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- Lamentela -
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Cosa è la lamentela? Cosa si intende per lamentarsi? 

 

(collegamento con querulo, chi si lamente frequentemente)

Si definisce lamentela qualsiasi forma di dialogo che contenga l'esposizione delle proprie emozioni negative come paura, astio, ansia, angoscia, orgoglio, etc... In sintesi si lamenta colui che esterna il proprio dolore ad un'altra persona.

Le persone si lamentano per diversi motivi, otto sono le motivazioni più diffuse:

  1. condizionamento, la persona è stata cresciuta ed educata da persone che tendevano ad esternare le loro emozioni negative ogni qualvolta le provavano. Questo significa che la persona potrebbe lamentarsi per condizionamento, ogni qualvolta che avverte emozioni negative sente una spinta interna a tirare fuori ciò che ha dentro perché quello è il modello di comportamento di riferimento che ha vissuto;
  2. vendetta e allontanamento, la persona sa che lamentarsi può creare emozioni negative, nelle altre persone, quindi si lamenta o per punire qualcuno o solo per allontanarlo. Il soggetto usa intenzionalmente la lamentela per esercitarne l'effetto negativo sugli altri;
  3. protagonismo, la persona conscia del fenomeno empatico umano e che le persone tendono ad interessarsi quando c´è un problema o una sofferenza  potrebbero lamentarsi sapendo che questo porterà ad attenzioni nei loro confronti. Le persone con queste attenzioni soddisfano diversi obbiettivi possibili come una richiesta di coccole, essere notati, etc... qui potrebbe capitare per assurdo il desiderio di farsi del male o di danneggiarsi di proposito così che si possa soffrire e poi usare questa sofferenza per le attenzioni, ma anche di inventare la propria sofferenza o ingigantirla. La lementela non garantisce sempre il protagonismo, non è detto che lamentarsi ci produrrà sempre attenzioni;
  4. conforto, consolazione o un generico aiuto, la persona in modo più o meno conscio si rende conto che da sola non ce la fa e lamentarsi è modo per chiedere aiuto. La persona tenta questa strada quando non ha modi per fronteggiare quel dolore e quindi cerca qualcuno che la faccia stare meglio. La persona esterna il suo dolore perché pensa che così facendo gli altri arriveranno in suo soccorso, la faranno sentire coccolata, le diranno cose che la faranno stare meglio. L'atto di esternare il dolore diventa una richiesta che se capita e accolta dagli altri porterà il soggetto a rivevere l'aiuto che necessita. Questo punto si potrebbe considerare come un estensione del punto precedente, quello del protagonismo, mentre nel protagonismo il soggetto desidera solo avere attenzioni, qui oltre le attenzioni ricerca anche un aiuto;
  5. giustificazione, il soggetto esternando la propria sofferenza tenta in qualche modo di creare un effetto giustificatorio usando la stessa sofferenza come scusa per ciò che ha fatto, per i propri errori; 
  6. regolazione, in generale il soggetto usa la lamentela perché si rende conto che lamentandosi può cambiare la realtà, ad esempio lamentandosi può riuscire a fare in modo che chi ha vicino non gli provochi più quel dolore che ha provocato oppure che faccia qualcosa che fino a quel momento non stava facendo;
  7. sfogo, la persona si rende resa conto che lamentarsi con qualcuno, specialmente un esterno alla vicenda, aiuta a diminuire il dolore perché il solo atto di lamentarsi gli produce emozioni positive. Questo punto è strettamente collegato al primo, il condizionamento a sfogardi diventa di per sé un'attività gratificante. Lo sfogo di queste persone può essere descritto in questo modo"sento dentro di me la spinta ad esternare il dolore che provo e nel momento in cui lo faccio già provo sollievo, come se avvessi assecondanto un impulso interiore che mi gratifica".
  8. Empatia e compassione. 

 

La lamentela può avvenire in diversi tipo di rapporti o relazioni, solitamente si tende a lamentarsi con parenti, amici e partner, e ora capiremo perché.

Una delle prime cose che si osserva nella lamentela è che questa tende a generare un effetto di antipatia, cosa che danneggia il rapporto o la relazione con l'altro a più livelli.

