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Cos'è l'iperattività? Cosa si intende per essere iperattivi?

Si definisce iperattivo un soggetto che ha un'energia dentro che non sa come spendere, finendo per fare delle attività che infastidiscono chi  è intorno, l'esemio classico del bambino iperattivo che non avendo nessun gioco da fare inizia ad urlare, girare, rompere cose, ha un comportamento non organizzato spinto da delle energie interiori che non sa direzionare.

Nell'adulto si manifesta una condotta simile, almeno che non si abbia un modo per autoregolarsi. 

L'iperattività non è fare tanto, l'iperattività è ritrovarsi in situazioni in cui non si ha nulla da fare, si avverte dentro questo disagio fra voglia di fare e non avere nulla da fare, che in bambino e adulto si manifesta in modo simili ma comunque diversi, sopratutto perché l'adulto tende a non fare qualcosa che sa potrebbe farlo apparire strano.

L'iperattività non va confusa con l'irrequietezza che invece nasce dalla spinta a liberarsi da emozioni negative, tipica di soggetti ansiosi.

L'iperattività è alla base della vita di ogni singolo soggetto non inibito, se hai delle energie dentro e non hai disturbi si ha il bisogno di spenderle, se non le si spende si entra nella dinamica dall'iperattività.

Questo spiegherebbe perché l'iperattività sia un fenomeno in aumento in quando l'educazione media è sempre meno violenta e traumatica, i figli non sono più inibiti e al tempo stesso non sono più guidati nel loro percorso di individuazione, vengono lasciati liberi con l'illusione che trovino da sé la strada e finiscono per essere iperattivi perché hanno tante energie che non sanno come spendere.

 

L'iperattività del bambino ad oggi viene curata disfunzionalmente con lo smartphone, il genitore pur di non sentirlo lo seda con quello strumento progettato per assorbirne tutte le emozioni.

Il problema poi però si presenta a scuola, dove se il bambino non ha interesse verso gli argomenti di studio, vuoi per maestri incapaci o per un ritardo accumulato dal bambino che non gli dà modo di comprendere cosa si sta spiegando ecco che l'iperattività diventa un problema perché in classe fare casino, non stare fermi, etc.. diventa un problema non di poco conto per l'intero gruppo.

 

L'iperattività nell'adulto si manifesta con la costruzione di mille attività surrogato, l'adulto che non ha trovato la sua strada, le sue attività a cui dedicarsi completamente finisce per vivere di mille attività interessanti che nel momento in cui finiscono lo riportano all'interrogativo "e ora? Che mi invento?".

 

Il bambino iperattivo non ha nessun deficit di attenzione inteso come disturbo neurologico, se si manifesta l'iperattività in situazioni in cui c'è da fare qualcosa (come a scuola) il deficit d'attenzione va inteso che al bambino quell'attività non piace e di conseguenza essendo disinibito avverte l'esigenza di sfogare energie e lo fa perché non ha paura delle conseguenze.

Tanti bambini in classe non capiscono nulla e non sono interessati a seguire la lezione rimangono immobili perché sono stati "danneggiati" o perché hanno sviluppato capacità di autoregolazione, ma è difficile che un bambin di 8 anni sappia autoregolarsi.

Se un bambino in classe di 8 anni sta buono è o perché sta ascoltando con piacere, sta seguendo la lezione e quindi sta spendendo le sue energie vitali in un'attività interessante o perché è danneggiato, inibito da una situazione famigliare sofferente e da un'educazione fallimentare e traumatizzante.

 

 

 

 

Nell'adulto l'iperattività è strettamente collegata all'accidia, che poi il soggetto abbia imparato ad arginare il problema è un altro conto.

