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- Autorità -
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Cos'è l'autorità? Chi è una persona autorevole?

(autoritario che vuol dire?

l'autorità non spinge un soggetto ad andare contro la sua morale, viceversa fa capire quanto la morale del soggetto sia piegabile, spingendo il soggetto a far cose terribili pur di evitare qualcosa che teme per sé)

Si definisce autorità un soggetto al quale si riconosce, a torto o ragione, la possibilità di esercitare un potenziale danno e per questo spingendo a due comportamenti, rispetto e obbedienza.

La prima cosa da capire è come riconosciamo l'autorità? La risposta è duplice:

- da una parte c'è l'esperienza diretta, l'altro fa qualcosa che ci fa capire immediatamente il potere che può esercitare su di noi e ce lo dimostra. Un professore che ci può mettere una nota, un basso voto, etc... lo percepiamo come autorevole per i danni che può farci anche se non li abbiamo mai subiti ma li conosciamo;

- dall'altra c'è l'esperienza passata, tutto quello che crediamo, ad esempio un soggetto che ha paura di subire una multa riconosce immediatamente in un soggetto in divisa l'autorità che può esercitare quel potere, che può danneggiarlo in quel modo e immediatamente modifica il suo comportamento in presenza di quella persona. Qui c'è anche il comportamento autorevole, persone che appaiono in un modo tale da ricordarci qualcuno che proprio perché fa così è in grado di farci del male.

 

L'effetto autorità spiegherebbe anche perché fare uno sbaglio con alcune persone, pensare o sapere di non aver rispettato qualcuno ci fa soffrire in maniera diversa, più consideriamo qualcuno autorevole e in grado di farci qualcosa quanto più sentiremo il peso dell'autorità, la necessità di rispettarlo e nel caso di soffrire quando non lo faremo o penseremo di non averlo fatto, maggiore sarà l'ansia in presenza di quella figura.

 

Autorevolezza non sempre è qualcosa di conscio, a volte è solo sentita per condizionamento passato, in base a quanto siamo stati puniti e ripresi dalle figure genitoriali che avevano un potere su di noi.

Da questo se ne deduce che esistono tre forme di autorevolezza:

- razionale, il soggetto senza fare errori alcuni riesce a comprendere cosa l'altro può fare e rispettarlo sulla previsione di ciò che ci può fare;

- conscia ma distorta, il soggetto pensa che l'altro possa fargli cose che in realtà non può fare, solitamente questa distorsione tende al catastrofico distorto, come se l'altro potesse distruggerci o annientarci facendo scattare una profonda ansia e un rispetto esagerato;

- condizionata, il soggetto ha vissuto, specialmente negli anni dell'infanzia, figure che esercitavano questo potere continuamente, specialmente negativo, condizionandolo e facendogli avvertire immediatamente questa sensazione di timore per figure che gli ricordano i tratti delle figure autorevoli con cui ha avuto a che fare.

 

Se penso che l'altro non sia in grado di farmi qualcosa, non lo vedrò più come un'autorità, cesserà l'effetto e di conseguenza il rispetto e l'obbedienza per autorità, lasciando il posto ad altre forme di rispetto se il soggetto ha tale propensione.

 

il sentimento che si prova nei confronti di un'autorità viene definito soggezione, in quanto si sa che l'altro ci osserva e giudica e agirà di conseguenza in base a come ci comportiamo, spiegando anche l'effetto paralisi in alcuni casi. La soggezione si prova in molti casi e in particolar modo di fronte a qualcuno che consideriamo autorevole.

 

Questo termine è usato erroneamente come sinonimo di affidabilità, ad esempio nelle fonti, non esiste una fonte autorevole ma al più affidabile in base a diversi parametri.

 

 

FINO A QUI

collegamento con ribellione

simboli autoritari, elementi che facilitano fin dall'apparenza il risultate autoritario per le deduzioni che si fanno

da aggiungere il collegamento con riverenza]

Nel linguaggio comune il termine autorità è diffuso e viene usato per lo più come sinonimo di figura professionale o per intendere una figura che è ai vertici di una struttura gerarchica, ad esempio il presidente viene visto come una figura autorevole, così come un politico, etc..

L'AB ridefinisce questo termine per evidenziare un fenomeno psicologico diffuso ma che scarsamente viene considerato ma che ha un impatto notevole dell'esistenza di numerose persone.

