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- Malinconia -
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Cos'è la malinconia?

pagina di disambiguazione tristezza.

La malinconia è il sentimento di desidera soffrire o meglio provare delle emozioni negative che comunque nell'insieme vengono percepite come positive. Difficile trovare una spiegazione conscia a questo fenomeno, qui si ritorna nel mondo dell'inconscio e della adolescenza dove una serie di esperienze e condizionamenti hanno portato a questa forma ibrida di piacere che proviene dalla sofferenza.

 

 

Un esempio dal web:

"É una cosa che mi chiedo da un pó. Io piuttosto che provare noia preferisco mi venga un pó di ansietta o al piú malumore. Se non sto facendo nulla mi accorgo che in quello spazio dovrei sentire noia. Ma son lustri che non la provo o la sento pochissimo se ci faccio proprio attenzione sovrastata da altri stati emotivi."

 

Questo esempio ci fa capire come in alcuni casi la malinconia sia un meccanismo difensivo in cui si preferisce soffrire di qualche emozioni piuttosto che non provare nulla, il punto cardine è il "preferisco mi venga".

Attenzione a non confondere la malinconia con la nostalgia ovvero quel sentimento che si prova al sapere che ciò di bello che si è vissuto in passato ora non c'è più.

Si legga teatro per approfondire.

DA CANCELLARE

Nella quotidianità il termine malinconia è diffuso anche se viene usato prevalentemente come sinonimo di tristezza, nostalgia e in misura minore come sinonimo di depressione.

E' curioso che la definizione enciclopedica differisca da quella quotidiana e presenti un significato che non sia soltanto un sinonimo ma descriva un fenomeno particolare e rilevante a livello esistenziale, definendo la malinconia come una sofferenza e una tristezza "immotivata" cioè la persona che la prova non conosce le cause del perché si senta così, quindi tristezza indica una sensazione di sofferenza analoga e immotivata intende che non ne conosce le cause.

E' questo aggettivo "immotivata" a fare da discrimanante dando risalto ad un fenomeno scarsamente considerato, infatti quando una persona afferma di essere triste o nostalgica, lo fa perché comprende cosa le sta causando.

Con la malinconia invece si può dare risalto a delle sensazioni analoghe ma che la persona non può esternare perché non sa spiegarsi nemmeno lei cosa sta passando.

Di solito quando la persona sta soffrendo e sa spiegarsi il perché è per due cause:

- la prima è con il condizionamento, si sta manifestando qualche sensazione negativa condizionata di qualsiasi genere a causa di un passato non troppo piacevole;

- la seconda che è quella su cui si fonderà l'articolo è con il  vuoto esistenziale, una specifica causa che attiva una risposta inconscia, non si tratta di condizionamenti ma è come se la nostra psiche fosse progettata per soffrire quando non si ha nessun obbiettivo, come mezzo per disincentivare questo stato.

Il primo punto non è di interesse a questo articolo dato che in quel caso è sufficiente decondizionarsi per smettere di trovare questa sensazione negativa, queste sensazioni nascono in periodi di sofferenza dove a causa di condizionamenti la persona riprova una stessa sofferenza passata senza però riuscire a ricollegarla a causa del condizionamento, l'articolo invece si concentrerà sul secondo punto che è quello secondo il quale si origina questa sensazione negativa chiamata appunto malinconia.

La malinconia è una sensazione inconscia che ha come unica causa il vuoto interiore, una risposta pulsionale presente in ogni persona e non ha cause ambientali o educative, se una persona ha un vuoto esteso prova la malinconia altrimenti no, è questa l'unica discriminante.

Si è soliti pensare che il non fare nulla e il non avere nulla da fare abbia come un unica conseguenza quella di essere annoiati ma forse non è così, ci sono sensazioni più intense quando la situazione è più estesa del solo "non avere nulla da fare".

Di quali circostanze stiamo parlando? Del vuoto esistenziale della persona (si legga vuoto per approfondire).

Stiamo parlando in sintesi dell'eventuale vuoto esistenziale che condisce alcune persone, di quanto la persona abbia o non abbia cose da fare che riempiono la propria esistenza.

Tentate di immaginare questi due scenari, il primo dove una persona ha un'esistenza prevalentemente piena, può capitare che la persona abbia momenti in cui non ha nulla da fare, ma consciamente e inconsciamente sapendo che comunque dopo ci sarà altro da fare quello che la persona sente è un fastidio poco intenso definito da tutti "noia momentanea";

ma immaginate ora un secondo scenario dove una persona, nell'ultimo periodo della sua giornata ha la sua giornata prevalentemente vuota, poco o nulla che la motivi.

