplice obiettivo:

- se mettiamo da parte il nostro io, viene meno tutta la sofferenza e i chiacchiericci mentali che avevamo in quel momento, un potente mezzo di distrazione;

- se mettiamo da parte il nostro io, possiamo iniziare a renderci conto che ciò che siamo è collegato a ciò che pensiamo e che questo può essere messo sia da parte ma anche modificato, guardare la realtà con una mentalità vergine aiuta a capire quanto sia necessario guardare la realtà con occhi diversi, rimettendosi in discussione su tutto.

 

Facciamo un esempio, è probabile che se voi stiate leggendo questo articolo ci siate arrivati per dei motivi, come ad esempio la voglia di capire cosa sia la meditazione per risolvere un problema, oppure semplice curiosità, in qualche modo state leggendo questo per degli obiettivi. Intorno a voi c'è comunque una realtà inutile, probabilmente siete nella vostra stanza circondati da dei mobili che al momento non vi servono, o siete in treno circondati da persone che non vi interessano.

Meditare vuol dire staccare la spina e invece di concentrarsi su qualcosa di utile collegato ad un obiettivo, perdersi nella realtà che ci circonda in quel momento per assaporarla a 360 gradi senza che sia collegata in alcun modo a niente.

Ad esempio potreste osservare quei mobili, guardarli in tutte le caratteristiche che hanno e non solo quelle che vi sono piaciute e che erano interessanti per voi, guardare alla gente intorno a voi e vedere cosa fanno, come stanno, tutto senza nessuna finalità, per il solo gusto di guardare la realtà e conoscerla.

Meditare vuol dire interrompere il circolo del "mi concentro su tutto ciò che mi piace, che è collegato ai miei obiettivi" e lascio che la mente osservi cose che non mi servono a nulla, le guardo per curiosità, per immergermi in tutta una serie di emozioni nuove, per assaporare l'emozione che si prova nel momento in cui si interrompe il flusso della vita stessa.

Quali sono i vantaggi di tutto questo? Prevalentemente tre:

- l'effetto distrazione, aiuta i soggetti che soffrono, interrompendo ad esempio una escalation di panico, regolando l'emozione;

- l'effetto di ridimensionamento della vita stessa, ridurre le aspettative, i pensieri distorti. Interrompere questo flusso continuo può aiutare il soggetto a chiedersi "ma ciò che sto inseguendo è giusto? Tutto quello che voglio è questo? Non è che forse mi sto perdendo qualcosa che ora non vedo, forse c'è di più di quanto io fino ad oggi ho guardato";

- l'effetto occhi del bambino, probabilmente non ce lo ricordiamo ma da piccoli meditavamo di continuo, non eravamo ancora "pieni di obiettivi" e la nostra attenzione se ne andava anche su qualcosa di completamente inutile al momento, ma che ci faceva scoprire tante cose nuove. Analogamente al secondo punto, in questo modo si facilita un cambiamento, una crescita, scoprendo cose nuove che senza meditazione sarebbero state invisibili.

 

APPUNTI:

- può esserci un collegamento fra meditazione e allenamento alla pazienza? Un modo di fermare le emozioni negative e i pensieri che li alimentano prima che siano disfunzionali?

 

ultimamente si tende a confondere la meditazioen con la metacognizione

 

DA RIVEDERE

Cos'è realmente la meditazione? Per capirlo è necessario priva avere in mente e in modo chiaro questi quattro concetti:

- presente, ovvero rendersi conto che l'essere umano può con la sua cognizione pensare al futuro, simulare eventi, fare aspettative e questa componente potrebbe essere così predominante da fargli dimenticare che esiste un presente;

- metacognizione, si parla di metacognizione nel momento in ci una persona analizza e osserva il suo stesso pensiero o in tempo reale (subito dopo aver pensato qualcosa) o in differita (con un diario o filmandosi);

- pensieri automatici (detto anche chiacchiericcio mentale), la mente in alcune circostante e in alcune personalità tende a produrre una mole elevata di pensieri in modo automatico, delle deduzioni o dei giudizi che si presentano immediatamente e che potrebbero perfino dare fastidio al soggetto;

- distrazione, la sofferenza può essere lenita distrandosi cioè non pensando ad alcune cose in modo tale che non pensandoci il soggetto non produca sentimenti negativi e non si concentri su quelle emozioni negative.

