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Cos'è l'adattamento? Cosa si intende per adattarsi in ambito esistenziale?

 

 

Adattamento primario: posto l'obiettivo non so come raggiungerlo

Adattamento secondario: ho già raggiunto l'obiettivo ma è sopraggiunta una crisi, un cambiamento, che minaccia ciò che ho o che richiede un nuovo modo di raggiungere, conservare o difendere l'obiettivo.

Per comprendere l'adattamento secondario è necessario aver compreso il concetto di crisi, dove per crisi si intende lo stato di minaccia più o meno grave che il soggetto subisce o pensa di subire e al quale non è in grado di rispondere se non attuando prima un cambiamento.

L'adattamento biologico è stato descritto da Darwin e più che singolo conviene guardarlo come specie, l'articolo si focalizzerà totalmente sull'adattamento a livello psicologico.

L'adattamento avviene in tre modi:

- tenativi ed errori conscio;

- tentativi ed errori condizionato

- acquisitivo, si studia e si pianifica per consapevolezza, il più potente ;

 

Adattamento alla vita, quando nasciamo in una società umana come questa vengono richieste una serie di abilità, solo sviluppandole tutte o gran parte si riesce a vivere nella società senza particolari blocchi.

Alcuni soggetti non riescono a raggiungere l'adattamento minimo alla vita, vuoi per carenze di intelligenza fluida, perché sono stati iperprotetti dai genitori, traumatizzati e hanno evitato troppo la vita, etc..

Esempio dal web:

"senso di inferiorità e 
esclusione sociale, 
essere fuori dal mondo giovanile, 
sentire di stare sprecando il tempo
non riuscire a fare neanche il minimo, 
nè riuscire a lottare per il minimo

tutto che sembra fare schifo
vita che fa schifo
testa vuota, 
testa che sento pesante ma è cmq vuota di idee
solitudine

Ho 24 anni, neet, già bocciati psicoter e psicof

Non ho idee su cosa fare, non so cosa sia il lavoro, non so che vuol dire cercarlo, non so come si viva, al max potrei andare all'uni per cazzeggiare ed è già molto, ma non posso far buttare soldi così.
Per il resto, i corsi, farli da solo, senza nessuna garanzia di come funzionino come inizino e come finiscano e a cosa condùcano, senza nessuna persona che io conosca, in luoghi che non conosco, boh, ma come si fa? "

 

 

Per parlare di adattamento è necessario che ci sia una crisi, una necessità, altrimenti si parla di apprendimento.

 

L'adattamento può avvenire in tanti modi differenti tanti quanti i sono i modi di apprendere ed essere condizionati.
 
L'adattamento conscio viene facilitato dall'intelligenza fluida, più il soggetto sa come affrontare un problema tanto più saprà come fare per acquisire ciò che gli manca, cambiare ciò che non va, correggere, etc...
 
L'adattamento inconscio viene facilitato dall'esperienza, più esperienza si fa, più si viene condizionati rapidamente
 

 

Adattamento e disadattamento

Non necessariamente questo processo va in modo efficace, per assurdo il soggetto nel suo processo di adattamento potrebbe avere un prodotto che continua a perpetuare la crisi o aggiungerne un'altra.

 

Adattamento e autoefficacia

L'autoefficacia dinamica migliora l'adattamento

 

 

 

Esistono prevalentemente due tipologie di crisi:

- crisi di sopravvivenza, la minaccia è di vita. Se non si hanno più soldi per mangiare il rischio è di morire;

crisi della qualità dell'esistenza, una qualità tipicamente umana e che è emersa nei paesi più sviluppati dove si può ambire a qualcosa di più che sopravvivere soltanto.

 

"Ma come mai nell'età dell'infanzia e adolescenza le istituzione e anche le persone in genere si preoccupano che i bambini/ragazzi siano "inseriti" socialmente (scuola e non solo, anche attività extra-scolastiche), ci si preoccupa tanto che non vi siano deviazioni su "strade sbagliate", quando inoltre queste eventualità mi paiono remote se non da escludere proprio.

Dopodichè, all'improvviso, così, di punto in bianco, devi far tutto da solo.
E pretendono pure! Ma che pretendete?
Chi è fortunato a trovarsi nelle condizioni psicologiche di poter fare, studia e lavora ma è una cosa scontata? A me sembra di no.
Senza nessun supporto istituzionale, che si può pretendere?
Davvero pensate che la presunta, cosiddetta, "maturità" (lol) debba essere sufficiente a fare l'impossibile?
E se non lo fai sei pure immaturo. (doppio lol)
Boh, voi che ne dite?

