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Cosa è il confronto? Cosa si intende per confrontare?

collegare confronto e autoconfronto

Si definisce confronto l'atto di mettere due o più cose vicine per vederne le differenze. Il confronto a volte è talmente evidente che non è nemmeno necessario fare alcuno sforzo cognitivo. 

Il confronto avviene perché un elemento diventa termine di paragone per l'altro, ad esempio se mettiamo due persone vicine, inevitabilmente quella più alta svetterà e farà da termine di paragone per tutti quelli più bassi.

Si parla di autoconfronto quando il soggetto inserisce se stesso nel confronto con altro.

Il confronto è un fenomeno esistenziale significativo in quanto ogni soggetto tende a sentirsi superiore ma sopratutto inferiore agli altri, il soggetto con il confronto riesce a stabilire qual è la sua gradatoria nel gruppo, dove si trova, trovando particolari difficoltà nel momento in cui si sente inferiore alla media, entrando in una dimensione che il soggetto definisce come mancanza di dignità.

Il soggetto si confronta per due motivi quindi:

- vuole essere degno, sentirsi normale, non avere quelle situazioni che lo farebbero sentire inferiore agli altri. Ad esempio avere un lavoro, una casa, potersi permettere le attività più comuni;

- confronto per dominare, il soggetto punta a sovrastare gli altri, schiacciarli, vincerli quindi ricerca il confronto come mezzo di piacere.

 

 

Il confronto non necessariamente avviene per comparazione, cioè quando due cose sono vicine fisicamente, con la nostra mente possiamo fare comparazioni mentali, vedere differente e fare paragoni senza che sia necessario uno spazio fisico.

Anche se qui c'è un maggiore rischio di distorsioni.

 

Si legga paragonare per approfondire

 

 

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 Con questo termine si definisce il fenomeno per cui una persona è in grado di riconoscere le differenze fra una cosa e un'altra, ad esempio mettendo vicino una macchina da una persona siamo in grado di vederne le differenze e in base ad essere comprendere la realtà.

Il confronto è un meccanismo di base dell'essere umano, serve per comprendere le cose ed anche acquisire informazioni in quanto quando si vede una differenza che non si conosce si è portati ad indagare proprio perché è qualcosa di diverso da ciò che si conosce.

Il confronto non è solo macroscopico ma anche microscopico, ad esempio mettendo due persone vicine si possono vedere le differenze in termini di personalità, quali caratteristiche possiede uno e quali l'altro.

Il confronto non va confuso con il comparaggio, cioè stabilire non le differenze di qualcosa ma quanto varino sulle similitudini.

Cioè due persone possono essere giudicate entrambe per bellezza e compararle vuol dire stabilire chi è meglio e chi è peggio su quel lato, confrontare invece vuol dire rendersi conto che una ruota è diversa da un quadrato, che due persone hanno caratteristiche differenti.

Comparare pone l'accento sul porre attenzione su ciò che hanno entrambi e poi fare i relativi paragoni, comparare e paragonare sono concettualmente sinonimi anche se pongono l'accento su due fasi diverse di una stessa attività mentale.

Dal concetto di comparaggio nasce quello di stima, cioè quando si paragonano più persone o cose si è in grado di fare una gratuatoria andando oltre il semplice comparaggio dualistico per stabilire chi è meglio e chi è peggio.

Quando una persona afferma che teme il confronto sta dicendo ad esempio che ha paura di qualcosa che le manca se confrontato con un altro, ad esempio il confronto con un ex riguardo a quello che lui aveva e lei non ha, viceversa quando si teme il comparaggio e il paragone si teme il fatto che una volta valutati sulla stessa cosa si è inferiori.

Qui si entra nella dinamica del giudizio di valore, le persone sanno che mediamente si preferisce quello che ha più valore e sia nel confronto che nel paragone c'è il rischio di essere superati da qualcuno. 

A complicare la situazione oltre il valore c'è anche il concetto di dominanza, sentendosi inferiori in caso di confronto o paragoni negativi con altri.

Si legga dominanza per approfondire.

