l'autorità non spinge un soggetto ad andare contro la sua morale, viceversa fa capire quanto la morale del soggetto sia piegabile, spingendo il soggetto a far cose terribili pur di evitare qualcosa che teme per sé)
La prima cosa da capire è come riconosciamo l'autorità? La risposta è duplice:
- da una parte c'è l'esperienza diretta, l'altro fa qualcosa che ci fa capire immediatamente il potere che può esercitare su di noi e ce lo dimostra. Un professore che ci può mettere una nota, un basso voto, etc... lo percepiamo come autorevole per i danni che può farci anche se non li abbiamo mai subiti ma li conosciamo;
- dall'altra c'è l'esperienza passata, tutto quello che crediamo, ad esempio un soggetto che ha paura di subire una multa riconosce immediatamente in un soggetto in divisa l'autorità che può esercitare quel potere, che può danneggiarlo in quel modo e immediatamente modifica il suo comportamento in presenza di quella persona. Qui c'è anche il comportamento autorevole, persone che appaiono in un modo tale da ricordarci qualcuno che proprio perché fa così è in grado di farci del male.
L'effetto autorità spiegherebbe anche perché fare uno sbaglio con alcune persone, pensare o sapere di non aver rispettato qualcuno ci fa soffrire in maniera diversa, più consideriamo qualcuno autorevole e in grado di farci qualcosa quanto più sentiremo il peso dell'autorità, la necessità di rispettarlo e nel caso di soffrire quando non lo faremo o penseremo di non averlo fatto, maggiore sarà l'ansia in presenza di quella figura.
Da questo se ne deduce che esistono tre forme di autorevolezza:
- razionale, il soggetto senza fare errori alcuni riesce a comprendere cosa l'altro può fare e rispettarlo sulla previsione di ciò che ci può fare;
- conscia ma distorta, il soggetto pensa che l'altro possa fargli cose che in realtà non può fare, solitamente questa distorsione tende al catastrofico distorto, come se l'altro potesse distruggerci o annientarci facendo scattare una profonda ansia e un rispetto esagerato;
- condizionata, il soggetto ha vissuto, specialmente negli anni dell'infanzia, figure che esercitavano questo potere continuamente, specialmente negativo, condizionandolo e facendogli avvertire immediatamente questa sensazione di timore per figure che gli ricordano i tratti delle figure autorevoli con cui ha avuto a che fare.
Se penso che l'altro non sia in grado di farmi qualcosa, non lo vedrò più come un'autorità, cesserà l'effetto e di conseguenza il rispetto e l'obbedienza per autorità, lasciando il posto ad altre forme di rispetto se il soggetto ha tale propensione.
Questo termine è usato erroneamente come sinonimo di affidabilità, ad esempio nelle fonti, non esiste una fonte autorevole ma al più affidabile in base a diversi parametri.
Nel linguaggiocomune il termine autorità è diffuso e viene usato per lo più come sinonimo di figura professionale o per intendere una figura che è ai vertici di una struttura gerarchica, ad esempio il presidente viene visto come una figura autorevole, così come un politico, etc..
L'AB ridefinisce questo termine per evidenziare un fenomeno psicologico diffuso ma che scarsamente viene considerato ma che ha un impatto notevole dell'esistenza di numerose persone.
Ma cos'è questo effetto autorità? Facciamo alcuni esempi per comprendere il fenomeno, pensate a tutte quelle volte che un carabiniere vi ha fermato e avete preso quella figura come se fosse "potente", come se in quel momento fosse l'unica a poterdominare e controllare tutto lo scenario compresi voi, al punto da farvi perfino perdere di lucidità. Pensate a quando un medico vi dice che c'è qualcosa che non va e per il solo fatto che l'ha detto lui quelle parole hanno un potere così intenso da scombussolare l'esistenza, vi sarà probabilmente capitato di sentire racconti di persone che hanno chiesto al medico di "spaventare" un loro caro per fargli cambiare comportamenti disfunzionali, come ad esempio un medico che mentendendo diceva ad un fumatore che se continuava a fumare sarebbe sicuramente morto, ad un bevitore che sarebbe venuta sicuramente la cirrosi epatica etc..
