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- Dialogo -
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"E come possiamo intenderci se nelle parole che io dico metto il senso e il valore delle cose che sono dentro me; mentre chi le ascolta, inevitabilmente, le assume col senso e il valore che hanno per sè del mondo che egli ha dentro? Crediamo di intenderci; non ci intendiamo mai!" Luigi Pirandello

 

Cos'è un dialogo?

(aggiungere chiacchiera)

Il dialogo definisce il fenomeno di scambio di messaggi che avviene fra due o più persone. Il dialogo è possibile in quanto un messaggio viene comunicato, cioè prodotto da un soggetto e ascoltato da un altro.

Il dialogo si basa su una serie di messaggi scambiati in modo alternato dove c'è qualcuno che comunica e qualcuno che ascolta e così via, questo genera il fenomeno dell'interloquio e relativa abilità ad interloquire, cioè sapere quando parlare e quando ascoltare, quando interrompere l'altro senza creare problemi.

Ogni dialogo ha un obbiettivo e una modalità differente ed è in base a queste caratteristiche che si definiscono le varie tipologie di dialogo.

Per comodità si parlerà di dialogo efficace quando i dialoganti raggiungono l'obbiettivo che si erano posti, quindi se una persona aveva come obiettivo di chiarire qualcosa con l'altro si potrà parlare di dialogo efficace se dopo aver parlato si sarà realmente riusciti a chiarirsi.

Questo concetto è fondamentale perché l'obiettivo si può raggiungere anche se ci sono errori di comunicazione o di ascolto; non è detto che uno o più errori in uno scambio vanifichino tutto il dialogo e il relativo obiettivo.   

L'esito di un dialogo è collegato all'abilità di comunicare e alla ricettività dell'ascoltatore. Quando un dialogo non è efficace va analizzato per capirne le cause e scoprire se e dove è meglio intervenire. 

 

Si legga comunicazione, ascolto e ricettività per approfondire

  

Ecco le forme di dialogo possibili in base all'obiettivo:

- dialettica, quando più persone tentano di aver ragione, specialmente di fronte ad una platea di gente;

- eristica, ciò che conta è solo aver ragione, solitamente mossa da moventi emotivi come l'orgoglio;

- discussione, dialogo incentrato sulla scienza portato avanti da ambo le parti, nella discussione quindi si parlerà di dimostrazioni e falsificazioni tentando di andare alla ricerca della validità ed eventuali errori l'obiettivo è di migliorare la validità delle proprie credenze; 

- dibattito, il dibattito è una specifica forma di discussione pubblica con l'obbiettivo di intrattenere e formare il pubblico mentre più persone discutono;

- lite, l'obbiettivo del dialogo è quello di usare le parole per ferire l'altro e di cambiarlo, un "ti punisco e mi arrabbio per cambiarti";

 

 

Il come si dialoga, fenomeni frequenti all'interno del dialogo:

- osnoblosi, dialogo osnoblotico è l'opposto della discussione, la  persona cerca solo ulteriori convinzioni non ha interesse verso la validità ma nel conservare il proprio castello di certezze, solitamente si attua scegliendo un interlocutore che la pensa come noi o che per ignavia ci conferma tutto ciò che crediamo;

- confutazione, il tentativo di dimostrare che qualcosa è errata e falsa, la confutazione fa parte della discussione;

- disputare, uno specifico tipo di discussione che nasce nel momento in cui in una tesi ci sono sia dimostrazioni ma anche falsificazioni, la difficoltà della disputa sta nel rendersi conto di quanto sia complessa la realtà e di come una tesi possa avere sia prove a favore che prove contro che si traduce nel fatto che il problema è nel come è formata l'ipotesi stessa, andando a trovare un modo di formularla con limiti più efficaci che la circoscrivano a ciò in cui è valida coesistendo quindi anche le falsificazioni che ne hanno dimostrato come già detto i limiti. La disputa si può comprendere solo quando la persona è in grado di accettare il fatto che una singola dimostrazione non crea verità così come una singola falsificazione non crea falsità definitive. In alcuni casi la disputa dà luogo solo a confutazione in quanto le dimostrazioni o le falsificazione erano errate. Si legga disputa per approfondire;

- esporre, dialogo che punta alla trasparenza, la persona dice ogni cosa che ne pensa a riguardo, cosa prova, etc..

