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 Cos'è la colpa? Cos'è il senso di colpa?

 (collegamento con scrupolo)

 

Ci sentiamo in colpa quando percepiamo che siamo stati i responsabili di quel giudizio negativo e relativo possibile danno e al tempo stesso pensiamo di poter porre rimedio, cambiare le cose, un sentimento che ci spinge a "rimettere tutto a posto". Avviene prevalentemente per il giudizio morale, ma può accadere anche per quello di valore, ad esempio una persona brutta esteticamente che si sente in colpa perché non fa nulla per migliorare la sua condizione.

 

 

DA RISCRIVERE

 

Si definisce senso di colpa quel sentimento che il soggetto prova nel momento in cui pensa di aver sbagliato qualche norma sociale e per questo essere disapprovato/punito da altri.

Il senso di colpa nasce anche nel momento in cui il soggetto pensa di poter sbagliare senza che necessariamente il fatto sia accaduto ma anche quando il fatto è accaduto e ancora nessuno che il soggetto avverte nel momento in cui consciamente o inconsciamente pensa che ciò che ha fatto o ciò che sta per fare avrà ripercussioni negative sulla sua persona.

Il senso di colpa nasce dal fatto che il soggetto pensa di essere colpevole agli occhi degli altri per qualcosa che ha sbagliato e che per questo avrà delle conseguenze negative, conseguenze che in qualche modo teme.

Ad esempio un amico si sentirà in colpa se pensa che per ciò che ha sbagliato minerà l'amicizia, perdendo qualcosa a cui tiene.

Non c'è senso di colpa se in qualche modo la persona non percepisce un danno o non sente che ci sarà un danno a sé (condizionamento).

il senso di colpgioca un ruolo cruciale per motivare una persona a non sbagliare, come a dire "se sbagli ti sentirai in colpa" spingendo il soggetto a seguire alcune regole a volte fare perfino cose che non vorrebbe fare.

Come nasce il senso di colpa?

Il senso di colpa nasce a seguito all'esperienza, al capire come funziona il mondo, come la pensano gli altri ma anche per una serie di punizioni introiettate dal soggetto per condizionamento o alla simulzione di un impatto negativo che si potrebbe abbattere sulla sua esistenza se facesse determinate azioni o scelte. 

Detto in altre parole il senso di colpa può attivarsi inconsciamente o essere frutto di una percezione del soggetto, che può essere distorta.

Questo vuol dire che il senso di colpa può essere razionale, cioè il danno che il soggetto sente o percepisce esiste realmente o irrazionale, frutto di distorsioni. 

Colpevolizzare cosa vuol dire? Spingere qualcuno a sentirsi in colpa, cioè pensare che potrebbe o che subirà certamente delle conseguenze negative per ciò che ha fatto. Solitamente la colpevolizzazione avviene tramite l'uso della parola vergogna come "ti devi vergognare" ma anche facendo dei discorsi che portano il soggetto a sentirsi in colpa a credere che ha sbagliato e ci saranno delle conseguenze.

Il senso di colpa come abbiamo già detto motiva il soggetto a non sbagliare, ma quando ha sbagliato il senso di colpa ha più un ruolo di "arginare", cioè di difendersi dalle possibile conseguenze.

Come si affronta il senso di colpa? In due modi:

- neutralizzazione, tecniche che annullano l'emozione o ne diminuiscono l'intensità;

Atarassia, rendersi conto che anche se il senso di colpa è razionale il danno è realmente così "impattante" come pensiamo? O lo stiamo ingigantendo? Rimesso in prospettiva è ancora così dolorosa come colpa?

Queste due tecniche possono essere usate anche quando il soggetto prova senso di colpa che lo spinge a fare cose che non vorrebbe fare, diminuendo il senso di colpa diminuisce la motivazione e quindi può meglio contrastarla.

 

La strada dell'atarassia è quella che le persone chiamano erroneamente come "essere indulgenti con se stessi" o "non colpevolizzarsi", cioè quando vedono una persona sentirsi in colpa è come se suggeriscono "ma non provare così tanto dolore o paura, vedrai che le conseguenze non saranno poi così disastrose".