 

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servarne le differenze o le eventuali somiglianze. Nella comparazione quindi si parte da uno stato di ignoranza generale e si differenzia per questo dal paragonare. Si compara nel momento in cui si confronta per similitudine o uguaglianza qualcosa per osservazione ad esempio il maestro quando assegna un compito compara i suoi alluni e dai vai confronti giudica chi è migliore di altri in base al risultato e al suo specifico metro di giudizio e al suo punto di vista;

paragonare, si prende un punto di riferimento e poi si passa al confronto. Ad esempio si prende una persona con quale fare una comparazione con frasi come "Luca si è bravo, non tu". Il termine paragonare fu coniato nell'ambito delle pietre preziose e poi fu esteso al campo esistenziale con la differnza che si è passato da un ambito scientifico e oggettivamente misurabile ad usarlo in un contesto soggettivo e più complesso perché quando si paragonano le persone gli elementi sono molteplici oltre che soggettivi. Infatti le persone quando vengono paragonate potrebbero opporsi e rispondere "ma non puoi paragonarmi a quello". Il paragone viene di solito utilizzato dalle figure educatrici per generare un senso di inferiorità nel soggetto che viene paragonato o comunque farlo sentire in difetto e per questo motivarlo alla rivalsa.

 

 

Per comodità quando si parla genericamente di confronto di fa riferimento alla comparazione dove ad esempio una persona o compara gli altri o compara se stesso e gli altri.

È necessario tenere a mente che il confronto ha due elementi chiave:

- il punto di vista di chi confronta;

- il punto di interesse di chi confronta.

Il punto di vista vuol dire che ognuno ha i propri soggettive metodi di giudizio e categorigazzione, si pensi a quando sia soggettivo il voto che un professore da un alunno, il punto di interesse vuol dire che ci sono persone ad esempio interessate ai soldi e si mettono a fare comparazione sui soldi mentre altre persone che ad esempio sono interessate alla bellezza si mettono a comparare in quel versante.

La domanda a questo punto è perché le persone fanno confronti?

 

Nel linguaggio comune il termine confronto è diffuso e viene usato per descrivere il fenomeno psicologico in cui le persone osservando ed analizzando  più elementi sono in grado di trovarne le differenze.

L'uso più comune che se ne fa del confronto a livello esistenziale è quello per vedere le differenze fra le persone in base a quelli che sono i punti di interesse di chi guarda, anche se comunque fra gli obbiettivi più comuni e frequenti troviamo:

- autostima, la persona ha una visione attitudinale dell'esistenza e crede che fare o non fare sia determinato da come si è, come ci si è nati e confrontarsi diventa uno strumento per capire a quale gruppo si appartiene, per capire quali attitudini si hanno, sopratutto confrontando i risultati e i relativi giudizi;

- per ignoranza e disadattamento,  sopratutto lato "come funziona il mondo", la persona non capisce a livello generale le cose, non capisce perché altri riescano o altri arrivino più preparati nell'affrontare le cose, la persona fa fatica a capire il mondo nelle sue dinamiche e tenta di trovare risposte facendo confronti, metodo che non produce risultati se non quello di generare invidia dato che la persona in questo modo vede solo le differenze e nient'altro;

- per dominanza, la persona intende confrontarsi perché desidera competere e sentirsi superiore andando a vedere se su determinati elementi la persona abbia una posizione di superiorità o inferiorità, sia migliore o peggiore, abbia o non abbia, abbia di più o di meno etc..;

- sentimento di realizzazione e/o dare un senso alla propria esistenza, questo accade nelle persone che appoggiono l'etica comune e inseguono i valori più per istrietismo e riprova sociale. La persona si confronta per vedere quanto si siano realizzati gli altri e quanto si sia realizzata lei, non per una questione di dominio ma per vedere se è stata abbastanza "brava" o "brava come la media". Per queste persone è facile confrontarsi con gli altri su quelle che sono le tappe sociali quali accasarsi, fare carriera, etc.. generando sofferenza quando si è rimasti indietro e non si sono raggiunte determinate tappe. Questo spiegherebbe perché a volte le prime domande che si fanno in condizioni di conoscenza iniziale siano "cosa fai? sei sposato? Fidanzato?";

- insicurezza, la persona non sa gestire le incertezze e per questo cerca le certezze confrontandosi con gli altri, di solito il confronto serve a vedere le eventuali differenza fra sé e gli altri e annullarle così che la persona si senta sicura se si omologa agli altri, quindi un confronto teso a fare "quello che fanno gli altri" come certezza di base a cui aggrapparsi in alcune situazioni, si basa sulla riprova sociale facendo in modo che fra lei e gli altri ci siano quante meno differenze possibili,  come se sapere di aver fatto quello che fanno gli altri la rassicurasse per effetto gregge;

- selezione del migliore, in ambito lavorativo o scolastico.