Ma cos'è questo effetto autorità? Facciamo alcuni esempi per comprendere il fenomeno, pensate a tutte quelle volte che un carabiniere vi ha fermato e avete preso quella figura come se fosse "potente", come se in quel momento fosse l'unica a poter dominare e controllare tutto lo scenario compresi voi, al punto da farvi perfino perdere di lucidità.
Pensate a quando un medico vi dice che c'è qualcosa che non va e per il solo fatto che l'ha detto lui quelle parole hanno un potere così intenso da scombussolare l'esistenza, vi sarà probabilmente capitato di sentire racconti di persone che hanno chiesto al medico di "spaventare" un loro caro per fargli cambiare comportamenti disfunzionali, come ad esempio un medico che mentendendo diceva ad un fumatore che se continuava a fumare sarebbe sicuramente morto, ad un bevitore che sarebbe venuta sicuramente la cirrosi epatica etc..

L'effetto autorità fa leva su delle pulsioni di base che coinvolgono tutti gli animali sociali, dove specialmente in natura è necessario che questi individui trovino un equilibrio. Non è che la natura ha scelto arbitrariamente di creeare questo fenomeno ma al contrario è stato questo fenomeno stesso ad essere vantaggioso al punto che la quasi totalità degli animali sociali hanno questa pulsione nel seguire ed obbedire ciecamente, obbedire geneticamente a coloro che sono in grado di imporsi come autorità.

Per renderci conto di quanto sia reale questo fenomeno è possibile guardare documentari sugli animali che agiscono in gruppo, rendendosi conto di come ci sia una sorta di obbedienza spinta dalla propria natura, perché coordinarsi obbidendo a pochi è più efficiente.

Nel mondo umano questo fenomeno non ha più alcun vantaggio, la nostra esistenza si basa sulla coscienza e conviene non fidarsi di niente e di nessuno sia quando ci danno informazioni sia quando ci danno ordini (conviene criticare ogni cosa), eppure per numerose persone questo sistema è rimasto e ogni volta che configurano una persona come autorevole tendono ad obbedirgli e a crederle ciecamente, senza opporre alcuna resistenza né fisica né mentale.

L'essere umano a differenza dell'animale ha un diverso modo di riconoscere l'autorità, prevalentemente tre metodi:

- uno è per credenze ed educazione etica, dove viene fatto credere alle persone che quella figura sia a priori un'autorità e basta quindi apparire come tale per essere percepiti come un'autorità (infatti ad esempio è legare indossare una tenuta da carabiniere);

- uno è per carisma, specialmente se la personalità che osserva è mediocre e lacunosa, vedendo nella superiorità dell'altro quasi una base sicura che le fa comodo;

- uno è per superiorità, quando una persona ci fa sentire inferiore in modo netto è abbastanza probabile che la persona smetta di gareggiare e riconoscendo la superiorità dell'altro lo percepisca non solo come superiore ma anche come autorità.

 

Il terzo punto non è facile da raggiungere perché se l'altra persona non percepisce l'inferiorità in modo netto potrebbe tentare di opporsi, di gareggiare e quindi non percepirebbe l'altro come un'autorità ma come una persona da sfidare per smettere di sentirsi inferiore. Questo punto spiegherebbe anche perché ad esempio dopo un rapporto anche se le persone all'inizio avevano visto quella persona come un'autoribasandosi sul carisma o sulle credenze, una volta che conoscono la persona e si rendono conto che non superiore a loro potrebbero smetterla di vederla come un'autorità.

Questo punto è fondamentale perché alcuni rapporti ma anche terapie necessitano di questo effetto, pensate ad uno psicoterapeuta che tenta di modificare credenze disfunzionali per direttissima, con l'effetto autorità avrebbe modo di farlo, senza non sarebbe possibile.

Per questo in molti rapporti c'è il divieto di fare conoscenza, di conoscersi e stringere qualcosa che vada oltre, perché questo potrebbe portare la persona a prendere coscienza di ciò che sta accadendo e far venire meno l'effetto autorità.

 

L'effetto autoriconcretamente vuol dire che nel momento in cui una persona vede un'altra come un'autorità, questa diventa in grado di:

- impartire ordini entro i limiti e le inibizioni della personalità stessa;

- suggestionarla, ovvero darle nuove credenze o riscrivere le vecchie senza che la persona faccia alcuna critica, ma fidandosi.

 

Nel linguaggio comune si ascoltano con frequenza frasi come "se l'ha detto X è vero" oppure "e tu chi sei per dirlo? Mica sei un'autorità nel campo" o ancora "l'ho letto sul libro che ho studiato a scuola quindi è vero" ma anche dal lato operativo come "ma X mi aveva detto di farlo e io l'ho fatto senza pensarci" dove di solito la risposta che viene data è "ma se ti dicono di buttarti al fiume lo fai?".