 

A questo punto si può rispondere alla domanda "cos'è la meditazione?" La meditazione è un esercizio, così come un giocatore di calcio fa degli esercizi specifici durante i suoi giorni di allenamento anche la meditazione viene visto come un esercizio della mente, esercizio mirato prevalentemente a due obbiettivi:

- cambiare gli automatismi della mente, quando un giocatore fa degli esercizi fuori dalla partira lo fa con l'obbiettivo di favorire quel movimento o quel miglioramento durante la partita stessa, così che quasi in modo automatico gli venga fuori un nuovo modo di fare piuttosto che il precedente;

- entrare in una visione della realtà diversa, cioè lo stesso esercizio è mirato in parte a ristrutturare la mente del soggetto e fargli capire o farlo arrivare a determinate cose che miglioreranno il suo modo di essere e di vedere.

 

Una volta compresi gli obbiettivi generali ci possiamo chiedere, in cosa consiste questo esercizio medativo nell'esattezza? La risposta la troviamo nei quattro concetti espressi ad inizio articolo. 

Focalizzarsi sul presente, quindi spostare intenzionalmente i propri pensieri su ciò che si ha intorno e ciò che si ha dentro di su. Questo cosa produce? Produce che almeno momentaneamente il soggetto smette di pensare al futuro e al tempo stesso inizia a rendersi conto dei pensieri che fa, ha modo di guardare il chiacchiericcio mentale "Faccia a faccia" e nel caso si rende immediatamente conto di dove e come la mente divaghi quando va al futuro, proprio perché avendo scelto di pensare al presente nel momento in cui la mente riparte a pensare al futuro ecco che il soggetto se ne accorge e si renderà conto di come il suo automatismo precedente sia "andare al futuro".

Dei quattro punti ne sono stati trattati solo i primi tre, la distrazione cosa c'entra? La distrazione è un effetto che genera la meditazione e che potrebbe essere usato per lenire i problemi che si hanno in quel momento, cioè la meditazione oltre che un esercizio teso a generare dei cambiamenti e miglioramenti nel mentre aiuta fin da subito a distrarsi.

La meditazione è un esercizio che può essere usato poi per diversi obbiettivi e con diversi modi, uno di questi è la mindfulness.

L'AB fa uso della meditazione? No, in quanto non riprende questo esercizio nella sua interezza ma propende solo per la componente di metacognizione e punta esclusivamente alla ristrutturazione come modo per far terminare il chiacchiericcio mentale e migliorare il modo di percepire la realtà e vivere del soggetto.

Con questo l'AB non critica la meditazione anzi la ritiene qualcosa di utile e che può funzionare, sono modi diversi per poter raggiungere uno stesso obbettivo.

 

In sintesi l'AB ha analizzato solo la mindfulness trovandola interessante sia per le affinità sia per i risvolti pratici che già possiede.

Si legga mindfulness per approfondire.

 

Il non giudizio è nella meditazione? No. La meditazione è un esercizio di base, il non giudizio lo si trova poi nel metodo d'insieme che coinvolgerà anche il giudizio.

 

DA CANCELLARE

con la meditazione si tenta di distrarsi concentrandosi sul presente, giudicando quindi altro e spostando forzatamente il pensiero spostandolo dai punti psicopatici. Mentre la mindfulness è l'esatto opposto, vuol dire liberarsi dal proprio io, dal proprio linguaggio interno e osservare la realtà come dei bambini senza che possiedano alcuno strumento per rappresentarsela e categorizzarla.

In termine tecnici la meditazione spinge a cambiare punto attentivo e di focalizzarsi su altro puntando al momento presente e al luogo fisico quindi concentrandosi sulla realtà circostante e basta, la mindfulness invece punta a svuotare la mente e a non concentrarsi nulla, lasciar perdere qualsiasi cosa ede ssere degli spettatori non pensanti.