Quello che si capisce immediatamente è che la lamentela ha un prezzo da pagare, lamentarsi può impedire che un rapporto nasca, può diminuirne la qualità, può perfino portarne alla fine, questo spiegherebbe perché le persone tendano a lamentarsi solo in quei rapporti in cui danno l'altro per certo, non rendendosi conto che comunque la lamentela è in grado di logorare anche quel tipo di rapporto.

Conoscere le dinamiche di simpatia e il funzionamento dei rapporti (come ad esempio ricerca del piacere e di comportamenti approvabili) fa capire chiaramente e rapidamente quali siano le conseguenze del lamentarsi, dove nel migliore dei casi si va a inquinare il rapporto e nel peggiore si porta l´altro ad allontanarsi.

Gli unici casi in cui la lamentela aiuta i rapporti sono quei rapporti basati sulla lamentela stessa, dove l´amicizia viene fondata sul mutuo aiuto come ad esempio con lo sfogo, dove le persone si sfogano a vicenda e trovano conveniente avere un rapporto così.

Sono casi di persone con tendendenze alla lamentela, in grado di accettare un rapporto fondanto sulla lamentela reciproca come se il soggetto dicesse "ascolto le tue lamentele così tu ascolti le mie" ma sono tipi di rapporti rari, è illusorio pensare che questo tipo di scambio possa essere fatto in ogni tipo di rapporto.

Questo punto è fondamentale perché fa comprendere che lamentarsi con qualcuno è possibile se viene inserito come componente del rapporto ma farlo senza questo scambio pianificato comporta per lo più conseguenze negative. 

Questo ci porta a porre attenzione in particolar modo al punto 4 e 5, lamentarsi per cercare conforto non è la strada migliore, così come ricorrere al dolore (lamentandosi) come giustificazione non è conveniente, sebbene nell'immediato si riesce ad avere ciò che si cerca, questo crea tensioni e logoramento al rapporto. Se ricerchi conforto, chiedilo in altri modi, non giustificarti dietro la scusa del dolore perché tanto chi ci rimette sei tu, anche se non te ne accorgi.

Se tendi a lamentarti, qualsiasi sia il tuo motivo inizia a renderti conto delle conseguenze che questo avrà sul tuo rapporto, goccia dopo goccia anche l'acqua taglia la pietra. 

 

 

Il problema della lamentela nella trasparenza

Qualcuno potrebbe chiedersi se una persona che soffre e investe al tempo stesso nella trasparenza finirà per lamentarsi? La risposta è si ma in un rapporto trasparente ciò tende ad essere gradito, anche se un eccesso di lamentela potrebbe avere comunque conseguenze negative. Questo ci fa capire come un rapporto basato sulla trasparenza tende a funzionare quando si soffre poco o si tenta di portare all'altro il proprio stato senza sottolineare il dolore. Se sei una persona che prova tanto dolore forse è il caso di intervenire il prima possibile su tale scenario prima che questo distrugga non solo la tua esistenza ma anche i rapporti che hai all'attivo.

 

illusione che esista una soglia di sopportazione della lamentela entra la quale non esistono danni

Alcune persone potrebbero pensare che se ci si lamenta poco questo non produca alcun effetto ma la realtà è diversa, quanto più ci si lamenta quanto più l´impatto è significativo ma anche una lamentela minima ha un impatto.

 

 

Avere un problema senza lamentarsi, è possibile? Si, un esempio:

Una persona ha mal di gola, immaginiamo i due scenari possibili:

- nel primo scenario la persona afferma "posso parlare poco ho mal di gola",la persona si rende conto di avere un problema e dolore ma ne parla senza porre l´accento su questa sofferenza;

- nel secondo scenario la persona afferma "non ce la posso fare, ancora il mal di gola, oddio che sofferenza, non ne posso più, solo questo ci mancava, etc..".

Questo ci fa capire come si possa arginare in qualche modo l'effetto negativo del proprio dolore, facendoci capire che se qualcuno si lamenta e tende a fare l'istrione (accentuare) probabilmente non ha come obiettivo quello di informare 'laltro ma è più probabile che si si stia lamentando per una delle sette motivazioni elencate. 

Lamentarsi e riprova sociale

Alcune persone si lamentano perché si illudono che sia una cosa normale, vedendo tutte le persone che lo fanno, illudendosi che sia una cosa che può essere fatta.

Che molti o altri lo facciano non vuol dire che sia conveniente e non faccia danni. Anzi è proprio guardando chi si lamenta e che effetto ha sugli altri che si capisce quanto non convenga farlo.  

