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Fare un figlio vuol dire accollarsi il compito di educare una persona, aiutarla a trovare la sua strada e poi lasciarla libera di inseguirla. Se fai un figlio e non ti comporti in questo modo sei un'egoista o un narcisista.

 

L'illusione che crescere un figlio sia facile

Perché non vanno in paranoia per i rischi? Si potrebbe spiegare con l'illusione del controllo "tanto poi ci penso io a correggere mio figlio anche a suon di botte o con altre violenze" oppure con l'illusione della personalità "tanto saraò figlio mio e uscirà come me quindi..".

 

L'illusione di sapere crescere un figlio

 

Non fare un figlio se non hai 100000€ da mettere da parte per lui in modo che possa scegliere cosa fare nella vita e pagarne le conseguenze

 

 

Perché si fa un figlio?

Dieci motivi:

- fomo, la paura che fare un figlio sia un'esperienza bellissima e non farlo equivarebbe a perderla;

- competizione, il figlio viene usato come estensione per competere con gli altri, avere il figlio più bravo a scuola, il figlio con la migliore carriera, etc..

- rivalsa, si fa un figlio per immedesimarsi e avere quelle vittorie e successi nella vita che non si è avuto. In pratica lo si mette al mondo non lasciando libero di vivere la propria vita ma già sapendo cosa dovrà fare per darci quel senso di rivalsa;

- bastone della vecchiaia

- riempire il vuoto o aggiungere qualcosa di piacevole da fare

- pulsione, dentro si sente una spinta biologica a figliare

- cultura e senso di colpa, cosa ne penseranno gli altri, etc...

- per avere qualcuno ci ricordi, per avere un minimo di illusione che alla nostra morte qualcuno ci pensi ancora, dopo 100 anni saremmo totalmente dimentica e di noi non rimarrà traccia alcuna, siamo granelli di polvere nell'universo.

- figlio salva coppia, si pensa che un figlio possa risollevare un rapporto, creare distrazioni, 

- figlio per non far scappare il partner, la donna che si fa mettere incinta o l'uomo che mette incinta quando sente che sta per essere lasciato così che l'altro poi non possa più scappare

 