Un racconto dal web:

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Ciao a tutti, apro questa discussione sul tema dell'iperattività che mi tocca da vicino.
So che è un tema che di solito riguarda l'infanzia, almeno a livello di disturbo conclamato.
Nel mio caso so per certo che non ho mai avuto problemi di iperattività in età infantile o giovanile; sono sempre stata attiva in senso buono, non ho mai sperimentato alcun lato negativo dell'iperattività, cosa che invece mi capita da adulta.
Non so dire fino a che punto io sia solo molto attiva, e dove invece inizia il problema.
Quel che è certo è che mi sono resa conto di vivere a volte con un certo disagio il mio bisogno di "fare", e che anzi a volte il mio "pensare e fare" copre dei disagi.
Non ho comunque problemi di deficit di attenzione, e nemmeno quello di lasciare le cose a metà. Di solito porto a termine quello che inizio, anzi sono molto determinata a farlo e molto concentrata.
Ma sono spesso frustrata. Il lavoro non mi soddisfa quanto dovrebbe, mi sento spesso troppo competente ed energica per quello che faccio, è come se mi sentissi in grado di spostare una montagna ma sul lavoro mi chiesto di spostare un vaso di margherite.
Questo accade sistematicamente, e lo vivo male, e provo a cercare altro, a cogliere altre opportunità ma sembra non sia il mio momento. Fuori dal lavoro, che comunque occupa molto delle mie giornate, non mi fermo mai, non riesco a passare del tempo seduta sul divano senza smaniare e così sono sempre all'opera. Lo sport mi aiuta a bruciare energie, mi dà molto benessere. Ma non mi basta. Quando possibile organizzo viaggi, adoro vedere nuovi posti, immergermi in altre culture, o anche semplicemente imparare...imparare mi gratifica moltissimo. Quando invece sono a casa faccio corsi di vario tipo, o seguo mia figlia nei suoi, o la porto in giro a giocare, o le insegno nuove cose; anche crescere mia figlia mi gratifica moltissimo, adoro vederla diventare sempre più grande e scoprire la bellezza dentro le cose, adoro insegnarle delle cose immaginando che possano essere dei mattoncini con cui nel futuro costruirà qualcosa, chissà cosa...mi perdo a immaginarla da grande in tante vesti, chissà cosa sceglierà di essere, chissà in che luoghi la porteranno i suoi piedini sempre meno incerti, chissà cosa vedranno i suoi occhi così limpidi e attenti!... 
Mio marito a volte mi trova fastidiosa perché ha un'indole molto calma e teme sempre che io stia organizzando qualcosa e voglia coinvolgerlo, e non sempre ha voglia di essere coinvolto. Mi dice che sono molto stimolante per lui, ma a volte esagero. E me ne rendo conto da sola che ha ragione. Anche il mio umore è come le cose che faccio: per lo più alto, sono tendenzialmente entusiasta e allegra e quando mi dedico a qualcosa di interessante le mie energie sono infinite e i miei risultati altissimi. Ma quando sono costretta a stare ore senza fare nulla che mi impegni davvero, quando faccio cose ripetitive o comunque che non richiedano un upgrade del mio livello divento cupa, triste, angosciata; provo un senso di vuoto da colmare, rimugino sulla mia vita, su quello che non posso fare, e vorrei non avere limiti, vorrei poter seguire l'ispirazione del momento, vorrei salire continuamente e imparare cose nuove ed evolvere e sentirmi gratificata, e non stare ferma su un gradino mentre gli anni passano. La staticità mi consuma da dentro come una malattia, non la tollero che per poco tempo.
Per capirci, il divano di casa mia non mi conosce, non credo di averci passato più di 10 minuti in 10 anni.
Cosa ne pensate? Cosa potrei fare per vivere meglio i momenti di inevitabile staticità?"
 
Mancano dei dati per capire se sia iperattività da accidia o se sia irrequietezza.

