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Cos'è la formazione? Cosa si intende per formare in ambito esistenziale?

 

(educazione funzionale provvisoria prima del nichilismo adattivo, prima dare una spinta al bambino e poi

fase 1 : trasmettere la propria visione del mondo, la propria morale, la propria intelligenza, la propria etica, tutto ciò che si ha, l'intelligenza sulla cura del corpo, della case, ad esempio

fase 2: spingere al nichilismo adattativo dando un'intelligenza fluida in grado di mettere tutto in discussione. Farlo contemporaneamente?)

Si definisce formazione qualsiasi tentativo intenzionale o non intenzionale di modificare un soggetto, il suo essere e il suo comportamento.

Ogni essere umano può essere considerato, iper semplificando, come frutto di un mondo conscio fatto di linguaggio e pensiero e di un mondo inconscio fatto di emozioni e schemi comportamentali inconsci.

Questi due mondi di pensiero ed emozioni possono essere cambiati, sia quando qualcuno vuole farlo sia quando è l'esperienza stessa a formarci a prescindere della volontà di qualcuno.

Ogni essere vivente cresce e cambia, acquisisce una forma a prescindere che questa venga data eventi casuali o da soggetti che invece hanno intenzionalità di direzionare tale formazione.

Ad esempio un genitore vede che il figlio si mette frequentemente le mani nel naso, gli cosparge le dita con il peperoncino e dopo poco il bambino smette per sempre di mettersi le dita nel naso, quell'atto ha formato il bambino, cambiandolo.

Ciò che è accaduto è che il genitore ha condizionato il bambino facendogli associare le dita del naso ad un dolore intenso così che non lo faccia più.

Per poter comprendere il concetto di formazione è necessario capire ed accettare che l'essere umano è un qualcosa in divenire, non nasciamo prefabbricati, assorbiamo tutto dall'esterno e ogni cambiamento ha un impatto più o meno significativo sul nostro modo di comportarci.

La formazione si divide in due branche distinte:

- educazione, si basa sul cosa fare. L'evento formativo spinge il soggetto a capire cosa fare, come se la realtà si sostituisse al processo di scelta. Il soggetto subisce degli eventi che lo portano a capire che se farà alcune cose subirà delle conseguenze positive o negative, in modo specifico e generalizzato. Detto in parole più semplice l'educazione è quella formazione che ne cura gli aspetti esteriori più facilmente osservabili dall'esterno, il come fare le cose, come comportarsi con gli altri, si curano gli aspetti del fare. L'educazione per la sua natura può essere fatta sia consciamente che inconsciamente, basta ad esempio punire o premarie qualcuno in base a come si comporta per educarlo a fare alcune cose senza che nemmeno ne sia consapevole;

- istruzione, si basa sullo spiegare al soggetto come funziona il mondo, il meccanismo causa effetto, dandogli un sapere che userà come meglio crede. L'istruzione per sua natura è solo conscia.

L'esempio di prima in cui il genitore mette del peperoncino sulle dita del figlio è un comportamento formativo di tipo educativo inconscio.

L'educazione fa leva sulle emozioni, si cerca di condizionare qualcuno affinchè provi specifiche emozioni che ne guidino il comportamento mentre l'istruzione fa leva sul sapere e consapevolezza, fa appello alla coscienza del soggetto, tentando di trasferirgli delle informazioni che poi potrà usare per operare nel mondo per raggiungere qualsiasi obiettivo si ponga.

 

Facciamo un esempio di istruzione, un bambino potrebbe pensare che ad esempio le api sono blu, è accaduto che l'ha formata in tal senso e il genitore potrebbe attuare un'ulteriore formazione, di tipo istruttiva, che invece faccia capire al bambino che le api sono gialle e nere.

Qualcuno potrebbe dire a questo punto che la maggior parte della formazione allo stato attuale è educativa e la risposta è si, ogni volta che formiamo qualcuno è perché prevalentemente vogliamo che modifichi il suo comportamento, ma va concettualmente tenuto a mente che questo è solo un riflesso dei tempi che stiamo vivendo, di una società ancora a stampo medioevale che non riesce a capire quanto sia importante una istruzione (si legga il fallimento scolastico).

 

Se io dicessi ad un bambino che sta giocando su un muretto "attento che se cadi ti rompi un braccio" è probabile che questa frase possa formare un nuovo pensiero, un nuovo pezzo di coscienza per diverso tempo il modo di camminare di quel bambino, di giocare, di correre spingendolo a stare più attento, cambiando la forma del movimento. 

Quello che avrei fatto è educarlo, un'educazione che tramite le parole ha avuto un effetto emotivo, l'ha portato a capire cosa non fare per provare dolore.

Per capire quanto sia impattante l'ambiente esterno immaginate di essere nati in giappone ora non sareste nemmeno minimamente paragonabili a quel che siete ora, immersi in una cultura e un ambiente totalmente differente.

Oppure pensiamo ad un bambino che cresce con dei genitori assenti, in ogni caso questo bambino crescerà, apprenderà qualcosa, c'è uno sviluppo.

Prendete invece un bambino che cresce con genitori presenti, che gli spiegano il mondo, gli passano le loro credenze, parlano, giocano con lui e diventano una delle principali fonti di apprendimento, in questo caso i genitori daranno una formazione specifica al bambino anche se non potranno sceglierla a tavolino, non potranno creare una fotocopia di loro, ci saranno comunque altre influenze esterne.

Ma saranno evidenti gli effetti della formazione, la spinta che qualcuno cerca di dare verso un cambiamento e come questa in qualche modo formi.

 

L'utilità del termine formazione pone l'accento sulla costruzione della nostra identità, ogni elemento esterno in misura diversa ci cambia, in linea con l'ipotesi di zona di sviluppo prossimale di Lev Vygotskij.