 

 

FINO A QUI

Questo ci fa comprendere chiaramente che il senso di colpa ha specifici attivatori, attivatori che possono essere generici o specifici, dove la persona crede ad esempio che solo alcune autorità possano portare le conseguenze negative temute.
Pensate a quell'angoscia che provate quando vedere un poliziotto (o persone che vi raccontano di averla) oppure un professore o una figura come quella genitoriale, è probabile che ogni persona abbia esperito questa attivazione selettiva solo verso alcune figure e non altre.

Va tenuto a mente che il senso di copa attivato dalle persone può essere specifico e chimato per questo "riconoscimento dell'autoricolpevolizzante" o generale dove in pratica ogni persona è un'autorità.

Questo fenomeno del senso di colpa solo verso specifiche figure autorevoli è talmente manifesto che vi sarà capito di comportarvi così o di vederlo fare numerose volte, persone che fino a quando pensavano di essere da sole o osservate solo da figure "amiche" si comportavano in un modo e appena vedevano uno sconosciuto ecco che cambiavano immeditamento per questa spinta a non fare alcune cose o comportarsi in uno specifico modo in presenza di altri.

 Il senso di colpa non va limitato solo alle figure autorevoli, ma ci sono tanti altri stimoli che potrebbero attivare il senso di colpa con relativa angoscia, regole che esistono nel soggetto e si attivano a prescindere che ci sono figure esterne autorevoli.

 

Come si supera il senso di colpa? In tre modi:

- decondizionamento, fare in modo che quel condizionamento lentamente venga meno esponendo il soggetto agli stessi stimoli e facendo percepire al soggetto come in realtà non ci sia alcuna conseguenza negativa;

- decostruzione, il decondizionamento non avviene perché le credenze del soggetto, la fuga e l'evitamento, impediscono di essere decondizionati, proprio perché ci crede e continua ad obbedire a tale senso di colpa che non avviene il decondizionamento;

- terreno conscio, fare in modo che ci sia una percezione chiara dei rischi e delle conseguenze in modo tale che non ci sia spazio per un'angoscia conoscendo esattamente lo scenario di rischio in cui vi si trovano e le reali conseguenze, non quelle sentite.

 

 

Che conseguenze ha il senso di colpa? Crea una motivazione che altera l'esistenza del soggetto, entrando in conflitto con i desideri o i bisogni del soggetto, portando anche a comportamenti emotivi nati da sensi di colpa particolarmente intensi.

Questo è un paradosso perché ciò che in passatto ci aiutava a sopravvivere e adattarci all'ambiente potrebbe essere una zavorra esistenziale che impedisce di vivere in quanto il soggetto è vissuto in un ambiente carico di sofferenza o di genitori colpevolizzanti che l'hanno riempito di queste regole e di questi condizionamenti che potrebbero impedirgli di realizzare la sua autenticità e di autorealizzarsi.

 

" Posso dedicarmi al mio hobby preferito, suonare pianoforte e sintetizzatori, specialmente in questo periodo di poco lavoro. Mi posso dedicare a fare attività fisica per tenermi in forma e per limitare gli effetti negativi del diabete mellito, per i quali sono periodicamente sotto osservazione medica. Posso contare anche su qualche piccola proprietà immobiliare che un domani potrà garantirmi qualche rendita, per non morire di fame.
Insomma, nonostante i problemi di natura pratica, potrei essere un uomo felice, eppure non sono in grado di godere di quello che ho, perché c'è sempre questa ansia ad accompagnarmi che rovina tutto. A parte fare un lavoro che non mi piace e che è diventato impossibile a causa della burocrazia devastante, l'arroganza e l'ignoranza becera dei clienti, chiudere la partita IVA significherebbe perdere anni di contribuzioni e non percepire nemmeno la pensione minima, una volta che sarò arrivato all'età pensionabile.
Ma l'aspetto a dir poco terribile è che ho sviluppato una forma di autopunizione, tale per cui, quando dedico tempo alla musica, che è la mia passione in assoluto più grande ed è l'unica attività che mi fa stare veramente bene, mi sento in colpa, uno stato di colpa profonda, perché temo di perdere tempo prezioso.
E da questo circolo vizioso non riesco ad uscire, cioè non riesco ad "autorizzarmi" a dedicare del tempo a ciò che mi porta serenità e distensione."