 

 

DA AGGIUNGERE

La definzione di iperattività, DHD, il Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività (Attention Deficit Hyperactivity Disorder) viene definito come un disturbo dello sviluppo caratterizzato da incapacità a mantenere l’attenzione per un periodo di tempo prolungato
Per saperne di più: http://www.stateofmind.it/2015/12/adhd-donne/

Avete mai provato a fare qualcosa che non vi piace? Sappiate che siete "malati", siete iperattivi perché non riuscite a concentrarvi su qualcosa che non vi piace o che non capite, il problema è che questa definizione l'hanno scritta teoricamente psicologi e psichiatri a cui sfuggono probabilmente sfuggone le basi della comprensione umana, le basi della consapevolezza e della motivazione, scambiando la conseguenza (preferisco fare altro) con la causa (non mi piace, non lo capisco e non voglio farlo), se con un bambino si è falliti a livello educativo nel fargli comprendere i vantaggi della scuola, fargliela piacere, etc.. è facile scaricare la responsabilità del proprio fallimento ad un presunto deficit.

 

 

 

Nella quotidianità questo termine è di derivazione psichiatrica e precisamente deriva dalla definizione di una sindrome chiamata "Sindrome da deficit di attenzione e iperattività".

L'AB condanna totalmente sia la sindrome psichiatrica sia la concezione quotidiana che ne è deriavata, la spiegazione è semplice mentre la psichiatria ritiene che il bambino "abbia qualcosa che non vada" che ci sia una qualcosa come un danno interno che lo porta ad avere un deficit (l'uso dei termini rende chiaro il concetto ancora di più) di attenzione ed una spinta nel fare attività motorie al contrario l'AB ritiene che le cause siano completamente diverse e risiedano nel fallimento educativo e nelle figure educative che non siano in grado di porgere argomenti in modo interessante al bambino, in modo che siano in grado di catturare l'interesse oppure che abbiano prodotto un ambiente così sterile o sofferente da creare dei veri e propri blocchi di coscienza.

La condanna da parte dell'AB si basa sulle cause, mentre la psichiatria crede che ci sia una sindrome causata da deficit biologici, cause genetiche l'AB fonda una teoria basata da una parte sul fatto che in realtà ogni essere vivente compreso i bambini sono esuberanti (ciò che viene chiamato erroneamente iperattività) esuberanza che viene meno quando il bambino trova qualcosa di più interessante a livello psicologico come un professore o un maestro che lo incurioisce in qualcosa, oppure ci sono cause emotive più profonde da ritrovarsi non nella genetica o in problematiche biologiche ma nel vissuto e nel fallimento educativo a cui il bambino è stato esposto.

L'esuberanza non è una malattia ma fa parte della natura umana, questo punto viene compreso più facilmente quando uno stesso bambino ad alcune persone si interessa ed altre no, facendo propendere che è esuberante non per scelta ma perché alcune persone sono interessanti e le ascolta altre invece non sono interessanti e si mette a fare altro. Il problema e la causa non è nel bambino ma nella figura educatrice, se invece il bambino non si interessa a nessuno a prescindere allora li la questione si fa più complicata e come vedremo più avanti c'è una spiegazione diversa, spiegazione che si trova nel blocco della coscienza.

Analizziamo ancora più nel dettaglio queste due cause che si oppongono e tentano di smontare la teoria psichiatrica:

- la prima, definibile momentanea, è nel fallimento dell'educatore che richiede attenzione ma al tempo stesso non è in grado di porre l'argomento in modo interesse e attrattivo, quindi si assiste ad un bambino che verso alcuene figure come maestri o adulti non fa alcuna difficiltà a porgere attenzione se questi sono davvero persone "interessanti" ignorando invece tutte altre figure che richiedono attenzione ma che non sono in grado di non catturare l'interesse;