 

Meditare nella lingua italiana vuol dire sviscerare, concentrarsi su un accadimento, la meditazione orientale propone di fare questo lavoro ma sul nulla, pensate ad esempio di entrare in una stanza e iniziare a guardare le pareti, meditare vuol dire concentrarsi su quelle pareti, in quel momento e in quel luogo, puntando la concetrazione lì qualsiasi altro pensiero, emozione e sentimento sparirà.

Meditazione strategica, cioè usare i propri limiti mentali per concentrarsi su degli aspetti neutri e quindi almeno momentaneamente tagliare fuori da sé ogni altro pensiero o realtà sofferente.

Per questo la mindfulness non è meditazione ma l'esatto opposto, l'assenza di concentrazione e analisi ma il rimanere attenti e basta interrompendo il flusso di coscienza che si basa sull'alternare attenzione a concentrazione, il soggetto nella mindfulness lascia che quelle informazioni precipitino dentro di sé in un oblio come farebbe un bambino che scopre per la prima volta il mondo e non ha ancora dentro di sé gli strumenti per poter capire e rappresentare dentro di sé quella realtà, anche volendo non potrebbe concentrarsi perché non saprebbe come processarla a livello di "io".

La meditazione altro non è che una tecnica di distrazione, non è nemmeno difficile capire il perché sia nata, pensate a secoli o millenni fa quanto poteva essere difficile distrarsi da una realtà povera di alterantive e possibilità, oggi la meditazione ha prograssivamente meno motivo di esistere se non come qualcosa di moda o "la nuova alternativa da provare", ma è più efficace un videogioco, un film, una serie tv e qualsiasi altro prodotto tecnologico che è in grado di distogliere efficacemente e in modo prolungato l'attenzione del soggetto senza che sia nemmeno necessario quello "sforzo attentivo" che richiede invece il meditare sul nulla.

La meditazione strategica distrattiva.

Perché concentrarsi su elementi neutri? Perché la nostra mente si sviluppa con una serie di categorie e analisi sociali, la nostra esistenza si basa sul confrontarci e raggiungere obbiettivi che in un modo o nell'altro riguardano gli altri o aspetti specifici della nostra esistenza, la nostra mente è in grado di categorizzare solo queste cose e quando la si mette contro una realtà come può essere quella di un albero o un termosifone per quanto il soggetto tenti di concentrarsi su questi elementi non produce nulla, che è ciò che strategicamente la meditazione ricerca. Immaginate un auto sospesa in un lago, l'auto funziona su strada ma nell'acqua non fa nulla, questo è ciò che tenta di riprodurre la meditazione orientale, fare in modo che questi sforzi producano il nulla e proprio perché ci si concentra in questo nulla il resto viene momentaneamente spazzato via e il soggetto è momenteamente in uno stato di quiete.

La meditazione ha un potenziale di crescita nullo a differenza della mindfulness, con la meditazione si fugge dalla realtà, ci si distrae nel modo probabilmente più inneficace possibile sottraendo dalla propria vita del tempo prezioso, almeno che si guarda un film in qualche modo ha fatto qualcosa che gli rimarrà e di cui potrà ad esempio parlare. La mindfulness invece è l'esatto opposto come potenzialità in quanto fa rimanere il soggetto attento alla stessa realtà che lo fa soffrire ma in un modo in cui almeno momentaneamente non soffre spalancandogli delle possibilità che potrebbero motivarlo in modo significativo nel cambiamento personale e terapeutico.

Attualmente è in corso un tentativo di marketing di vendere la meditazione proponendo vantaggi che non esistono o comunque esistono con trucchi come "la meditazione aiuta a diminuire il cortisolo", come abbiamo già detto se un soggetto momentaneamente fugge dalla realtà in quel momento sarà meno stressato e avrà meno cortisolo ma questo non vuol dire nulla in termini esistenziali più ampi. 