L'effetto autorità fa leva su delle pulsioni di base che coinvolgono tutti gli animali sociali, dove specialmente in natura è necessario che questi individui trovino un equilibrio. Non è che la natura ha scelto arbitrariamente di creeare questo fenomeno ma al contrario è stato questo fenomeno stesso ad essere vantaggioso al punto che la quasi totalità degli animali sociali hanno questa pulsione nel seguire ed obbedire ciecamente, obbedire geneticamente a coloro che sono in grado di imporsi come autorità.
Per renderci conto di quanto sia reale questo fenomeno è possibile guardare documentari sugli animali che agiscono in gruppo, rendendosi conto di come ci sia una sorta di obbedienza spinta dalla propria natura, perché coordinarsi obbidendo a pochi è più efficiente.
Nel mondo umano questo fenomeno non ha più alcun vantaggio, la nostra esistenza si basa sulla coscienza e conviene non fidarsi di niente e di nessuno sia quando ci danno informazioni sia quando ci danno ordini (conviene criticare ogni cosa), eppure per numerose persone questo sistema è rimasto e ogni volta che configurano una persona come autorevole tendono ad obbedirgli e a crederle ciecamente, senza opporre alcuna resistenza né fisica né mentale.
L'essere umano a differenza dell'animale ha un diverso modo di riconoscere l'autorità, prevalentemente tre metodi:
- uno è per credenze ed educazione etica, dove viene fatto credere alle persone che quella figura sia a priori un'autorità e basta quindi apparire come tale per essere percepiti come un'autorità (infatti ad esempio è legare indossare una tenuta da carabiniere);
- uno è per superiorità, quando una persona ci fa sentire inferiore in modo netto è abbastanza probabile che la persona smetta di gareggiare e riconoscendo la superiorità dell'altro lo percepisca non solo come superiore ma anche come autorità.
Il terzo punto non è facile da raggiungere perché se l'altra persona non percepisce l'inferiorità in modo netto potrebbe tentare di opporsi, di gareggiare e quindi non percepirebbe l'altro come un'autorità ma come una persona da sfidare per smettere di sentirsi inferiore. Questo punto spiegherebbe anche perché ad esempio dopo un rapporto anche se le persone all'inizio avevano visto quella persona come un'autorità basandosi sul carisma o sulle credenze, una volta che conoscono la persona e si rendono conto che non superiore a loro potrebbero smetterla di vederla come un'autorità.
Per questo in molti rapporti c'è il divieto di fare conoscenza, di conoscersi e stringere qualcosa che vada oltre, perché questo potrebbe portare la persona a prendere coscienza di ciò che sta accadendo e far venire meno l'effetto autorità.
L'effetto autorità concretamente vuol dire che nel momento in cui una persona vede un'altra come un'autorità, questa diventa in grado di:
- suggestionarla, ovvero darle nuove credenze o riscrivere le vecchie senza che la persona faccia alcuna critica, ma fidandosi.
Nel linguaggiocomune si ascoltano con frequenza frasi come "se l'ha detto X è vero" oppure "e tu chi sei per dirlo? Mica sei un'autorità nel campo" o ancora "l'ho letto sul libro che ho studiato a scuola quindi è vero" ma anche dal lato operativo come "ma X mi aveva detto di farlo e io l'ho fatto senza pensarci" dove di solito la risposta che viene data è "ma se ti dicono di buttarti al fiume lo fai?".
Il problema, come accennato ad inizio articolo, è che la quasi totalità della popolazione risente dell'effetto autorità ma fatica a rendersene conto, fatica a comprenderne la logica e riconoscerlo quando accade agli altri e si fatica a comprenderlo anche quando accade a se stessi.
Questo discorso potrebbe essere preso molto alla lontana come l'effetto autorità lo hanno soloprofessori, personaggi che si incontrano raramente ma in realtà l'effetto autorità è molto più vicino ed i primi a farne largo uso sono i genitori stessi.
