Cos'è l'autorealizzazione?
Si definisce autorealizzazione quell'insieme di azioni che il soggetto compie per costruire la realtà che desidera avere intorno a sé, per costruire la vita che ritiene essere la migliore possibile.
Esempi comune di autorealizzazione sono investimenti sul proprio fisico, chirurgia, attività sportiva, dieta, casa, circolo sociale, etc...
L'autorealizzazione può essere di due tipi:
- visibile agli altri, come l'avere uno specifico lavoro, saper fare specifiche cose, avere specifici adattamenti, avere delle laure, fare una specifica carriera, costruirsi una casa;
- non visibile agli altri, come migliorare la proprio cultura, il proprio sapere, migliorare la propria personalità, la propria visione del mondo, i livello di adattamento.
Questo è fondamentale perché non sempre si costruisce qualcosa che è visibile agli altri, smontando una possibile illusione secondo la quale si vive solo in funzione degli altri.
L'autorealizzazione è possibile sia che il soggetto conosca la sua identità e quindi abbia chiaro in mente cosa desideri, sia che non si conosca autorealizzandosi sulla base di una falsa percezione di sé, di condizionamenti o spinte dall'esterno.
Questo ci porta a renderci conto che non necessariamente chi si autorealizza lo fa seguendo una strada autentica e reale di sé, ma potrebbe anche seguire una falsa pista.
Quando una persona segue se stessa e rispecchia la propria idendità si trentra nel fenomeno che viene definito individualismo.
Attenzione, questo non significa che una persona debba necessariamente realizzarsi autenticamente senza fare alcun cambiamento, queste righe potrtebbero essere intese erroneamente.
Innanzitutto nel momento in cui una persona scopre se stessa, nel percorso di individuazione, potrebbe notare che c'è qualcosa che non va e va smussato, prima correggerlo e dopo realizzarlo.
L'autenticità non è un contratto stipulato alla nascita, l'autenticità può essere modificata. Facciamo un esempio, il soggetto si rende conto che fra le varie cose che gli danno piacere c'è il dolore altrui, potrebbe scegliere che questa non è qualcosa che intende realizzare ma al contrario intende smussare. Questo cosa significa? Che non sta scritto da nessuna parte che una persona come si scopre automaticamente punti a realizzarsi, può interevenire su alcune cose.
La realizzazione avviene a ritmi diversi in base alla crescita del soggetto (empowerment) del soggetto, cioè il suo potenziale d'azione, in alcuni casi la persona non si realizza perché è inibita e/o ha un potenziale d'azione nulla.
Questo ultimo punto è fondamentale perché dare per scontatto che un soggetto si autorealizzi è un errore, già non è scontato il fatto che un soggetto si realizzi in modo autentico e non è nemmeno scontato che una persona si autorealizzi.
Sono tre i principali ostacoli all'autorealizzazione:
- difficoltà nell'autoaffermarsi, il soggetto non si autorealizza perché questo significa far vedere al mondo chi è, cosa vuole fare, i suoi gusti, etc...
- pessimismo, dove troviamo la paura di fallire, la paura di non essere abbastanza, etc...
- paure nel percorso da fare, il soggetto crede di potercela fare e vorrebbe anche autoaffermarsi ma ha paure specifiche nel percorso, ad esempio il soggetto potrebbe aver paura di prendere i mezzi per andare a fare i colloqui o spostarsi da un posto all'altro, ci sono paure co sì invalidanti da frenare qualsiasi progetto di vita, anche se questo è potenzialmente fattibile per il soggetto.
Sulla paura di autoaffermazione si potrebbe scrivere per ore, si legga l'articolo sull'autoaffermazione e sull'ignavia per approfondire, brevemente si potrebbe dire che queste persone hanno paura delle conseguenze dello schieramento, hanno paura di essere fraintesi, di essere disprezzati o disapprovati per quello che sono e quindi preferiscono nascondersi.
Il pessimismo anche va approfondito nell'articolo dedicato, in breve il pessimista è colui che ha una bassa autostima e crede grosso modo di non potercela fare e non poter cambiare nulla, si sente incapace di autorealizzarsi.
Il terzo punto descrive il fenomeno dell'inibizione, di paure che non sono strettamente collegate con l'autorealizzazione in sé, ma che il soggetto si trova davanti nel percorso di autorealizzazione e che potrebbero impedirgli di farcela.
