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- Rabbia -
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Cos'è la rabbia? Cosa si intende per essere arrabbiati?

La rabbia è la manifestazione comportamentale immediata che si prova nel momento in cui vi è un elemento esterno che ci minaccia o ci danneggia.

La rabbia va intesa come quella reazione immediata che si manfiesta con una tipica manifestazione in volto, accelerazione dei movimenti, cambio di tono della voce, il corpo biologicamente si prepara a combattare.

Con il termine rabbia si descrive la manifestazione comportamento di un comportamento che alla base ha l'emozione chiamata noia.

Solo soggetti abili nella dissimulazione sono in grado di provare noia non facendola trasparire all'esterno.

La rabbia è un'etichetta generale che può assumere connotazioni specifiche differenti in atti concreti di allontamento o distruzione dell'elemento negativo si parla di odio.

Rabbia e odio descrivono lo stesso fenomeno in due tempistiche differenti. A volte l'odio arriva così velocemente che in pratica rabbia e odio si manifestano contemporaneamente.

Il sentimento alla base di questo fenomeno viene definito noia, è quell'emozione negativa che si prova quando c'è un elemento esterno che ci danneggiano, quella sensazione interna che si prova distintamente quando non accettiamo qualcosa.

Nel linguaggio comune le persone tendono a chiamare tutto come rabbia, sia la sensazione interna, sia le varie manifestazioni comportamentali.

 

La rabbia come forma di motivazione, sarebbe meglio dire la noia come forma di motivazione.

Si legga noia.

Da rivedere.

(collegamento con livore

la propensione a sfogare rapidamente con la rabbia)

 

Si definisce rabbia il comportamento largamente variabile che una persona manifesta sia nell'atteggiamento che nel comportamento a seguito del risentimento che ha provato.

La rabbia può essere intesa come quella modifica che il soggetto compie con l'obbiettivo conscio o inconscio di modificare ciò che non accetta.

 

La rabbia la ritroviamo ad esempio nell'intenso gesticolare, nella bestemmia, nel tono di voce elevato, e in quelle caratteristiche così comuni da essere facilmente riconoscibili.

 

Nel linguaggio comune si fa un uso improprio del termine rabbia, il termine esatto è "ira".

 

Quando l'ira diventa non lucida si definisce furia.

 

Si legga risentimento e aggressività per approfondire

 

 

Ira pantoclastica, il soggetto avverte l'impulso o la convenienza di rompere le cose come metodo per punire, disincentivare e cambiare le cose.

"Io sono una persona iraconda. 
Mi arrabbio facilmente e non sono in grado di lasciar correre.
Vedo gente che si scrolla di dosso la rabbia e il nervoso per le cose, specie se non di grande importanza. 
Io invece non sono in grado. 
Se mi arrabbio per qualcosa non mi passa per delle ore. Se è mista a tristezza la condizione può durare giorni. 
Quando mi sento così la mia vita va completamente in stop. 
Non riesco a fare niente. Rimango chiusa sola ad aspettare che passi. Non c'è musica che tenga. Divento nervosa e se ho interazioni rischio litigi, quindi le evito. 

Tendenzialmente la rabbia mi spunta quando mi sento delusa da qualcosa o da qualcuno. 
E ci sono casi in cui persone in particolare o situazioni di stress che perdurano da un po' mi provocano veri e propri attacchi di sclero. 

Io comincio a stancarmi di questa cosa. Perdere intere giornate chiusa in me stessa a cercare di distrarmi da queste sensazioni, sentendole opprimermi dentro è logorante. 
Rischiare di perdere le persone perché la rabbia non ti passa per giorni e tu le ignori... È una spirale di malessere. "

 

L'inutilità della rabbia, il fatto che non c'è nemmeno un'azione da fare mirata al futuro, a cambiare le cose, ma una reazione di rabbia fine a se stessa.

possibile spiegazione

 "viziato, fargliela vincere quando piange o quando si arrabbia, creando un condizionamento che rinforzerà queste reazioni. Premiare solo l'assertività, il dialogo, la discussione, etc.."

FINO A QUI

 

Le persone insofferenti, ma anche quelle scontrose, sono persone in uno stato di influenza umorale, che conservano ancora parte della lucidità mentre la rabbia desidera descrivere quello stato comportamentale fatto di impulsi, dove le persone tendono a fare "scenate".