- la seconda, definibile permanente, si basa sul fallimento educativo dove ci sono genitori così disfunzionali, così poco stimolanti, che lasciano il bambino crescere in un ambiente privo di qualsiasi interazione psichica, in un ambiente solo emotivo da bloccare ed ostacolare quella che è la formazione coscienza del bambino, un classico esempio sono i "mille perché" che un bambino fa di continuo per comprendere il modo, vivacità intellettuale che nasce quando il bambino è esposto a dinamiche adulte intellettuali, a giochi stimolanti ma se tutto questo manca, se il genitore punisce il bambino perché con i suoi perché lo infastidisce, se il genitore ingabbia il bambino perché è solo fastidioso per renderlo un animale ammaestrato che dia il meno fastidio possibile, ecco che si arriva a bloccare una coscienza in modo a volte anche irreversibile, un bambino che non sarà mai interessato a nulla perché è come se non avesse coscienza e l'unica cosa che rimane da fare, al pari di un animale (in questo caso parlante) è quello di giocare, di essere esuberante.

 

La prima causa, quella momentanea, potrebbe essere criticata su un versante con domande come "perché ci sono alcuni bambini che riescono a porgere attenzione a tutti e quindi non avvertono la problematica di adulti e maestri poco o per nulla interessanti?" la risposta in questo caso consiste nella doverizzazione, nell'essere motivati per paura o per senso di colpa, dove se questa figura incute un minimo di autorevolezza avrà automatica attenzione (basata sulla negatività e non sull'interesse reale come per figure più efficaci) dal bambino doverizzato che viene incentivato a non distrarsi perché ha paura o perché si sentirebbe in colpa.

Questo spiegherebbe perché alcuni bambini sembrano "perfetti e sempre attenti" e altri no come se fossero questi ultimi ad avere dei problemi in realtà è che non tutti i bambini vengono doverizzati e quelli doverizzati  fingono interesse (perché come vedremo più avanti il rendimento con questa doverizzazione è pari a zero o comunque notevolmente inferiore) e appaiono sempre interessati mentre i secondi si interessano solo a ciò che realmente gli intera, ad argomenti posti in maniera curiosa, in maniera chiara e comprensibile anche per un bambino, ad argomenti in grado di coinvolgere e catturare l'interesse.

Se prima i doverizzati erano la quasi totalità con cambiamento netto delle generazioni che sono sempre meno eticizzate e doverizzate si osserva come il gruppo di quelli definiti "iperattivi e malati" sia sempre maggiore e di come questo stia portando maestri e professori (fallimentari) in crisi data dalle notevoli difficoltà che si hanno nel gestire bambini che quando non sono interessati iniziano ad essere esuberanti e quindi a chiacchierare, muoversi, giocare etc..

I maestri delle scorse generazioni campavano di rendita come pensieri come "i genitori me li doverizzano ed io anche se sono un incompetente e non mi farò capire e non li coinvolgo loro mi porgeranno comunque attenzione" ma questa pacchia sta per finire o è già finita in alcune realtà, ritrovandosi con una classe di bambini o adolescenti che non seguono minimamente ciò che questa persona dice e pensano a fare baccano o a fare altro.

Alcuni maestri e professori trovano comunque una soluzione nel terrore, cioè inibiscono la loro esuberanza con altri mezzi ritrovandosi bambini che anche se non porgono attenzione almeno rimangono in silenzio e non infastidiscono perché temono la persona, per gli altri invece finiranno nel caos di questa esuberanza.

Questa doverizzazione è ancora eticamente largamente approvata mentre l'AB la condanna, non vanno doverizzati i bambini anche perché quell'attenzione doverizzata ha un rendimento pari a zero, dove l'unica persona che ne guadagna è il professore incompentente che prende uno stipendo per non fare nulla di rilevante e senza avere nemmemo problematiche, le uniche persone che ci guadagnano sono genitori ed educatori fallimentari che non desiderano accettare la realtà, il fatto che siano inadeguati e preferiscono comandare dei bambini a porgere attenzione anche se questi poi non comprenderanno quasi nulla e non trarranno nulla di positivo da quella forzatura.

