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- Banalità -
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Cos'è la banalità?

Si definisce banale un giudizio di valore che alcune persone emettono nei confronti di ciò che è comune e quindi possono aspettarsi.

Questo giudizio negativo nasce dal desiderio della persona di essere sorpresa, di provare e ascoltare cose nuove specialmente se ha già provato più volte la normalità e ciò che è comune.

Per fare un esempio di banalità potremmo prendere in considerazione due tipologie di uomo, uno che va da una donna e le dice semplicemente"mi piaci" e un uomo che invece inizia un gioco elaborato in cui fa capire all'altra cosa prova per lei tramite una serie di azioni creative, pensate e organizzate. 

Una donna che ha già provato quel tipo di approccio basato solo sul mi piaci o basato su corteggiamenti standard, stufa di questo potrebbe giudicare banale e scartare un uomo in tal senso mentre apprezzare un uomo non banale.

L'errore che si commette su questo giudizio è quello di non riconoscerne la soggettività, pensando che si possa fare riferimento ad una sorta di "banalità assoluta".

Una persona sentimentale ad esempio andrà alla ricerca costante del non banale mentre una persona interessata ad altro e rassicurata dalla normalità potrebbe preferirla e non giudicare qualcosa anche se normale banale.

 

 

 

Articolo sulla superficialità come pagina di disambiguazione.

 

Un uso errato di questo termine è di insulso, cioè di non aver valore e generare interesse nell'osservatore. In realtà il giudizio di banalità non è un giudizio di valore generico ma specifico, una donna potrebbe trovare un uomo piacevole esteticamente e apprezzarlo in quel senso ma poi scartarlo per la banalità con cui corteggia, una persona che non è simpatica non ha nulla a che fare con una persona che ci sta simpatica ma poi propone tutte attività banali.

DA CANCELLARE

corteggia una donna chiedendole semplicemente il suo numero di telefono è banale, mentre un uomo che invece si inventa uno scenario in modo più creativo non è banale. In poche parole, copiare qualcosa di diffuso è banale mentre metterci della propria creatività per fare qualcosa di meno diffuso vuol dire essere al di fuori del banale. Banale quindi è una categoria di giudizio in cui guardando la statistica e la diffusione di un fenomeno possiamo definirla banale o non banale. La non banalità non tende all'unicità ma alla rarità, quello che conta è che non ci sia una diffusione su quell'azione.

L'AB riprende il concetto di banalità per analizzare le emozioni delle persone. Le emozioni in base alla definizione dell'AB sono qualcosa che si collega alla personalità, a quello che una persona sente e che condisce con il suo pensiero. Virtualmente le emozioni sono infinite se prendessimo tutte le sfumature, e con il concetto di banalità scopriamo che anche se potenzialmente un essere umano può avere una personalità così "evoluta" da provare emozioni quasi uniche, la maggior parte delle persone non ha questa evoluzione, è come se l'etica e l'educazione producessero delle persone che in diversi settori diventano così "preconfenzionate" da arrivare a provare le emozioni in modo simile.

Da questo comprendiamo come il concetto di banalità non si riferisce solo alla diffusione ma sopratutto al fatto che non sia stata fatto alcun percorso evolutivo, di crescita, nessun percorso creativo, un'emozione banale è tale perché quella parte di personalità da cui si origina non solo è diffusa in tutta la società, ma sopratutto perché la persona non ha fatto nessun cambiamento, l'ha fatta sua e non ci è cresciuto, non ha fatto cambiamenti, è rimasto così come lo avevano confezionato.

 L'AB basa questa teoria sulla banalità emotiva analizzando la diffusione di determinati testi di canzoni. Un testo di una canzone ha come unico obbiettivo (insieme alla melodia ma che non rientra nel test) quello di "emozionare", se milioni di persone si emozionano per lo stesso testo, la conclusione è unica, le emozioni che provano, come la loro personalità su quel frangente è banale. Non a caso le canzoni più diffuse trattano argomenti romantici, perché sanno che il romanticismo si radica nelle personalità in modo simile, portando quindi ad emozioni simili. Con il termine "emozione banale" si vuole dare una svegliata a tutte quelle persone che non si rendono conto che di unico hanno ben poco, la loro personalità è rimasta ad un livello di "preconfezionamento" tutti uguali nell'etica e nelle credenze. Alle persone sfugge il concetto di "provare" cioè pensano che l'emozione sia unica, uguale per tutti, andandosi a confondere con le sensazioni di base (che tra l'altro esistono anche sensazioni relative oltre quelle di base), l'emozione è il risultato della propria personalità e soggettività, se io nella mia soggettività provo la stessa emozione di altri milioni di italiani, dove è la mia unicità? Ecco che cade l'illusione della unicità, la persona si illude di essere unica solo perché l'evento vissuto è unico, non rendendosi conto che essendo una personalità preconfenzionata ha vissuto un evento diverso ma allo stesso modo di tutte le altre persone precofenzionate ed educate come loro.

L'argomento romanticismo è il più facile da criticare, questo non toglie che possa esistere un test romantico particolare, ad esempio da una persona romantica che però ha avuto la sua evoluzione, e quindi non diffuso, non si diffonderà proprio per la particolarità andando ad emozionare solo le persone che hanno avuto quell'evoluzione soggettiva. La banalità dell'emozione ci dice quanto una persona sia rimasta "ancorata" ad una educazione ricevuta, non ha fatto altro che credere ed attaccarsi a tutte quelle credenze che la portano a provare quelle cose, forse illudendosi anche che siano cose proprio e non ricevuto dall'educazione esterna.

Per rendersi conto dell'evoluzione e del fatto che i testi delle canzoni puntano solo a persone "non evolute e rimaste al preconfezionamento" fate un semplice test, trovate una canzone che sia allo stesso tempo "diffusa" e che parli delle emozioni della solitarietà e delle passioni, non esiste proprio perché nelle personalità standard non esiste la propensione alla passione.

Per comprendere definitivamente perché la diffusione sia necessariamente banale fare questa deduzione, anche se tutte le persone un giorno sviluppassero una passione, non sarebbe comunque possibile coinvolgerle tutte, fare un testo che le faccia emozionare tutte, proprio perché non è possibile fare un testo che abbia come comune denominatore l'evoluzione, l'evoluzione necessariamente si allontana da dove è partita.

Concludendo la diffusione è possibile, un testo diventa famoso proprio perché va a sollecitare una serie di persone che sono rimaste tutte "simili" perché hanno ricevuto la stessa educazione e non si sono distanziate da questa crescendo, che sia romanticismo, che sia il lavoro, che sia qualsiasi cosa.

Se ascolti canzoni diffuse e famose e ti emozioni non risentirti perché io dico "che provi emozioni banali ascoltando dei testi fatti per la tua personalità simile ad altre" ma pensa al fatto che proprio perché la tua personalità è simile ad altre probabilmente non sei mai cresciuto ed evoluto come personalità ed è ciò che provi a dimostrarlo.

Le emozioni banali provate sui testi diffusi sono un indicatore di una personalità che non è cambiata ed è rimasta allo stampo educativo ricevuto.

Una persona che soffre per amore, una persona che odia il suo lavora, una persona che piange perché abbandonata, non sono emozioni universali, sono emozioni banali, io non soffro per amore, farei un lavoro che è prima una passione e non potrei mai essere abbandonato perché sono autosufficiente, qualsiasi testo che contiene queste emozioni banali mi scivola addosso anzi mi fa pensare a quanto questa società abbia persone con componenti di personalità banali.

 

 

ultima modifica il: 17-05-2017 - 15:25:54
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