 

In questo modo si ha una visione chiara  del fenomeno più estremo dove le persone agiscono di impulso, il più comune è quell dove "sfogano la rabbia" con azioni fisiche, ma non è raro assistere anche a fenomeni più particolari dove la persona ad esempi inizia a dire determinate frasi (di solito sconclussionate) o inizia a dire parole, come le bestemmie, senza che se ne renda conto. Ma anche una visione chiara di quel fenomeno simile dove la persona non è in preda a impulsi ma viene influenzata comunque negativamente da delle emozioni che le inquinano il comportamento.

 

Facciamo degli esempi per capire la differenza fra insofferenza e rabbia. Ad esempio una persona che ha appena litigato con qualcuno nel momento in cui interagisce con le altre persone potrebbe avere un comportamento negativo anche se teoricamente queste persone non le hanno fatto nulla e spiegherebbe il detto comune "oggi non ci si può trattare, è una giornata no".

 

Il sentimento che più di tutti spinge alla rabbia  e all'insofferenza è il risentimento, ma quali sono le altre emozioni negative? Nell'insofferenza quasi tutte, mentre nella rabbia sono minori perché ci sono delle emozioni che comunque anche se elimininano completamente la lucidità non producno alcun impulso e senza impulsi non c'è rabbia.

 

L'effetto depressivo ad esempio lo si trova nell'insofferenza ma non nella rabbia.

DA RIVEDERFE

Sebbene tutti sappiano riconoscere agilmente la rabbia non tutti sono conosci della logica che c'è dietro questo comportmento, l'AB propone di spiegarlo con la teoria impulsivia.

Cosa accade? Accade che la persona non ha una vera e propria intenzione di arrabbiarsi ma al contrario accade che per diverse cause, tra le più diffuse c'è il risentimento, si arrivi ad uno stato umorale tale da attivare una specifica classe di impulsi che produrrà il comportamento rabbioso.

Questo vuol dire che la rabbia si manifesta in tutte quelle persone in cui sono soddisfatte contemporaneamente queste due condizioni:

- ha sviluppato ereditato da genitori o altri educatori dei specifici impulsi;

- si trova in uno stato umorale tale da attivarli.

Nel sita non è un caso che la rabbia venga descritta come una possibile conseguenza al risentimento proprio perché questo è uno dei stimoli più frequenti nella generazione della rabbia anche se converebbe chiamarlo comportamento rabbioso.

Il risentimento non è l'unica causa che può produrre la rabbia, ciò che è necessario che la persona venga stimolata nelle sensazioni condizionate.

La rabbia è un fenomeno talmente diffuso e lampante che tutti hanno ben chiaro lo stereotipo di questo comportamento, pensiamo al fumetto "hulk", al punto che nella mente di ogni persona è scolpito lo stereotipo della rabbia come una persona dagli occhi spalancati, i muscoli contratti, che dice più o meno sempre le stesse frasi e tende ad alzare la voce.

Ma la rabbia è un comportamento violento? Si ma non sempre, e alcune persone credono erroneamente che l'unica forma di violenza sia la rabbia e che la rabbia sia sempre violenza, credenza smontata nell'articolo stesso della violenza, in realtà:

- non tutti i comportamenti rabbiosi sono violenti, se la rabbia non produce alcuna sofferenza nel ricevente questa non è violenza, ci sono persone che non si fanno spaventare e in generale sono indifferenti alla rabbia altrui;

- non tutte le persone si arrabbiano, persone che non hanno ereditato questi impulsi non manifesteranno mai tale comportamento, per loro ad esempio un esplosione dopo un'eccessiva sopportazione potrebbe essere un lungo pianto disperato.

 

Ora che sappiamo che la rabbia va considerata violenza solo quando chi assiste ne soffre e che la rabbia esiste in quanto impulsività possiamo comprendere perché alcune persone descrivano la rabbia come "liberatoria", ciò che passano queste persone è il bisogno impellente di esternare questi loro impulsi e frenandoli genera una specie di insoddisfazione, una sorta di desiderio di sfogarsi (non sempre questo è possibile) e quando la persona può finalmente sfogare i suoi impulsi si "sente meglio" (fenomeno descritto più accuratamente nell'articolo della violenza).

