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- Ammirazione -
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 Cos'è l'ammirazione?

L'ammirazione è il sentimento che il soggetto prova nel momento in cui confrontandosi con altre persone ne trova alcune che percepisce come migliori di lei in quei settori che desidera svillupare e ampliare.

Il sentimento di ammirazione è collegato al fatto che da quella stima nasce un senso di aspirazione, l'altro viene visto come qualcosa di possibile da raggiungere, qualcuno che potrà arricchirci, vediamo quel soggetto come se fosse il "noi futuro" e per questo ci trasmette emozioni positive oltre che essere utile averlo vicino e conoscerlo.

L'ammirazione non va confuso con il sentimento di stima empatica, non si ammira l'altro e nemmeno si invidia, si è contenti per lui e il suo successo anche se questo non ci dice nulla.

Solitamente la stima empatica si prova quando si è poco orgogliosi o si è già raggiunto il proprio successo personale, si è già raggiunto quel posto sociale che si desidera avere.

 

 

L'ammirazione però non è sempre il sentimento che nasce, a volte il soggetto potrebbe provare invidia.

Quando scatta l'invidia? Quando il soggetto crede che non potrà mai avere o essere ciò che sta guardando, per problematiche di autostima o di convinzioni limitati il soggetto inizia a provare rabbia ed emozioni negative, fra sentimento di inferiorità e non accettazione della situazione. Nei casi più estremi il soggetto tende a desiderare la distruzione di ciò che gli suscita invidia come mezzo per smettere di soffrire e da qui il detto "le persone ci godono quando stai male o ti succede qualcosa" riferendosi che l'invidioso trova sollievo nella distruzione di ciò che gli fa nascere tale sentimento.

 

Il sentimento di ammirazione produce il fenomeno dell'attrazione e dell'imitazione.

 

 

Elenco di disambiguazione:

- rispetto, basarsi sulla visione morale dell'altro e sulla sua sensibilità per evitare di arrecargli emozioni negative di risentimento o qualsiasi altra emozione negativa. Il rispetto lo si porta per due motivi, educazione la persona è stata educata a rispettare gli altri, per paura la persona tende a non rispettare gli altri ma rispetta coloro di cui teme le conseguenze se in qualche modo se la prendessero o comunque li si teme per la loro autorità;

- deferenza, il rispetto si manifesta con la deferenza quando questa è nei modi di rapportarsi. Mettendosi in una posizione di inferiorità così che l'altro non possa in alcun modo prendersela. La derenza è incentrata sulla sensibilità al dominio e sul fatto che una volta che ci si pone come pari o come inferiori l'altro difficilmente potrà prendersela per qualcosa, sarà anche meno sensibile. La deferenza non va confusa con la gentilezza interessata, ma è solo un modo di porsi che aiuta nei rapporti, specialmente quelli formali o nelle nuove conoscenze. Un atteggiamento diplomatico teso ad evitare che un soggetto sensibile al dominio e orgoglioso possa provare acrimonia e creare tensioni che vanno contro l'obiettivo dell'interazione;

- riverenza, il rispetto si manifesta con la deferenza quando questa è nei modi di comportarsi, con la gestualità fisica. A fare in qualunque rapporto con la riverenza invece si indica un comportamento che sebbene possa far sentire o apparire inferiore colui che lo pratica va ad aumentare l'onore e la superiorità di chi lo riceve. Fra i più diffusi comportamenti di riverenza ci sono inginocchiarsi, chinare il capo, baciare la mano, etc.. Si definiscono comportamenti riverenti e sono frequenti nelle organizzazioni gerarchiche. La riverenza può essere vista come una forma di onoranza se l'obbiettivo è anche quello di rafforzare la visione sociale del soggetto che riceve tale riverenza, evidenziare anche la propria posizione di inferiorità e sottomissione;

- ossequio, una forma di saluto riverente;

