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- Procrastinazione -
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Cos'è la procrastinazione?  

(collegare con i 4 punti della motivazione dovere, bisogno, premura, desiderio

collegare con l'impulsività a fare un'attività gratificante nel presente, procrastinando ciò che fa parte di un progetto con il risultato più lontano nel tempo

procrastinazione da mancanza di motivazione, procrastinazione da difesa verso obbiettivi conflittuali)

Procrastinazione letteralmente vuol dire rimandare a domani e in senso più generale vuol dire rimandare qualcosa. Non è casuale che il termine nasca specificando il giorno a cui si rimanda perché psicologicamente spostare di almeno un giorno l'attività aiuta le persone a non avvertirne la pressione, come se fosse un problema che in quel giorno e nel presente non le riguarda ma al tempo stesso rimandandolo "solo" a domani è come se percepisse chiaramente l'illusione che lo farà e quindi non ci sarà nessun problema.

 

La prima domanda che ci si pone riguardo la procrastinazione è perché avviene? La risposta la troviamo in due cause:

- la prima è nella pigrizia o nell'assenza totale di motivazione, cioè il soggetto non ha sufficiente motivazione per agire e invece di entrare in una dimensione psicopatica a riguardo (ad esempio facendosi domande sul perché non lo fa, sul come stia perdendo tempo, etc..) rimandando è come se nascondesse il proproblema sotto il tappeto;

- la seconda è nel conflitto e nella paura che deriva dall'agire per l'obbiettivo o raggiungere l'obbiettivo. Il soggetto rimandando non avverte più le emozioni negative perché l'azione è spostata al giorno dopo. Il soggetto si ritrova in una situazione in cui coesistono motivazioni a fare e motivazioni a non fare che risolve rimanando, la dinamica è differente ma concettualmente è sempre un problema motivazione.

La procrastinazione, proprio per la sua natura, tende ad essere ripetuta, cioè gli stessi motivi per cui spingono a procrastinare una volta non spariscono di colpo, rimangono e quindi di giorno in giorno il soggetto tende a procrastinare, diventando un'abitudine proprio per il sollievo che la procrastinazione produce.

La procrastinazione quindi va concettualmente distinza in:

- circoscritta, il soggetto si prende un po' di tempo ma poi agisce;

- cronica, il soggetto rimanda continuamente e di fatto non agisce mai.

Nel primo caso solitamente il soggetto non si pone interrogativi, la vive come una cosa normale enon particalarmente problematica perché anche se con un po' di ritardo le cose alla fine vengono fatte.

Il secondo punto invece tende ad evolvere in disturbo perché il soggetto si ritrova con parte della sua vita arenata, non produce e le carenze prima o poi esploderanno in insoddisfazione e rimpianto.

 

La procrastinazione trova terreno fertile laddove il soggetto matura l'illusione del c'è tempo, più la persona pensa che ci sia tempo più le sarà facile procrastinare.

Perché si parla dell'illusione del c'è tempo? Perché la persona in questo modo è come se riuscisse a convincersi che è normale rimandare quando c'è tempo, come se non avesse alcun problema di motivazione a riguardo. Questo porta il soggetto a perdere tempo a disposizione che avrebbe potuto usare per fare le cose dilazionate nel tempo e diminuendo non solo il rischio di stress ma anche usando il tempo a disposizione per risolvere eventuali ostacoli ed errori imprevisti.

Quando si perde l'illusione del c'è tempo e ci si rende conto che la scadenza è ormai prossima e non c'è più modo di procrastinare il fenomeno evolve in due tipi:

- accettazione del proprio stato, il soggetto smette di rimandare e si confronta con la propria carenza di motivazione, qui la persona se inizia ad avere paura è probabile che in minima parte riesca a smuoversi ma ogni caso è storia a sé. Troviamo il soggetto che improvvisamente smette di procrastinare e vien emotivato dalla paura data dalle scadenze in arrivo, c'è la persona che nonostante questo non trova motivazione o una motivazione costante e quindi si rende conto di quanto tempo ha perso e del fatto che comunque non ce la farà. Questo stato è comunque pervaso da psicopatia perché la persona fa i conti con la propria situazione, con il rimorso di aver perso tempo, di fare tutto all'ultimo momento, etc...

- creazione di altre illusioni, il soggetto nonostante si renda conto che il tempo non c'è più crea una serie di credenze e autoconvinzioni che non lo fanno soffrire. Il soggetto pensa che sia normale ridursi all'ultimo, che sia conveniente, non ne vede i lati negativi, tutti i vari problemi che ha di motivazione, tutti i vari problemi che avrebbe evitato se avesse fatto con calma, i rischi che corre nel caso qualcosa andasse storto e non avesse tempo dato che è sul filo del rasoio, etc... Questo soggetto è immune alla psicopatia, non si rende conto dei suoi problemi e della sua procrastinazione avendo creato un sistema per cui "si vive così facendo tutto all'ultimo fino a quando è possibile procrastinare" per non fare i conti con la propria pigrizia e con il fatto che le attività da fare non gli piacciono e non lo motivano se non quando è messo alle strette e sa che non c'è più tempo.

 

 Un racconto dal web ci suggerisce cosa viva una persona quando inizia a cadere l'illusione del "c'è tempo": 

"Purtroppo mi rendo conto come il mio cervello tenda sempre a dire "c'è tempo" e nel medesimo istante "non c'è tempo": la cosa strana infatti è che questo rimandare continuo invece di rilassarmi mi provoca ansia... che non mi stimola per niente! Anzi, non combino nulla e in più sono ansiosa!"