Qual è la differenza fra individuazione e autorealizzazione? Con l'individuazione il soggetto arriva a conoscere se stesso con le sue unicità e a distinguersi dagli altri, riuscendo a vedere le differenze e comprendendo che l'obbiettivo dell'esistenza non è quella di conformarsi agli altri ma di seguire la propria unicità e cercandosi persone con cui sarà compatibile nonostante questo essere unica e se stessa.
In una scaletta potremmo dire che una persona saggia:
- prima scopre se stessa, quindi scopre la sua identità;
- si chiede se ci siano lati di questa sua identità da smussare;
- poi inizia a realizzare affinché quello che desideri diventi realtà e nel caso ci siano degli intoppi lavorare per superarli, ricorrendo anche a figure esterne per riuscirci.
Un esempio di persona che non si autorealizza nonostante sa cosa vuole dalla vita.
"Una vita idealizzata che non avrò mai....
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Più va avanti la psicanalisi, più mi rendo conto che non avrò mai la
vita che
vorrei, fatta di
amici e, magari, una
fidanzata.
Ho
solo idealizzato cosa vuol dire
avere degli amici, ma metto in atto
tutte le strategie consce e
inconsce
possibili ed
immaginabili per non entrare in contatto con gli altri: al
lavoro
occorre lavorare, la sera si è troppo stanchi per fare qualsiasi cosa...e che voglia si ha di fare le cose da
solo?"
Quando ci si autorealizza si entra in un mondo diverso, un mondo dove ci si schiera e questo inevitabilmente ci porterà a fare i conti con tre gruppi di persone:
- persone a cui piacciamo e/o che ci approvano
- persone a cui siamo indifferenti
- persone a cui non piacciamo e/o che non ci approvano, quest'ultime chiamate detrattrici
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Solo un
illuso
pensa di trovare un modo per non far esistere questo terzo
gruppo, prima lo si
accetta e prima si potrà andare avanti per la propria strada. D'altronde un
ignavo è tale perché ha così
tanta
paura di questo terzo
gruppo da
rinunciare a
vivere pur di non farci i conti.
APPUNTI:
"Ciao ragazzi, negli ultimi mesi pur non essendoci stati eventi
significativi nella mia
vita, sono
improvvisamente
migliorato a livello
psicologico. Esco tranquil
lamente
tutti i giorni, coltivo le mie
passioni, ogni 4 5 mesi
organizzo qualche viaggetto, ho ripreso ad allenarmi coi pesi a casa
costantemente con ottimi
risultati, e soprattutto sono meno
depresso di
tutti gli anni passati. Questo repentino
miglioramento è avvenuto
grazie al fatto di aver cominciato prendere
consapevolezza di chi
io sia veramente, di quale sia la mia
natura, di quale sia il mio
istinto. Senza fare superpipponi infiniti, in parole
povere ho cominciato,anche se per il momento
solo in parte, a prendere
consapevolezza di nn essere come le
classiche
persone "normali" in quanto le mie principali caratt
eristiche caratteriali sono l'
introversione e l'
asocialità, stop. Genetica, ambiente, pre
cedenti
esperienze sociali negative sono
solo alcuni dei
tanti motivi per cui una
persona possa avere o
sviluppare questo
carattere estremamente
chiuso nei
confronti del 99% ed oltre degli altri esseri umani. Essere così
introversi/
asociali/
chiusi ci fa
vivere
male? Gli altri "normali"/"
estroversi"
vivono
meglio? E stìcavoli, l'
importante è fare
tutte quelle cose/
attività che ancora riescono a darci
piacere o
sensazioni
simili ad esso, e
capire come
funziona il proprio
cervello, qual'è la propria
natura, qual'è il proprio
istinto. Sembrano
tutte frasi fatte e
probabilmente lo sono, ma vi invito a
pensare a ciò che ho scritto. Magari
penserete che ho scritto le so
lite stupidaggini, ma almeno anche in
famiglia mi dicono che sono
migliorato
rispetto al
passato, ed il
prossimo passo è continuare a
migliorare con la sana
consapevolezza però che stare
bene al 100% è un
obiettivo irraggiungibile."