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- Condizionamento -
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Cos'è il condizionamento?

(collegamento con imprinting)

Questo termine viene usato erroneamente come sinonimo di vincolo, cioè per intendere il fenomeno per cui non si è totalmente liberi di fare una scelta in quanto ci sono le conseguenze delle proprie azioni e altre persone ed elementi con cui fare i conti, ad esempio la persona dice "mi sento condizionata dagli altri" per intendere "sono vincolata nelle mie scelte a causa di altre persone".

Nel linguaggio comune il termine condizionamento è diffuso anche se si presenta come un argomento confuso a causa dei vari significati attribuiti:

- condizionamento per intendere il concetto di influenza emotiva, lo si ritrova in espressioni come "sono quattro anni che quell'evento mi sta condizionando la vita" oppure "la sua morte mi ha condizionato l'esistenza", il condizionamento viene confuso con l'influenza;

 

- condizionamento per intendere il concetto di manipolazione o di controllo in generale, quel fenomeno in cui si tenta di modificare il comportamento delle persone per un proprio vantaggio ad esempio "mia madre cerca di condizionarmi per farmi fare quello che dice lei".

 

 

L'AB propone di eliminare questi significati quotidiani e di ridefinire il condizionamento sulla base esclusiva della definizione psicologica, per dare risalto ad un fenomeno rilevante nel campo esistenziale di ogni persona che altrimenti non sarebbe considerato.

Il condizionamento come fenomeno è stato scoperto scoperto da Pavlov un secolo fa, tramite un esperimento largamente conosciuto su un cane dimostrò che un elemento vivido ma inizialmente neutro come il suono di un campanello poteva diventare un nuovo stimolo, dopo un processo chiamato per l'appunto di condizionamento, in grado di stimolare la salivazione.

La teoria è relativamente semplice, se si mostra ad un cane o ad un qualsiasi essere vivente, del cibo e nello stesso tempo lo si espone ad un elemento vivido qualsiasi, come in questo caso un campanello, all'interno della psiche, nella parte lo stimolo e l'elemento vivido si assoceranno, ed è grazie a questa associazione che esiste il condizionamento, dove lo stimolo iniziale crea un nuovo stimolo proprio "condiziona" quell'elemento vivido che era percepito distintamente ma che era neutro, non produceva alcuna emozione, specialmente nei confronti dell'appetito.

Perché l'elemento vivido? Perché l'ambiente è ricco di stimoli e più un elemento richiama attenzione (essendo vivido) più ci sono probabilità che venga preso quello per essere condizionato.

Questo meccanismo è automatico, non riguarda la nostra sfera conscia ma inconscia ed esiste in quanto è un strumento adattivo, così efficace da esistere in ogni specie conosciuta, probabilmente l'ABC dell'adattazione evolutiva.

Ogni emozione umana o animale è condizionabile, così come è scritto nell'articolo delle emozioni, il condizionamento ci da la possibilità di adattarci all'ambiente in cui ci troviamo, ogni elemento vivido neutro e nuovo condizionandoci diventa un aiuto in più a sopravvivere ad un ambiente, conoscerlo "emotivamente" e avere una risposta immediata a qualsiasi evenienza.

Questo esempio è stato controproducente perché ha dato l'idea che il condizionamento sia una cosa poco utile all'esistenza, il pensiero comune è "si interessante ma cosa me ne faccio di un campanello che produce la salivazione?".

Probabimente le stesse persone avranno esperito con divertimento lo stesso fenomeno, si pensi al campanello scolastico della ricreazione dove accade in pratica la stessa cosa, le persone associano il campanello allo spuntino e scatta a molte persone la salivazione nel momento stesso in cui suona la campanella.

Come abbiamo già detto la teoria del condizionamento è fondamentale per la sopravvivenza, pensate ad un animale nella foresta, una foglia che si muove non rappresenta niente, se però ogni volta che una foglia si muove l'animale vede uscire un predatore, la foglia che si muove presto si condizionerà e questo potrebbe fare la differenza, dato che l'animale invece di scappare quando il predatore ormai è uscito potrebbe scappare già al solo muoversi della vegetazione.