E' questa la malinconia una sensazione che non è "leggera" come la noia ma inizia ad avere il suo peso esistenziale.

Sia la noia che la malinconia sono una sorta di "allarme silenzioso" che hanno la stessa origine, ma mentre la noia è talmente blanda da non allarmare chi la prova, è al più un fastidio che non si desiderebbe provare mai la malinconia inizia ad essere più assordare ed ad avere potenziali conseguenze più rilevanti a livello esistenziale.

E' come se la nostra biologia, la nostra psiche, il nostro inconscio fossero programmati per dare un "senso all'estistenza" e per incentivare la persona a fare così ogni qualvolta il vuoto aumenta l'inconscio produce sofferenza, come a dire "è un tuo imperativo biologico ricercare il piacere, non è contemplabile l'essere vuoti".

 

Sono due quindi le variabili che contribuiscono al placarsi dell'allarme inconscio, di queste sensazioni negative:

- il numero di obbiettivi che hanno una motivazione;

- il secondo è quanto risulti soddisfacente durante la giornata quello che una persona fa.

Come a dire che quanto più un'attività è piacevole e lascia soddisfatta la persona quanto meno durante la fase di vuoto questo produce sofferenza, come se l'effetto positivo della gioia delle attività attenuassero le sensazioni negative che fuoriescono dal vuoto, non eliminano il problema ma lo attenuano.

Questo ci fa comprendere che quanto più l'esistenza è vuota e priva di soddisfazioni quanto più sono maggiori le possibilità che queste sensazioni negative aumentino di intensità e non vegano più sentite dalla persona come noia ma come malinconia talmente iniziano ad essere pesanti.

La malinconia quindi non è né tristezza né senza cause ma è una sensazione negativa di origine inconscia che ha una precisa logica e che fa parte dell'essere umano e dei relativi imperativi biologici scritti nell'uomo come macchina.

 

La malinconia si riduce in modo definitivo riempiendo nuovamente l'esistenza e/o aumentanto le attività che danno gioia e soddisfazione, ma c'è anche un altro metodo non risolutivo basato sul metodo della distrazione chiamato "metodo dei malinconici in fuga" si legga il relativo articolo per approfondire.

Per alcune persone questo essere in fuga non è conscio per il semplice fatto che probabilmente lo hanno fatto da sempre e potrebbero per assurdo aver scambiato parte del senso stesso dell'esistenza con l'essere alla continua ricerca di qualcuno o qualcosa che li distragga, in alcuni casi anche abbastanza stabilmente (si pensi alle persone che non possono stare da sole ma devono stare per forza con qualcuno proprio perché sarebbere troppo vuote da sole), con queste persone non è possibile discutere di malinconia o di vuoto o di altro perché per loro questo è un fenomeno che non rilevanza, come non la ha quello di autosufficienza, per queste persone ciò che importante è che possano fuggira dalla malinconia e non sono minimamente interessati né a cambiare le cose né a comprenderle.

 

 

La causa della malinconia è da ritrovarsi inizialmente nel fallimento educativo e poi nel continuo fallimento del singolo di non essersi trovato nel tempo qualcosa per riempirsi l'esistenza.

Alcune frasi che usano le persone che sentono malinconia:

-"Soffro ma non so perché, forse mi manca qualcosa, ma è come se ci fosse un vuoto dentro di me che mi risucchia";

- "Spesso ho la sensazione di non vivere, di fare le cose meccanicamente, di trascinarmi avanti a fatica alla ricerca di qualcosa che non so cosa sia. Soffro perché non ho, ma non so nemmeno cosa dovrei avere".

Facendo un parallelo con il cibo "immaginate che in seguito ad un incidente voi scordiate cosa sia il cibo, si distrugga quella porzione di cervello conscia in cui è codificato tutto ciò che contiene informazioni al cibo e al mangiaro, immaginate di non sapere più cosa significa mangiare e che nessuno ve lo dica, ad un certo punto il vostro corpo avrà bisogno di energie e vi darà lo stimolo della fame, ma voi non conoscendo più cosa questo significhi non potrete fare nient'altro che soffrire per questo stimolo che non comprendete, la malinconia è la fame di un'esistenza piena per persone che non sanno come soddisfarla"

 

 

 

La difesa etica contro la malinconia che peggiora la situazione

Parte dell'etica contiene questa spinta al dare un senso alla giornata, un dovere che spinge le persone maggiormente a trovarsi qualcosa con cui riempire le giornate, ma non è con la costrizione che si fa crescere le persone, infatti questa spinta se non è corrisposta con il far comprendere alla persona come può riempirsi la giornata non fa altro che peggiore la situazione facendo sentire la persona più sofferente e malinconica.