Ma l'illusione forse più significativa portata da questa campagna di marketing è quella dell'allenamento alla concentrazione, cioè si prende l'analogia della mente come muscolo e quindi si deduce che "se un soggetto si sforza di concentrarsi sul presente o comunque concentrarsi su elementi neutri poi di conseguenza tenderà a concentrarsi maggiormente sul presente e non al futuro". A parte che vedere il futuro e simulare è l'emento vincente di ogni essere umano, siamo quel che siamo proprio perché con il nostro pensiero possiamo andare oltre il presente altrimenti saremmo degli animali, ma non c'è alcun passaggio logico fra meditazione e poi la realtà del soggetto una volta che ha staccato da quel "momento artificiale di distrazione", si ritorna ai propri problemi, alle proprie paure, le proprie difficoltà e se un soggetto è paranoico non sarà uno "sforzo di concentrazione" a risolvere quel problema altrimenti gli psicologi e ogni altra figura collegata a questo tipo di problematiche potrebbero smettere di esistere "tanto c'è la meditazione".

Meditare vuol dire distrarsi e nient'altro, staccare la spina e trovare un momento di sollievo per poi ritornare alla realtà così come la si è lasciata e ritornare ad essere la stessa persona con i stessi problemi e difficoltà, in sintesi con la stessa personalità che va cambiata e migliorata. Qualcuno potrebbe dire "si ma se la meditazione realmente ti spinge in qualche modo a non guardare più al futuro comunque soffri di meno", la risposta è si, ma sarebbe come dire "la macchina mi dà problemi, la metto in garage e ho risolto". Smettere di fare una cosa, non vuol dire aver risolto il problema, vuol dire nasconderlo al prezzo di perdere "facoltà mentali" e con il rischio che poi quando serve non lo usi o comunque ti ridà i stessi problemi che avevi limitato non usandolo.

 

[da aggiungere meditazione e punto di sonder

il collegamento con zen]

Nel linguaggio comune il termine meditazione tende a produrre fraintendimento a causa dei diversi significati attribuiti, elenchiamoli:

- meditazione come strumento religioso o "mistico" percepito nell'immaginario comune come una persona eremitica e che si mette in posizioni particolari;

- meditazione come sinonimo di pensiero efficace, con frasi come "medita prima di agire" sconsigliando un pensiero veloce per uno più lento ed accurato;

- meditazione come metodo di sospensione del giudizio;

- meditazione come metodo per controllare le proprie sensazioni ed emozioni;

- meditazione come quell'insieme di metodi distrattivi, come quelle respiratorio (concentrarsi sulla respirazione) che aiutano la persona a concentrarsi immediatamente su altro interrompendo il flusso di pensieri psicopatici (che generano sofferenza) e aiutare la coscienza a riacquisire la lucidità perduta;

- meditazione come metodo di accettazione.

Il significato più diffuso è probabilmente il primo, derivato probabilmente dall'uso letterario e cinematrografico che si è fatto di questo termine.

Con il termine meditazione ci si può riferire ad innumerevoli attività mentali, l'AB sceglie il significato più utile e moderno, ovvero il terzo. Ma esattamente cosa vuol dire sospendere il giudizio? Qual è l'obbiettivo della meditazione?

Detto in parole semplici "tornare bambini", ogni persona crescendo acquisisce una particolare visione del modo e un particolare modo di giudizio che in alcuni casi diviene così radicato da rimanere di fatto immutato dove la persona si crea delle categorie, si crea delle certezze e, specialmente se manca di metodo autocritico, finisce per scivolare in un pensiero automatico con il quale guarderà il mondo sempre allo stesso modo e quindi continuare a fare gli stessi errori che il suo metodo percettivo possiede.

Alcune persone pensano ingenuamente che sospendere il giudizio sia "scartare il giudizio che è venuto in mente loro" come se in questo modo lo cancellassero cosa che non accade, per quanto una persona possa autoconvincersi di aver fatto un gesto "non giudicante" in realtà ha giudicato e prima o poi agirà o userà quel giudizio per vivere ed agire nella sua realtà.

Non giudicare vuol dire riuscire a rendersi conto che la propria visione si è costruita in un determinato modo e che potrebbe essere conveniente metterla totalmente in discussione per guardare il mondo almeno per un po' di tempo al giorno con occhi completamente nuovi.