- venerare, il comportamento che si manifesta in modo più o meno eclatante quando si apprezza per il valore che possiede e con cui vogliamo entrare in contatto. La venerazione nasce dall'apprezzamento, dal valore che l'altro possiede che genera attrazione e non imitazione. La venerazione è tutto ciò che una persona fa in risposta a quel valore, tutto ciò che fa per cercare di avvicinarsi ad esso o prenderselo, per viverselo anche a distanza.  La venerazione si manifesta con complimenti, con la trasparenza riguardo alla stima, con l'offerta di qualcosa, di doni, del proprio tempo, dell'esternare la propria stima. Ad esempio si può venerare il proprio compagno facendogli continuamente doni, facendogli sentire quanto lo vogliamo,  venerare un medico che ha salvato tante vite e riceve doni a natale, venerare un eroe di guerra donandogli cose, venerare una persona di successo del proprio paese. Le motivazioni possono essere diverse ma in ogni caso c'è un apprezzamento verso il soggetto e un volererlo ringraziare o ingraziarsi questa persona. La venerazione spinge un soggetto a fare tutto ciò che gli viene chiesto (da colui che venera) senza che gli pesi minimamente;

- l'adorazione, l'adorazione è la parte attiva del fenomeno dell'amore. L'amore esiste proprio perché una persona adora l'altro, cioè dà all'altro quello che vuole facendolo sentire per l'appunto amato. Per adorare qualcuno è necessario aver compreso che l'amore si regge su uno scambio di dare e avere, dire "ti adoro" è come sottolineare le proprie intenzioni di far sentire l'altro amato, di tenere vivo l'amore, di aver capito che l'amore esiste quando si dà in modo specifico quello che l'altro ci chiede, quello che l'altro vuole. Dire "ti amo" invece è più la forma passiva, solitamente detto dalla persona che proprio perché viene adorata, si sente appagata, quindi esterna questo suo stato di attrazione fisica e appagamento per il partner affermando quel "ti amo" denso delle emozioni positive provate;

- ammirare, si ammira qualcuno nel momento in cui gli si riconosce un valore che si desidera avere e che si sta già tentando di avere o la persona ritiene raggiungibile. L'ammirazione scatta nel momento in cui si desidera raggiungere la persona prendendola come modello, come qualcosa che è migliore di sé e che si desidera raggiungere;

- devozione, fare un voto il quale sancisce che ci saranno delle conseguenze (spesso portate da altri) se non si seguirà tale voto. La persona sarà poi motivata quindi per dovere e senso di responsabilità. La moglie devota o il marito devoto è l'esempio classico in quanto in seguito al matrimonio hanno preso dei voti, degli impegni i quali dicono che la persona a costo di soffrire è tenuta a portare avanti la famiglia. Oggi questo non lo si fa più ed è accettato che alcuni voti del matrimonio vengano sciolti o non rispettati ma in passato non era così ed è per questo che c'erano pochi divorzi anche se i rapporti di fatto non funzionavano. I voti possono essere sia conseguenze materiali che psicologiche come le offese, gli insulti e la perdita di reputazione sociale;

 

- idolatrare, costruirsi la rappresnetazione di qualcosa e tenersela in casa, indica un'intensa venerazione per qualcuno al punto che ha bisogno di tenere simboli di questo soggetto. Il perché è spiegato con il fatto che la sua presenza lo fa stare bene, il simbolo diventa un mezzo per averlo sempre in mente;

- onorare, riguarda alle azioni da fare nei confronti di qualcuno in modo che ne aumenti la reputazione sociale, rafforzino la visione del soggetto, un figlio che onora il padre è uno che obbedisce a prescindere specialmente in presenza di altri che osservano. Onorare qualcuno vuol dire contribuire direttamente o indirettamente al suo onore;

- adulazione, si parla di adulazione nel momento in cui la persona finge ammirazione, ossequio, apprezzamento o qualsiasi altro giudizio positivo con il fine di incoraggiare l'altro a continuare qualcosa e non inibirlo con giudizi negativi o la possibile percezione dell'altro di giudizi negativi. 

- manierato, avere uno specifico comportamento;

- contemplare, usato erroneamente come sinonimo di ammirazione si riferisce al fenomeno in cui il soggetto guarda la realtà in modo puramente scientifico, rendendosi conto di ciò che affronta a livello ipotetico e quasi come fosse una "fede";

- accondiscendenza, non riuscire ad esprimere le proprie preferenze e di fatto dire no ad alcune cose, la persona non è assertiva;

 

 Qual è la differenza fra ammirazione e invidia? L'invidia è l'emozione che si prova nel momento in cui guardare l'altro trasmette solo un senso di inferiorità, provata da persone che sono bloccate in una dimensione di autostima bassa, che credono di non poter arrivare a ciò che vedono e non possono far altro che invidiare odiar e non accettare quello che credono non saranno mai.