Conoscere questo fenomeno è fondamentale anche a livello umano per comprendere perché, specialmente per le emozione negative, queste si propaghino nell'esistenza della persona in modo unico.

Spiegando anche perché una persona provando tutte queste emozioni negative finirà per allontanarsi e smettere di fare numerose cose, ritrovandosi in fase di scelta con talmente di quelle cose negative che le rimarrano poche cose da fare.

E' necessario rendersi conto che la persona in una fase della propria esistenza non è autrice del proprio condiziomanento, in realtà gran parte del condizionamento si subisce in modo passivo per anni, quando è la società (in primis i genitori) che ti segna e ti condiziona per decenni fino all'adolescenza, ed una persona potrebbe ritrovarsi così giovane ma già così condizionata, poi da quel momento in poi potrebbe continuare ad avere tante emozioni e lasciare che il tutto continui a propagarsi o potrebbe iniziare a decondizionarsi, ma nel frattempo comunque il condizionamento c'è ed influenzerà la sua esistenza.

Con questa teoria comprendiamo come più una persona sia stata fatta soffrire da piccola quanto più questa sofferenza si sia condizionata con altri stimoli e quindi propagata. Viene da sé che più stimoli ci sono a produrre un'emozione quanto più questa sarà stimolata, quanto più questa sarà esperita dall'individuo creando un circolo che aumenta sempre più.

Nell'essere umano le emozioni iniziano ad essere superflue (per approfondire si legga l'articolo sulle emozioni), ma la nostra origine è quella, abbiamo ereditato una componente ancora attiva e per quanto una persona possa opporsi a questo sistema percepito come inutile e tendenzialmente disfuzionale per il momento la nostra logica umana è ancora questa, dimostrando quanto sia delicato il periodo infantile e quanti danni si possano fare che vengono portati dietro fino all'età adulta.

 

Il condizionamento avviene prevalentemente per associazione, cioè nel momento in cui si prova una determinata emozione gli stimoli che sono nelle vicinanze tendono ad essere associati, quindi è una presenza contemporanea.

Facciamo un altro esempio di condizionamento 

Tentiamo di spiegarlo con un'esempio, se io urlo all'improvviso ad una persona questa si spaventa, quindi c'è uno stimolo che ha un determinato effetto emotivo di base, qualsiasi suono improvviso produce paura.

Ora se io mostro a questa persona un sasso, facendolo in modo vivido, questa persona non avrà alcun effetto, cioè guardare un sasso non provoca alcuna emozione.

Il condizionamento di dice che se io nel momento in cui urlo ad una persona di soprassalto e contemporaneamente gli mostro il sasso, i due eventi teneranno ad associarsi, e quindi mentre prima il sasso non provocava alcuna emozione, era quindi un elemento vivido ma neutro, dopo il condizionamento e l'associazione con lo stimolo "gridare" quell'elemento neutro cessa di essere come tale e diventa un nuovo stimolo, dove l'associazione lo trasforma in un qualcosa in grado di essere sufficiente a trasmettere la stessa emozione negativa alla persona. A volte l'emozione potrebbe ripresentarsi identica anche nel nuovo stimolo condizionato, a volte invece viene percepita diversa come se l'inconscio in questo passaggio attuasse delle minime trasformazioni, come se lo stimolo originale in qualche modo modulasse quell'emozione, cambiando lo stimolo l'emozione potrebbe essere leggermente diversa.

Questa visione viene definita classica perché è stata la prima e non spiega comunque tutta la realtà.

Questo modello spiega un condizionamento passivo, quando è una realtà esterna che produce emozioni che tenderanno ad essere condizionate in base agli elementi più vividi che la persona percepirà intorno a sé, per descrivere invece un condizionamento da un punto di vista più attivo c'è un altro modello e teoria chiamata condizionamento operante.

 

Il condizionamento operante prende in considerazione la variabile dell'azione, ogni volta che una persona agisce ha delle conseguenze e queste conseguenze sviluppano in lei precise emozioni, stimolano delle emozioni.

Questa teoria si focalizza sull'associazione interna, dove non c'è un elemento vivido esterno a condizionarsi ma è la propria scelta il proprio modo di fare a condizionarsi.