Questo modo di fare è un aiuto per chiunque ma lo è sopratutto per quelle persone che a causa del loro modo di vedere il mondo si ritrovano in un'esistenza di continua sofferenza e da cui non riescono ad uscire..

Parlando in termini tecnici ci sono persone che hanno disadattamenti, sia in campo esistenziale che non, così estesi da farle essere al di sotto della media in termini di qualità del pensiero e di qualità esistenziale eppure queste persone potrebbero non rendersi conto o non riuscire ad uscire da questo modo di vedere e pensare il mondo che è all'origine di ogni cosa. La meditazione diventa un tentativo di uscita da questa visione disfunzionale del mondo.

Con la meditazione si tenta di spezzare questo modo di essere, aiutando anche le persone che hanno una scarsa autocritica e una propensione al cambiamento nulla ad entrare in una visione delle cose, anche per pochi momenti al giorno, che possa aprirgli nuovi orizzonti, fargli capire cosa si prova se per un po' riescono a fermare quella loro coscienza disastrata.

Ecco perché si inneggia al non giudizio, perché in fondo se una persona riesce a fermare quella componente lì smettendo di categorizzare, il passo è breve per fermare la propria "coscienza analitica". Pensate a quante volte in modo automatico e quasi istantaneo pensate in termini di "giusto e sbagliato" o di "questo va bene o questo no" convinti di possedere chissà quale realtà universale ed assoluta, come se tutto fosse scontato. Persone ormai statiche e "schiave" di una personalità formatasi in determinate condizioni e che al tempo stesso nemmeno si rendono conto di dove e come sono imprigionate.

La meditazione in questo caso ha una duplice funzione:

- la persona interrompe, almeno momentaneamente, quel flusso di emozioni negative che la sua personalità generalmente disadattata produce;

- la persona viene spronata a rimettersi in discussione, capisce in quel modo più che mai che la sua qualità esistenziale, le sue emozioni e sentimenti sono frutti di come vede il mondo e se cambia la sua personalità le cose possono migliorare.

 

In sintensi la meditazione spinge una persona a guardare il mondo e la realtà con occhi diversi, ritornare ad essere dei bambini che con meraviglia e stupore si concentrano per capire la loro realtà presente, capire il mondo.

Questa è la teoria ma la pratica è un'altra cosa, le persone difficilmente riescono a raggiungere questo stato per due motivi principalmente:

- il primo è quello che non comprendono e capiscono esattamente cosa sia la meditazione, finendo per fare altro ma non meditare;

- il secondo è quello di avere una personalità così "fissata e presuntuosa" che non riescono a non mettere in atto le loro credenze, i loro giudizi, per loro la realtà è quella e non riescono a vederla in un altro modo.

 

Nel primo caso le persone non comprendendo cosa sia la meditazione finiscono per finire in altre attività, le più probabili sono:

- fantasticare, la persona isolandosi e staccandosi dalla sua realtà finisce nell'immaginazione e si rinchiude nel suo mondo ideale e di fantasia;

- distrazione, la persona attua dei pensieri che la distraggono, tovandone comunque un effetto positivo se la sua esistenza è mediamente sofferente ma che non ha nulla che fare con l'effetto meditativo;

- pensiero psicopatico, la persona per assurdo prendendosi del tempo per meditare e concentrandosi sulla sua realtà presente (alcune definizioni di meditazione invocano a concentrarsi sul presente, consigli generalistici che nascono per aiutare gli ansiosi) finisce con l'aggravare il suo stato di soffrenza perché è una persona che ha probabilmente dei problemi presenti e vicini a lei e più pensa con il consiglio improprio meditativo e più soffre, persona che più si concentra sul presente e più soffre perché non riesce a smettere di guardare e  "pensare/giudicare".

 

La meditazione è uno strumento utile in ambito terapeutico perché aiuta la persona a capire quanto sia vantaggioso per le cambiare, uscire da quei pensieri automatici e a iniziare a considerare la possibilità di cominciare un percorso di autocritica.