Questo accade sopratutto per persone che hanno eliminato la loro etica, non hanno più la visione di vendetta/punizione (ricordando che questa è una delle altre motivazioni al comportamento violento) e avvertendo distintamente come tutto ciò che li spinge a comportarsi così sono questi impulsi.

Per diverse persone questa distinzione non esiste dato che è molto probabile che abbiano ricevuto un'educazione tale che abbia quasi fuso insieme la componente impulsiva e la componente mentale dell'essere violenti giustificandosi con l'etica e la giustizia.

E' necessario quindi fare attenzione a non confersi con queste personalità che affrontano la rabbia portandosi inevitabilmente dietro la violenza etica o altre forme di violenza.

Per comprendere meglio cosa siano questi impulsi che costrituiscono la rabbia potremmo fare degli esempi:

- la persona che inizia a gesticolare in modo acceso, facendo dei movimenti che mimano l'intenzione di iniziare un combattimento;

- la persona prende degli oggetti e inizia a lanciarli a caso o verso la persona;

- la persona alza il tono della voce e usa specifiche frasi ricorrenti;

- la persona inizia a cambiare posizione di continuo seguendo uno schema preciso;

- etc..

 

Tutto questo esiste perché le persone sono condizionabili, come descritto nell'articolo della violenza, subire determinati atteggiamente rabbiosi, subire questi impulsi in contesti emotivi da persone che sono per noi autorevole fa sì che tutto questo venga scritto in modo indelebile nell'inconscio non è raro infatti ascoltare persone : "mai avrei pensato di potermi comportare allo stesso modo di come si comportavano con me" dove persone raccontano di come da bambini abbiano subito comportamenti rabbiosi fisici che sfociavano in dolore fisico (cioè veniva picchiati) al punto affermare di provare ribrezzo per tali comportamenti, ma poi quando le circostanze li hanno portati ad attivare tali impulsi hanno fatto lo stesso verso altre persone, loro stessi non potevano immaginare che tali impulsi li avessero acquisiti anche loro, rimanendo addirittura sorpresi quando per la prima volta si sono manifestati in condizioni di scarsa lucidità e quindi di emotività passiva.

La rabbia infatti può essere contenuta quando la persona mantiene un minimo di lucidità e si trova a cavallo fra emotività passiva ed attiva e viene aiutata dalle inibizioni (come se l'inconscio avesse una sorta di freno di sicurezza) ma quando l'emotività passiva diventa l'unico stato emotivo, il coinvolgimento e travolgimento emotivo sono tali che l'impulso si manifesta senza niente che lo ostacoli, ed è per questo che si spiegano quei comportamenti che la persona stessa consciamente disapprova al punto da dirsi da solo "mi faccio schifo per quello che ho fatto".

Queste inibizioni che teoricamente "aiutano" (ma come vedremo più avanti e come già abbiamo visto nell'articolo della violenza in alcuni casi non sono un aiuto ma l'esatto opposto) nascondo dal fatto che la rabbia così come la violenza stessa usiano disapprovati dall'etica portando di fatto ad essere un freno sociale intenso.

Questo scontro fra impulsi che spingo alla rabbia e questo freno sociale a tenersela dentro tende a creare due tipologie di fenomeni:

- Il primo in cui l'unico freno della rabbia è istrietico, la persona si ferma di fronte ad alcuni giudici ma quando questi non ci sono  libera tutta la sua rabbia appena ne ha la possibilità, è lampante quel fenomeno in cui si possono osservare persone che avendo una famiglia in cui i comportamenti violenti sono permessi passano nel giro di pochi istanti dall'avere un comportamento inibito e quasi mai rabbioso all'esterno per poi arrabbiarsi quasi in un attimo con il genitore in cui non vanno d'accordo;

 

- Il secondo invece riguarda le personalità che sono inibite su più livelli e per loro in ogni momento della loro esistenza non hanno modo di sfogare la rabbia e la violenza in geneare che hanno dentro,  queste persone tendono ad avere dei periodi più o meno lunghi dove accumulano per poi esplodere, a volte arrivando a dei gesti anche estremi talmente la loro lucidità è assente in quei momenti.