Se volete formare qualcuno è necessario che teniate a mente che non siete la sua unica fonte di formazione e non è detto che riuscitate ad imprimere una forma più di altri fattori esterni, accettando anche la possibilità che la forma che volete dare venga rifiutata attivamente e non accolta, specialmente se non si possiedono abilità retoriche in grado di abbattere eventuali resistenze.

 

 

 

 

 

L'educazione può essere suddivisa per comodità in due grandi tipologie:

educazione che favorisce l'individuazione, al soggetto viene insegnato a conoscersi, a capirsi, come funziona il mondo, lasciando che faccia delle scelte e al limite correggendolo quando vi sono degli errori in ciò che pensa o sta per fare. Ci si limita a dare un'educazione di base, come stare con gli altri, come stare nel gruppo, come stare in specifici contesti ma poi si spinge affinché il soggetto trovi se stesso;

educazione di imposizione, al soggetto viene detto cosa fare o non fare dandogli degli ordini, degli obiettivi, a prescindere che seguano o meno l'individualità del soggetto, le sue inclinazioni. L'imposizione può essere di diversi tipi, moralistica, egoistica o etica. In ogni caso il soggetto viene forzato e piegato a fare alcune cose, non gli vengono solo spiegate le cose, come funziona la società, etc.. ma anche quali obiettivi inseguire e quali no, cosa scegliere, etc..

 

Questo spiegherebbe il perché ad esempio di canzoni come quella dei Pink Floyd - We don't need no education. Questa canzone si riferisce al rifiuto di una educazione di imposizione, ma sarebbe stupido negare che un'educazione che favorisce l'individuazione sia invece utile.

Solitamente ogni volta che qualcuno denuncia e si lamenta della formazione e dell'educazione sta tentando di esprimere la sua disapprovazione sulla formazione di imposizione.

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Diverse persone quando formano qualcuno commettono errori nella fase di supporto, dando troppo aiuto e finendo per continuare a dare sostegno, impedendo al soggetto di formarsi completamente.

Un soggetto che supporta per tutto il percorso di crescita viene definito mentore.

 

 

La formazione inconscia, delle emozioni, invece avviene in due modi:

- condizionamento

- modellamento

 

 

Elenco di disambiguazione: 

 

- erudire, pone l'accento sul fatto che un soggetto cresce con gli insegnamenti al punto da uscire da quello stato simil animalesco (rude) che ogni essere umano ha alla nascita, siamo anche emozioni, pulsioni, tutto questo può diventare fonte di distruttività, di comportamenti negativi che cessano con la crescita, il soggetto arriva a gestire e comprendere che è meglio collaborare con gli altri nonché cedere alle pulsioni più basiche;

- professare, vuol dire "dichiarare pubblicamente" è un termine generico in cui una persona dice quel che sa agli altri, inteso solitamento sotto forma di pagamento, da qui anche sinonimo di lavoro svolto da "chi sa" o "sa fare". Il professore è tale perché instaura un dialogo diretto con il soggetto che apprende, il professore per questo motivo non può avere un numero elevato di allievi, verrebbe tempestato di domande, non è un caso che a scuola un professore per classe non segua più di un tot di studenti. Il professore è quindi un soggetto che ha l'obiettivo di formare gli altri su ciò che esso stesso sa, come se tentasse di "replicare la forma del suo sapere" e non si limita a fare da alto parlante ma instaura un dialogo, risponde a domande, ha un valore aggiunto rispetto ad un libro da leggere. Il professore ad esempio è colui che ha l'abilità di spiegare le regole tramite parole;

- divulgare, colui che ha l'obiettivo di insegnare ciò che sa agli altri prendendo come obiettivo il maggiore numero di soggetti. A differenza del professore il divulgatore ha l'obiettivo di raggiungere quante più soggetti possibili, per farli avvicinare, incuriosire, appassionare, non c'è un rapporto diretto. Il divulgatore scrive libri, fa video, etc...;

- ammaestrare, ;

- consigliare, ;

- mentoring, fare da mentore, ;

 

- allenatore/coach, colui che interviene in un soggetto già abile ma che ha l'obiettivo di competere, di divenire migliori di altri e non solo essere efficace, puntare all'eccellenza;

- suggerire, colui che suggerisce, dire qualcosa a qualcuno che in qualche modo altererà il suo percorso d'azione;

 

- tutore, qui non c'è insegnamento ma solo un soggetto che ha l'obiettivo di proteggere, solitamente un insegnante tende a fare anche da tutore, aiutando il soggetto ad agire ma allo stesso tempo proteggendolo e non facendogli fare azioni disfunzionali, stando attento ai suoi errori. Questo mix è lo scaffolding, cioè progredire fra insegnamento e pratica, tutelando il soggetto dagli errori di un insegnamento ancora incompiuto, di una formazione non ancora raggiunta;

- sostenere,  aiuto necessario altrimenti il soggetto non raggiunge l'obiettivo;

- supportare, aiuto non necessario ma gradito che aiuta il soggetto ad avere più forza intesa come energie e motivazioni, una persona che non dà un aiuto "sommativo" cioè che si va ad aggiungere già a quello che sta facendo il soggetto;

- confortare, aiuto in termini di motivazione sia quando questa potrebbe scendere, sia quando ci sono conflitti motivazioni, il conforto è ciò che aiuta il soggetto a raggiungere gli obbiettivi, specialmente in momenti negativi detti di sconforto, dove si ha più paura, si è più inibiti, meno motivati;

- addestrare, metodo educativo in cui si fa uso del condizionamento per educare il soggetto

- indottrinare, il come si insegna, senza discussione ma imponendo quell'insegnamento

- disciplinare, il come si insegna, come una disciplina inteso che "se vuoi freggiarti di questo nome e far parte di questa scuola di pensiero, si fa così, crediamo in questo, etc..."