Per alcune persone questo o le fa precipitare più velocemente dentro il baratro della mestizia oppure le fa essere ancora più malinconici in fuga, le spinge ancora di più a cercare qualcosa con cui distrarsi fuggire ovunque dove ci sia la possibilità di distrarsi.

Questo dovere a fare qualcosa durante le giornate potrebbe far comparire anche il fenomeno dell'irrequietezza, la persona sapendo che deve fare qualcosa ma che non può farla manifesta il comportamento descritto nel relativo articolo, si legga irrequietezza per approfondire.

 

 

 

 

[APPUNTI: 

"Anche se non sai cosa ti manca puoi sentirne forte la mancanza" scambiando la malinconia per insoddisfazione collegati all'amore o al romanticismo.

- non è il sinonimo di nostalgia]

 

DA RIVEDERE

Con il fallimento educativo si innesca una cateva di eventi che porterà alla malinconia, tutto inizia con il non aver mai conosciuto né compreso il significato di passione portando queste persone ad alternare momenti di compulsioni a momenti di nevrosi.

Questo porterà dei buchi che potrebbero essere ricoperti da voglie o da noia, ciò non toglie che potrà accade che in uno di questi si presenterà la malinconia malinconia, come se parte del nostro cervello desiderasse quella gioia priva di doveri, quella gioia caratteristica delle passioni, ma che può provare appunto chi la conosce, ma non conoscendola non la configura, non si spiega, e questo stato assurdo è appunto la malinconia, in cui una vena di sofferenza e tristezza coesistono in una sofferenza che è più mentale, in cui la persona si sente impotente di fronte a qualcosa che non si sa spiegare.

La persona crede di essere completa, ma esiste in una realtà amputata, come quella di un uccello che non ha mai volato e nessuno ha spiegato lui a cosa servono le ali e come si usano.

Se la persona conoscesse le cause non sarebbe più malinconia ma tristezza o rabbia o depressione a seconda dei casi, potrebbe anche non credere a questa possibilità delle passioni, e rimanere in quel suo stato a cercare la sua verità.

La malinconia è un indicatore di una personalità vittima di un fallimento educativo che l'ha trasformata nell'umano lavoratore per eccellenza, cioè l'esistenza è un continuo sacrificio perché ciò che è giusto è lavorare, rispettare i doveri e la giustizia, il resto non conta, e l'emozione malinconia rappresenta quella mancanza percepita a cui non si sa dare significato o contorno.

 

Questa stessa educazione rigida e fallimentare potrebbe produrre oltre che la malinconia anche situazioni assured come non poter provare gioia, per si sentono in colpa ad essere "gioiosi".

Nnon c'è la tristezza, non c'è la sofferenza, manca proprio la possibilità di essere gioiosi, tutti gli altri gioiscono e loro non possono, sono malinconici.

 

La malinconia si elimina, eliminando la vecchia personalità e rinascere, abbandondando una personalità profanata da educatori fallimentari.

 

"La tua malinconia è la conseguenza di un fallimento educativo che non considera le passioni, ma fa rientrare l'esistenza in doveri e norme da seguire, sempre"

 

La melanconia non va confusa né con la depressione né con la sublimazione.

 

DA CANCELLARE

 

Cos'è la malinconia? La malinconia è considerata come uno stato prolungato di tristezza, invece può essere ridefinito per spiegare una forma di depressione non conscia, in cui il fallimento educativo, il PDNC si evolvono in malinconia e non in depressione.

Un limbo in cui una persona è in equilibrio ma la sua esistenza è caratterizzata quasi esclusivamente da tristezza, ma la persona non sfocia in alcun disturbo, e ha poca gioia.

Come? La malinconia è uno stato umorale della persona in cui il suo esistere è privo di passioni e di nevrosi, in cui principalmente c'è una volonevitativa che non viene meno, perché nel momento in cui venisse meno, si potrebbe trasformare in depressione, svogliatezza etc. a seconda di quanto sia esteso questo mancamento.

ultima modifica il: 01-12-2016 - 13:58:22
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