 

Analogamente a quanto proposto nell'articolo della violenza l'unico modo per eliminare la rabbia è quella di mantenere costante l'emotività attiva e di attuare un protocollo di intervento inconscio per fare in modo che questo "mostro" che dorma dentro non si svegli mai, l'unica alternativa è di agire strategicamente con uno sfogo costante della rabbia lento e graduale verso oggetti "neutri" per fare in modo che con una piccola e sostenibile sopportazione e uno sfogo lontano dal compo esistenziale la persona possa eliminare comunque le eventuali conseguenze della rabbia.

 

 

DA SCRIVERE

la logica della rabbia inerente al risentimento

 

PRIMA BOZZA

Nella quotidianità il concetto di rabbia è difusso e non presenta confusione, la rabbia, detta anche ira, indica il comportamento che una persona ha in risposta a determinati eventi che non accetta, un comportamento che si contraddistingue per alcune caratteristice come il tono di voce, l'atteggiamento in particolare l'espressione del volto e l'intenzionalità di produrre sofferenza fisica o psichica nell'altro.

 

E' necessario ricordarsi che la rabbia nasce dal risentimento ma non tutto il risentimento diventa rabbia, si legga risentimento per approfondire.

La rabbia esiste solo nel momento in cui il risentimento ha intrapreso questo percorso evolutivo e l'articolo analizza questo percorso.

La rabbia è un'emozione che possediamo geneticamente e che è conosciuta scientificamente nella reazione universale del fight ro flight (combatti o fugg) in casi semplice accade che  quando abbiamo paura fuggiamo, quando non accettiamo un evento tendiamo a risentirti e in alcuni casi arrabbiarci, nell'animale il risentimento si traduce automaticamente in rabbia, ma i casi non sono mai semplici e se la paura è più intensa della rabbia fuggiamo viceversa si "combatte", gli animali in genere combattono per le donne, per proteggere la prole, per il cibo e per difendersi, nell'animale poche cose generano risentimento mentre nell'uomo data la sua elavata componente psichica sono numerosi gli eventi che producono risentimento sono virtualmente infiniti, dato che l'uomo possiede delle credenze a differenza dell'animale.

L'uomo a differenza dell'animale ha numerose altre inibizioni che confluiscono oltre paura e rabbia ed è per questo che assistiamo a fenomeni molto più variegati e complicati durante le interazioni umane dove si presentano rabbia e paura, proprio perché queste non sono le uniche due variabili in gioco come invece accade in natura.

Per spiegare il come gli essere umani si arrabbiano servono due punti di vista il primo è quello di "osservazione", cioè si tende a produrre un comportamento di rabbia come impulsi che sono condizionati nel tempo osservando le autorità intorno a noi e in base al come loro si comportano quando si arrabbiano, si tende ad imitare rabbioso specialmente se queste persone sono percepite come autorità, è come se il nostro inconscio si lasciasse plagiare da questi comportamenti per avere risposte più efficace e articolate di un "dimenarsi casuale contro ciò che ci ha fatto arrabbiare" questo spiegherebbe anche l'utilizzo di frasi "pesanti per ferire" dette senza pensare al punto che si arriva a dire "scusa non era mia intenzione mi sono scappate di bocca" ad indicare che sono strumenti ereditati e non cose pensate al momento (da non confondere con la vendetta che è una rabbia premeditata e in quel caso si lascia uscire ciò che si è pensato poco prima).

Il secondo punto di vista è quello inibitorio e di tutte le variabili circostanziali che si prensentano al momento, prime fra tutte spicca la paura ma anche chi abbiamo intorno, cosa l'etica ci dice di fare in quel momento e il livello di emotività che si sta raggiungendo.

Ad esempio una persona istrietica tenderà ad arrabbiarsi più facilmente se è da sola con ciò che lo fa arrabbiare al contrario tenderà ad essere inibita dal giudizio delle persone intorno, ma non è una regola perché in alcuni casi la rabbia potrebbe essere così intensa da esplodere e vincere qualsiasi inibizione comunque.

La maggior parte dei comportamenti rabbiosi sfogano in tono di voce e violenza psicologia a causa delle inibizioni elevate nel campo della violenza fisica, questo ci fa capire come in un modo o nell'altro la persona tenda comunque ad attuare un comportamento che lo fa "sfogare" evitando tutti quelle strade di sfogo che sono state inibite.