 

FINO A QUI

Quando le persone parlano di "paura di sbagliare" si riferiscono al senso di colpa, perché sanno quanto sono sensibili a questo tipo di giudizio e di conseguenze, hanno paura ad esempio di perdere gli altri, di essere puniti, delle possibili conseguenze e questo potrebbe paradossalmente spingerli all'evitamento alimentando una condotta sociofobica dove si preferisce stare "da soli e in pace" non che interagire con gli altri rischiando questo tipo di dinamiche sofferenti.

 

Da un punto di vista diverso scopriamo che ogni persona è sensibile in modo diverso al senso di colpa, arrivando a soggetti che non ne provano quasi per nulla per il semplice fatto che se ne fregano degli altri, delle loro conseguenze anche se si arrabbiano o giudicano negativamente e questo li rende immuni al senso di colpa perché viene meno l'ansia delle conseguenze, non c'è più nulla che il soggetto teme anche se l'altro se la prende con lui per qualcosa.

 

APPUNTI:

- le illusioni sul merito alimentano i lsenso di colpa? Si perché se la persona è convinta che ad alcune cos eci sono conseguenze negative "sempre e comunque" se pensa di aver commesso errori che meritano quelle conseguenze avrà ancora più ansia.

- alimentanto dalla percezioend istorta nel caso il soggetto faccia previsioni.

Senso di Colpa da azione e inazione

DA RISCRIVERE

 

 

 

Per senso di colpa si definisce un sentimento di origine inconscia che si basa sul condizionamento delle punizioni nella prima parte dell'esistenza, fa parte cioè dell'austerità del soggetto "non si fa" perché è stato condizionato dalle sue figure educatrici essendo punito ogni volta che faceva determinate cose.

Il senso di colpa fa parte della qualcosa di profondo e che la persona non sa spiegarsi chiaramente, specialmente in età adulta. Con l'avanzare degli anni questo viene meno sia perché il soggetto casualmente e intenzionalmente si decondiziona, sia perché più passano gli anni più quella traccia condizionata diventa sbiadita se la persona si allontana consciamente da quelle regole viceversa il senso di colpa resta attivo se non avviene il decondizionamento o la persona consciamente rimane vicina a quella stessa visione comportamentale che lo ha condizionato.

La cosa più probabile è che con il passare degli anni il condizionamento perda sempre più potenza e l'esperienze prive di conseguenze negative attuino un decondizionamento attivo.

Al senso di colpa si contrappone il senso di responsabilità, questo invece è conscio e nasce dal fatto che la persona inizia a pensare alle conseguenze delle sue azioni e sulla base di questo modifica le sue azioni o ne soffre perché pensa che le conseguenze saranno negative.

Si parla di contrizione per evidenziare come questi due sentimenti possano essere pervasivi e far provare alla persona un sentimento caratteristico, come se ciò che prova lo stesse "stritolando lentamente", una morsa che non lo lascia.

 

Si legga responsabilità per approfondire.

 

 

Far sentire in colpa qualcuno non è una questione conscia, è sufficiente conoscere l'educazione del soggetto e accusarlo di qualcosa che questo finirà per sentirsi in colpa perché non c'entra la validità, non c'entra se è finto o reale, cioè che conta è accusare qualcuno di aver violato quelle che sono le sue "regole di colpa" e l'inconscio reagirà a prescindere.

Questo è usato da manipolatori per spingere la persona la persona a proprio vantaggio.

 

Viene chiamata anche erroneamente "coscienza".

"Quella cosa che si fa viva senza apparentemente senza motivo per farci comportare come vogliono gli altri".

 

 

ultima modifica il: 05-02-2019 - 0:23:46
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