Io penso che il rischio di "strade sbagliate" sia molto pià alto ora, a 20 , 30 e anche 40 anni che prima.
Perchè uno che sta depresso, incazzato con la vita, non ce la fa più... è chiaro che è un soggetto a rischio.
Perchè i bambini vengono considerati bisognosi di cure e attenzioni e le fasce di età succitate invece no? 
E' una disequità secondo me.
Va bene la maturità, l'essere adulti e respensobili e autonomi, non lo nego sia chiaro, ma a tuto c'è è un limite; cioè se non si regge non si regge."

 

"non possegga una ''personalità'' intesa come insieme di schemi comunicativi da poter usare come ''scudo'' e come ''arma'' nei miei rapporti col prossimo.

Ho notato che le persone molto socievoli possiedono un insieme di atteggiamenti,frasi ecc. ''codificate'',nel senso che non cambiano,questo gli permette di possedere una maschera sociale per partecipare al grande balletto della vita.

Io invece sono una sorta di magma informe,anzi neanche magma perchè sarebbe qualcosa di bollente e che quindi brucia,direi più un ''blob'' informe che contiene tutto e il contrario di tutto.

Questo non significa che io non abbia una interiorità ricca,la mia interiorità è proprio questo ''blob'' che come ho detto contiene tante cose anche contrastanti tra di loro:Quello che mi manca è un involucro,una forma solidificata di questo blob che mi permetta di muovermi nel mondo sociale.

Sto bene solo quando sono da solo (il mio blob è libero di girovagare dove vuole senza paura di venire attaccato nella sua morbida debolezza) oppure con quelle poche persone con cui ho sviluppato uno straccio di personalità solidificata,cioè con la mia mia famiglia e con i pochissimi amici che ho.

Ovviamente con la mia famiglia ho una personalità solidificata diversa da quella che ho con il mio amico,quindi i miei ''codici comunicativi'' cambiano.

Il problema è che quando mi inserisco in un gruppo di persone nuove (corsi,lavoro ecc.) non riesco a sviluppare uno stile relazionale,rimango un blob debole e indifeso che vorrebbe essere un fantasma per non farsi vedere e quindi per non farsi attaccare,ma succede puntualmente il contrario:Vengo attaccato,preso in giro e deriso.

La solitudine diventa quindi un ristoro,unica area di libertà della mia anima.

Io vorrei poter esprimere la parte buona di me stesso ma non ci riesco,gli altri mi spaventano a morte,non voglio risultare come una persona strana,asociale,forse sfigata e ''creepy''.....vorrei essere quello che sono con la mia famiglia e con i miei amici,ma non ci riesco proprio,è una cosa troppo difficile.
Sto sempre zitto,se mi parlano balbetto e uso toni di voce strani,faccio figure di merda,il cervello annebbiato dall'ansia...e gli altri se la ridono e mi tengono alla larga.

Ormai mi sto arrendendo sempre di più,forse rimarrò così a vita,non lo so"

 

FINO A QUI 

Adattarsi significa sviluppare tutte le abilità necessario per agire e fare l'azione efficace per l'obiettivo posto. 

Il concetto di crisi è utile perché ci fa capire come agire e fallire o non riuscire ad agire mettano il soggetto in crisi, una spinta a dire "o capisci come fare o rimani bloccato così".

 

Pensiamo ad una famiglia che non ha soldi per mangiare, questa è una famiglia in crisi perché in qualche modo la fame esigerà soddisfazione, per sopravvivere ma anche per non soffrire.

Ma anche soldi per comprare vestiti nuovi produrrà una crisi perché anche se con i vestiti vecchi non si muore la qualità esistenziale ne risente.

L'adattamento diventa un concetto fondamentale perché pone il soggetto difronte alla realtà immutabile di questo mondo, i fatti sono tutto quello contano, o ci si riesce o non ci si riesce e quando non ci si riesce l'unica cosa che si può fare è adattarsi o rimanere nello stato di crisi con tutte le conseguenze che questo può causare.