- spiegare, dialogare su elementi complessi in modo da formare il ricevente, la persona quindi parla della dinamica in dettaglio;

- argomentare, si parla di argomentazione nel momento in cui la persona porta ulteriori dati e conoscenza riguardo ad un'affermazione in modo che ne dimostri la validità, l'argomentazione si osserva nei dialoghi scettici e concreti;

- polemica, il dialogo si incentra sulla questione morale, su cosa sia giusto e sbagliato, la polemica è sterile perché la persona usa il suo punto di vista come punto di riferimento e non riesce a fare una discussione scientifica e che consideri altri punti di vista. Il concetto di giusto è complesso, c'è la componente soggettiva morale e quella collettiva etica. La polemica riguarda quindi tutti quei dialoghi morali ed etici distorti in cui non si arriva a nulla di utile; 

- contrasto soggettivistico, le persone dialogano ma non si arriva da nessuna parte a causa del soggettivismo, c'è difficoltà nel mettersi nel punto di vista dell'altro, non è tanto una questione di fraintendere quanto non riuscire a mentalizzare, quindi mettere le parole dell'altro nella sua visione, nel suo punto di vista, continuando a vedere quelle parole e quel significato con il proprio punto di vista;

 

- dissidio, quando due persone non concordano su qualcosa, è uno stato che potrà svilupparsi in forme di dialogo differenti;

- proporre, usare il dialogo per portare qualcosa all'attenzione di un'altra persona, indicando una visione attiva dell'esistenza;

- diverbio, qualsiasi dialogo mosso solo dalla rabbia del momento, intendo di punizione o sfogarsi senza che ci sia dell'utile;

- critica, la persona comunica il suo giudizio morale e/o di valore.

 

 Dialogo simmetrico e asimmetrico

Quando una persona parla e l'altra si limita solo a risponde si definisce asimmetrico.

 

APPUNTI:

disaccordo, si definisce dissidio quel fenomeno per cui le persone dialogano su qualcosa in cui non concordano minimamente e quindi sarà difficile anche trovare punti di compromesso. Il dissidente nel linguaggio comune ha preso l'accezione di persona che in un contesto di minoranza critica la visione che è comunque accettata e condivisa dalla maggior parte degli elementi del gruppo;

 

Si legga oratoria per approfondire le tecniche con il quale si possono cambiare pensieri ed emozioni tramite l'uso del linguaggio.

 

DA RIVEDERE

Elenchiamo le tipologie di comunicazione individuate dall'AB:

-1 come mezzo per comunicare qualcosa a prescindere se ci sia accordo o disaccordo, per approfondire la questione, per un accrescimento personale, tipologia che viene definita discussione;

-2 Dialogo come mezzo difensivo verso ciò che non si accetta dall'esterno, che può evolve in diverbio, lite, litigio o battibecco, si legga litigio per la pagina di disambiguazione;

-3 Dialogo come mezzo per passare il tempo,  tipologia che viene definita cazzeggiare;

-4 Dialogo come mezzo per conoscersi e farsi conoscere,  tipologia che viene definita colloquio;

-5 Dialogo come mezzo per dare informazioni a qualcuno o aiutarlo nel crescere,  tipologia che viene definita insegnamento;

-6 Dialogo come mezzo manipolativo;

-7 Dialogo come mezzo per comunicare le proprie emozioni e sensazioni, tipologia che viene definita apertura;

-8 Dialogo come mezzo persuasivo o perforativo, cioè si usano le parole per spingere le persone a compiere una scelta o a modifare le credenze;

-9 Dialogo come mezzo di scambio;

-10 Dialogo come mezzo per interessarsi socialmente agli altri per una questiona di dominanza,  tipologia che viene definita pettegolezzo.

 

- l'indisposizione

 

zione per discutere o conoscere.

 

- l'eristica, come quella forma di dialogo in cui le parole vengono usare come un'arma.

  

ultima modifica il: 27-03-2019 - 12:53:07
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