- spiegare, tutto viene messo in discussione, si segue la scienza e lo scetticismo dove l'insegnante stesso esorta a fare così;

 

 

Come riconoscere un buon insegnante? un buon formatore?

Quando posto l'obiettivo l'altro ci aiuta a raggiungerlo

 

supporto

sostegno

mentore

istruire

educare

 

DA RIVEDERE

[aggiungere collegamento con dottrina e spiegazione

come si insegna, spiegando, indottrinando, inculcando]

Con il termine insegnare e insegnante si definisce nello specifico l'atto di trasmettere ad un'altra persona il significato di un segno, cioè ad esempio si può insegnare ad un bambino che la parola "cane" viene usata per comunicare le caratteristiche del prototipo di uno specifico animale. 

L'insegnamento è fondamentale perché solo così le persone sviluppano dei segni (in questo caso parole) che gli danno modo di comunicare e comprendersi con gli altri, rappresentandosi le cose in modo più o meno analogo.

Si parla invece di docente per evidenziare in generale qualsiasi figura trasmetta qualcosa a qualcun altro, quindi ad esempio nella scuola c'è del personale docente e personale non docente, il docente è il prototipo della figura che trasmetta conoscenza ad altre persone.

Letteralmente il termine insegnare significa acquisire un nuovo segno dentro di sé dove per segno si intende qualsiasi elemento sia in grado di rappresentarne un altro. Pensiamo alla parola "cane" e a come questa parola sia sufficiente per rappresentarsi e visualizzare nella propria mente l'animale senza che questo sia presente, se dico a qualcuno "ho visto un cane" la persona capirà ciò che gli sto dicendo senza che necessariamente porti il cane con me e gli spieghi di cosa stia parlando. Come è possibile? Come è possibile che la sola parola cane ora sia in grado di farvi pensare all'animale e comunicare ad un'altra persona cosa state pensando? La risposta è proprio nell'insegnamento in cui nel corso del tempo si è stati in grado di arrivare formare questo segno associando alla parola cane l'immagine e le categorie prototipiche del cane, cosa che può essere avvenuta in modo diversi.

L'insegnante è colui che aiuta il soggetto a sviluppare segni e l'abilità di rappresentarsi nella propria mente la realtà esterna per capirla e comunicarla, in sintesi colui che aiuta una persona a sviluppare il pensiero. L'insegnante non necessariamente svolge un ruolo attivo, si può insegnare anche per modellamento cioè è sufficiente osservare affinché una persona possa assorbire questo insegnamento, quindi anche solo per vicinanza. 

A livello tecnico l'insegnamento aumenta la conoscenza del soggetto, cioè più segni si assorbono più si sarà in grado di pensare e rappresentarsi la realtà, si possiedono parole con le quali rappresentarsi e capire il mondo.

Ma il pensiero è solo segni e rappresentazione? No, il pensiero si basa oltre che sui segni e sul rappresentarsi la realtà anche sulle procedure cioè sul capire come questa realtà evolva capendone la dinamica, potendendone prevedere gli effetti e le conseguenze o capirne le cause e tramite questa conoscenza poter anche agire per cambiare la realtà, in quanto la persona sa che con determinate azioni otterrà determinati effetti.

Ci sono altre figure che trasmettono altra conoscenza, il personale docente è così composto:

- maestro, colui ha raggiunto un livello di adattamento in un settore tale da essere quasi sempre efficace in esso, una persona che possiede procedure e sa svolgere quindi un'attività in cui è particolarmente adattata. Il maestro è tale per i fatti, cioè per i risultati che raggiunge e non tramite pezzi di carta o titoli. Sono questi ad essere scelti per fare da allenatori, mentori o precettori;

- professore, colui che si pone l'obbiettivo di trasmettere a livello teorico la propria conoscenza sia riguardo i segni sia riguardo le procedure agli altri. Quante volte vi sarà capitato di vedere persone che eccellevano nel loro campo ma che erano insegnanti pessimi, questo si traduce nel fatto che un maestro non è detto che sia un professore efficace questo vuol dire che il miglior modo per apprendere da quel maestro sarà per osservazione dato che non è efficace nel professare o che sarà meglio rivolgersi ad una persona che anche se non è un maestro (non eccelle) comunque è a un buol livello ma è un professore efficace;

- sostenitore, sostegno. il ruolo del tutore  è quello di aiutare laddove il soggetto non è in grado di farcela da solo a. Si parla di scaffolding quando il tutore è solo momentaneo e più l'alto impara e riesce da solo minore è il suo intervento fino a quando l'altro non avrà più necessità;

- tutoring, tutore, colui che protegge laddove il soggetto non riesce da solo. Proteggere vuol dire fare in modo che il soggetto non soffra e non venga danneggiato;

- scaffolding, un solo termine per sottolineare la figura di chi sostiene e protegge allo stesso tempo, specialmente in un'ottica limitata solo mentre il soggetto si forma per poi non avere più necessità

- mentore, si definisce mentore colui che prende con sé un allievo a cui spiegherà, insegnerà e farà vedere quello che sa fare. A volte il mentore può essere vissuto in modo incompleto, si leggono solo i suoi libri e non lo si vive mai di persona. Il ruolo del mentore è quello di portare l'allievo al suo livello. La stima per il mentore accelera la crescita. Il padre che diventa mentore del figlio, senza che questo ruolo sia chiaro o definito. Il mentore può far uso di tutoring per accelerare ulteriormente il percorso di crescita;