L'adattamento si differenzia in due tipi:

- adattamento primario, definisce l'adattamento che il soggetto ha svolto per la prima volta, immaginiamo una persona che sta imparando a leggere e scrivere, durante le elementare svolgerà il suo adattamento primario in tal senso;

- adattamento secondario, definisce l'adattamento che avviene durante una crisi, durante un cambiamento dove prima il soggetto riusciva a raggiungere l'obiettivo e poi non più. Per continuare l'esempio precedente immaginate che un adulto italiano si sposti in cina, il suo alfabeto, la sua lingua sono ora inutile e l'obiettivo della comunicazione è in crisi e solo riadattandosi (adattamento secondario) alla nuova lingua può superare la crisi.

 

L'adattamento è un concetto che è nato con le teorie evoluzionistiche di Darwin che riguardano prevalentemente l'aspetto biologico della specie, l'adattamento inteso come DNA migliore per l'ambiente e sopratutto dalla capacità di quel codice genetico di avere caratteristiche differenti e facilmente mutabili in casi di cambiamento della realtà.

Ma l'adattamento è un concetto che si applica anche alla psicologia, alla personalità, con modifiche che possono essere più rapide di quelle biologiche ma che comunque impongono al soggetto di cambiare e sviluppare nuove abilità, nuovi strumenti per poter essere efficace laddove non lo è.

 

 

L'adattamento psicologico che strumenti usa? Prevalentemente due:

- condizionamento

- intelligenza

Il primo lo abbiamo tutti, il secondo solo alcuni.

 

Al concetto di adattamento si affianca quello di adeguatezza, l'adeguatezza è il "film mentale" che si fa un soggetto su quello che pensa sia necessario, come se simulasse l'esito di qualcosa senza sperimentare realmente.

 

 

- Adattamento per tentativi ed errori, necessita di molto tempo, di una elevata motivazione ed è rischioso, un soggetto con una distorsione sul concetto di autostima, di capacità potrebbe dopo un tot numero di tentativi stabilire che è incapace e non può farlo (impotenza appresa)

- Imitazione per modellamento

- Studio e sagacia, andare a capire cosa manca, avviare un processo dove il soggetto colma la sua lacuna, usa l'intelligenza fluida per sviluppare l'abilità che manca.

 

 

FINO A QUI

adattamento primario, crisi adattamento secondario

(adattamento primario, sviluppo l'abilità, adattamento secondario, cambia la realtà e modifico la mia abilità per conservare l'efficacia

esistono due tipi di selezione naturale, la selezione per l'adattamento e la selezione per il valore)

Con questo termine si riferisce al cambiamento necessario che un oggetto o una persona attraversa per poter essere efficace nel raggiungimento di un obiettivo.

Questo termine è stato reso famoso da Darwin e dalla teoria sulla selezione naturale, rendendo chiaro ed evidente come solo un essere vivente che si adattava con il suo corpo o con la sua cognizione sopravviveva e si riproduceva, questo concetto è fondamentale perché la realtà in cui siamo immersi non è statica e quello che oggi potrebbe essere efficace domani potrebbe non esserlo più.

In questo caso l'adattamento è stato orientato all'obiettivo sopravvivenza del singolo/specie.

Ma pensiamo ad una persona che un giorno sceglie di iniziare a giocare a basket, prima che riesca a giocare ad un dato livello sarà necessario sviluppare una serie di conoscenze, tecniche, etc... e questo percorso è anche chiamato adattamento, in quanto si cambia per divenire efficaci per un obiettivo, in questo caso giocare a basket.

Mentre l'adattamento biologico genetico non ha nulla su cui si possa intervenire per quello comportamentale invece è tutto nelle mani del soggetto.

Sono tre i concetti chiave da conoscere che ruotano intorno al concetto di adattamento esperienziale/cognitivo:

- abilità, evidenzia tutto ciò che si sviluppa a livello interiore, conoscenza, tecniche, tutto quello che poi sarà usato dal soggetto per svolgere l'azione efficace;

- capacità, evidenzia il fenomeno del presente, l'essere capace o incapace nel fare qualcosa al momento dell'osservazione. Questo concetto è fondamentale perché distingue l'adattamento e l'abilità come qualcosa in divenire, dall'atto pratico del presente in cui si prende una persona e si vede se è capace o meno ora, a prescindere che potrà esserlo in futuro;

- attitudine, evidenzia tutto il bagaglio del soggetto di abilità già sviluppate e che accelerano lo sviluppo della nuova abilità in questione, facilitano l'adattamento del soggetto perché ha già delle abilità simili da cui attingere.

