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- Dispiacere -
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Cos'è il dispiacere?

(aggiungere resilienza, quanto una persona sopporta prima che quel sopportare danneggi la sua esistenza)

Con questo termine si raggruppano ed evidenziano in modo generale ogni emozione negativa l'uomo possa provare. Il dispiacere diviene sofferenza nel momento in cui questa emozione diviene conscia, il soggetto cioè ci pensa e con il pensiero produce un sentimento unico.

Pensiamo alla paura, questa comincia con un'emozione viscerale interna e immediata che poi diviene sempre più conscia dove il soggetto stesso "pensando a riguardo" inizia a formulare pensieri, ragionamenti, sa perché ne ha paura, inizia a capire la minaccia, etc.. Pensate alle volte che avete avuto paura, ogni volta era diverso proprio perché lo scenario era differente, l'elemento che vi generava paura era differente e il pensiero che ci facevate e quello che provavate era leggermente diverso, quando avete avuto paura di fare un incidente era diverso di quanto avevate paura di un'interrogazione o di un intervento chirurgico, la paura come dispiacere è la costante ma la sofferenza provata è diversa ogni volta.

Il dispiacere quindi evidenzia il lato dell'emozione come una ccosa più costante e di natura biologica, ogni altro essere vivente prova ad esempio paura e la sentirà (nel modo viscerale) come la sentiamo noi, può avere leggere sfumature ma si riconosce subito ed è un contenuto prevalentemente inconscio, la differenza la fa il sentimento che esiste proprio perché ognuno ha la propria personalità e quindi costruirà pensieri differenti intorno all'emozione, ognuno cioè avrà paura a modo proprio e se interrogato dirà cose differente riguardo a ciò che pensa e ciò che sente, descriverà in modo differente la sua sofferenza. Con questo dualismo dispiacere sofferenza che si comprende meglio questa dinamica umana.

La sofferenza ci aiuta concettualmente a capire cosa stia accadendo a livello emotivo dentro la persona che ne è conscia e ci pensa ed è una fase praticamente scontata in ogni forma di dispiacere.

Alla sofferenza consegue la fase del bisogno, detta anche fase della "dolenza" dove la persona si rende conto che ci sono delle azioni che possono far cessare quella sofferenza, possono allontanare o eliminare le emozioni negative, ma non solo la sofferenza stessa ci parla e si avverte questa spinta parossistica ad agire in quella data direzione.

Da qui nasce la locuzione "sentire il bisogno" in quanto non è solo un fatto di scelta ma è la nostra stessa psiche ad essere progettata per essere spinta in quella direzione nel tentativo di cedere a qualcosa che ci liberà da quella sofferenza.

Quindi in sintesi quando una persona agisce per eliminare la propria sofferenza si parla di bisogno, cioè di una persona motivata ad agire proprio perché sa che tramite quelle azioni otterrà la diminuzione o l'eliminazione della sofferenza.

Ma non necessariamente alla sofferenza seguita la manifestazione del bisogno in quanto la persona potrebbe percepire che la strada spinta e suggerita da questi bisogni non è la strada che intende seguire e che si era posta come obbiettivo o comunque si rende conto che parte di questi bisogni se vi si cede si hanno più problemi non che altro (come nel caso del risentimento che analizzeremo in fondo all'articolo).

Esistono prevalentemente due forme di bisogno:

- un bisogno egosintonico, la persona concorda con le azioni e la strada tracciata e indicata dalle proprie emozioni;

- un bisogno egodistonico, la persona non concorda e desidera non seguire la spinta data dal bisogno perché sa che avrà conseguenze negative e per questo tenta di opporvisi con pazienza.

 

Quando la persona si trova di fronte ad un bisogno egodistonico tenta di resistergli, questo può avvenire comunque in più modi fra i quali:

 

 - pazienza, da soli o con l'aiuto di qualcuno;

- sfogo, la persona cede al bisogno ma in contesti differenti ad esempio Tizio la fa arrabbiare ma si sfoga con Caio;

- elaborazione dell'emozione.

 

 

Quando la persona non riesce a resistere al bisogno si può assistere al fenomeno dell'insofferenza nel momento in cui questo seguire parossisticamente le emozioni la danneggia socialmente, cioè si definisce insofferente quel comportamento attuato da chi cede al bisogno ma otterrà più svantaggi che vantaggi, fra i più eclatanti ci sono la rabbia di quando non si accetta qualcosa quando sarebbe stato più convienete limitarsi a parlarne o comunque agire per risolvere il problema, il pianto di chi ha paura, la fuga, l'evitamento, la persona attua socialmente dei comportamenti che la danneggiano invece che aiutarla, rivelando ancora una volta come emozioni, parossismi e quant'altro non siano sempre funzionali al soggetto. 

 

Pensiamo ad una persona che prova un'intensa rabbia ma al tempo stesso non desidera fare nulla di violento o rabbioso, la persona percepirà questo bisogno di "aggredire" l'altro. 

Anche qui va ricordato il relativismo del soggetto, del come è cresciuto, del fatto che soffra in quel modo, senta quel bisogno e quella spinta ad agire in quel modo, ognuno è fatto a modo suo.

In termini tecnici l'insofferenza è il comportamento parossistico che una persona ha quando cede al bisogno di comportarsi in un determinato modo specialmente in contesti sociali, dove la lucidità e la calma sono fondamentali.

 

Insofferenza a parte, che è un termine utile per i contesti sociali, cedere al bisogno potrebbe danneggiare in numerosi altri contesti.

Non è detto che la persona lo percepisce come egodistonico, cioè si rende conto che quel bisogno non va seguito altrimenti ci saranno conseguenze negative, alcune persone potrebbero ritrovarsi in una dimensione istintiva e/o alessitimica dove nemmeno si rendono conto dei danni che fanno con quei comportamenti e quindi nemmeno tentano consciamente di opporsi.

 

 APPUNTI:

sopportazione (resilienza), tolleranza e pazienza.

Gli eventi negativi

l'esasperazione della sofferenza.

 


i sorge una domanda ora per esempio l'angoscia è un'emozione negativa incoscia. però per definizione non può diventare conscia altrimenti non sarebbe più angoscia. puoi cmq soffrire dell'angoscia se la analizzi consciamente(non accettandola o che altro) generandoti sofferenza?


si

il solo fatto


che tu tenti di capire


cosa succede


ti dai qualche spiegazioni


e la "osservi"


generi una sofferenza

ultima modifica il: 14-03-2017 - 14:49:09
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