Ciò che conviene fare è quello di svecchiare un sistema scolastico che non è stato mai efficace, trovando solo insegnanti stimolanti ed interessanti che siano in grado di catturare l'interesse in modo proficuo, svecchiare un concetto "malato e disfunzionale" di famiglia in cui si da tutto per scontato come se si nascesse genitori, come se l'essere insegnanti di vita sia istintivo, mettendo in chiaro che essere in grado di insegnare catturando l'interesse di un bambino non è facile.

Ma sopratutto essere genitori vuol dire interessarsi anche allo sviluppo psicologico del bambino, oltre che insegnargli a vivere è necessario inserirlo in un contesto stimolante, non punirlo per le scoperte e le domande ma anzi incoraggiarle altrimenti ciò che si rischia è il fenomeno descritto nella seconda causa, generando questi "mostri di genitori" in grado perfino di annientare la coscienza di un bambino.

 

La teoria psichiatrica si basa su diverse fallacie, ma sopratutto sembra una teoria troppo "comoda" dove si spara a zero su "deficit" del bambino che probabilmente contruibuiscono ad un business non indifferente.

E' facile e comodo condannare il bambino così come è facile senza rendersi conto che in realtà chi ha fallito o sta fallento sono le figure intorno a lui, arrivando al paradosso dove invece di risolvere il problema si continua a fare leva su di lui, arrivando perfino a punirlo come la scelta fosse la sua, punizione che in alcuni casi si rileverà efficace solo perché doverizzandolo nasconderà il problema sotto il tappeto, dimostrando quanto siano arretrate e inconsapevoli i genitori e gli educatori stessi che hanno contribuito a generare questo fenomeno.

Quando un bambino non si interessa ad un maestro "incompentente" invece di doverizzarlo per nascondere il problema sotto il tappeto e arrecando un danno al vostro stesso figlio, rendentevi conto che il problema è nella mancanza di attitudine di quel maestro nel fare quella professione, anche perché quella doverizzazione non solo non farà imparare nulla a quel bambino dato che è facile rendersi conto che un interesse per dovere verso qualcosa di non interessante ha un rendimento pari a zero (pensate a quante cose vi ricordate di maestri e professori che avete sempre ritenuto noiosi e stupidi e invece le cose che ancora oggi vi ricordate perché detto da professori e maestri interessanti e a cui porgevate un reale interesse) ma lascierà danni continuativi nel tempo perché punire un bambino e doverizzarlo lo renderà sempre meno creativo e schiavo di altre persone che saranno fare leva su quei stessi doveri impartiti.

Quando un bambino invece ha ricevuto un fallimento educativo tale da annientargli e bloccargli lo sviluppo della coscienza, le uniche figure con cui prendersele sono gli educatori fallimentari e tentando di recuperare quel bambino il prima possibile prima che sia troppo tardi, spostandolo in un ambiente diverso, più stimolante e dove le figure si interessino alla sua psiche.

 

Perché le persone tendono a credere alla teoria psichiatrica? Sono due le credenze la prima si basa sulla credenza illusoria che il bambino sia programmabile e deve obbedire anche nell'ambito dell'attenzione, le persone per assurdo sono conscie che se qualcosa non la trovano interessante e non hanno costrizioni a farla non la fanno e non ascoltano preferendo fare altro, ma quando si tratta di un bambino credono che questo sia una specie di robot programmabile e quindi se non obbedisce a questo ordine tendono a credere per assurdo che sia più vero simile che sia "difettoso" invece di rendersi conto di ciò che è la reale natura e logica del bambino in cui se non ha niente di interessante da fare si mette a giocare, definendo "malato" quello che altro non è che esuberanza.