Questa teoria spiegherebbe perché le persone tendino a proseguire azioni e scelte che la hanno portato in passato ad emozioni positive e non commettere più azioni e scelte che la hanno portata in passato ad emozioni negative, il condizionamento arriva quindi ad essere parte integrante del metodo decisionale, cioè di come le persone fanno le loro scelte quotidiane, perché la sola idea di fare una scelta diventa fonte di emozioni e quindi la persona nel momento stesso in cui sta scegliendo, sarò orientata dalle emozioni che inizia a provare fin da quel momento; in accordo con l'assioma di piacere la persona tenderà a seguire quelle scelte che avverte da subito come piacevoli e non seguirà più quelle che le fanno provare sofferenza, è come se la persona anticipasse emotivamente (attenzione a non confondere con l'anticipazione simulata) l'emozione e quindi quelle scelte condizionate con emozioni negative tenderanno ad essere scartate quelle condizionate con emozioni positive tenderanno ad essere inseguite.

Si parla di tendenza perché nella motivazione umana ci sono ulteriori fattori a spingere le persone ad agire, alcune persone potrebbe comunque agire nonostante l'emozione condizionata negativamente per dovere ad esempio, o perché desiderano soffrire per apparire sofferenti e ricevere attenzione, etc..

Condizionamento classico e condizionamento operante sono due modelli che coesistono, che ci ricordano che il condizionamento è una componente umana così estesa che riguarda sia la nostra parte esteriore, nuovi stimoli vengono continuamente condizionati, ma che c'è anche un mondo interiore che può essere condizionato, perfino il modo scegliere e di agire.

 

Il condizionamento ci fa comprendere anche l'esistenza dei condizionamenti sociali ovvero il come una persona esperisca emotivamente l'etica che sviluppa, cosa accade? Che l'etica affonda le sue radici anche sulle emozioni, questo non vuol dire che l'etica venga espressa da una persona solo sotto forma di condizionamento ma una porzione variabile dell'etica che una persona eredita (e che poi potrà comunque mettere in discussione) viene dal condizionamento.

L'etica potrebbe essere sposata consciamente dalla persona, come credenze morali in cui crede a prescindere, che sono coerenti con alcune sue caratteristiche di personalità, mentre per altre persone l'etica potrebbe essere esperita e manifestata solo tramite condizionamenti, quante volte avrete ascoltato persone prendere una scelta ma dopo fare marcia indietro perché affermavano che si sentivano in colpa? Come a dire che quella persona consciamente avrebbe preso un'altra strada ma è solo per qualche condizionamento interno che ha cambiato rotta, condizionamento che forse nemmeno sa spiegarsi e che potrebbe anche odiare "ma perché mi sento in colpa? Perché ho paura? Io desidero fare quella scelta".

Accade che tramite il condizionamento operante la persona inizierà ad essere punita o premiata sulla base delle scelte che fa e sul come le persone intorno a loro credono ed esperiscono l'etica, questo produrrà una trasmissione etica perché ogni qualvolta la persona verrà premiata per qualcosa tenderà a rifare quel comportamento, altrimenti essendo punita tenderà ad evitarlo. Questo spiegherebbe perché alcune persone seguano l'etica senza nemmeno che ne siano consce, dove hanno ricevuto solo un condizionamento operante basato su punizioni e premi senza che sia stato loro spiegato consciamente nulla, altre persone invece hanno sviluppato questeo emozioni e hanno anche una spiegazione conscia, una presa di coscienza.

Ma un ruolo lo gioca anche il condizionamento classico, ogni qualvolta la persona si ritrova ad assistere da spettatrica passiva alle dinamiche esterne ed esserne condizionata ugualmente, pensate ad una persona che assiste ad una "crocifissione pubblica" di un'altra persona che ha fatto qualcosa di sbagliato e viene giudica e disapprovata aspramente da una larga fetta di persone intorno a lei, è abbastanza probabile che tutta quella situazione potrebbe condizionarla e farle incorporare emotivamente quelle regole.