Meditare non è facile, specialmente per quelle persone che sono abituate a pensare per verità, per certezze e che hanno una visione assolutistica e chiusa tale da non considerare e accettare altri modi di "pensare e vedere la realtà".

La lettura di argomentazioni meditative (in rete e sui libri specifici) serve a questo, cioè acquisire dei metodi e della conoscenza che aiuti il soggetto a capire cosa fare e come fare questo percorso per riuscire a mettere da parte "la sua esperienza e la sua personalità" e fare una sorta di reset momentaneo con cui guardare il mondo per capirlo e consocerlo sotto una luce diversa.

Questo vuol dire che la meditazione va scissa in due momenti:

- fase meditativa;

- fare post meditativa.

La fase meditativa si svolge ogni volta allo stesso modo, ma quello che lascia dopo è una predisposizione al cambiamento che può accadere nella fase "post meditativa" ed è questa che è la più utile in amibito terapeutico e di ristrutturazione cognitiva

 

La post meditazione per l'AB è tanto più efficace e utile quanto più la si accosta ad un percorso formativo, cioè ritornare ad essere una mente curiosa che poi soddisfa le sue risposte non casualmente o per sentito dire o con le prime ipotesi che vengono in mente ma andando a studiare, informandosi e lasciando che questa nuova conoscenza si sedimenti in modo probabilistico e valido.

Questo ci porta alla considerazione che si può meditare in modo efficace se la persona aquisisce dei metodi deduttivi validi con i quali scandagliare un mondo nuovo da scoprire e da capire.

In termini tecnici questo vuol dire che la persona azzera la sua conoscenza e le sue abilità e senza distorsioni cognitive si riemmerge nel mondo da zero per acquisire nuova consapevolezza e nuove abilità.

 

Come si può smascherare rapidamente un metodo meditativo fumoso? La meditazione in sé è semplice, la post meditazione invece è più complicata ed articolata e per questo andrebbe svolta con l'aiuto di un terapeuta nel caso la persona aspirasse ad un cambiamento di personalità.

 

 

Meditazione e omologazione

La meditazione aiuta la persona ad uscire da quella personalità che è stata frutto di un percorso di omologazione, aiutandone la rinascita.

 

 

APPUNTI

Avete mai ascoltato una persona affermare di " essere sovrappensiero"? Quello è uno stato meditativo, una persona che si era concentrata sul nulla, che si era fissata su un movimento ripetuto e nel fissare il vuoto ma che in realtà non stava pensando a nulla ed aveva in pratica svuotato la sua mente.

Non è un caso che le varie definizioni che si trovano in giro facciano riferimento al "non giudizio", quello che si tenta di comunicare con questa affermazione è di fatto di non pensare, l'essere umano quando pensa inevitabilmente tende a classificare per categorie (quelle che possiede) la realtà che lo circonda e quando fa questa attività in pratica sta irrimediabilmente pensando, sta attuando un lavoro di attenzione conscia che è l'opposto dello stato meditativo a cui ambisce la mindfullness.


DA CANCELLARE

Il secondo significato è un paradosso

Chi insegue il secondo significato lo fa o perché la sua esistenza è infelice, o per motivi religiosi o perché cercare di limitare problematiche come l'ansia.

Una persona felice e senza problematiche usa il cervello a 360 gradi e con piacere, guardando al passato per i ricordi positiv, al presente per agire, e al futuro per simularlo per comprendere quale scelti migliori fare.

Una persona che sta dentro un monastero e campa di elemosina può anche smettere di pensare al futuro, ma quante persone possono permettersi questo lusso?

 

La meditazione che un metodo stabilizzante che aiuti ad accettare? Dove nonostante la persona non cambi la sua personalità, la sua visione riesca comunque inqualche modo ad accettare nonostante la prima reazione sia quella di risentirsi?

 

DA SCRIVERE

quale scegliere? Come chiamare l'altro medoto?

 

ultima modifica il: 25-02-2019 - 14:24:51
Sito Realizzato da Palombizio Valerio Giuseppe