- precettore, una figura che segue in modo globale la crescita di una persona. Il precettore è come un'enciclopedia vivente riguardo l'ambito esistenziale e aiuterà il soggetto a crescere come persona a 360° migliorandolo nel capire la vita, capire la realtà e le attività intraprese. Il precettore ad esempio può essere un padre che segue con costanza il figlio e gli insegna ogni cosa che sa e gli trasmette ogni procedura che possiede. In altri termini il ruolo del precettore è quello di dare informazioni esistenziali fin da subito aiutando la persona a vivere e crescere laddove altri invece vanno per lo più casualmente e crescono per tentativi ed errori buttati nella vita. Il precettore in alcuni casi può essere il mentore stesso, ma in alcuni casi no, è solo una figura che forma il soggetto dandogli risposte e conoscenze riguardo al mondo, alla cultura dove si trova a come vanno le cose, etc..;

- coaching/allenatore, la crescita oltre l'efficacia, migliorare, sviluppare il proprio modo di essere, fare leva sui propri punti di forza, il mentore accompagna allo sviluppo e diventare una persona che "sa fare", il coach/allenatore è colui che spinge per andare oltre, per puntare in un'ottica competitiva e di eccelere;

- istruttore, colui che dà istruzioni cioè dice solo cosa fare per ottenere specifici risultati, l'istruttore esiste solo quando c'è un obiettivo chiaro, l'istruttore mette al servizio dell'altro la sua perizia, la sua conoscenza delle regole e colui che viene istruito non ha altro da fare che applicare le istruzioni senza che sia necessario comprenderlo

- educatore, l'educazione pone l'accento sul concetto di cambiamento della persona sia sotto il profilo della personalità che dei relativi condizionamenti interni, subire un cambiamento che poi si osserverà nel modo in cui il soggetto agisce, sceglie e pensa. L'educatore ha l'obiettivo di trasmettere qualcosa ad un altro, cambiarlo, per i propri interessi o perché in questo modo crede di migliorare l'altro, di dargli qualcosa di utile;

- suggeritore, limitarsi a dare una risposta senza spiegarla, senza fornire all'altro nient'altro che una soluzione pronta;

consigliere, consulente ( a seconda se sia un lavoro o meno) è colui che dà consigli su una cosa che il soggetto non è in grado di fare da solo. Questa figura è fondamentale perché invece di crescere e determinare quelle azioni da sole, pianificare da soli si cerca il consiglio di qualcuno per accelerare, sopratutto in campi in cui il soggetto finirà sporadiamente e non sarebbe conveniente investire così tante risorse per così poco tempo. Il consiglio a differenza del suggerimento è spiegato e anche se l'altro non può comprenderlo a pieno in minima parte produce un cambiamento e una formazione nell'altro; 

- guru, termine che ha preso un'accezione negativa e si riferisce a quelle figure che anche se dicono o pensano di poter formare ma in realtà non sortiscono effetto o sortiscono effetti inutili, la loro formazione non porta a nulla di utile. Ad esempio una persona potrebbe dire "lascialo perdere quel guru, ho passato un mese con lui e non sono migliorato in nulla", il significato è  "si spaccia come qualcuno che ti aiuta ma non ti darà nulla o quasi".

 

Una figura che dà consigli nell'immediato e nel frattempo punta alla formazione come si chiama?

 

Qual è la differenza fra insegnare, educare e formare. Nessuna, sono tre termini strettamente collegati e spiegano punti di vista diversi di uno stesso fenomeno.

L'insegnamento pone l'accento sul fatto che si faccia uso dei segni, del linguaggio per trasmettere qualcosa in un'altra persona, se una persona ascolta o legge sta prendendo quei segni e li sta mettendo dentro di sé.

La formazione pone l'accento sull'effetto che questo insegnamento sta avendo, la persona sta acquisendo una forma specifica da ciò che ascolta, dagli insegnamenti che sta ricevendo, ma la forma nasce anche da altro come osservare altri, fare esperienza.

L'educazione pone l'accento sull'effetto di trasformazione sopratutto lato comportamentale da questo insegnamento che proviene dall'esterno, da questa formazione o trasformazione che ne è derivata.

Educare di fatto può essere usato come sinonimo di insegnare e formare ma con i rispettivi termini si ha una visione più chiara del fenomeno.

 

 

 

L'ipotesi del mentore che fornisce le basi, sta dietro all'inizio, agli errori più frequenti, segue il soggetto nello sviluppo di qualcosa, facendo i conti anche con possibile errori di deduzioni, presunzione. Il mentore migliore è quello che prima crea le basi per un pensiero senza errori in modo tale che tutto quello che dirà sarà assorbito senza problemi.

L'allenatore/coach subentra dopo, è una figura che, specialmente in ottica competiviva aiuta il soggetto ad andare oltre a migliorare un'abilità presente, specialmente se da solo non riesce, se la sola esperienze e pratica non è sufficiente. 

 

La stima e l'ammirazione per il mentore o l'ammiratore aumentano esponenzialmente il percorso di crescita, la velocità, si vede l'altro come qualcuno a cui credere, di cui fidarsi, etc.. questo è un vantaggio per alcune cose e uno svantaggio per altre.

 

 

Soffermiamoci per un secondo sul dualismo maestro professore, fa sorridere pensare che i "professori" delle scuole medie, abbiano usato un termine diverso solo per distinguersi e sentirsi superiori/migliori da quella che è la figura del "maestro" delle scuole elementari. Questo ci fa comprendere come l'uso della lingua italiana possa venir storpiato da etichette e dall'uso che si fanno dei nomi per bisogni personali, per questioni emotive travisando l'etimologia del termine, snaturando in questo caso sia il termine maestro che di professore.

 

Facciamo un esempio per capire la differenza fra segni (insegnamento) e procedure (professore) con la cucina, immaginate di essere in una cucina, potete conoscere ogni nome di ogni alimento ma questo non vi aiuterà in alcun modo nel lavorare quegli ingradienti per ottenere delle pietanze, solo conoscendo le regole che stanno dietro quegli elementi sarà possibile usare ingredienti e strumenti per cucinare.

