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Cos'è un automatismo? Cosa si intende per pensiero automatico? 

Si definisce automatismo o pensiero automatico quel tipo di pensiero subconscio, che il soggetto compie e di cui non se ne rende conto se non dopo un addestramento, cioè un percorso che lo porta a rendersi conto che c'è qualcosa di specifico che ha pensato, seppur in modo rapido e "profondo", che l'ha portato a provare specifiche cose, che spiega diversi comportamenti, etc...

L'automatismo fa parte del gruppo dei pensieri veloci, di tutto quel comportmaento che si spiega con un modo di pensare rapido, in questo caso preconscio.

(differenziare l'automatismo dal riflesso comportamentale inconscio)

Automatico, letteralmente vuol dire "va da sé", si riferisce a quel fenomeno in cui si pensa senza che sia controllo sul contenuto di tale pensiero.

Questo tipo di pensiero è fondamentale perché proprio per la sua natura preconscia tende a  non essere sottoposto a revisione o scetticismo da parte del soggetto, continuando ad influenzare l'esistenza del soggetto senza che questo riesca in qualche modo a difendersi o regolarlo.

La stessa psicologia cognitiva nasce e si sviluppa anche su questa fondamentale scoperta, sviluppando una terapia che fra le varie cose addestri il soggetto a riconoscere i suoi pensieri automatici.

Non è detto che l'automatismo sia errato, il pensiero automatico come qualsiasi altro tipo di pensiero va analizzato sulla base della validità, trovando eventuali fallacie o dati non validi su cui si è basato, ma tutto questo è possibile appunto se da preconscio diventa un pensiero conscio, così da poterlo processare in metacognizione.

 

class="messageTitle">"Paura aspecifica

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Tempo fa, la mia dottoressa mi disse che gli attacchi di panico di cui soffrivo avevano un inizio, intendendo che c'era qualcosa che li scatenava. 
L'ultimo attacco di panico che ho avuto me lo ricordo bene: dovevo andare dal mio insegnante di fotografia a consegnare delle cose. Pochi minuti prima dell'appuntamento, ecco che mi prende l'attacco.
Memore delle parole della terapeuta, sono riuscito a trovare il "pensiero" (chiamiamolo così) che causava l'attacco: in pratica, mi considero inadeguato in qualsiasi situazione, concetto che la mia terapeuta riassume con le parole "sono sbagliato".
Dopo di allora, gli attacchi sono cessati. Stamattina ho avuto una paura aspecifica, da cui il titolo della discussione: non un vero e proprio attacco di panico (che non mi avrebbe permesso di ragionare lucidamente), ma la sensazione di un pericolo imminente. Ero sulla metropolitana diretto al lavoro, una situazione molto comune ed in cui mi ritrovo tutti i giorni da svariati anni, perciò non dovrebbe esserci motivo di avere paura...eppure ce l'avevo, pur non riuscendo ad individuarne la causa.
Forse è l'età che avanza - domani compio i fatidici quarant'anni - forse qualcosa d'altro, ma mi sembra di aver vissuto sempre con la paura addosso, e non so cosa voglia dire vivere senza paura o scrollarsi di dosso la paura.

 

"

 

La difficoltà nel trovare la causa senza illudersi che esista "l'aspecifico", un pensiero non capito, uno stimolo non individuato, ogni evento emotivo ha innesco, conscio e inconscio, trovarlo è fondamentale per capire e intervenire.

 

FINO A QUI 

Questi sono gli unici due modi affinché il soggetto possa essere immune dalle conseguenze disfunzionali e psicopatiche di pensieri automatici distorti.

Facciamo un esempio, immaginiao una persona che è ansiosa e paranoica e teme in particolar modo l'abbandono di un partner a cui è attaccata, ogni minimo evento negativo del partner potrebbe far partire questi pensieri automatici che la persona non sa gestire non avendo una mentalità scientifica, iniziando a partire da quei dubbi e quelle ipotesi che partorisce con i pensieri automatici ad entrare in profondi stati ansiosi, paranoie, comportamenti tesi ad evitare quelle possibilità, etc...

Come detto precedentemente l'unico modo per evitare questo è fare in modo che la persona non produca più quelle ipotesi distorte perché si lavora sulla sua percezione tramite la metacognizione oppure la persona impara a distrarsi immediatamente quando si rende conto che sta viaggiando con la mente e stanno partendo questi pensieri automatici su cose che ha visto nel comportamento dell'altro.

 

 

 

Una persona che si scontra con pensieri automatici negativi potrebbe affermare: 

"la mia peggior nemica è la mia testa che produce pensieri negativi ininterrottamente"

 

Un altro problema dei pensieri automatici è dato dallo scalso livello di coscienza del soggetto, che nemmeno si rende pienamente conto dei passaggi mentali che fa, delle deduzioni, non avendo quindi nemmeno coscienza di questi suoi pensieri automatici.

 

Questo protocollo di interevento sui pensieri automatici è lo stesso che si applica a qualsiasi pensiero psicopatico o pensiero disfunzionale.

 

Automatismi negativi :

"Complice lo scatenarsi di una concatenazione chirurgica di eventi negativi, sono di nuovo a contatto con quei momenti di disperazione nera, senza appello nè speranza.

