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- Inibizioni -
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Cos'è un'inibizione? Cosa si intende per soggetto inibito? 

(triade inibizione, zona di comfort e corazza

un particolare tipologia di conflitto interiore

inibizione da senso di inadeguatezza. Non confondere l'inibizione con il blocco)

Si parla di inibizione per definire quello che comunemente viene chiamato "freno" dove il soggetto da una parte è motivato a fare una cosa, ma dall'altra c'è un'emozione di paura che la spinge a  non agire, paura che può riferirsi al momento presente o al futuro pensando alle conseguenze.

L'inibizione descrive il fenomeno dove nel conflitto interno dove da una parte c'è la volontà e da parte qualcosa che la inibisce, qualcosa che nasce dalla paura e ha un funzionamento biologico specifico. 

 

Qual è la differenza fra inibizione e repressione? Concettualmente nessuna, la repressione evidenzia un fenomeno inibitorio e intenzionale da parte di un esterno, a volte anche da parte di se stessi quando ci si rende conto di qualcosa solo in un secondo momento.

 

Ad esempio il bambino sta facendo qualcosa, il genitore dice "se continui ti picchio", ecco che il conflitto interiore, inibendo intenzionalmente qualcosa che prima si stava facendo.

Qual è il collegamento con ritegno? L'inibizione egosintonica e voluta dal soggetto. 

 

Si legga conflitto per approfondire.

 

 Introiettare una serie di repressioni fino a quando non diventano immediate.

"Sono sempre stato un tipo pauroso nell'affrontare situazioni, confronti sociali eccetera. Scavando nel mio passato con la terapia, ho capito di essere sempre stato un ragazzo pauroso nei confronti della vita. Provo a spiegarmi meglio: fino ad ora penso di non essermi mai imposto sulla vita, faccio le cose con passività e non con la voglia di fare.. le faccio giusto perchè vanno fatte. Ho scoperto di essere stato e probabilmente lo sono ancora, un bambino/adolescente con la paura di affrontare le situazioni. Esempio: una cosa che è venuta fuori con la psicoterapia è stata l'immagine adolescenziale (prima superiore) di un ragazzo che fumava una sigaretta.. e dentro di me pensavo.. ma questo fuma?? fa male fumare! come se non accettassi il fatto che questo ragazzo fumasse considerandolo come un "ribelle" della società, come se per me fosse andare contro la legge e fuori dagli schemi. Stessa identica cosa qualche mese prima quando ho scoperto tramite un mio amico che mio fratello maggiore fumava (semplici sigarette), ricordo che ci rimasi molto male provando una sensazione strana, di paura. Come se avessi seguito, chissà per quale motivo (forse genitori, nonni,televisione, booh), una idea che andare fuori dagli schemi sia cosa da "ribelli"! Tuttavia questa situazione di "bontà", sensibilità mi ha inevitabilmente portato ad essere preso di mira da 2 o 3 ragazzi prendendosi gioco delle mie "debolezze" caricandomi di prese in giro come ad esempio che ho paura di tutto, che non mi sbilanciavo mai, che non prendevo mai decisioni eccetera. La stessa paura si è generata in campo affettivo, senza mai e dico mai provare ad andare a fondo con una ragazza. Stessa paura nel giocare a calcio, prima di giocare una partita, sempre una forte tensione, gambe che tremavano, cuore a mille. Giustamente lo psicoterapeuta mi ha fatto notare che come nella vita (atteggiamento passivo, paure eccetera) si presentavano anche in campo senza metterci mai quella cattiveria agonistica nel dover dare il meglio di se stessi. In poche parole giocare con la PAURA di sbagliare e affrontare situazioni non assumendosi responsabilità. Io non lo so perchè sono così o forse sì.. secondo il mio punto di vista è una cosa genetica che si tramanda da padre/madre a figlio, ma il terapeuta mi ha detto che la genetica non c'entra ma sono situazioni, eventi che si sono verificati durante il percorso dalla nascita fino ad oggi. E io in tutto questo faccio fatica a reagire, non so come dovrei comportarmi, se accettare tutto ciò e provare a cambiare. Ma a cambiare faccio una fatica enorme e ho paura di fallire, a credere in me stesso faccio fatica. SONO BLOCCATO. Come dice giustamente il terapeuta preferisco rinchiudermi nel mio guscio, dove sono protetto, dove la gente non mi giudica e non mi fa soffrire e non aggredire le giornate con la voglia di fare. La forza di rimanere in questa parte passiva, prevale nettamente sulla parte attiva ed espansiva. Inizialmente provavo una forte rabbia, frustrazione per come sono e per quello che non ho fatto in età adolescenziale. Rabbia e frustrazione che durante il percorso si sono affievolite ma permane quella passività di non aggredire la vita e non assumersi le responsabilità."

 

La paura del soggetto è chiara, il soggetto ha paura che faccia qualcosa di sbagliato, probabilmente si è instillato nella sua mente una visione morale condizionata in cui percepisce costantemente il rischio di poter fare qualcosa di sbagliato e questo lo porta a non sbilanciarsi quasi mai. 

ultima modifica il: 16-11-2018 - 10:21:16
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