Il problema, come accennato ad inizio articolo, è che la quasi totalità della popolazione risente dell'effetto autorità ma fatica a rendersene conto, fatica a comprenderne la logica e riconoscerlo quando accade agli altri e si fatica a comprenderlo anche quando accade a se stessi.

Questo discorso potrebbe essere preso molto alla lontana come l'effetto autorità lo hanno solo professori, personaggi che si incontrano raramente ma in realtà l'effetto autorità è molto più vicino ed i primi a farne largo uso sono i genitori stessi.

 

La realtà umana si basa sul fatto che quanto più una persona è consapevole quanto meno sarà suscettibile a questo effetto arrivando ad un punto in cui non accadrà più, persone che hanno una coscienza tale da non essere più "scansata" da nessun tipo di persona.

Ma anche una persona che si sente superiore tenderà a non avere questo effetto, pensate ad esempio al calciatore che anche se l'unica cosa che sa fare è tirare un calcio ad una palla per tutta la "fama e successo avuta" si sente così superiore che di fronte ad un carabiniere farebbe una pernacchia ed andrebbe via il famoso "lei non sa chi sono io".

L'effetto autorità quindi da una parte ci indica sia il livello di consapevolezza di una persona, sia quanto sia la sua dominanza media nel caso avesse questa componente attiva.

Alla luce di tutto questo conviene investire in sé stessi, crescere al punto tale da non vedere più nessuno come un'autorità, ognuno è una fonte (a cui può essere costruite un indice di affidabilità) ma nessuno dice la verità, nessun ordine inpartito dall'esterno sarà per noi la migliore azione possibile, per questo conviene criticare ogni cosa e l'effetto autorità va contro la propria qualità esistenziale.

 

FINO A QUI

C'è un video che dimostra il paradosso dell'effetto autorità, in cui un metodo per risparmiare risorse sia qualcosa che apra la porta alla manipolazione e comando esterni.

 

Un esempio eclatante come dimostra che una stessa persona può essere ritenuta autorevole per effetto competenza da alcune persone, ma poi non essere ritenuta autorevole da altre persone con cui si comporta in altri modi:

"Ci sono persone che mi conoscono bene dal lato professionale, un po' meno dal lato personale. Queste persone hanno piena fiducia in me. Si fidano di quello che dicono, ricercano il mio parere e ascoltano i miei consigli.

Ci sono altre persone che mi conoscono bene dal lato personale e un po' meno dal lato professionale. Di queste persone fanno parte anche gli amici e la famiglia. Quando c'è una discussione, capita a volte che io abbia un'opinione differente dalla loro. E sebbene io abbia ragione, quello che mi sento sempre dire è "secondo me hai detto una grande xxxxxxx". Sono quindi costretto a cercare l'opinione degli 'esperti' e mostrare loro che coincide perfettamente con ciò che dico io. Alcune volte (quando si tratta di matematica), propongo delle semplici dimostrazioni.

Ora, io mi chiedo: perché sono costretto a fare ciò? Perché anche se dico che non sono l'unico a pensarla in quel modo, non vengo creduto finché non mostro le prove? E perché, a volte, perfino queste prove non sono ritenute valide (senza però che mi venga data una motivazione)?"

 

"Ho sempre avuto timore nei confronti dell'autorità, del mio superiore a lavoro, degli insegnanti quando andavo a scuola, allenatore negli sport ecc.. Non sono mai riuscito a comportarmi normalmente con queste persone, ho paura anche a chiedere la cosa più banale, mi trema persino la voce. Il fatto è che nel corso degli anni non sono migliorato sotto questo aspetto anzi colleziono figure di merda su figure di merda, in questo periodo le sto facendo a lavoro con il mio datore. Ho bisogno di superare questa cosa. Credo che tutto sia ricollegabile al rapporto con mio padre, rapporto che non ho mai avuto. Lui è l'autorità nella mia famiglia ho sempre avuto paura di lui, é sempre stato così anafettivo nei miei confronti così distante, non abbiamo mai parlato credo. Da più di 20 anni a questa parte l'ho visto tornare a casa la sera tardi e andare a letto, negli ultimi anni beve in continuazione e sbraita contro la tv e contro mia madre, si è messo a anche a giocare come se non bastasse. Sinceramente io penso di non provare emozioni particolari per lui né odio né amore. Niente. Non so secondo voi questa difficoltà nasce dal rapporto con mio padre oppure deriva da altri fattori? "

 

APPUNTI:

class="subject">"Il peso delle parole è direttamente proporzionale alla persona che le pronuncia, quanto più questa la consideriamo un'autorità quanto più le parole sono in grado di attivare una risposta emotiva nella approvazione o disapprovazione"

class="subject"> 

 

 

DA RIVEDERE

E' come se ci fosse una convinzione di base nella nostra mente da derivazione etica "se chi lo pronunicia è autorevole allora puoi essere certo", se ci pensiamo i nostri genitori possono comandarci e manipolarci più facilmente mentre cresciamo se li vediamo come un'autorità.