A contatto con il lato oscuro, quella parte di me che prende ogni potenzialità di luce e la scaccia via, quella parte che di fronte ad ogni possibile opportunità mi ricorda che non sono degno, che mi fa provare vergogna, che mi blocca, che mi dice che non è cosa mia. Che per me non c'è niente. Che sono meno. Che quello che ho dentro, quell'altro me che vorrebbe prendersi il mondo, non ha diritto a nulla.
Che non ci saranno più affetti, che non ci saranno più soldi, che non ci sarà più amore, che non ci sarà più nulla. Zero.
Doveva nascere l'ennesima cassetta di mele rosse, e invece per sbaglio sono nato io. Non sono contemplato."

 

"soffro d'ansia o più precisamente soffro per l'ansia nel senso che da circa un paio di settimane avverto la sintomatologia più invalidante del solito.Soprattutto la mattina appena apro gli occhi sento come il peso della giornata da affrontare sotto forma di ansia e apprensione,in quei momenti i pensieri negativi,che non tardano ad arrivare aggravano ancora di più le emozioni facendomi percepire impotente..Quando la mente inizia a vagare sostenuta dall'ansia oltre che ai pensieri arrivano anche ricordi che prontamente provo a interpretare con domande del tipo:"per quale motivo ho pensato proprio a questo?,che significato ha questo pensiero?,dice qualcosa di vero sù di me?"Questi sono alcuni esempi,sono come domande che partono in automatico per cercare di capire se dietro al vissuto emotivo ci sia qualcosa di più grave(infatti quando si presenta l'ansia credo spesso di non essere a posto e quel turbinio di pensieri lo reputo spesso un disordine mentale).Tendo poi,passato il picco emotivo,a rimuginare sopra l'accaduto e chiaramente questo non migliora le cose.Capitano anche a voi periodi più difficili dal punto di vista emotivo?"

 

 

DA RIVEDERE

 

Si definisce pensiero automatico quel pensiero che nasce dalla propria percezione delle cose e che non è evitabile. Pensiamo al fatto che la persona ha sviluppato delle categorie specifiche con cui giudica, quando guarderà la realtà sarà per lei inevitabile e automatica giudicarla in quel modo e ad esempio non potrà fare a meno di pensare "Carlo è stupido" perché per la sua visione delle cose quello è il giudizio che possiede oppure "io sono stupido".

I pensieri automatici non sono un problema fino a quando queste conclusioni a cui si arriva iniziano a far parte dei problemi del soggetto e che se potesse non produrebbe.

Si parla per l'esattezza di pensieri automatici negativi e sono alla base di numerosi problemi, anche se il problema non è il pensiero in sé ma si potrebbe considerare una delle conseguenze.

Pensiamo ad una persona che manca di autoefficacia in un settore, questo lo porta a concludere constamentemente frasi come "non puoi farlo, non sai farlo, lascia perdere" e questo crea problemi al soggetto che invece desiderebbe fare in quel settore.

La soluzione non è di combattere i pensieri automatici negativi, ma di capire la situazione e trovare un problema. Questo anzi è uno di quegli esempi che ci fa capire come il pensiero automatico negativo possa essere perfino valido.

Gli automatismi vanno ad alimentare la psicopatia ma quando una persona ha un problema non è andando a modificare le conclusioni che si risolve ma andando a cambiare la percezione della situazione fin dalle fondamenta, aiutando il soggetto a capire meglio e agire per apportare i cambiamenti necessari.

Il pensiero automatico negativo va visto come un sintomo e una conseguenza e non come la causa del problema.

Esempi:

 

Non è sempre così facile portare alla coscienza queste convinzioni: i pensieri negativi scorrono automatici e veloci e per la maggior parte non ci focalizziamo consciamente su di essi.
Facendo però un sforzo ho potuto identificare almeno le seguenti convinzioni:
- "Non ho cose interessanti da dire. Non essendo interessante quanto gli altri è meglio se me ne sto zitto"
- "Meglio non intervenire in quella discussione, potrei dire cose inesatte e fare brutta figura"
- "Quel gruppo sembra così coeso! Uno come me non ha alcuna speranza di farne parte"
- "Ecco ora che hanno percepito il mio distacco/timidezza penseranno che sono strano, debole e poco interessante. Nessuno avrà interesse a legare con me."

"Quella famosa vocina che ti dice "Ma cosa vuoi fare... Ma dove vuoi andare..." comincia a essere sempre più frequente."

 

 

 

- non ho vissuto come volevo
- ho sbagliato tutto nella vita
- ho tanto da fare e non combino nulla
- gli altri sono più bravi di me
- ho mandato alcuni affanculo, ma sono stato cattivo
- io non merito molto dalla vita
- se proprio qualcuno mi attesta stima, mi confondo: sento di non meritarlo.

 

La percezione distorta, il soggetto anche se non crede totalmente in questi pensieri li percepisce come una paranoia, come qualcosa che potrebbe essere in quanto non riesce a smontarli completamente, in alcuni casi ci crede anche, specialmente se el emozioni concordano.

Il problema dei pensieri automati

ultima modifica il: 24-01-2019 - 14:54:07
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