A questo punto conviene domandarci quali sono le possibili alternative per una persona alla lamentela. L'alternativa è esporre il problema senza porre accento sul dolore, chiedendo solo aiuto e facendo capire che c'è una reale volontà di risolvere la cosa, di mettersi in gioco e che non è una lamentela egoistica.

Esempio, una persona è stata appena lasciata dal ragazzo e inizia una serie infinite di lamentele come "oddio sto male, oddio cosa faccio ora, piango solo, sono triste, sono depresso, etc..." scaricando questo sull'altro che ascolta, a prescindere dal motivo per cui lo si fa appare ovvio che ciò grava sull'ascoltatore.

L'alternativa potrebbe essere fare una comunicazione neutra come "sono stato appena lasciato, vorrei stare meglio ma non sto bene, mi aiuti un po? Mi stai un po' vicino? So che devo voltare pagina, lotterò per rimettermi in piedi il prima possibile, chiedo solo un po' del tuo aiuto".

Fra la prima versione e la seconda versione c'è un abisso di differenza, ma ciò che fa realmente la differenza è che chi ascolta nel secondo punto non vede l'altro come qualcuno che ha un comportamento egoistico tipo "tu sei la preda della mia lamentela", ma come qualcuno che vuole superare la situazione non facendo sentire l'altro usato.

La persona che ascolta questa richiesta di aiuto non tende a vedere il tutto come fine a stesso, come una perdita di tempo ma come qualcosa che ha un'utilità, che un obiettivo, ciò quindi non genera le classiche emozioni di antipatia che nascono verso chi si lamenta, ma piuttosto nasce una reale voglia di aiutare una persona che lei per prima vuole fare qualcosa.

In sintesi se non vuoi lamentarti ma hai del dolore dentro che non riesci ad affrontare da solo, prima di esternare tutto questo a qualcuno poniti queste tre domande:

- l'altro può aiutarmi? parlare con lui porterà a qualcosa?

- voglio realmente mettermi in gioco per fare qualcosa? Posso esternare il mio dolore in modo costruttivo e risolutivo? O voglio solo usare l'altro come sfogatoio personale e per il mio egoismo del momento?

- ho di fronte una persona che accetta tale trasparenza? Che ha una personalità che tende all'aiuto e alla collaborazione?

Se anche ad una sola di queste domande la risposta è no forse conviene lasciar perdere la strada della richiesta di auto senza lamentela co  quella persona, ciò che si può fare è rivolgersi ad altre persone o considerare la possibiità di tenersi per sé quel dolore e lavorarci sopra chiedendosi "come faccio a fare in modo che sia più forte ci così?".

 

Qual è la differenza fra essere polemici e lamentarsi? 

La polemica si basa sul giudizio dell comportamento degli altri, quando non si approva il modo di fare di qualcuno. La polemica è una forma di lamentela basata sulle emozioni negative che si provano quando non ci piace il comportamento di qualcuno e lo diciamo a terzi.

Lamentarsi e piangersi addosso

Si parla di "piangersi addosso" quando ci si rende conto che il soggetto si lamenta con lo specifico obbiettivo di ricevere qualcosa dall´esterno.

Un esempio di persona che si piange addosso tratto dal web:

«Affronto tutto piangendo

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Salve a tutti, ho un problema che mi rende impossibile la vita di ogni giorno. Non so affrontare i problemi, ogniqualvolta mi si presenta una difficoltà, non faccio altro che piangere , dalla mattina alla sera. Non riesco a razionalizzare il problema. In questo momento ad esempio, sto soffrendo perche vedo il mio cane stare male ma invece che reagire,passo le giornate a disperarmi piangendo e a pensare solo a brutte cose.
Capita anche a qualcuno di voi? Cosa posso fare per riuscire ad affrontare i problemi con calma e senza scoppiare a piangere senza fine?»
 
Immaginate che questa persona non sia sola ma abbia qualcuno vicino, il pianto altro non è che un metodo "non parlato" per comunicare la propria sofferenza e quindi rientrare comunque in uno di quei sette motivi anche se la persona non ha espresso alcuna parola.
 

 Appunti:

come comportarsi con una persona che si lamenta sempre? Facendole capire a pieno delle conseguenze di ciò che fa, dei danni e sopratutto dell'alternativa alla lamentela.

ultima modifica il: 09-09-2019 - 21:15:35
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