L'insegnamento consisterà nel poter conoscere e rappresentare ogni elemento che avrete di fronte e poi lo l'acquisizione delle procedure consisterà nell'apprendere ad usare quegli elementi per combinarli, come lavorarli, etc...

Si definisce maestro colui che è in grado di lavorare e padroneggiare una particolare attività, possiede cioè le procudere e le relative abilità per poter essere efficace e per questo solo un maestro è in grado di fare scaffolding trasmettendo in qualche modo il suo essere maestro. Sarà quindi un maestro a fare il professore ma anche il mentore o l'allenatore, potrà presentarsi come un sostenitore o limitarsi a fornire le procedure, a spiegare e a spingere all'azione facendo formare l'adattamento del soggetto che vada oltre il nome delle pietanze.

Il professore si limita a parlare mentre il mentore e il precettore vanno oltre non solo con lo scaffolding ma ad esempio facendo vedere come si fa, proponendo compiti specifici intervendendo direttametne per evidenziare errori, etc..

 

 

Questo ci fa capire come lo psicologo ricopra ognuna di queste figure a livello esistenziale e sia in grado di intervenire a qualsiasi livello la persona desideri.

 

Ulteriore elenco di disambiguazione:

educare, trasmettere le norme morali instillando quindi ciò che è dovere fare, ciò che è giusto fare facendo leva su punizioni ed emozioni negative (in alcuni casi riuscendo anche a far credere a quella persona in quelle regole che vi sono dietro);

insegnare, una porzione specifica della formazione che ha come obbiettivo di trasmettere i segni al soggetto, cioè contenitori di significato in modo tale che il soggetto comprenda e possa comunicare secondo un linguaggio comune;

- formare, riguarda l'attività generale che porta all'acquisizione di nuova conoscenza;

- divulgare

- istruzione, pone l'accento sul come si forma un soggetto, è sufficiente guardare alla scuola per comprendere che la struttura parte da concetti semplificati per poi costruirci elementi sempre più complicati. La natura stessa della nostra psiche richiede un percorso che parte dalle basi per poter poi crescere ed è probabilmente qui che si riscontra il fallimento scolastico, il fatto che ad un determinato punto si facciano errori nel dare queste basi e un soggetto non riesca a procedere nel percorso di istruzione;

addestrare, trasmettere un'abilità senza che sia necessario l'attenzione e un livello alto di conscienza da parte del soggetto. Usato in generale sugli animali, sui soldati e serve per preparare ad una risposta immediata. Viene usato affinché il soggetto abbia risposte rapide ed efficaci in contesti emotivi dove non potrebbe esserci la lucidità di avere un piano d'azione, si pensi al rispondere ad una aggressione o l'addestramento ad una via di fuga in caso di emergenza;

indottrinare, tecnica usata prevalentemente dalle religioni sfruttando il fenomeno della "realtà unica". Chi indottrina trasmette credenze da un unico punto di vista e tenta di azzerrare il metodo critico in questo modo il soggetto cresce pensando che esista un'unica verità, quella che gli è stata fornita;

disciplinare

preparare, colui che aiuta il soggetto a prepararsi quando non ha ancora i mezzi per farlo in autonomia. Ruolo svolto di solito dall'insegnate che accompagna la persona anche nelle prime fasi pratiche appunto preparandolo, aiutandolo a prevedere, dandogli indicazioni di cosa potrebbe accadere. Che differenza ci sarebbe poi con il sosteno?

erudire, l'istruzione che va oltre, la persona continua ad acquisire conoscenza per essere più efficace (diminuire la possibilità di fallire ed aumentare la specializzazione) la persona da istruita diviene erudita quando la sua conoscenza è più alta della media e quindi viene considerata specializzata. Per fare un esempio pratico immaginiamo che la scuola dell'obbligo finisca al secondo superiore e che la scuola sia efficace fornendo strumenti validi all'alunno. Una persona che si ferma al secondo superiore e ne esce comunque con della conoscenza è da considerare istruito mentre chi ad esempio si laurea è da considerare erudito in quell'ambito di studio, perché non si è limitato in un determinato ambito ad avere le basi ma si è specializzato. Le sfumature sono più complicate dato è difficile stabilire in modo esatto dove finisce la conoscenza di base e dove inizia la specializzazione ma sono comunque due concetti utili per discriminare caso per caso.

 

 

alunno discepolo

 

istruzione e spiegazione, spiegare passo passo,

da qui si comprende qual è il compito del divulgatore, fornire interesse, dare una prima base di spiegazione, semplice in modo che poi possa esser emotivato e progredire per step

 

[da aggiungere il coach e psicologo del benessere]

 insegnamento e andragogia

collegamento con l'educazione

 

FINO A QUI

 

da qui si capisce come il bambino è colui che è ancora accompagnato da un maestro

 il ragazzo è colui che ha completato la formazione del maestro, ha un'infarinata di base esistenziale e ha trovato il suo ruolo nel mondo, ha trovato ciò che gli piace e si accinge a specializzarsi da un professore

adulto è colui che è pronto ad entrare nel mondo come persona formata che non necessita più di un mentore, che sa cosa fare è pronto a lavorare e vivere.

 

Da qui si capisce cosa siano gli eterni bambini e gli eterni ragazzi, persone che non sono mai maturate e che nemmeno si rendono conto dello stato in cui si trovano.

 

L'insegnamento, l'etimologia ci suggerisce che questo termine significhi letteralmente "ti lascio un segno", pensate al passato quante volte avete incontrato una persona che con i suoi modi di fare o con le sue parole o i discorsi ha lasciato un segno indelebile nelle vostre esistenze? Ha innescato un cambiamento?

