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- Integrazione -
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Cos'è l'integrazione?

Con il termine integrazione si definisce quel fenomeno in cui un individuo è in grado di rimanere inserito in un contesto sociale senza che quest'ultimo danneggi la sua qualità esistenziale ma al contrario la promuova.

Cosa vuol dire? La quasi totalità degli esseri viventi vivono in contesti sociali, solitamente paesi o città, luoghi dove entrano in contatto in misura diversa con diverse persone, alcune solo per vicinanza fisica incrociandosi per strada, altre per conoscenza indiretta, altri sono colleghi di lavoro, altri amici o parenti, sono persone che appena si esce dalla propria stanza si finirà inevitabilmente per vedere.

Questo contesto sociale non è inerte, ma ci guarda, ci giudica e reagisce a ciò che siamo, ciò che facciamo, ma non solo, il soggetto stesso ha dei desideri e dei bisogni che può soddisfare in quello stesso contesto sociale.

In definitiva ogni essere vivente che vive in un contesto sociale è chiamato a saperlo gestire, comprendere se vuole trarne dei benefici e non dei svantaggi, è chiamato a sviluppare abilità per una questione utilitaristica e di convenienza, se non lo fa quel contesto sociale si trasformerà in una grande prigione, che lo danneggerà in continuazione.

Una persona integrata è una persona che ha capito cosa fare, come comportarsi, come farsi approvare dagli altri.

 Integrarsi significa adattarsi, sviluppare una serie di abilità e credenze che danno modo di sapersi comportare con quel gruppo specifiche di persone e la loro cultura.

 

 

 

L'integrazione viene favorita da più cose:

- genitori o educatori che spiegano come socializzare;

- omologazione, si nasce già in modo che venga "naturale" e rispecchi l'inclinazione avere un comportamento moralmente accettato senza sforzi;

intelligenza

 

 

Integrazione e conformismo

Quando si cresce ci si rende conto che conformarsiè la strada più rapida per poter essere accettati da parte di un gruppo, è qualcosa di estremamente facile quando la persona non ha interessi propri e se li costruisce sulla base di chi ha intorno. (mettersi una maschera)

Ecco un racconto di una persona introversa che si è rifiutata e ribellata ad un sistema per capire solo dopo che c'era un'alternativa oltre quella di omologarsi o ribellarsi:

"In adolescenze non avevo ben capito chi ero e cosa fare sono sempre stata un pò strana, da piccola avevo passioni ed interessi strani, ad esempio, ad undici anni già mi appassionavano l'astronomia ed i film di fantascienza, per il mio compleanno avevo richiesto ai miei un telescopio e loro me lo avevano comprato, mi piaceva scrivere e leggere più che uscire, mi piacevano le storie fantasy, mi piacevano i video giochi ed ero propensa ad interessarmi di tutto quello che mi suscitava curiosità, difatti leggevo molti libri di scienza, i libri di medicina di mio nonno ad esempio, impressionandomi anche parecchio alla vista delle immagini del corpo umano, ma ne ero incuriosita e passavo ore a sbirciare tra quei libri, c'erano anche libri di psichiatria/psicologia, io non ci capivo niente ma ci curiosavo comunque. però vedevo che cera qualcosa che non andava, a nessuno interessavano queste cose, le mie compagne parlavano di trucchi e ragazzi, ad un certo punto decisi che non era il caso di essere me stessa e che dovevo adeguarmi a come erano gli altri. Ho passato anni della mia vita a cercare di imitare le altre persone, a scuola rimanevo in silenzio ad ascoltare i loro discorsi,poi tornavo a casa e cercavo di informarmi su quello che avevo sentito, se per esempio le mie compagne erano in fissa con Paolo Meneguzzi io tornavo a casa ascoltavo le canzoni di Paolo Meneguzzi e facevo finta che interessasse anche a me, il problema è che facendo così ero sempre un passo indietro agli altri, se il giorno prima era Paolo Meneguzzi il giorno dopo era Tiziano Ferro, e quindi io sapevo tutto di Paolo Meneguzzi ma non sapevo nulla di Tiziano Ferro e dovevo ancora una volta rimanere in silenzio.  
Ad un certo punto ho iniziato a ribellarmi, ho iniziato a vestirmi di nero, volevo essere "neutra", diversa da tutti, ho iniziato ad ascoltare musica che disgustava le mie amiche, ma a me infondo piaceva disgustarle e scandalizzarle, ero stanca di fare finta di essere chi non ero, non sapevo letteralmente più chi ero. Alla fine del liceo mi sono praticamente reclusa in casa, avrei continuato a farmi influenzare dagli altri se non lo avessi fatto. Ho così facendo avuto il tempo di capire cosa mi piaceva e cosa no, cosa mi appassionava e cosa no. Ho letto quello che piaceva a me, ascoltato quello che piaceva a me, guardato quello che piaceva a me, studiato quello che piaceva a me, però a quel punto ero diventata molto chiusa in me stessa, avevo sviluppato una ribellione non indifferente, pensavo che gli altri fossero troppo "normali" per capirmi e non riuscivo più a stare con nessuno, stavo solo con il mio ragazzo, la cosa terribile è che pensavo anche di lui che non potesse capirmi. Ho cominciato a capire che la ribellione forse non era la soluzione migliore e sono tornata ad aprirmi agli altri che ho scoperto essere molto più "tridimensionali", ho capito che il mondo è pieno di gente che può capirmi, gente strana quanto me, interessante, "speciale" ed ho inoltre capito che nonostante ci siano persone che non possono capirti non è detto che non possano apprezzarti, e non è detto che io non possa apprezzare loro e "imparare" qualcosa anche da loro, non omologarmi totalmente alla loro personalità, ma prendere giusto quel pò che mi manca e che può tornarmi utile.

APPUNTI:

- L'integrazione però non sempre parte dal singolo, a volte accade che qualcuno dal di fuori tenti di far integrare delle persone in un gruppo, questo fenomeno è detto integralismo.

- creare gruppi per bisogno di dominanza, perfino le pulsioni possono confluire nel bisogno di integrazione

- i gruppi più diffusi di cui si ha bisogno gruppo solidale, famiglia, gruppo/branco

- alcune persone possono far confluire il bisogno di legame nel gruppo come una sorta di assicurazione per non fart terminare il gruppo stesso

- il bisogno istrionico di sapere che gli altri componenti del gruppo ci accettano volentieri e ci fanno sentire il loro "calore".

- la responsabilità del gruppo, gruppo che nasce per il bisogno di deresponsabilizzazione, agire e poter sempre scaricare la colpa sul gruppo.

- il gruppo contro il nemico

ultima modifica il: 01-08-2018 - 13:46:43
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