La realtà umana si basa sul fatto che quanto più una persona è consapevole quanto meno sarà suscettibile a questo effetto arrivando ad un punto in cui non accadrà più, persone che hanno una coscienza tale da non essere più "scansata" da nessun tipo di persona.
Ma anche una persona che si sente superiore tenderà a non avere questo effetto, pensate ad esempio al calciatore che anche se l'unica cosa che sa fare è tirare un calcio ad una palla per tutta la "fama e successo avuta" si sente così superiore che di fronte ad un carabiniere farebbe una pernacchia ed andrebbe via il famoso "lei non sa chi sono io".
L'effetto autorità quindi da una parte ci indica sia il livello di consapevolezza di una persona, sia quanto sia la sua dominanza media nel caso avesse questa componente attiva.
Un esempio eclatante come dimostra che una stessa persona può essere ritenuta autorevole per effetto competenza da alcune persone, ma poi non essere ritenuta autorevole da altre persone con cui si comporta in altri modi:
Ci sono altre persone che mi conoscono bene dal lato personale e un po' meno dal lato professionale. Di queste persone fanno parte anche gli amici e la famiglia. Quando c'è una discussione, capita a volte che io abbia un'opinione differente dalla loro. E sebbene io abbia ragione, quello che mi sento sempre dire è "secondo me hai detto una grande xxxxxxx". Sono quindi costretto a cercare l'opinione degli 'esperti' e mostrare loro che coincide perfettamente con ciò che dico io. Alcune volte (quando si tratta di matematica), propongo delle semplici dimostrazioni.
Ora, io mi chiedo: perché sono costretto a fare ciò? Perché anche se dico che non sono l'unico a pensarla in quel modo, non vengo creduto finché non mostro le prove? E perché, a volte, perfino queste prove non sono ritenute valide (senza però che mi venga data una motivazione)?"
"Ho sempre avuto timore nei confronti dell'autorità, del mio superiore a lavoro, degli insegnanti quando andavo a scuola, allenatore negli sport ecc.. Non sono mai riuscito a comportarmi normalmente con queste persone, ho paura anche a chiedere la cosa più banale, mi trema persino la voce. Il fatto è che nel corso degli anni non sono migliorato sotto questo aspetto anzi colleziono figure di merda su figure di merda, in questo periodo le sto facendo a lavoro con il mio datore. Ho bisogno di superare questa cosa. Credo che tutto sia ricollegabile al rapporto con mio padre, rapporto che non ho mai avuto. Lui è l'autorità nella mia famiglia ho sempre avuto paura di lui, é sempre stato così anafettivo nei miei confronti così distante, non abbiamo mai parlato credo. Da più di 20 anni a questa parte l'ho visto tornare a casa la sera tardi e andare a letto, negli ultimi anni beve in continuazione e sbraita contro la tv e contro mia madre, si è messo a anche a giocare come se non bastasse. Sinceramente io penso di non provare emozioni particolari per lui né odio né amore. Niente. Non so secondo voi questa difficoltà nasce dal rapporto con mio padre oppure deriva da altri fattori? "
APPUNTI:
class="subject">"Il peso delle parole è direttamente proporzionale alla persona che le pronuncia, quanto più questa la consideriamo un'autorità quanto più le parole sono in grado di attivare una risposta emotiva nella approvazione o disapprovazione"
class="subject">
DA RIVEDERE
E' come se ci fosse una convinzione di base nella nostra mente da derivazione etica "se chi lo pronunicia è autorevole allora puoi essere certo", se ci pensiamo i nostri genitori possono comandarci e manipolarci più facilmente mentre cresciamo se li vediamo come un'autorità.
Ma il problema di fondo rimane sempre che la persona tende a considerare alcune persone come autorevoli, è li invece che si va a distruggere l'autorità, comprendendo che queste non esistono, sono solo un'illusione che risiede in parte nell'etica in parte in una nostra parte arcaica del cervello.