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Cos'è il DPTS? Disturbo Post Traumatico da stress.

Nella quotidianità il DPTS è un concetto scarsamente utilizzato, è una definzione psichiatrica di un fenomeno che riguarda un numero basso di persone nella popolazione.

Il fenomeno è semplice, c'è una definzione molto generica e relativa di "stressante" che può portare una persona ad una particolare destabilizzazione chiamata che appunto viene definita DPTS, destabilizzazione che viene considerata direttamente nella forma di disturbo da come il nome stesso ci dice.

Leggendo l'articolo sullo stress si comprende che non conviene parlare di stress. Ma allora questo fenomeno di cosa parla?

In realtà chiunque legge questa definzione psichiatrica comprende ben poco, dato che non c'è nessuna spiegazione chiara della logica oltre che non si comprende chiaramente qual'è la causa precisa che scatena questo disturbo.

Dai vari racconti si può comprendere che per "stress" si intendono una serie di situazioni a cui la persona è particolarmente sensibile.

Ma a questo punto ogni disturbo potrebbe essere ricollegato al DPTS, d'altronde ogni evento destabilizzante è "uno stress".

L'AB rifiuta completamente la definzione psichiatrica perché è scarsamente chiara e usa terminologie che alimentano la confusione.

L'AB mantiene la sigla per comodità e considera la stessa fenomenologia presa in considerazione dalla psichiatria, ma ridefinisce completamente la definizione per spiegare sia quali sono le cause, sia tutta la logica completa che vi è dietro.

Lo stress viene completamente eliminato, al posto dello stress subentra il concetto di "etica".

L'esempio che più mi ha dato modo di pensare a cosa potesse accadere nella psiche di queste persone che venivano etichettate con la vecchia definizione di DPTS è stato l'esempio dei militari, la mia domanda è ma se queste persone sono addestrate anche ad uccidere ma che problema dovrebbero mai avere?

Un militare quando parte in missione per quanto possa essere preparato alla morte come evengo circoscritto, non può essere preparato a tutto ciò che concerne l'uccisione, la circostanza, ma non solo a tutto l'abisso etico che c'è fra loro e la popolazione in cui si dirigonoa  fare la guerra.

Tentiamo di immedesimarci nel soldato che parte, ha condotto un'esistenza in cui si è ritrovato a che fare con persone che hanno più o meno manifestato un'etica per lo più compatibile, e qualcunque scontro è stato stabilizzato, in modo che la persona potesse credere che comunque esista un'etica assoluta.

Ora immaginate di finire dall'altra parte del mondo, con culture completamente e totalmente diverse.

Chiunque abbia letto l'articolo sull'etica comprende a questo punto che la persona si ritrova ad esperire una esperienza altamente destabilizzante, in cui è difficile poter continuare a credere nell'esistenza di un'etica assoluta, perché l'abisso che separa le due popolazione è talmente netto da rendere inefficace tutti i metodi stabilizzante che la persona aveva utilizzato nella sua realtà quotidiana.

Ecco che avviene l'inizio del crollo, tutto quello che si riteneva giusto o sbagliato, non ha più alcun senso dato che viene meno l'assolutezza dell'etica.

L'etica per definzione implica l'assolutezza altrimenti il giusto o lo sbagliato cessano di esistere, come può una personalità andare avanti quando smette di credere nella stessa cosa che sorregge la sua personalità e ha definito tutta la sua esistenza e comportamento?

Il DPTS quindi inizia con questa frattura, la persona per la prima volta subisce uno scossone che non sa gestire, la sua etica è messa in discussione e nel momento in cui tenterà di elaborare il tutto e non ce la farà si arriverà probabilmente al disturbo, in cui la persona è bloccata in una rimuginazione senza uscita, perché tutto quello che ha fatto e sa fare è giudicare in base all'etica, i suoi stessi metodi esistenziali sono impregnati dell'etica ricevuta, ma al tempo stesso non ci può più credere, ha visto cose che non può dimenticare, il velo illusorio è caduto.