Non necessariamente una figura scolastica, ingenuamente le persone hanno ridotto la figura dell'insegnante a quel ruolo, ma le cose non stanno così anche perché seguendo l'etimologia stessa del termine molte figure che salgono sulla cattedra nelle scuole non sono in grado di essere insegnanti, cioè di lasciare un segno, ma di solito tendono ad essere l'opposto, figure che generano risentimento e che con la loro percezione distorta del mondo e la loro etica  risultanto persone pesanti e che non lasciano un segno "positivo" ma al contrario portano la persona ad allontanarsi dai contenuti che queste persone "professano".

Questo ci porta ad un punto cruciale alcune persone impongono il loro verbo in mod autorevole, in modo "pesante" e hanno tendenzialmente dei risultati negativi nei confronti delle persone che sono lì presenti nell'ascolatere, lasciare il segno vuol dire invece non imporsi con autorevolezza, con dovere, ma catturare l'interesse della persona, far comprendere all'ascoltatore che di fronte a sé ha una persona che emana una conoscenza piacevole, una personalità priva di difetti, una personalità non chiusa dalla quale interazione si percepisce da subito un immediato miglioramento della propria esistenza, della propria personalità.

Insegnamento per l'AB vuol dire non solo lasciare il segno, quella è la parte iniziale necessaria ma non sufficiente a descrivere quale è il ruolo di un insegnante, perché limitarsi ad innescare un cambiamento quando puoi accompagnare quella persona nel cambiamento, quando puoi continuare a fornirgli assistenza, strumenti e metodi per portarla più velocemente ed efficacemente verso l'obbiettivo di crescita che l'ascoltatore si pone?

Ecco che l'AB descrive il profilo dell'insegnante, in cui "lasciare il segno" è solo una delle tante caratteristiche che secondo l'AB un insegnante è necessario che possegga, per l'AB un insegnante è una persona che:

- è saggia e consapevole, quindi possiede tutte le caratteristiche elencate nella saggezza e quindi all'occhio di un ascoltatore appare calma e di mentalità aperta;

- non si limita a parlare ma costruisce il discorso sulla conoscenza dell'ascoltatore, quindi prima di iniziare qualsiasi percorso di dedica alla conoscenza di chi va a formare, focalizzandosi sugli obbiettivi che l'ascoltatore stesso si è già posto o si porrà man mano che l'interazione andrà avanti, costruendo un insegnamento su misura.

 

Questo si tradurrà nel fornire e aiutare l'ascoltatore ad acquisire:

- credenze;

- metodi specifici per l'obbiettivo;

- metodi deduttivi

- metodi esistenziali;

- teorie e come formurarle o a acquisirne di nuove;

 ma sopratutto si accompagna la persona verso la distruzione della paranoia e la comprensione che sarà necessario consultare continuamente altre fonti e mantenere una critica costante anche verso l'insegnante stesso: 

 

"Un insegnante sa che ciò che dice non è una verità assoluta, i suoi discorsi, le sue credenze i suoi metodi hanno una validità e si riferiscono ad eventi probabilistici. Se insegni non trasmetti certezze ma soprattutto sproni i tuoi stessi ascoltatori a mettere tutto in discussione a ricercare costantemente altre fonti con cui fare paragoni o cercare informazioni aggiuntive ed alternative perché solo in questo modo si evita di cascare nella trappola della verità, della certezza o dell'illusione che esista un'unica realtà".

 

 

L'insegnante è prima di tutto una persona e quando interagisci è inevitabile che la personalità fuoriesca, questo spiegherebbe perché a volte incontrare insegnanti che sono "grandi personalità" e che seguono strade diverse dalla nostra comunque si arriva ad avere una interazione limitata ma piacevole, al contrario incontrare personalità "scarse e non consapevoli" che seguono la nostra stessa strada o si professano insegnanti è comunque un evento spiacevole perché si ha di fronte una persona che cade costantemente in errore, che ha una percezione distorta o chiusa della realtà etc..

 

La differenza fra insegnamento ed educazione "si insegna con la motivazione, si educa con la costrizione"

 

DA RIVEDERE

 

[appunti da aggiungere il percorso delle istruzioni durante l'insegnamento]

 

Una persona non la puoi solo informare, se leggi da un libro di testo ad una persona la teoria sulla relatività non è detto che sia sufficiente leggergliela perché lui la comprenda è necessario anche insegnargliela cioè aiutarlo alla comprensione, lui potrebbe essere l'insegnante di se stesso se conoscesse un metodo per farlo, questo non toglie che comunque un insegnante possa essere più efficace e anche funzionale.

Insegnare non è solo aiutare a comprendere una teoria, ma è anche aggiunta alla personalità con spiegazione di:

- metodi

-credenze

-deduzioni già pronte

-nozioni rilevanti in determinati contesti

Ma anche andare a demolire, o modificare le stesse cose già citate ma messe in modo erroneo.

L'insegnamento non ha alcun obbiettivo preimpostato, è un mezzo che accresce l'uomo e che può a seconda dell'obbiettivo lo può accrescere in numerosi modi.

Un insegnante si pone senza costrizione, cioè lascia le persone libere di voler imparare, ma sopratutto anche libere di rimanere sulle proprie convinzioni anche se distorte, è la figura dell'educatore che invece non accetta questo e si pone invece con costrizione facendo leva anche sulle emozioni, istillando senso di colpa o paura.

Questo genera un problema scolastico perché il sistema non essendo in grado di motivare gli studenti all'accrescimento della propria persona, accettano solo la scuola solo se ci sono educatori, più che accettare vengono vinti dall'educatore.

L'insegnate però non fornisce solo la teoria ma può anche fornire un apprendimento pratico, utilizzando tecniche come lo scaffolding.