C'è un interessante articolo di efficacemente http://www.efficacemente.com/2013/10/esercizio-autostima/ intitolato esercizio per l'autostima, ma non è un esercizio di autostima bensì di distruzione dell'autorità.

Con quel racconto anche se non si comprende che l'autorità non esiste, si comprende chiaramente quanto non convenga avere un'autorità, credere alle sue parole, perché possono avere in casi come quelli descritti un impatto altamente negativo nell'esistenza dell'individuo.

L'unica correlazione che c'è fra autostima e autorità in quella articolo è quella che si potrebbe definire come "quanto più la mia autostima è alta, quanto più è probabile che io possa non credere ad un'autorità".

Ma il problema di fondo rimane sempre che la persona tende a considerare alcune persone come autorevoli, è li invece che si va a distruggere l'autorità, comprendendo che queste non esistono, sono solo un'illusione che risiede in parte nell'etica in parte in una nostra parte arcaica del cervello.

Come viene idefintificata un'autorità? Ci sono diversi modi, c'è il comportamento autoritario, la figura autoritaria, il fatto che molte persone si fidino di questa persona etc..

 

Abbiamo bisogno di autorità? Alcune persone potrebbero chiedersi, ma specialmente all'inizio una persona non ha bisogno di un'autorità? La risposta è no, una persona all'inizio necessita di metodi funzionali come appunto il metodo critico, il metodo di discriminazione delle fonti, questi sono i mezzi di partenza con cui una persona poi nel corso della sua esistenza si troverà fonti valide da cui attingere e non fonti autoritarie a cui credere.

L'errore consiste nel non comprendere che anche senza autorità la persona può arrivare comunque a definire con il test delle fonti attendibili, dalle quale informarsi con metodo critico, ma comunque qualcosa a cui dare ascolto per trovare nuova conoscenza valida.

Concludendo l'alternativa all'autorità è la ricerca di fonti attendibili, in cui l'attendibilità viene testata, si va alla ricerca di conoscenza valida non di verità in cui il singolo si rifiuta la "pappa pronta dell'autorità".

 

 Effetto autorità e possibilità di suggestionare! 

class="subject"> "L'autorità è colei che ti suggestiona, che qualsiasi cosa lei dica tu le crederai con opposizione critica quasi nulla"

Autorità e autorizzazione

 

Un video illuminante sull'autorità e la probabile correlazione con la fama

https://www.youtube.com/watch?v=-Lbu_AlD_Hs

 

DA RIVEDERE

 