 

 

Se si analizzano queste motivazione e la relativa esecuzione del confronti e si pone l'accento sul fatto che ognuno ha un metodo di giudizio arbitrario quello che ne viene fuori è una realtà paradossale, ad esempio nella dominanza il soggetto potrebbe arbitriamente sentirsi superiore o inferiore a seconda di cosa guarda e come lo guarda, stessa cosa per chi crede di poter stabilire chi è il migliore o meno e così via.

In alcuni casi come l'ultimo punto questo sistema continuerà ad esistere e sarà via via sempre più standardizzato lasciando che quello che avviene ora sia solo il ricordo di un'educazione medioevale o di una competizione animalesca (per quanto riguarda la scuola in cui i professori danno voti soggettivi e stessa cosa per la competizione dove non si sono ancora centrati e standardizzate le analisi dell'adattamento e potenzialità di un soggetto), per gli altri casi la soluzione è smettere di confrontarsi e per farlo è necessario andare ad eliminare quelle fragilità di personalità alla radice che motivano un soggetto a quello che crede essere un utile confronto.

 

Il confronto non è automatico e non è sempre necessario, si può smettere di confrontarsi e lo si può fare solo se al soggetto viene meno la motivazione per farlo. 

 

Una confessione dal web:

"Se vivi una vita di insoddisfazioni fare confronti è inevitabile, e più farai confronti più ti sentirai insoddisfatto. Io sono rimasta incastrata in questo meccanismo per anni. Odio, risentimento, invidia, sentimenti distruttivi che ti corrodono."

La prima cosa che notiamo è il concetto di inevitabilità, probabilmente la ragazza nella sua insoddisfazione tentava di guardare all'esterno per capire cosa le mancasse e cosa le sfuggisse, si è resa conto che per come era lei non poteva fare a meno e per assurdo più lo faceva e più soffriva probabilmente anche con la complità di una personalità superba e più si confrontava con gli altri più vedeva un "di meno" che la faceva sentire inferiore e che le faceva nascere quei sentimenti negativi descritti.

 

 

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Nel caso specifico della dominanza e della superbia si potrebbe arrivare in soggetti che si sentono sistematicamente inferiore, almeno come risposta automatica immediata, perché accade?

Per due motivi:

- senso di inadeguatezza, la persona è stata sminuita durante il corso della sua esistenza ed ad ogni confronto è come se ritornasse immediatamente a galla quel condizionamento che almeno come primo risultato da questo costante senso di inferiorità, che viene superato solo se la persona consciamente ha capito questi meccanismi;

- idealizzazione e percezione distorta degli altri, la persona non riesce a vedere in modo valido le caratteristiche degli altri tendendo ad enfatizzarle, aumentarle, idealizzarle al punto tale che per confronto la persona ne esce sempre sconfitta ma perché non riesce a vedere esattamente gli altri per quello che sono (effetto erba del vicino è sempre più verde).

 

Sono persone che dopo un'iniziale senso di inferiorità riescono a vedere meglio la situazione se guardano in modo analitico.

 

Perché le persone consapevoli e sagge non si confrontano? Andando a guardare le motivazione del confronto si scopre che non c'è un singolo elemento di utilità nel confrontarsi, ci sono modi migliori per avere risposte anche perché ognuno ha la sua esistenza, ogni persona è un soggetto unico e quindi non ci sono informazioni utili nel fare confronti con persone diverse, spinte da motivazioni diverse e con un percorso esistenziale diverso.

Un conto è ammirare qualcuno, consocerlo e studiarlo per capire la sua personalità, capire cose che ci possono tornare utili come conoscenza e abilità ma dal confronto non può uscire nulla di valido se non un senso di inferiorità o superiorità che è "caro a chi vive più come un animale non che come un umano".