 

 

L'illusione della to do list

Più che illusione conviene parlare di errore di generalizzazione, per alcune persone fare una "to do list" ovvero una lista delle cose da fare diventa un metodo di lena efficace, questo metodo funziona per le persone sensibili al senso di colpa e che una volta che si sono dati una scadenza avvertono il bisogno di seguirla  e ciò crea una motivazione artificiale che senza la lista non ci sarebbe stata, avvertono questa pressione negativa che spinge al fare e impedisce la procrastinazione. Ma questo metodo è efficace solo per alcune persone e non per tutte, l'illusione consiste nell'affermare "fate delle liste per superare la procrastinazione" cosa che non è valida perché in questo modo sembra che tutti possano smettere di procrastinare facendo liste.

 

 

La realtà è che non esiste un soggetto procrastinatore come ad intendere che tutta la sua persona sia così, esiste la procrastinazione come conseguenza dell'essersi fissati un obbiettivo su cui non si è sufficientemente motivati o sul quale vi sono conflitti, portando quindi a persone che per errore di determinazione (dell'obbiettivo) possono finire a procrastinare e al tempo stesso portare avanti senza alcuna procrastinazione altri obbiettivi.

Cosa fare quando ci si rende conto di star procrastinando? Sono tre le possibili alternative funzionali:

- accettare questa realtà e cambiare obbiettivo spostandosi su scenari dove si è maggiormente motivati;

- investire nel metodo della lena, cioè creare una serie di motivazioni negative artificiali (come quella della to do list) che mettano il sogetto nel bisogno di portare avanti quell'attività, mettendosi nella situazione per la quale se non si va avanti si soffre;

- condizionarsi, così come si fa per gli animali il soggetto da solo o con l'aiuto di qualcuno inizia a punirsi e premiarsi in funzione del raggiungimento dell'obbiettivo.

 

La procrastinazione ci ricorda che quando una cosa ci piace o se ne sente il bisogno la si fa, senza nemmeno pensarci. Se una persona procrastina è perché si rende conto che o non è motivata o ha paura e vedendo la possibilità la rimanda per non fare i conti con la situazione.

 

La procrastinazione fluttuante

Un altro fenomeno rilevante collegato alla procrastinazione è quello della fluttuazione, cioè il soggetto manifesta una condotta non costante nei confronti della procrastazione, a volte procrastina e a volte no. Questo come si spiega? Nella capacità del soggetto di gestire le emozioni, di automotivarsi e negli elementi di vita avversi che accadono.

Fino ad ora, per semplicità, abbiamo fato per scontato che il soggetto avesse capacità nulla di automotivarsi e capacità nulla di gestire i conflitti emotivi interni, quindi quando questo fenomeno si presenta il soggetto "soccombe" e procrastina. Ma la realtà è diversa e più complessa di così, ogni soggetto ha diverse capacità che a volte sono sufficienti e a volte sono insufficiente per approfontare la situazione.

Facciamo un esempio, c'è Tizio che ha poca voglia di fare una cosa, ma ha una capacità minima di automotivarsi in questa situazione, il soggetto agisce e non procrastina. Arriva però un periodo in cui la sua fidanzata lo lascia, le emozioni negative che provano sono enorme e Tizio non ha sufficiente resilienza per gestirle e quell'attività che prima riusciva a portare avanti ora la procrastina.

La persona è la stessa ma le condizioni sono mutate e sono diventate eccessive per il soggetto. 

Questo cosa vuol dire? Che ci sono soggetti che hanno capacità sempre insufficienti per gestire la situazione e non possono far altro che procrastinare, sono carenti, altri hanno delle capacità ma il contesto cambia e quando è troppo difficile per le loro capacità ecco che scatta la procrastinazione.

 

 

 

Procrastinazione strategica tesa all'evitamento o al fallimento volontario

Alcune persone usano la procrastinazione per creare una situazione in cui a furia di rimandare finisce il tempo necessario per fare la cosa, così che il soggetto possa dire a se stesso "non l' ho fatta più perché non c'era più tempo". Questa strategia raramente funziona in quanto il soggetto in qualche modo sa cosa ha fatto, tende ad essere usata perché in qualche modo riduce il senso di colpa e le emozioni negative provate, che sarebbero maggiori se il soggetto scegliesse direttamente di non farlo.

Questo fenomeno si manifesta in qualcosa che il soggetto non vuole proprio fare ma che si ritrova imposto. L'articolo si è concentrato invece più su obiettivi che il soggetto vuole raggiungere almeno parzialmente.

 

 

Procrastinazione e depressione

In alcuni casi la procrastinazione non è un problema motivazione definitivo, dove il soggetto non è motivato per quell'attività ma potrebbe essere un problema momentaneo dato dall'umore come nel caso della depressione.

 

L'alacrità è l'opposto della procrastinazione, in quanto la persona agisce per i suoi obbiettivi senza rimandare.

Pagina di disambiguazione accidia.

 

Consiglio di fine articolo

La procrastinazione non è una malattia, non è un tratto di personalità ma è la conseguenza dell'aver scelto obbiettivi su cui non si è motivati. Il problema è circoscritto ed è motivazione, questo vuol dire che la persona o può darsi da fare per costruire artificialmente una motivazione intorno a quell'obbiettivo o trovarsene uno su cui è maggiormente motivato. Nella rete si trovano un'infinità di consigli sul come costruire una motivazione artificiale, ma la scelta più saggia è lasciar perdere e buttarsi su qualcosa di più autentico.

 

 

 

 

ultima modifica il: 03-09-2019 - 9:05:55
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