L'ammirazione non va confusa con il circolo affettivo, qui non si tratta di "sono contento perché tu sei contento" ma di avere un modello positivo da cui imparare anche solo per osservazione, una persona che di fatto simboleggia il proprio futuro ed è qualcuno da cui imparare o anche solo prendere spunto.

 

 

Nascondere la "fantasia assistita" sotto forma di ammirazione

Alcune persone non invidiano e non ammirano, usano semplicemente l'esistenze degli altri per "vivere" una vita che loro non possono avere, il meccanismo è simile a quello dell'ammirazione con la differenenza che la persona non migliora, non impara nulla (non c'è alcun fine utilitaristico) la persona legge la storia dell'altro (tramite social network o racconti) e se la vive come se fosse la propria nel mondo di fantasia che ci si costruisce (l'analogo del leggere un libro con la differenza che in questo caso le emozioni e i sentimenti sono ancora più intensi e con una parvenza di realtà, specialmente se la persona che si conosce è vicina).

 

 

Ammirazione senza risultato

Alcune persone potrebbero rendersi conto che guardare gli altri può aiutare loro per capire cosa fare, ma mancando di una base di efficace non riescono a trasformare ciò che vedono e imparano in risultato positivo e in crescita. Questa iniziale ammirazione potrebbe trasformarsi in invidia nel momento in cui si rendono conto o credono che non saranno mai come l'altro.

 

Più una persona si stima più è probabile che la si ammiri perché la si ritiene la migliore, ma anche ce la si invidi.

 

indicatori di ammirazione, l'altro prende spunto dai nostri comportamenti iniziando a emulare, imitare e modellare?

FINO A QUI

 

Nel linguaggio comune l'ammirazione è un termiune diffuso anche se si presenta come un argomento confuso a causa dei diversi significati attribuiti, elenechiamoli:

- ammirazione per intendere le emozioni positive che suscita il guardare qualcosa che si reputa bello, ammirare un paesaggio, ammirare una persona che si ritiene attraente per avere piacere dal senso della vista;

- ammirazione per intendere il desiderio di imparare da una persona che si stima come migliore di sé, ammirazione come un sentimento positivo di chi desidera crescere e guarda l'altro come un modello da inseguire, sentimento opposto a quello dell'invidia.

 

L'ammirazione sulla base del primo significato può considerarsi come un sentimento superfluo dato che il giudizio sulla bellezza implica che la persona stia provando emozioni e sentimenti positivi, per questo l'AB sceglie di ridefinire l'ammirazione sulla base esclusivo del secondo significato così da poter spiegare quel fenomeno inerente al campo dell'autostima e della stima.

L'ammirazione per l'AB è quel sentimento che provano quelle persone che di fronte a persone che stimano come migliori di loro, cosa che fa scattare in loro un faro da seguire che ilumina la loro situazione ancora ombrosa, un'emozione simile a quella di possedere un genitore che li aiuterà a crescere.

L'ammirazione è quindi un sentimento che nasce nel momento in cui la personalità è non solo predisposta al cambiamento ma è anche predisposta a provare sensazioni ed emozioni positive nel momento in cui trova una figura con cui crescere, dalla quale farsi aiutare, una persona da imitare, l'ammirazione è per quelle personalità che vedono queste persone come un'occasione e opportunità di crescitaed è per questo che quando la si trova si provano emozioni positive, si ammira quella persona.

L'ammirazione non implica necessariamente un rapporto, a volte la persona può semplicemente limitarsi ad osservare colui che ammira da "lontano" ed imitarlo/emularlo basandosi solo su ciò che vede, sta alla persona la scelta se rapportarsi o meno con la persona che ammira se ne ha la possibilità, rapporto che porterebbe anche a degli insegnamenti/consigli diretti.

Lo stato necessario per ammirare spiegherebbe anche perché alcune persone invece di ammirare chi vedono come migliore di loro finiscano per provare emozioni negative, si ritrovino in uno stato definito di invidia. 

La persona non desidera e non è propensa al cambiamento quindi non può far altro che "odiare" la persona che reputa migliore di lei, che se potesse prenderebbe il suo posto ma proprio perché non può non può far altro che odiare ciò che gli ricorda puntualmente chi non è, di solito l'invidia è accompagnata da pensieri come "perché lui si ed io no?" e tante altre credenze che nascono da visioni riduttive dove la persona non guarda al percorso che l'altro ha fatto per arrivare a quel punto, percorso di crescita ed investimenti fatti in tal senso.