La seconda credenza illusoria riguarda la teoria dell'interesse e dell'attrazione in generale, teoria che queste persone nella loro alessitimia e nella loro nulla consapevolezza ritengono "banale" e quindi non applicabile, l'assurdo consiste in una sorta di "pessimismo esistenziale" per cui se qualcosa non va allora deve essere necessariamente qualcosa di "grave e complicato" come se non possano esistere logice meno complicate e più lineari, la logica dell'attrazione/interessamente è abbastanza lineare ed è valida sia per il bambino che nell'adulto, se un essere umano non trova una cosa interessante e non è costretto/doverizzato a farlo semplicemente non la fa, eppure le persone fanno fatica ad accettare che sia così semplice anche per il bambino in accordo con questa visione del necessariamente deve essere una cosa grave (non tutti la pensano così).

 

Catturare l'interesse non vuol dire automanticamente che il bambino o l'adolescente imparerà e comprenderà tutto alla svelta o alla stessa velocità, questa teoria si potrebbe confondere estendendo il significato di interesse fino a quello di apprendimento.

No questa teoria dice che un insegnante che usa un metodo interessante riuscirà a catturare l'interesse di tutti i bambini che non hanno problemi del blocco di coscienza, poi ogni bambino in base all'interesse, in base alla conoscenza che ha, in base a come sta crescendo potrà avere o meno qualche blocco nell'apprendimento o avere velocità diverse di apprendimento, ma sarà comunque attento e nel caso il maestro fosse disponibile riceverà appunto delle domande quando un bambino nonostante sia stato attento abbia incontrato difficoltà nell'apprendimento.

Per alcune persone potrebbe essere difficile da comprendere la dinamica e la metodologia del catturare interesse, rendersi conto che uno stesso argomento può essere spiegato in infiniti modi diversi, modi che sono interessanti e altri meno.

Facciamo alcuni esempi per comprendere cosa significhi usare un metodo interessante, questi metodi di solito fanno leva su tre punti:

- praticità ed utilità, si fa in modo di costruire delle premesse in cui si fa capire il perché conviene capire ciò che si sta per spiegare;

- fare domande, ponendo delle domande la persona automaticamente si incuriosisce per conoscere la risposta;

- formulare racconti ed esempi, subito dopo aver fatto percepire l'utilità, la praticità e l'aver posto domande si parte con racconti che hanno di per sé un potere di attrazione sulla mente, specialmente dei più giovani.

E' facile rendersi conto che iniziare una spiegazione seguendo questa strada (ma ce ne sono anche altre) come si farebbe a resistere dall'ascoltare poi la spiegazione? Immaginate per contrasto un maestro che dopo il saluto inizia subito a spiegare senza far comprendere cosa starà per dire, il perché, etc.. 

 

La confusione fra iperattività e violenza/rabbia a causa di altre dinamiche, se un bambino in quel momento è risentito o arrabbiato non potrà porgere interesse e al tempo stesso tenderà di sfogarsi ma in quel caso non è esuberanza.

 

Nascondere il problema dell'iperattività e dell'esuberanza sotto il tappeto

Nel corso dell'articolo è stato accennato più volte come doverizzare il bambino ad essere attento o comunque tentare di inibire la sua esuberanza evita che il bambino manifesti la sua esuberanza che è la minaccia più grande per un genitore o un maestro che non desidera avere problemi, specialmente se ha una classe intera da gestire. Con queste doverizzazione, con queste inibizioni si dimostra come da parte del genitore e l'insegnante non c'è la considerazione dell'interesse e dell'apprendimento della persona, si percepisce il proprio ruolo come qualcosa da dover fare, qualcosa di scomodo e quindi invece di puntare al coinvolgere il bambino si punta a questa strada della doverizzazione o dell'inibizione in cui l'unica cosa che conti è che o il bambino almeno si sforzi di apparire attento o che comunque anche se non sta attento stia fermo, inibito e non dia fastidio. Le strade dell'inibizione fanno leva per lo più sulla paura e sull'effetto autorità.

ultima modifica il: 04-04-2019 - 11:38:05
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