 

In definitiva l'insegnamento è qualcosa che punta a divergere, cioè tutto è possibile, ogni conoscenza porta ad una nuova conoscenza, di probabilità in probabilità, mentre l'educazione punta alla convergenza, ovvero tutto deve convergere verso quello che l'educatore dice, riconducendo ad una sorta di rigidità, questo perché l'educatore parla in termine di verità e certezza.

L'insegnamento implica che la persona comprenda la logica che c'è in quello che fa, questo porta ad un lavoro di costruzione che parte dalle basi, cioè non è possibile comprendere un concetto fino in fondo se non ci hanno tutte le basi per farlo.

Se pensiamo che un genitore a livello teorico è un insegnante di vita, ci rendiamo conto di come la maggior parte dei genitori al giorno d'oggi non possano esserlo per una semplice questione di tempo, "se non hai tempo di spiegare il perché delle cose evita di essere un insegnante" quanti genitori tentano di azzittire tutti i perché dei loro figli? Distruggendo così la loro curiosità logica e spingendoli verso una visione scarna dell'esistenza.

L'insegnamento rientra anche in uno degli assiomi dell'AB, ovvero a livello teorico ogni persona può essere insegnante in un determinato contesto, tutti possono essere gli insegnanti di tutti, non è una questione di inferiorità o superiorità, è questione di quanto una persona abbia investito per conoscere e di quanti campi abbia coperto, ma ci sarà sempre qualcosa dove può essere corretto e dove può essere insegnato lui qualcosa.

A questo punto sorge un problema, l'oggettività è sufficiente? Molti contesti, specialmente esistenziali non sono stati vagliati da ricerche sperimentali, quindi cosa fare? Molti in questo caso cadono nella trappola dell'autorità,cioè sei insegnante solo se hai qualcosa che dimostri che tu sei un'autorità, l'AB rifiuta questa visione "animalesca" della realtà, e propone di accettare di ricevere qualsiasi insegnamento e poi tentare di validarlo in base alle circostanze, passando a diversi metodi personali come il metodo critico, sperimentarlo conoscendone direttamente l'efficacia etc.. in questo modo è possibile accogliere qualsiasi forma di insegnamento e non solo quelle validate dalla scienza.

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DA RIVEDERE

Bozza vecchia Insegnante di vita protezione, manipolazione ed influenza, senza che conflitti emotivi possano diventare problemi o disturbi. Insegnare a prevenire (controllo dell'emotore), insegnare ad amare, insegnare ad divenire consapevoli. Influenza e non condizionamento, no imposizioni, no doveri, non esigere. Vivere, con ciò che ci piace e con ciò che diverte, priorità sugli oggetti d'amare necessari e le preferenze. Insegnare e condurre verso l'indipendenza Il percorso dell'indipendenza L'insegnante manipola l'interesse, cioè fa interessare il bambino così l'insegnamento è desiderato e codificato insieme a perchè in una rete concettuale.

 

Un'insegnante è colui che non ti da delle regole da seguire o che ti costringe a seguirle, ma è colui che ti trasmette principi e ti da la possibilità di crescere con autosufficienza, così un giorno sarai tu stesso a modificarli, a trasformarli, sarai tu l'isegnante di te stesso, tramite la crescita personale.

 

 

 

FINO A QUI 

Si legga apprendimento.

(collegare con pedagogia, cioè costruire percorsi su come formare ed educare al meglio una persona specialmente nella sua parte iniziale dell'esistenza

apprendimento per modellamento, per studio, per tentativi ed errori)

La persona che prende forma. informazione, qualsiasi elemento che arrivi alla persona che come una spugna lo prende e che lo si accetti o meno cambia minimamente, non possiamo preservare la nostra personalità anche volendolo.

Formazione, al contrario di quello che si pensa, non è sempre positivo, le persone si formano anche casualmente, prendono strade errate, visioni distorte. Direzionare la formazione.

La formazione di una persona, la forma che prende come personalità passa fra:

 

(collegare con consapevolezza e ignoranza)

- cultura, descrive il concetto di differenza o vicinanza di pensiero basato su elementi affini come lingua, luogo, norme. L'utilità della cultura è quella di spiegare integrazione e discriminazione sociale, perché alcuni gruppi coesistano con pochi attriti e altri con più attriti. La cultura è intersecata nei processi di omologazione e di devianza, del come crescono alcune persone, la visione media, le norme, etc..;

- sapienza, concetto fondamentale che completa il concetto di conoscenza in quanto conoscere qualcosa può significare tutto e nulla, ciò che conta è che il soggetto abbia sviluppato una conoscenza e l'abbia organizzata in modo tale da poterla usare in modo utile, la conoscenza fine a se stessa ha poco valore, specialmente quando viene usata per fare a gare a chi sa di più (sfociando nel nozionismo) il sapere evidenzia come quel soggetto abbia sviluppato una conoscenza e l'abbia organizzata in modo tale da aumentare il suo controllo in un dato settore ottenendone dell'utile per i suoi obbiettivi, andando quindi a costituire ciò che viene chiamato adattamento;

- conoscenza, descrive il concetto minimo di acquisizione che la persona compie;

- intelligenza, il metodo e l'adattamento che il soggetto sviluppa nel dedurre senza fare errori dandogli modo di compiere azioni efficaci. L'intelligenza misura la qualità delle credenze sviluppate (qualità della conoscenza e della sapienza) e le abilità deduttive del soggetto;

- erudizione, il termine italiano che descrive il percorso di crescita personale e cosa succede alle persone quando crescono, comprendono la realtà, diventano prosociali, e invece di essere "bestie contenuto da norme e doveri" diventano essere umani che anche se non avessero più freni si comporterebbero comunque come uomini e non bestie;

- educazione, letteralmente vuol dire "tirare fuori", anche se quello che si fa in questo caso è portare il soggetto, in modo bigotto o meno, ad avere un comportamento basato sulle norme di un luogo, tirare fuori un comportamento adattativo e consono in quel luogo (educazione diretta e indiretta);