Chi ha come scopo quello di essere felice ed adattarsi nella sua realtà, trovare il suo spazio non si confronta, ma punta a studiare e a capire le cose, punta al fare, all'ammirare e al collaborare. Una volta eliminata la superbia quello che serve a queste persone è qualcuno che le instradi al mondo, che le dia una base per potersi adattare, capire almeno in parte e poter poi continuare da sole. Se ascolterete queste persone che si confrontano noterete la loro disperazione, la loro ignoranza e il loro disadattamento, persone che non agiscono perché non sanno cosa fare, sono smarriti in situazioni "più grandi di loro".

 

La necessità di confronto è da prendere come indicatore di una personalità debole e che necessita di un cambiamento e di una crescita.

Pensiamo ad esempio una donna che non capisce cosa sia la bellezza, non capisce cosa la determini bella, non capisce quale sia il suo ruolo, ed ecco che questa inizierà a confrontarsi con altre donne, cercando di capire cosa hanno queste in più a lei, finendo per rinchiudersi in una dimensione di autoimmagine distorta, di spiegazioni completamente errate, questo perché la persona ha cercato le risposte nei confronti quando non aveva nemmeno le basi per fare quel percorso mentale in modo valido.

 

 

La dinamica del confronto nell'autoaffermazione

Il termine autoaffermazione indica quel fenomeno in cui le persone  attivamente tentano di ottenere dei risultati che migliorino il confronto con gli altri per fini di dominanza.

APPUNTI:

 

confronto di salvataggio nel superbo dopo il senso di inferiorità, puntando una persona inferiore per potersi "rifare" con pensieri come "vabbè almeno sono meglio di Caio".

 

Il pensiero di una persona comune che non riuscendo a capire cosa le manca, cosa hanno gli altri o come funziona (la stessa ignoranza che porta le persone ad una dimensione di autostima) cerca risposte nel confronto:

"non vi capita mai di immaginare una situazione in cui si fa bella figura e poi al momento "clou" fare una figura pessima? Poi magari qualcun altro si comporta come avreste voluto fare voi e a quel punto mi viene naturale chiedermi: "che cosa caspita ha in più di me da riuscire dove io ho fallito???"..."

 

DA ANALIZZARE

"Sui social network sembrano tutti fantastici, bellissimi, con case stupende, abiti favolosi? Prima facevo un giro su instagram (io non ce l'ho, ero con una collega e guardavamo il suo profilo) e notavo pagine di gente che non conosco...tutte donne bellissime, ben vestite, con case perfette...immagini che sembrano scattate dal fotografo, belle da guardare, fisici in forma smagliante, sorrisi...
Io non sono mai stata brutta ma ogni volta che mi faccio una foto mi vedo orrenda, casa mia è vecchia e per quanto mi sforzi di renderla carina non ci riesco, non c'è nulla di lussuoso e in foto viene buia e scura perché c'è poca luce...in foto mi vedo brutta e grassa, più che allo specchio. In più, sono una pessima fotografa!
Non ho una vita interessante, non ho soldi per viaggiare e non andiamo mai da nessuna parte. Per non parlare di Facebook: ogni scusa è buona per immortalare scorci di case perfette, abiti alla moda, sorrisi raggianti.
Guardo quelle foto e mi sento inferiore, inadeguata, come se non fossi al passo con i tempi.
Ho una bella vita, non mi interessa mostrarla (per esempio non pubblicherei mai foto dei miei figli) però non posso fare a meno di sentirmi inferiore, perennemente perdente in un ipotetico confronto."

 

cosa traspare? l'ignoranza di una persona che non comprende le dinamiche dell'apparenza, dell'investimento che alcune persone fanno per produrre un risultato artificiale che non rispecchia la normalità, sia in termini di ciò che viene mostrato e cosa no e ciò che viene mostrato in modo "migliorato  e costruito". Eppure la persona nonostante questo conclude e deduce facendo un confronto su ciò che vede. 

appunti:

Confontrarsi e sentirsi minacciati quando ci si sente superiori perché si teme una possibile invidia o ritorsione da quelle persone.

ultima modifica il: 15-12-2018 - 17:36:28
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