DA RIVEDERE

Un possibile genitori come tanti, ma che per un attimo si è fermato a pensare, e si rese conto che non desiderava spendere energie e risorse per un figlio, che sarebbe stato invidioso se questo avesse avuto una esistenza da vincente al contrario della sua, e che infine non avrebbe accettato che la sua donne amasse anche lui. Chiunque lo disapproverebbe senza nemmeno considerare le sue deduzioni, perché l'etica ci educa a vedere i figli come un valore, ci spinge a desiderarli e ci moralizza nel doverli avere. Qual'è la differenza fra questo genitore e qualsiasi altro individuo eticamente indottrinato? Le risposte sono due, o in questa persona non ha atticchitto il valore dei figli oppure che per quanto questa persona sia stata educata questa educazione si sconta con una componente simulatoria o paranoica che lo porta di fronte ad una realtà che non può non considerare. Chiunque sia in grado di simulare efficacemente si rende conto che un figlio non è così tutte "rose e fiori" come la società tenta di farci illudere, anzi è necessaria sviluppare un'attitudine per farlo crescere e sapergli insegnare la vita, attitudine che implica che la persona abbia raggiunto una consapevolezza personale. Queste persone invece sono talmente abbagliate dal volere inculcatogli che non sanno a cosa vanno incontro, anzi non vogliono nemmeno guardarlo. Ecco che queste stesse persone paradossalmente si ritroveranno a provare le stesse sensazioni di quella persona che invece disapprovarono perché aveva osato contestare il "valore" figli. La differenza è che mentre quella persona è stata disapprovata, loro non potranno scappare dalla realtà irreversibile a cui ormai sono andati incontro. Ci si ritroverà a dividere le risorse con un'altra persona, dividere l'amore e il tempo della proprio partner, a fare dei sacrifici per lui, accettare la possibilità che sia più "vincente" di noi etc.. e tante altre fonti di sofferenza e risentimento. Questo è un valore, qualcosa che ti accieca, finquando non è "troppo tardi", e a cui l'unica consalazione rimanere il piacere in una serie di conseguenze destabilizzanti e sofferenza. Ora quello che mi chiedo io è "esiste una forma di piacere che non sia di origine etica?" cioè è possibile desiderare avere un figlio anche per le persone che sono consapevoli, autosufficienti e non sono vittime dell'educazione etica? Rispondere a questa domanda non è semplice perché anche se il piacere di avere un figlio non è stato direttamente educato, a volte è conseguenza della stessa educazione ricevuta, oppure per altre persone fare un figlio è un metodo che usano per colmare il proprio vuoto interiore, cioè come una cosneguenza, ad esempio: "Desidero un figlio così che lui possa fare quello che io non ho fatto", cioè inversamente a colui che potrebbe odiare il figlio perché è un vincente, un genitore lo usa come un'appendice per illudersi che in parte è come se fosse lui a fare quello che lui non ha potuto fare. "Desidero un figlio così che qualcuno un giorno si prenda cura di me", allo stesso modo di come lui può essere stato usato dal genitore, allo stesso modo lui desidera fare un figlio per usarlo per i propri bisogni. "Desidero un figlio per dare un senso a questa vita triste e vuota". Se ne potrebbero trovare altri, tutti desideri che anche se non direttamente educativi, sono comunque conseguenza della stessa educazione ricevuta e poi rielaborata o conseguenza di un fallimento educativo che porta ad un vuoto interiore. Ritornando alla domanda posta in precedenza, in giro non ho visto nessun figlio messo al mondo per un desiderio che non sia collegato in qualche modo a quelli prima citati, l'unica risposta possibile è nella teoria dell'AB che vede la possibilità di adottare un figlio e trovare piacere nel desiderio di insegnargli a vivere, questa è forse l'unica forma di piacere che si scolleghi da questa etica e al tempo stesso sia anche coerente e funzionale con l'esistenza stessa. Un figlio per piacere e un figlio per dovere, è questo che regge la società odierna, una schiera di forni pronti a sfornare un numero variabili di figli che contribuiranno alla loro infelicità, un mare di sofferenza condita da picchi di piacere dati dal figlio e da altri valori. Tanti piccoli animali, inconsapevoli, ma pronti a mettere al mondo dei figli illudendosi che sia stata una loro scelta. I più fortunati alternano la sofferenza data dalla realtà "avere figlio" con picchi di gioia per tutto il corso del rapporto con il figlio, altri solo invece si godono questa gioia solo nei primi momenti e quando crescono rimane solo l'odio e sofferenza. Un figlio fatto in questo modo non può in alcun modo essere compatibile con la felicità, non consideriamo nemmeno quello fatto esclusivamente per dovere quanto possa essere devastante. Con questo articolo parlo a tutte quelle persone che accettano il valore o dovere "fare i figli", tentando di farle svegliare da questo torpore educativo che impedisce loro di vedere la realtà per quella che è e a queste persone dico: "Fare un figlio in una società come questa, in cui ci sono milioni di orfani, e sempre meno spazio e risorse per tutti noi, è una scelta non funzionale e incoerente, l'unica soluzione rimane l'adozione, ma prima di solo considerare la possibilità di adottare un figlio è necessario guardare con attenzione la propria esistenza e la propria personalità e chiedersi, sono io felice? Sono io una persona consapevole, che ha compreso la vita ed è in grado di insegnare a sua volta la vita ad un'altra persona? Forse queste due domande contemporaneamente saranno in grado di smontare l'illusione di essere consapevole, dato chemolte persone si illudono di aver compreso la vita, anche se sono infelici. Detto questo impara a vivere, rinasci in un'altra personalità, e quando sarai autosufficiente e felice, allora lì, inizia a considerare la possibilità di adottare un figlio". Concludendo si potrebbe affermare che stasticamente poche persone sono destabilizzate prima di fare un figlio, tutte sono abbagliate dal valore che non si rendono conto di nulla finquando non sbattono la testa contro la realtà. La società stessa contruibuisce a questa statistica disapprovando immediatamente chiunque metta in discussione anche solo per un secondo il valore, alimentato la rigidità diffusa su tale argomento. Le situazioni più complicate avvengono nei casi in cui non solo c'è sofferenza a causa dell'infante, ma c'è anche odio nei suoi confronti, ma alla società non importa, non considera questa possibilità, ciò che conta è che vengano sfornati più figli possibili, che dire se non quello già ripetuto in altri articoli che siamo nel "medioevo tecnologico"?

ultima modifica il: 14-06-2019 - 13:03:28
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