 

 

 

Il ruolo delle abilità trasversali

 

L'adattamento evidenzia quel fenomeno in cui un soggetto diviene efficace nell'obbiettivo posto. L'obbiettivo di ogni essere vivente inizialmente era di riprodursi e sopravvivere, come facevano gli esseri viventi a farlo? Modificando il corpo in grado di renderlo non solo resistente all'ambiente ma anche sviluppando abilità ingegnose per scappare dalle minacce o procurarsi il cibo.

Il tutto inizialmente era basato principalmente su un'efficacia strumentale (il proprio corpo come strumento) e un'efficacia di abilità, cioè avere risposte comportamentali efficaci, immediate, dove ad un dato stimolo esterno si reagiva con una risposta adattativa.

La selezione naturale era la conseguenza di tutto questo, il soggetto che possedeva l'efficacia strumentale e l'efficacia di abilità riusciva a sopravvivere e riprodursi, gli altri morivano e non si riproducevano.

Adattarsi ha un'infinità di sfumature differenti perché uno stesso obbiettivo si può raggiungere in numerosi modi differenti così come possono esistere un'infinità di obbiettivi differenti.

Ma quello che inizialmente era spiegabile solo in termini di selezione strumentale (il soggetto che aveva a livello biologico il corpo migliore) e di condizionamento e comportamentismo (risposte innate, istintive e predeterminate) poi è divenuto più complesso da spiegare perché è subentrato il lato cognitivo, alcuni esseri viventi hanno iniziato a processare l'ambiente circostante, percepirlo e fornire risposte più complesse, trovando il massimo di questa complessità nell'essere umano e nella realtà complessa che ha costruito.

L'adattamento ha raggiunto livelli nell'essere umano da richiedere, per essere compreso e spiegato, l'utilizzo di concetti quali la consapevolezza, la percezione, le informazioni.

Per sintetizzare si potrebbe dire che la vita intera, lo scorrere di qualsiasi vita la si può analizzare nell'ottica di adattarsi, un adattamento che nelle specie più semplice è predeterminato, avviene per istinto e pulsioni innate ma che nelle specie più complesse diventa complesso a sua volta, dove non c'è più la selezione sulla base di tratti genetici ma anche di tratti comportamentali, dello sviluppo di idee, della cognizione.

In diverse specie animali se la madre non insegnasse al figlio come comportarsi questo morirebbe non per una genetica inadeguata, ma per una cognizione inadeguata.

Si pensi a quanto sia complicata la società, quante persone con i loro modi di vedere diversi, con il loro modo di giudicare, adattarsi a questa società non può essere prederminato per il semplice fatto che non c'è una risposta univoca che funzioni.

L'adattamento diventa dinamico, c'è una base di partenza, come potremmo adattarci senza un cervello, senza alcune emozioni, ma tutto il resto avviene solo se il soggetto viene istruito (si osserva non solo nell'essere umano ma anche in numerose specie animali dove i cuccioli imparano dall'osservazione del genitore) e se si fa esperienza, senza queste due condizioni non si cresce e non ci si adatta.

L'adattamento esperienzale si può distinguere in:

- adattamento consapevole, il soggetto ha un grado di coscienza in grado di conoscenze, concettualizzare e comprendere le dinamiche causa effetto di quell'ambiente, quindi sa cosa fare per ottenere il suo obbiettivo, può pianificare l'azione perché la comprende;

- adattamento per condizionamento, il soggetto si rende conto che ad alcune azioni ci sono conseguenze positive ed altre negative, non ne comprende il perché ma questo farà in modo che il comportamento che ha conseguenze positive tenderà ad essere ripetuto e usato per i suoi obbiettivi, quello negativo tenderà a non essere ripetuto. Questo tipo di comportamento nasce sia per osservazione, sia per casualità/creatività.

 

 

(quando la questione non è adattarsi o meno, la questione è che qualcosa fa paura, spaventa, viene vista come dannosa o pericolosa, qui si parla di vulnerabilità del soggetto, non confondere l'inabilità con l'inibizione)

L'adattamento per condizionamento è comunque più complesso di quello istintivo e innato descritto ad inizio articolo, sono condizionamenti che si sviluppano solo vivendo, solo facendo esperienze e sono comunque possibile perché c'è una cognizione dell'essere vivente.

