Home
Psicologia
Raziologia
Puzzle della Comunicazione
Diario
Test
Info & Contatti
 
- Concludere -
togli aiuti

Cos'è la conclusione?

 

La conclusione è la parte finale del processo deduttivo che porta un soggetto tramite le regole che possiede e le informazioni a disposizione ad avere accesso a delle informazioni non osservabili direttamente.

La conclusione può essere di tre tipi:

- opinione,  il soggetto sa che potrebbe essere valida o non valida ma  la usa fino a quando non la confuterà lui o un esterno,

- parere, il soggetto sa che potrebbe essere valida o non valida e non la usa fino a quando non la dimostrerà,

- presunzione, il soggetto pensa che ciò che ha pensato sia vero e non passabile di errore, finendo rapidamente per convincersene almeno che qualcuno riesca a dimostrargli che è in errore, cosa difficile dato il modo rigido e privo di scetticismo con cui si è arrivati a tale conclusione. 

 

La presunzione si basa sul fatto che il soggetto è illuso di una apodittica possibile.

[aggiungere conclusione apodittica, senza dimostrazione

collegamento con avventatezza]

DA RISCRIVERE

Nella quotidianità il concetto di conclusione viene usato raramente e al di fuori dell'ambito esistenziale, si usa per riferirsi alle fasi finali di un progetto o di una operazione in generale.

L'AB riprende questo concetto per dare risalto al fenomeno deduttivo, quindi nell'ambito del pensiero, in cui le persone terminano il loro percorso deduttivo, arrivando per l'appunto ad una conclusione.

La conclusione in ambito filosofico può essere conosciuta tramite il famoso "sillogismo" aristotelico, dove ci sono delle premesse per poi arrivare alla conclusione.

Questo sillogismo aristotelico crea ulteriore confusione perché vengono fatti esempi banali, esempi per il quale una conclusione certa e definitiva è accettabile. 

Il problema è che in ambito esistenziale queste certezze non esistono, per questo tutte le "belle" teorie lette qui e la non fanno altro che creare confusione ed alimentare gli errori che vengono fatti, se costruisci teorie di base che non tengono conto dell'esistenziale a cosa servono? Quando alle elementari inizi a studiare matematica, 2+2=4, questo continuerà ad essere valido anche dopo, ma quanto si parla di filosofia questo raramente accade, sembra che alcune persone tentino di disquisire alcuni argomenti come se l'obbiettivo fosse dimostrare qualcosa e non risolvere la matassa "esistenziale".

L'AB per questo ridefinisce la conclusione riportandola da subito al centro dell'ambito esistenziale, tutte le persone pensano e deducono e necessariamente arrivano a conclusioni e questo giocano un ruolo centrale nell'esistenza, rendersi conto che concludere con certezza è un'illusione e non è possibile fare conclusioni certe.

Pensate a quante persone dopo una serie di deduzioni errate alla fine arrivano ad una conclusione che ritengono certa e sulla quale probabilmente fonderanno anche dei pregiudizi o delle etichette, pensate a quanto può essere distorta una percezione media.
Per questo rendersi conto che la conclusione certa non esiste e che probabilmente se la persona non ha mai fatto nulla per evitare errori di deduzione si tratta anche di conclusioni non valide, porterebbe la persona a fare cambio di rotta, a rendersi conto che conviene approfondire quando si fanno delle deduzioni, evitare degli errori e sopratutto non prendere per certo la conclusione a cui si arriva.

La questione di aver bisogno di conclusioni certe potrebbe essere spiegata anche con la paranoia, cioè la persona ha bisogno di queste conclusioni certe perché non è in grado né di rimanere senza conclusioni né ri stare con conclusioni non certe.

Questo si sconta con la visione dell'AB che propone di vedere ogni conclusione come provvisoria, in cui da subito si pone la propria conclusione ad un'analisi di validità e una volta ritenuta valida, utilizzarla ma non come certa, partendo dal presupposto che può essere falsificata in qualsiasi momento o che comunque un giorno potrebbe perdere di validità.

E' talmente radicato il concetto di conclusione certa, che viene considerato "rilevante" anche il tempo di deduzione, arrivando ad un paradosso.

Come abbiamo detto conviene prendersi del tempo, conviene dedurre senza errori, conviene approfondire mentre nella quotidianità viene ritenuto "intelligente e svelto" colui che arriva immediatamente ad una conclusione al punto che se non concludi rapidamente si viene preso per stupidi.

Come se chi prima deduce e conclude vincesse il premio dell'approvazione per intelligenza, questo porta ad altre situazioni paradossali come ad esempio fare domande  per approfondire o per cercare una conferma di validità nelle informazioni produce a sua volta altri giudizi di "lentezza e stupidità".

Questo potrebbe spiegare perché le persone potrebbero concludere velocemente, cioè farlo anche per istrietismo, non conta la validità perché la società proprio per il fatto che incentiva ad affrettare la conclusione, premia la persona che lo fa e quindi anche il caso di errore al massimo si viene "ripresi" ma comunque viene apprezzata la velocità di deduzione.

Una società che invece di incentivare metodi deduttivi funzionali, incentiva le euristiche e gli errori deduttivi al punto che potrebbe divenire quasi automatico il giudizio verso qualcuno, questo perché le persone finiscono per associare il fare domande al non aver capito nulla, al "non esserci arrivato" cioè "chiede = non ha capito nulla = è tonto".

In conclusione (provvisoria) per l'AB conviene considerare ogni conclusione non solo provvisoria, ma mantenere comunque una costante monitorazione di validità che implica l'analisi dello stesso percorso deduttivo fatto e delle informazioni prese in esame, solo così è possibile evitare numerosi errori fatti da persone che concludono più per bisogno (sia paranoico che istrietico) non che per la convienenza di avere una visione chiara dell'esistenza.

 

 

Bozza Vecchia

La conclusione potrebbe essere definita anche euristica della conclusione, Dalla conclusione vengono fuori credenze e convinzioni, le quali possono spaziare dalle regole dell'etica, fino a giudizi su altre persone. Rimuginazione e conclusione. La rimuginazione quindi potrebbe essere correlata alla conclusione, e cioè finquando non si trova una conclusione egosintonica la persona continua a rimuginare, perchè ha bisogno di avere una conclusione che lo stabilizzi. dato che il ragionamento è probabilistico e da una conclusione può ripartire un altro ragionamento mentre per una persona irrazionale è più un bisogno, il bisogno di concludere, un'arma che si rivela a doppio taglio e che spiega perchè le persone emotive che hanno o sviluppano una "intelligenza" superiore alla media finiscono per avere più disturbi, perchè non riescono più a fare conclusioni positive, per la loro capacità di mettere in dubbio, e quindi non riescono più a fare errori irrazionali funzionali, come quello di scaricare la colpa a qualcuno, quello di avere certezze e convinzioni funzionali come sulla propria "autostima". Generalizzazione delle conclusioni e pregiudizi Conviene sostituire le conclusioni con le opinioni, e la validità procedurale. Conclusioni dimenticate, conclusioni del bambino dimenticate, conclusioni imparate

ultima modifica il: 21-08-2017 - 15:54:15
Sito Realizzato da Palombizio Valerio Giuseppe