Alcune persone non hanno alcuna valvola di sfogo e in loro la rabbia cresce sempre di più fino a quando esplodo in atti così estremi che si fa difficoltà a capire se non appunto rendendosi conto di tutte le volte che non si sono potuti sfogare nemmeno un po', spiegando anche quegli atti estremi che sfociano in omicidi o atti di violenza non comuni e che non sono "concordi" con la personalità della persona.

Si assiste ad un fenomeno inibitorio altamente complicato dove le variabili in gioco sono diverse e non è possibile fare previsioni ma soltanto spiegare il fenomeno di rabbia con il senno di poi tentando di capire quale sono stati le variabili determinanti, il perché la persona abbia sfogato in determinato modo o perché non si riuscita a sfogarsi affatto nel tempo.

E' nello sfogo che troviamo la risposta al perché le persone si arrabbiano, è un modo di spegnere il risentimento iniziale, l'evolversi in rabbia dipende appunto da come la personalità percepisce e processa quel risentimento e tenta di liberarsene nel caso proceda verso questa strada arrabbiandosi.

Questo, come abbiamo già detto nell'articolo del risentimento, non va visto come una scelta ma come un percorso che si prende in base a come ognuno ha la sua personalità, è facile da capire che quanto più un bambino è cresciuto a contatto con persone che tendevano ad arrabbiarsi quanto più ha "acquisito" direttamente e indirettamente delle caratteristiche che lo spingono con un'alta probabilità a procedere verso la rabbia.

 

La domanda che conviene porsi non è perché ci arrabbiamo, ma perché ci risentiamo, è da lì che nasce la cascata di fenomeni fra le quali c'è anche la rabbia, ci sono delle modifiche alla personalità che possono aiutare la persona a risentirsi ma a far convogliare il tutto verso altre evoluzioni come la tristezza, ma il fenomeno si risolve lavorando sul risentimento, diventanto più tolleranti e spostarsi in ambienti in cui non c'è nulla che li faccia risentire.

Perché luoghi con la rabbia tendono a creare persone che tendono ad arrabbiarsi? La rabbia si trasmette? No ci sono altri meccanismi più profondi, la rabbia non si trasmette per condizionamento come l'impulso nel comportarsi, la questione è ciò che si impara dal comportamento a livello conscio, perché si arriva a pensare allo stesso mododi chi ha intorno pensando o venendo suggestionato che quell'evento per il quale si è arrabbiato non è accettabile e quindi a sua volta si risenti

 

 

 

 

Appunti:

Rabbia e inibizioni, il classico strapparsi i capelli per cercare di scaricare la rabbia su stessi, l'autolesionismo potrebbe nascere da questo?

-rabbia fredda, nella quotidianità vengono definite anche persone "acide" sempre con la battutina pronta.

Vengono definite così perché proprio per il fatto che tendono a vendicarsi dopo le persone non si rendono conto che è una "sorta di vendetta" e quindi pensano che lo facciano perché abbiano qualche componente di personalità che definiscono appunto "acida", come se uno desiderasse senza alcuna motivazione attuare tale comportamento.

I tratti della rabbia fredda

- non gesticola

- non alza il tono di voce

- cerca di nascodere gli insulti dietro giochi di parole 

-   ma i 5 minuti di follia non potrebbero essere così per tutti?

- la rabbia come emozione innata? Come se il nostro cercello sia prediposto a provare il risentimento per "combattere"? La risposta è no, questa confusione sull'emozione innata nasce dal fatto che sia stato chiamato "comportamento rabbioso" anche quell'emozione che mette in atto un animale o un uomo quando è sotto stress, come sappiamo lo stress è innato, sono circuiti specifici per la sopravvivenza della specie, ma si attivano in particolari circostante, la rabbia umana così come la osserviamo nella quotidianità non rientra in questi "eventi stressanti".

Quel comportamento che mettono in atto gli animali o gli uomini in situazioni estreme non ha niente a che vedere con la rabbia di un padre verso il figlio che non rispetta una regola, di una donna che si arrabbia per ciò che vede o sente intorno a lei.

La rabbia umana è un'emozione che si basa sul risentimento, su eventi che non accettiamo e la rabbia è non l'unico modo in cui una persona può rispondere al risentimento, questo concetto porta ad una rivoluzione perché vede la rabbia non come qualcosa di innato o inevitibabile, ma è un comportamento che nasce se si presentano diverse condizioni.