Il bambino perchè cerca l'autorizzazione prima di agire? E perchè non sempre la cerca? Perchè cerca lo sguardo dell'autorità? Perchè sente che potrebbe essere punito in caso di errore? Comportamento Cos'è un'autorità? Un'autorità è una persona a cui diamo fiducia e crediamo , non considerando la sua come una fonte standard riducendo la probabilità che ciò che dice vada ad attivare la soglia del dubbio, il suo ragionamento o il suo comportamento o anche una sua affermazione in discussione vengono considerate perfette. Per aiutare nella comprensione potrei tirare fuori l'autorità più antica del mondo la mamma, accompagnata dal famoso detto "la mamma è sempre la mamma" scritta e concepita fin dai tempi dalla bibbia "onora tuo padre e tua madre", che si può tradurre inizialmente in "onora le tue prime autorità" e che si trasformerà in "rispetterò tutte le autorità fino a soffrire e sacrificare la qualità della mia vita". L'ultima frase è una provocazione nei confronti delle persone che tendono a considerare persone come autorità. Un meccanismo simile a quelle delle autorità è quello che alimenta i pettegolezzi, oltre il bisogno di interessarsi al comportamento altrui non c'è la possibilità di mettere in discussione una informazione proveniente da qualcuno che si considera affidabile. Ma perchè le maggiorparte delle personalità irrazionali hanno sviluppato questo metodo? Perchè forse la risposta non è nello sviluppo intero, cioè non è che un giorno una persona si sveglia ed inizia a considerare le persone come autorità, forse c'è un bisogno innato di riconoscere delle autorità in modo che l'individuo dal suo primo giorno di vita inizi ad imitare concentrandosi sulle persone che ritiene più valide, inizia ad accumulare osservando e ascoltando queste persone e non potrebbe farlo se mettesse ogni cosa in discussione, anche perchè non avrebbe metodi e strumenti e fonti alternative per farlo. E' così quindi che nel nucleo familiare ci sono le prime autoripercepite dall'infante, ed è da qui che si potrebbe stabilire nel tempo la metodologia del riconoscimento di una autorità come una abitudine, senza considerare una esistenza senza l'individuazione continua di figure autorevoli, almeno che non sia l'autorità stessa (che in questo caso coincide con l'insegnante di vita) a fornire la possibilità di essere indipendenti, dando all'individuo gli strumenti per considerare persone come fonti e non come autorità (superiori) o pari o inferiori. Cosa succede? Che il genitore non si rende conto delle conseguenze che ha del suo potere, anzi lo considera come un vantaggio per controllare (manipolare), predisponendo l'individuo ad una vita di manipolazione, perchè pobabilmente non sarà in grado di liberarsi di un metodo semiconscio del quale non ha consapevolezza (PDNC), da lì quindi si inizia a fare una elaborazione del metodo che viene usato per riconoscere le autorità fino ad arrivare a metodi che possono essere esperiti anche con il linguaggio. "Quello è un medico sicuro mi aiuterà a stare meglio" "Hai visto quello come si veste bene? Ha pure due lauree, quello sicuro è intelligente", e da qui poi i truffatori iniziano ad usare questi errori di ragionamento, questo metodo che usano le persone per considerare persone come autorità, per manipolare e truffare. L'autorità, differenze con l'esperto? L'esperto è una forma di autorità, si considera esperto colui che ha tanta esperienza e per alcune persone potrebbe essere sufficiente ad essere una autorità. Sostituire le fonti autorevoli con il principio di integrazione delle fonti, in cui non viene preso niente per vero ma c'è una validazione di una informazione proveniente da qualsiasi fonte, consultando attivamente altre fonti. Autorità e qualifica. Anche la qualifica potrebbe essere sufficiente per considerare una persona come autorità, cadendo in errore, una qualifica non dice nulla sull'individuo, è uno strumento ancora da ottimizzare a livello di società, ma oggi come oggi non dice nulla, chi si aspetta qualcosa da una persona con qualifica commette diversi errori, conviene usare il principio di integrazione delle fonti, per ogni scambio con l'esterno. Autorità ed eristica. Le autorità di solito tendono all'assolutismo e quindi tendono a combattere e distruggere altre autorità, facendo spacciare le loro affermazioni per vere ed assolute, non c'è spazio per due verità. Quindi le autorità tendono ad assumere un comportamente eristico verso le altre autorità e chi tenda di metterli in discussione. Autorità e indipendenza. Chi non ha raggiunto l'indipendenza conviene continuare a considerare persone come autorità, così che potrà ricevere degli ordini quando non sa cosa fare e allo stesso tempo può liberarsi dei sensi di colpa (illusoriamente) scaricando la colpa su chi gli ha impartito l'ordine. Il tempo e l'esperienza portano le persone ad avere un metodo di selezione più accurato, più selettivo ma questo non è sufficiente, perchè non gli da ne' la possibilità di essere indipendenti, ne' di rimanere schiavi di ordini di figure considerate autorevoli. Autorità e dipendenza, il bisogno di individuare delle autorità. Autorità, come smontarle? Dove ti aggiorni? Su quale corrente di pensiero si basa il tuo pensiero e ragionamento? Aurorità, validità e verità. Una autorità non viene messa in discussione non viene criticata e quindi non si a va calcolare la validità. La metafora dei tre genitori, genitori che non sono autorità ma sono genitori metaforicamente, perchè io li ho scelti io, validando le loro teorie e la loro funzionalità applicata alla mia esistenza. Autorità durante lo sviluppo http://www3.lastampa.it/benessere/sezioni/lifestyle/articolo/lstp/435149/ Grazie autorieducatrice se la mia qualità esistenziale è bassa.

Autorità persuasione e perforazione.

 Autorità e effetto autori

Autorità di primo tipo (sviluppo primario) autorità di secondo tipo (sviluppo secondario)

Autorità e gerarchia

 

Bias autorità-identità

ultima modifica il: 24-08-2018 - 12:18:09
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