L'adattamento, che sia per condizionamento o per consapevolezza, nella sua complessità si può suddividere in:

- fase percettiva, la persona necessità di conoscere e comprendere lo scenario in cui sta per agire o di riconoscere quegli stimoli da cui far partire una risposta condizionata efficace;

- fase abilità/strumentale, la persona necessita degli strumenti e delle abilità per poterlo eseguire sia che questi siano riprodotti in modo conscio che condizionato.

 

Quindi l'abilità cos'è? L'abilità descrive l'insieme di regole o condizionamenti che il soggetto ha sviluppato nel momento dell'azione. 

L'adattamento richiede due momenti:

- momento percettivo, sembra banale ma se il soggetto non percepisce in modo esatto la realtà esterna metterà in atto una risposta non efficace sebbene potenzialmente la possieda;

- momento esecutivo, qui c'è il momento dell'abilità;

 

I limiti dell'adattamento per condizionamento sono gli stessi di quello predeterminato, rispondere in uno specifico modo ad uno specifico stimolo può rispondere efficacemente ad ambienti semplici e non particolarmenti complessi, ma quando lo scenario è complesso solo un adattamento consapevole può essere efficace, in quanto il soggetto ha una percezione di cosa sta accadendo e perché, da questo sa cosa fare per arrivare all'obbiettivo posto. 

Questo ci fa comprenere come abilità nate per condizionamento hanno un rischio di essere comunque inefficaci in ambienti complessi dove solo una comprensione e consapevolezza dello scenario può far partire una risposta efficace, in quanto conoscere la risposta efficace ma non sapere quando metterla in atto fra quella e altre migliaia che si conoscono porta comunque al fallimento.

Comprendiamo a questo punto che essere efficaci non vuol dire necessariamente aver sviluppato una consapevolezza di ciò dove si è andato ad operare, le persone a volte affermane frasi "non so nemmeno io come ho fatto", ma anche come alcune persone dicano "so farlo ma ora non so come farlo, è troppo complicato per me".

 

Si legga adattamento.

Racconto dal web:

"Sono incapace, questa frase la ripetevo di continuo da piccola facendo i compiti e piangevo, e oggi ce l'ho sempre nella testa:inadeguatezza,senso di incapacità a fare tutto.Con la fs il mix è letale, si evita tutto quello che si può.Se si è costretti a fare,si crepa di ansia.
Io odio il fare,perchè non sono capace."

 

Quello che traspare da questo racconto è che a causa dei genitori questa persona non ha compreso il concetto di adattamento e di autoefficacia illudendosi che le cose "o ci nasci o non ci nasci", questo perché invece di spiegarle che avrebbe imparato con l'esperienza le ripetevano solo che non era capace, favorendo la nascita di questa credenza illusoria sulla capacità innata.

 

 

FINO A QUI

(collegamento con sapienza)

L'adattamento è un concetto biologico diffusosi in seguito alla scoperta del concetto di evoluzione e selezione naturale ipotizzando che ogni essere vivente sopravviveva e si riproduceva solo se sviluppava delle funzioni biologiche e comportamentali in grado di rispondere alle minaccie e alla realtà che lo circondava, riuscendo con efficacia quindi a procurarsi del cibo e un riparo dai predatori.

L'ambiente modella gli essere viventi e viceversa alcune strategie di adattamento mirano a modellare l'ambiente in modo tale da poterci vivere, l'obbiettivo in ogni caso era quello di resistere all'ambiente e anche ai suoi mutamenti.  

La complessità dell'adattamento è sconfinata sia per le variabili in gioco sia perché adattarsi vuol dire anche farlo insieme alle altre specie, che a loro volta potrebbero modellare e influenzare quel sistema ma essere anche delle minaccie.

Adattarsi acquisisce un duplice significato:

- avere delle abilità e una conformazione tale da poter agire efficacemente per i propri obbiettivi, che nell'ipotesi biologica sono solo quelli di sopravvivere e riprodursi come specie;

- queste abilità che si sviluppano e/o si ereditano per selezione naturale, vanno cambiate in base ai mutamenti del sistema.

Tenere a mente il primo significato è fondamentale per comprendere come il fenomeno diventi estremamente più complesso quando si parla di essere umano e del fatto che è immerso in una realtà più complessa, dove gli obbiettivi sono più complicati e più numerosi, adattarsi per l'essere umano diventa un lavoro più lungo quasi completamente svincolato dall'ereditarietà genetica ma concentrato sul comprendere lo scenario, concettualizzarlo, conoscerlo e sviluppare le regole necessarie per poter essere abili in essi.