 

 

Condizionamento e approfondimenti sullo stimolo e sull'elemento vivido

Potrebbe essere difficile comprendere questa teoria se non si comprende chiaramente cosa sia uno stimolo e cosa sia un elemento vivido. La comprensione dello stimolo è relativamente facile, una persona si rende conto che le emozioni e sentimenti che provano hanno una causa, c'è qualcosa intorno a loro che attiva delle emozioni, individuare la causa corrisponde ad inviduare lo stimolo ovvero invididuare ciò che stimola le proprie emozioni. Lo stimolo quindi segue la logica emotiva, nasciamo con alcune emozioni di base e relativi stimoli di base, tutti gli stimoli e le emozioni che la persona prova in età adulta sono frutto di continui condizionamenti e propagazione, questo vuol dire che uno stimolo condizionato è a sua volta in grado di condizionare altri stimoli e così via.

Quello che potrebbe essere più difficile da comprendere è il concetto di "elemento vivido", la persona potrebbe chiedersi ma cosa si intende per vivido? Perché quello stimolo e non un altro? Sono tutte domande leggittime ma che non hanno risposta, semplicemente perché non c'è modo di prevedere e comprendere nel dettaglio come l'inconscio di ogni persona agisca. 

Un esempio lampante è l'ansia, l'ansia ha una componente condizionata che è quella della paura, ma del perché e del come una persona simuli questi eventi riguarda tutta la personalità, le credenze, le fallacie ed i metodi che questa persona ha sviluppato nella sua parte conscia.

 

Si può avere traccia e memoria di tutti i propri processi di condizionamenti? La risposta è no, alcuni condizionamenti quelli più recenti possono essere compresi e conosciuti ma sopratutto quelli più lontani e avvenuti in un momento in cui la coscienza si stava ancora formando, come i primi anni della propria esistenza, probabilmente non si avrà alcun rticordo. Questo potrebbe spiegare perché alcune persone, specialmente se  sensibili, potrebbero non comprendere/ricordare il perché rispondono a determinati stimoli e pensare erroneamente che sia una loro caratteristica genetica.

 

Il condizionamento non è tutto

Questa teoria potrebbe portare in errore diverse persone pensando che tutta la loro personalità si basa su questo punto, ma non è così, le emozioni si condizionano ma poi c'è tutta una personalità e numerose altre dinamiche in una esistenza e in una personalità, è necessario quindi non fare l'errore ad esempio di attribuire tutta la propria sofferenza al condizionamento, una persona che ha subito un condizionamento negativo esteso è una persona oggettivamente svantaggiata e che nei periodi più bui avrà maggiori difficoltà, questo non toglie che comunque ci siano tante altre variabili e tante strade per farcela comunque. La stessa cosa vale per gli stimoli, una stessa emozione può essere attivata da vari stimoli condizionati ma anche dalla propria coscienza, immaginazione, come si percepiscono gli eventi.

 

Conviene investire nel condizionamento positivo? La risposta è no, almeno non a livello personale, come genitore o educatore verso una nuova esistenza la risposta è si, ma ogni insegnante valido ed efficace sa che sarà sufficiente far passare una infanzia "felice" e serena affinché questo accada in modo automatico, stessa cosa vale per l'esistenza adulta, non ha senso investire in qualche condizionamento positivo, facendolo in modo mirato e artificiale con il rischio anche di fallire, non sarà qualche condizionamento positivo in più a svoltare l'esistenza, conviene puntare sulle proprie gioie e felicità, sui propri "big esistenziali" e lasciare che questo condizionamento positivo continui ad avvenire in modo indiretto, per avere qualche bonus di gioia in più come contorno.

 

Il condiziomanento e l'intensità emotiva, persone che provano emozioni così intense da perdere lucidità, cosa fare? Considerare lapossibilità di prendere psicofarmaci nel frattempo che si trova una soluzione per decondizionare queste emozioni o comunque fare in modo che si presentino meno intense e più gestibili.

 

La psiconalisi si basa sul lavoro in cui una persona consciamente va alla ricerca di queste cause, di questi condizionamenti di questi perché alle emozioni pensando che trovarle sia terapeutico per la persona. L'AB non è d'accordo con questa corrente psicoterapeutica, il perché è interessante nulla di più, al limite può essere un aiuto in più quando si fonderà un programma di decondizionamento.