- istruzione, evidenzia il fenomeno di trasmettere qualcosa dentro un soggetto in modo intenzionale,  si istruisce quando l'attività di sviluppare conoscenza in un altro soggetto è intenzionale e mossa da qualcuno tramite ad esempio un insegnamento di persona o tramite libri;

- nozionismo, evidenzia l'opposto del sapere e della sapienza, il soggetto acquisisce una conoscenza non organizzata e non finalizzata che non diventa nulla di utile, non lo fa diventare più adatto e non migliora abilità, anzi a volte viene presa come "competizione a chi sa più cose" come si vede nei vari quiz telesivi travisando completamente concetti quale adattamento, saggezza, abilità, etc.. Chi si difende da queste critiche risponde con "si ma può sempre servire" dimostrando di non comprendere il concetto di utilità, di obbiettivi personali e del fatto che conviene specializzarsi nelle abilità richieste per i propri obbiettivi (ad esempio la saggezza per chi vuole essere felice) piuttosto che conoscere un po' di tutto, senza fare nient'altro, con la speranza che questo possa essere utile;

- saggezza, pone l'accento sul fatto che il soggetto sviluppi un sapere finalizzato a comprendere la realtà e a migliorare la sua qualità esistenziale, promuovendo gioia e prevenendo/eliminando sofferenza, più si è saggi più si fanno scelte in tal senso e si migliora la qualità esistenziale.

 

 Formazione e informazione sono due termini Jolly usati per descrivere il fenomeno generale senza entrare nello specifico.

Una delle prime domande che vengono in mente quando si parla di formazione riguarda persone che sono all'inizio, si pensi ad un figlio appena nato, oppure una persona che in un settore non sa quasi nulla e sta iniziando.

La risposta è affatto scontata, l'ipotesi formulata da questo sito è descritta nell'articolo crescita ed è composta prevalentemente da 8 punti.

Quando si forma o ci si forma, si assiste prevalentemente a quattro forme di formazione:

 

formazione eclettica, con scetticismo. Il soggetto si 

- formazione eclettica, senza scetticismo

- formazione sincretica, partendo da un nucleo iniziale

- formazione a storia unica

 (fare attenzione al paradosso della perspicacia, alimentando una visione preconcetta)

L'azione efficace decreterà la parte finale della formazione se si ha una mentalità scientifica.

 

crescita per formazione, crescita per assimilazione. Si cresce solo con una formazione direzionata.

(i tre rischi della formazione, apprendimento distorto dove manca scetticismo e si crede a qualcosa detto da altri e si usa per formarsi anche quando non era valido, imparare azioni distorte da realtà fittizie o da persone che lo fanno e sono autorevoli anche se le loro azioni non sono efficaci ma si acquisiscono lo stesso, scaltrezza distorta dove non si comprende i feedback delle proprie azioni e si scambia qualcosa per qualcos'altro)

Si definisce formazione quell'insieme di cambiamenti che avvengono dentro un soggetto e che producono quella che viene considerata come crescita.

Immaginate un bambino che inizia a giocare a pallone a 5 anni e che riosservate a 10 anni, ciò che vedrete in modo evidente è che questo bambino ha acquisito abilità ed è cresciuto nel gioco del pallone, questo lo si spiega concettualmente con il fatto che ha acquisito una serie di informazioni che per l'appunto hanno formato il suo attuale livello.

La formazione non necessariamente avviene perché qualcuno ci forma, ci si può formare semplicemente vivendo, osservando gli altri, andando per tentativi (producendo qualcosa di casuale e vedere i risultati per comprendere le regole che governano quelle dinamiche) detto anche per tentativi ed errori.

Il problema odierno della formazione nasce a carico dei genitori, i quali vivono in una realtà cambiata così radicalmente e in modo così complicato che non sono in grado di formare un bambino perché loro per primi non la comprendono più e vanno avanti casualmente o seguendo quello che ha funzionato per l'ora prima di questi stravolgimenti.

Ci sono dei punti crucuali nello sviluppo che possono essere chiamati punti di svolta formativi, questi punti sono alla base di credenze e metodi deduttivi che avranno un ruolo cruciale poi nello sviluppo futuro.

Pensate ad esempio ad una credenza particolare come può essere quella sulla capacità, immaginate un bambino che si convince che le cose o ce le hai alla nascita o non puoi acquisirle, questo sarà un punto di svolta formativo negativo che spiegherà perché il bambino ha smesso di crescere in un settore.

Questi punti di svolta sono fondamentali per comprendere il pensiero e la storia di crescita, perché si sia proceduti in un modo, a quella velicità, perché si sono presi quei bivi.

Il compito di un formatore è ancora più importante in questi punti, facendo attenzione che il soggetto non cadi in errore o acquisisca una formazione disfunzionale per il futuro formativo.

FINO A QUI

Termine generico che evidenzia qualsiasi forma di crescita possa avere un soggetto.

La formazione può essere:

- educativa, cioè tesa a sviluppare regole e condizionamenti sul comportamento sociale del soggetto;

- insegnamento, cioè tesa a sviluppare i segni e di conseguenza a sviluppare e migliorare i concetti nella loro definizione;

- trasmissione delle procedure, tesa a sviluppare le regole che governano la realtà per trasformare il soggetto in un agente della realtà per i suoi obbiettivi.

 

Quando c'è un soggetto che tenta di formarne un altro si parlerà di apprendimento, mentre se una persona si forma da sola si tratta di imparare.

 

Si impara dall'esperienza si apprende da un professore o qualsiasi altra figura che tenti di trasmettere e formare.

 

Punti di svolta formativi

ultima modifica il: 05-07-2020 - 15:01:44
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