Per comprendere questo passaggio facciamo degli esempi (da scrivere l'esempio del medico chirurgo, l'esempio dell'animale che usa una pietra per rompere le noci o che lo lascia cadere giù.)

Mentre nell'essere vivente l'adattamento è per lo più biologico con una componente cognitivia limitata nell'essere umano la componente formativa raggiunge una componente elevatissima.

Quando si parla di "società complessa" si fa riferimento oltre che alla complessità data dalla personalità, dalla burocrazia, dall'interazione umana anche al fatto che oggi per avere un valore spendibile nel mercato, cioè per lavorare è necessario specializzarsi in qualcosa anche di estramemente complicato, adattarsi ad operare in ambienti in cui servono anni se non decine di anni di adattamento e sviluppo, come nel caso di un chirurgo.

Ma l'adattamento non è necessariamente solo questo, prendete la bicicletta, quando riuscite ad usarla ciò che avete fatto è esservi adattati a quello strumento, sviluppando le abilità necessarie per poterlo usare.

L'adattamento in ambito esistenziale pone l'accento sul fatto che l'ambiente umano è divenuto complesso e più l'ambiente è complesso più l'adattamento è lungo, ma non solo l'adattamento umano non si gioca più sulla sopravvivenza ma sull'integrazione, non comprendere e non saper usare qualcosa vuol dire rimanere tagliati fuori, specialmente quando non ci si adatta in ambiti specifichi come la specializzazione in un lavoro spendibile ritrovandosi senza un valore lavorativo.

L'adattamento pone l'accento sul percorso mentre il termine di abilità pone l'accento sul risultato, sui frutti di tale percorso, su cosa la persona sa fare in seguito a questo percorso.

Per fare un esempio potremmo dire che uno studente nel suo percorso di adattamento a diventare medico e negli anni spesi a studiare e fare esperienza si ritroverà volta per volta con un'abilità diversa, preso momento per momento questa persona saprà comprendere e saprà fare sempre più cose.

Concetto di eccellenza (il livello massimo di abilità conosciuto, di solito ottenibile per contrasto e competizione) concetto di abilità minima efficace, concetto di esperienza.

Il concetto di flessibilità nell'adattamento evidenzia come la persona nel suo percorso di formazione lasci aperte una serie di porte senza focalizzarsi su unico ramo per fare in modo che alla fine la sua abilità non sia relegata solo ad una specifica attività ma ad un ventaglio di attività diverse, poter fare con quell'abilità in diversi ambiti e non uno solo.

 

Ma adattarsi esattamente cosa vuol dire? L'adattamento si può suddividere in quattro fasi che non necessariamente sono in sequenza:

- fase dell'insegnamento, la fase in cui si sviluppa la terminologia, cioè acquisire parole a cui sarà dato il significato dei fondamentali per poter pensare e svolgere il proprio lavoro cognitivo nella nuova attività;

- fase della acquisizione delle regole, la persona studia o tramite l'esperienza o l'osservazione che fa scopre quali sono le regole di cause effetto della realtà che userà a sua volta per agire;

- fase della rappresentazione e della comprensione, pone l'accento sulle informazioni provenienti dall'esterno che possono essere concettualizzate sia sulla base dei segni che delle regole acquisite, dove la persona rappresentandosi e comprendendo lo scenario potrà definire il piano d'azione in base agli obbiettivi che possiede. La realtà esterna è rappresentata e compresa anche nella mente del soggetto;

- fase dell'azione, usata sia per affinare gli schemi d'azione sia per avere feedback sia di successo che di fallimento per poter fare cambiamenti nei punti precedenti.

 

Entrambi questi punti hanno dei punti cruciali riguardo alla validità di ciò che si acquisisce o deduce, rendendo fondamentale la formazione di una mentalità scettica e scientifica per non correre il rischio di disadattamento.

Tutto quello detto fino ad ora ci fa comprendere cosa sia l'intelligenza, cioè il fatto di adattarsi in un settore sviluppando un'abilità e quanto più questa è efficace, quanto meno errori si sono fatti e si faranno quanto più il soggetto sarà intelligente nell'operare in quel settore.