E' il risentimento quella sensazione invece che non è eliminabile, ma che può essere strategicamente e consapevolmente portata intorno allo "zero" e quindi annullata, si legga risentimento per approfondire.

- la rabbia viene vista come uno sfogo perché la persona non sapendo come tollerare o prevenire il risentimento, ha solo tre opzioni dove far confluire il risentimento "tristezza" "rimuginazione" e "rabbia" e la rabbia è l'unica liberatoria, perché le altre due sono componenti che portano a più sofferenza mentre con la rabbia la persona è come se si liberasse, eliminasse il risentimento, "punisce ciò che non accetta"  per questo le persone esclamano "E' un bene arrabbiarsi ogni tanto".

- la rabbia a differenza delle convinzioni nella quotidianità è solo una delle quattro strade possibili al risentimento, se tutte le persone si arrabbiano non è una giustificazione e un fenomeno sufficienten per credere che "la rabbia sia inevitabile" 

- la rabbia si misura a partire dalla modificazione dell'atteggiamento e del corportamento (è necessario distinguerla dalla modifica nella tristezza) una persona che stringe i pugni e gli diventano gli occhi rossi sta comunque modificando qualcosa, quindi il risentimento è passato all'impulso che poi si trattiene è un altro conto. Se non c'è l'impulso libero o trattenuto non si tratta di rabbia.

 

Perché le persone si arrabbiano? La risposta è nella personalità e in base a determinate caratteristiche si seguirà una strada piuttosto che un'altra.

Perché le persone si arrabbiano in un determinato modo? La risposta sembrerà banale o riduttiva ma non lo è, la rabbia è un impulso cioè un riflesso condizionato che si attiva con lo stimolo risentimento, cioè la persona mette in atto tutti quei comportamenti rabbiosi che ha visto nelle persone intorno a sè specialmente se erano personaggi autoritari o educativi, questo però spiega solo l'impulso cioè la persona "possiede" l'impulso rabbia, il perché è da ritrovarsi anche in un fattore di altre caratteristiche di personalità, il risentimento quindi in una persona che possiede questo "condizionamento" potrebbe divenire impulso rabbia, ma poi si farà un confronto sia a livello di intensità, sia anche di come la persona "pensarà" a quell'evento, non è semplice quindi scoprire il perché c'è stata la rabbia o non c'è stata a livello di bivio.

L'esposizione continuativa a forme di rabbia aumenta l'intensità del condizionamento, aumentando sempre di più le probabilità che la rabbia segua quella "forma" appresa. 

 

 

[Per limitare e spegnere la rabbia si può intervenire sulla suscettibilità e sulla irascibilità, cioè desensibilizzandosi e imparando a sopportare]

DA CANCELLARE

La rabbia è una emozione che può essere provata in conseguenza all'escalation del risentimento, in cui una persona volontariamente cerca di spegnere la fonte del risentimento, cerca di spegnere ciò che non accetta. Ma come? Prima di approfondire questo conviene fare un approfondimento rievocando i concetti di collera e di violenza.

Esempi di tentativi, alzare la voce per cercare di sopraffare la voce dell'altro, iniziare a mostrare sintomi intimidatori così che la paura lo inibisca e continui a fare ciò che ci fa risentire. L'umore che è alla base della rabbia comporta un rischio, in caso di aumento potrebbe divenire isteria, cioè arrivare ad offuscare completamente l'io. La rabbia quindi non va confusa con lo sfogo. Una persona non si arrabbia per sfogarsi, ma perché sta provando un emozione, e lo stato umore potrebbe essere correlato anche ad uno stato di repressione e quindi intensificare la rabbia, ma comunque la rabbia non va confusa con lo "sfogo".

La rabbia non va confusa con la collera, la quale invece è un tipo specifico di rabbia, che essendo molto frequente ha trovato un suono nome specifico, in cui la rabbia viene accompagnata dalla violenza, in potrebbe non esserci solo il tentativo di spegnere il risentimento con la violenza ma anche di punirlo, cioè facendogli ad esempio provare lo stesso che sta provando e sentendo egli stesso, la violenza si basa su comportamenti che hanno componenti istintuali, e quindi non si possono approfondire ma chiunque di noi se lavora di immaginazione può trovare in memoria, diverse persone comportarsi in modo violento e tutte in modo differente.