Per le persone che sono chiuse mentalmente e che credono in una sorta di innatismo e di arrivismo, dove per arrivismo si intende che ad una certa età una persona ormai dovrebbe essere arrivata, non esistono sentimenti di ammirazione, queste persone oscillerano fra il provare invidia o provare tristezza e risentimento di fronte alle persone che reputano migliori di loro, specialmente se loro non sono come desiderano essere.

Questo ci porta a considera come sia autostima che ammirazione siano direttamente collegate all'autostima, mentre una persona che ammira probabilmente arriverà allo stato che desidera provando sensazioni positive verso tutte quelle persone che contruibiranno alla sua crescita, le persone che provano invidia non solo rimarrano immobili nel loro stato in cui si sentono inferiori ma avranno la loro esistenza condita di emozioni negative.

Può esistere l'ammirazione anche senza che la persona sia propensa alla stima e all'autostima? Si, l'ammirazione più che dall'autostima nasce dal confronto e dalla semplice osservazione per cui l'altro ha ciò che noi desideriamo avere. Una persona consapevole è in grado di confrontarsi senza essere schiavo delle credenze che contraddistinguono le personalità alla ricerca di autostima, questo porta alla conclusione che qualsiasi persona desideri crescere e trovi persone che hanno ciò che lei aspira avere produrrà verso queste persone sensazioni di ammirazione.

Viceversa tutte quelle persone che a causa della loro assente consapevolezza ed assente desiderio di crescita, bloccati in credenze arriviste e nella loro chiusura mentale, non potranno far altro che provare invidia per tutte quelle persone che ricordano i loro limiti e la loro inferiorità, stato che non possono accettare soprattutto perché lo vedono come "eterno", come se loro saranno per sempre così.

"Quando qualcuno ha quello che tu non hai ma che desideri avere possono accadere solo due cose o lo ammiri (positivo) o lo invidi (negativo). 

 

Quando ciò che si desidera non è raggiungibile in nessun modo la persona è condannata a provare invidia? La risposta è si, in questo caso accade che la persona desiderando qualcosa di non concreto e irrealizzabile finirà puntualmente per provare invidia, questo stato finisce nel momendo in cui la persona si ridimensiona modificando i suoi desideri e spostandosi verso qualcosa di più concreto.

 

Ammirazione e mancanza di motivazione

Saper come si cresce e trovare la persona che ci potrebbe aiutare non è tutto, è necessario che la persona sia motivata a farlo; non avere la motivazione potrebbe  trasformare una iniziale ammirazione in invidia dato che la persona di fatto è come se si rendesse conto che in pratica non arriverà mai a ciò che desidera. Questo fenomeno accade perché le persone desiderano solo il risultato finale, desiderano vivere in modo passivo e di aspettative, ed è da questa visione delle cose che la persona finisce per desiderare cose che non è motivata a svolgere nel percorso.

 

Ammirazione ed eccitazione

E' probabile che ammirare una persona produca eccitazione mentale, d'altronde l'altra persona ci da piacere, ci da gioia, migliora il nostro tempo e tutto questo potrebbe trasformarsi in eccitazione mentale.

 

Ti stimo come sinonimo di ti ammiro

Essendo nella quotidianità diffuso il termine ti stimo per intendere come ti vedo migliore di me e di altre persone, alcune persone potrebbero includere in questo termine anche il concetto stesso di ammirazione.

 

Si può invidiare ed ammirare contemporaneamente?

 

La teoria della soddisfazione esistenziale a determinare l'ammirazione o l'invidia, una persona che è soddisfatta delle sue altre componenti tenderà a non provare invidia? In questo caso si sta commettendo l'errore di confondere l'invidia con la dominanza, dove la persona non si sente inferiore perché avendo altre componenti che vanno "bene" nella sua esistenza potrebbe non sentirsi inferiore nonostante qualcuno sia effettivamente superiore su quello specifico punto.

 

 APPUNTi:

 

sunto "se sei una persona che vuole progredire incontrare una persona meglio di te ti farà sentire quasi fortunato di averla incontrata e la ammirerai, al contrario uan eprsona che non vuole crescere, che pensa di essere arrivata ed immutabile proverà invidia per le altre persone perché vedrà in loro quello che crede che non potrà mai avere o essere"

 

 

ultima modifica il: 06-05-2020 - 19:33:25
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