Elenco di disambiguazione:

- Adattamento, il percorso in cui la persona acquisisce ciò che gli darà modo di sviluppare l'abilità in quel settore;

- Attitudine, evidenzia come l'aver sviluppato abilità ed essersi adattati in altri settori possa facilitare lo sviluppo di abilità in cui si può recuperare l'adattamento già fatto;

- Abilità, ciò che il soggetto sviluppa e che gli darà modo di essere efficace in quel settore, raggiungendo i propri obbiettivi;

- Inclinazione, evidenzia ciò che il soggetto fa per piacere, analizzando l'idiosincrasia del soggetto;

- Capacità, un'illusione nata dalla percezione distorta in cui la persona non si rende conto che le abilità del soggetto sono frutto di un percorso di crescita che può essere accentuato da un talento, illudendosi che quella cosa sia innata e chiamandola capacità;

- predisposizione, un'illusione riguardo al fatto che alcune persone siano predisposte non comprendendo né il concetto di "attitudine" né quello di metodo di allenamento, che alcune persone crescano più rapidamente di altre è da spiegarsi con l'attitudine o con un metodo più efficace e chiaro per il soggetto e non con la predisposizione;

- Talento, vantaggio genetico che aiuta il soggetto ad avere più risultati, specialmente in un'ottica competitiva. Il talento va tirato fuori con l'adattamento, non esce fuori per magia;

- Autoefficacia, evidenzia come il soggetto nel suo percorso di individuazione scopra la sua personalità nello specifico punto delle sue abilità che ha sviluppato, è quindi conscio di quello che può fare, quanto può fare etc...

- Adeguatezza, evidenzia in modo generale il concetto in cui il soggetto sa che manca qualcosa per poter agire, non solo le abilità ma anche delle risorse o strumenti necessari affinché l'azione avvenga.

 

 

APPUNTI:

subumano, soggetto che raggiunge un livello di inadattamento tale che quando interagisce con gli altri non sa cosa fare, gli altri lo notano e per questo tendono a schiacciarlo, dominarlo, una persona silenziosa, in disparte, che subisce. Il subumano non è il fantozzi che è di fatto inferiore e si sente inferiore, ma la persona che non sa stare al mondo e subisce perché non sa nemmeno come si reagisce e non comprende nemmeno cosa succeda e perché)

impacciato, goffo, spigliato i 3 livelli di adattamento

collegamento con la prontezza, cioè una persona adattata sa rispondere con facilità e immediatamente proprio per il suo percorso fatto, di ciò che ha compreso e sviluppato alimetando l'illusione del "c'è nato"

adattamento disadattamento inadatto, il disadattato è colui che a causa della percezione distorta o errori di abilità finisce per mettere in atto una risposta errata che spazierà fra l'inefficace o il disfunzionale, mentre l'inadatto è colui che non comprende e non possiede una risposta e nel caso agisse sarebbe qualcosa di casuale)

 

Le tre componenti chiavi dell'adattamento:

- componenti di base, saper dedurre senza fare errori;

- componente settoriale, la persona ha sviluppato una serie di conoscenza valida e una serie di procedure che gli danno modo di capire cosa succede, di agire in modo efficace per gli obbiettivi che si pone e di risolvere i problemi che capitano. 

 

La componente di base prende per l'AB il nome di intelligenza ed è una costante umana in quanti in ogni settore sarà necessario ragionare e la differenza la fa proprio il saper dedurre senza fare errori.

La componente settoriale invece è frutto di un'esperienza in quel particolare settore e con quelle specifiche circostanze, dove la persona agisce, fa errori, studia a riguardo, osserva gli altri e inizia ad acquisire quindi una conoscenza specifica, procedure specifiche, che lo rendereranno in grado di saper fronteggiare sempre più scenari, saper essere efficace in sempre più maggiori obbiettivi posti e problemi che capitano.

 

Il ruolo dell'intelligenza è variabile, quanto più i compiti richiederanno deduzioni quanto più l'intelligenza sarà significativa perché fari errori deduttivi porterà la persona a percepire le cose in modo distorto e finirà per fare azioni avendo in mente una cosa quando la realtà sarà differente.

Nei casi in cui non c'è nulla da dedurre ma si possiede ogni variabile e informazione necessaria ottenuta anche solo per osservazione ecco che l'adattamento sarà solo basato sulla componente settoriale.

 

 

ultima modifica il: 02-04-2019 - 14:04:09
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