Rabbia, collera e isteria.

L'arrabbiato non esiste, è un errore concettuale, perchè ci si va a concentrare esclusivamente sulla rabbia non considerando l'io coinvolto, con la rabbia si intende un io che cerca di spegnere il risentimento.


La rabbia verso le donne. Quando l'uomo dice che le donne "sono tutte puttane" sta cercando di spegnere il risentimento che una donna o le donne in generale gli procurano. Si pensi all'uomo che ha bisogno di farsele tutte e non ce la fa, non accetta di non potersele fare tutte e questo lo fa risentire e cerca tramite la rabbia, quello che quotidianiamente verrebbe definito disprezzo per le donne, di spegnere quel risentimento.

La rabbia non va confusa con l'isteria o con la collera.

Il come è variabile, e può spaziare e superare qualsiasi fantasia, i casi più frequenti sono quello delle donne sono tutte puttane, oppure il governo è ladro etc..

 

Rabbia e controllo, controllare la fonte del risentimento per spegnerla.

La rabbia sociale o la volontà di controllo sociale. Vi ripoterò l'esempio di mio nonno. Non si accettano le dinamiche sociali e si vorrebbe imporre la propria visione, le proprie regole alla società intera.

Errori attrattivi e la rabbia o la collera verso gli altri. L'uomo che desidera avere tutte le donne del mondo, ha bisogno di farsele tutte e per il fatto che il suo desiderio supera i suoi limiti, diventando un bisogno o una ossessione, invece di considerare il suo errore attrattivo si arrabbia con le donne, cercando anche di giustificarsi incolpandole che sono "troppo arrapanti" "troppo nude" etc..

La rabbia sociale nell'amore in cui si ha dei bisogni verso il partener che questo non soddisfa e ci risentiamo arrivando alla rabbia (passando per il disprezzo) con la conponente dell'io nell'altra istanza.

La rabbia sociale nella politica, in cui la persona per la sua non autosufficienza cerca di dare la colpa a politici o ad altre varie persone senza considerare i suoi errori e la mancata autosufficienza dai quali nascono i bisogni che ingenuamente pensa siano negati dagli altri.

 

La rabbia per dimuire il potere del giudice o per diminuire il valore di ciò che genera risentimento. Come? Denigrando, offendendo ciò che genera il risentimento così questo venga ridimensionato, se le donne sono tutte puttane valgono meno e quindi il fatto che non le posso avere tutte mi genera meno risentimento. Se io considero stupido chi dice che io non valgo niente, quel giudizio mi genererà meno risentimento.

L'errore riscontrabile ovunque, in cui quando una persona si arrabbia, o comunque contro la rabbia in generale si usano metodi che si focalizzano sulla rabbia e non sul risentimento, come se risentirsi fosse normale arrabbiarsi no, non ha senso lavorare sulla rabbia conviene più focalizzarsi sul risentimento e spegnerlo.

 

Bozza vecchia

permalosità e poi infine arrivare alla rabbia. Nella quotidianità si tende a considerare la rabbia come immotivata sia quando si considera la propria che quella esterna, ma invece la logica è definibile, anzi definirla da la possibilità di fare prevenzione sui vari livelli fino a chiedersi, perchè arrivo a non accettare? Rabbia e nevrosi Rabbia e isteria Oltre la rabbia troviamo l'isteria? Bozza vecchia Una sensazione che ci fa provare varie forme di dispiacere. Come si origina? In conseguenza dell'insoddisfazione o dell'inaccettabilità. E' interessante notare come la rabbia possa avere un'esplosione rapida o da accumulo, come se una persona invece di investire a controllare l'emotore e relativa sensibilità, abbia investito a controllare il riflesso, a tenersi dentro andando a formare la frustrazione, arginando l'acqua con una diga, invece di chiudere la sorgente. Ma quando l'acqua raggiunge e supera il limite di sopportazione, ecco che la diga crolla e la rabbia esplode. La rabbia può essere correlata con la nevrosi. Rabbia da insoddisfazione Rabbia da inaccettabilità

ultima modifica il: 22-09-2019 - 14:33:21
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