 

Il principio di realtà è così devastante da attaccare il nucleo, è come se la persona fosse la terra e un meteorite gigantesco precipattese e distruggesse tutto arrivando fino al nucleo.

Pensiamo allo stupro, lo stupro come sappiamo lascia una donna disturbata per diverso tempo, ma tutti pensano che il disturbo sia causato dallo stupro in sé ma non è così.

Lo stupro può dare si un ricordo che genera disturbo, può violare la purezza della persona e può generare un disturbo, ma il disturbo che più devasterà la persona sarà il DPTS, perché nella sua etica nessuno deve violentarla, la sua etica le insegna che lei non se lo merita, che il mondo sotto sotto è buono, essere stuprata vuol dire che l'etica ha fallito, che l'etica non è assoluta, non esiste giusto o sbagliato portando alla famosa frattura che causerà il DPTS.

 

A questo punto si può comprendere che il DPTS è un rischio che ogni persona che sonversa un'etica assoluta.

Il rischio è tanto più alto quanto la persona è avanti con l'età e quanto più si allontana dal suo paese.

L'unico modo per prevenire il DPTS o interremperlo è il cambiamento di personalità, spegnendo l'etica e rinascendo in una personalità che comprenda quando in realtà siamo ognuno diverso dall'altro e con costumi diversi.

 

 

 

Una storia di una persona che ha assistito ad eventi che hanno causato una frattura ma che poi non è evoluto in DTPS a dimostrazione che non è al 100%.

 

Ho poco più di 40 anni ed ho avuto una vita piuttosto movimentata.
Ho lasciato l'università ad un passo dalla laurea in medicina per arruolarmi nell'esercito, perché avevo paura di rimanere ingabbiato in un lavoro noioso che non mi avrebbe dato mai alcuna soddisfazione e perché, forse come ogni ragazzo di quell'età, volevo "vivere la vita".
Ho senz'altro avuto quello che cercavo.
Ho frequentato la scuola ufficiali e mi sono piazzato tra i primi del mio corso, questo mi ha dato la possibilità di scegliere il mio incarico. Ho voluto frequentare la scuola per tiratori scelti e, dopo un addestramento durissimo, sono diventato quello che volgarmente voi definireste un "cecchino" (il termine corretto è sniper o tiratore scelto). 
Ho partecipato a missioni ovunque ci fossero guerre, e sono stato in così tanti posti che non ne ricordo nemmeno la metà... ho potuto toccare con mano i lati peggiori degli esseri umani. Logorante. Tanto logorante che ad un certo punto pur di non pensare, pur di scacciare i sogni orribili che ogni notte venivano a bussare alla mia porta le ho provate tutte: sono stato con tante di quelle donne che nemmeno ricordo, mi sono ubriacato ed ho partecipato a non so quante risse in bettole in ogni angolo del mondo. 
Nel corso della mia carriera ho visto compiere atrocità che nessun uomo dovrebbe vedere, ho assistito impotente a massacri a colpi di machete e ad infanticidi e violenze di ogni genere. Ho anche ucciso. Ho ucciso tanto. Ho iniziato a desiderare che tutto questo finisse ed un giorno è finito: ho ricevuto una promozione e sono diventato un addestratore. 
Incredibilmente dopo poco tempo della mia nuova vita mi sono sentito soffocare, mi mancava l'azione, mi sembrava di sprecare i miei giorni ed appena possibile mi sono congedato. Sono stato assunto da una multinazionale e sono andato a lavorare fuori Italia per due anni; mi occupavo di protezione e sicurezza: l'unico modo per riciclare quelle che erano le mie competenze nella vita civile. Dopo un po' stessa storia... il nuovo lavoro mi andava stretto. Sono rientrato in italia ed ho avviato una nuova attività in un altro settore, mi sono sposato ed ho avuto due figli
Nonostante la crisi le cose mi vanno bene, ma... ancora una volta inizio a sentire quell'inspiegabile desiderio di fuggire...
Sarà sempre così?

ultima modifica il: 17-10-2015 - 14:17:59
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