 

Trovare stimoli interni per cui è sufficiente pensare a qualcosa per far scattare le emozioni, cosa nota ai psicopatici che come pensano rischiano di far scattare qualche contenuto emotivo condizionato se pensano a ciò che lo stimola.

 

Sbagliando si impara

Quante volte si ascolta questa frase? Sarebbe più accurato parlare in termini di "andando a tentativi e facendo errori si impara" dove si evince il fenomeno trattato nel corso dell'articolo, ovvero del condizionamento operante, una persona finisce per associare le emozioni negative e positive che prova in seguito ad una scelta ed azione fatta, quindi oltre che comprendere consciamente ciò che fa, potrebbe anche impararlo incosciamente e tendere a non fare più o rifare in base alle emozioni che si sono provate.

Il fatto che una persona da una parte abbia un condizionamento emotivo e dall'altro abbia una coscienza potrebbe spiegare perché alcune volte questo fenomeno non accade, cioè che la persona nonostante continui a fare degli errori, a fare delle scelte oggettivamente disfunzionali non smetta di farlo, nonostante la sofferenza che prova. Pensiamo all'anorresia, donne che si lasciano morire lentamente, che soffrono, che dimagriscono sempre più, ottenendo un visibile deterioramente del loro stato di bellezza eppure non si fermano, perché accade questo? Questo fenomeno accade quando la persona consciamente ha sviluppato delle condizioni così radicate da rifiutare la realtà, da rifiutare le emozioni che prova, ed inseguire le sue credenze, una donna anoressica è guidata dalla convinzione del "più sono magra e più sono bella" facendola scivolare nel paradosso noto a tutti, ovvero che dimagrisce così tanto da diventare brutta, malata. Questo perché le credenze che una persona può sviluppare possono anche rivelarsi errate, possono essere disfunzionali come in questo caso dell'anarosseria (qui sarebbe da chiedersi, ma come ha fatto una persona a sviluppare una credenza così potente e distorta?) al punto che la persona è in grado di opporsi perfino al condizionamento operante, di opporsi alla sofferenza ed inconscio che le suggerisce di smettere, che sta soffrendo.

Questo fenomeno è un ulteriore esempio a dimostrazione di quanto il condizionamento sia limitato nell'essere umano, come tutte le emozioni abbiano comunque un ruolo relativo e soggettivo a seconda se la persona è più istintiva o più conscia.

 

Condizionamento e rimozione, l'errore di non comprendere che si è scordato ma che è accaduto

"Mi chiedevo da dove nascono le paure "illogiche"? Mi spiego.. Aver paura della morte é una cosa molto comprensibile e logica.. Ma le altre paure da dove nascono? Se non c'è nessun trauma del passato dove possiamo trovare le radici di ciò che ci angoscia? Potrebbe essere -per chi crede- qualcosa collegato alle nostre vite precedenti?"

APPUNTI:

- anche se perdessimo la memoria il condizionamento ricevuto rimarrebbe e quindi ad esempio la persona se è stata sociofobica per un'esistenza intera potrebbe continuare a provare un disagio viscerale in presenza degli altri;

- Un altro esempio concreto di condizionamento potrebbe essere quello sullo sfogarsi, persone che in determinate situazioni avvertono la necessità di sfogarsi perché sono stati condizionati a farli, sono stati condizionati a provare un'emozione che a loro volta li spinge a seguire un comportamento, da inserire il collegamento con l'imitazione.

 

- Ci si può autocondizionare con i propri pensieri? La risposta è si, questo spiegherebbe perché per alcune persone che sono divenute sensibili, continuino a diventare sempre più sensibili come se l'effetto propagazione dopo un determinato punto divetasse come un buco nero che fagocita tutto e assorbe tutto.

 

 

- controcondizionamento immediato contro i condizionamenti del pensiero, come? prendendo sul nscere qualsiasi pensiero negativo e tentare di combatterlo attivamente con pensieri positivi, specialmente se i pensieri sono su base pessimistica, controbbattendolo con il realismo.

 

 

ultima modifica il: 12-05-2017 - 18:54:54
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