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Cos'è la recitazione? Cosa si intende per recitazione?

 

Si legga ignavia. 

 

"Cosa conta di più? La nostra personalità o la maschera che mostriamo?"

Cos'è la recitazione? Cosa si intende per recitare a livello esistenziale?

la differenza fra maschera e adattamento

 

recitare

fingere, quando una persona non è se stessa ma finge una parte non per obbiettivi personali, la finzione è ciò che una persona potrebbe fare in un film o per uno scherzo;

manipolare

millantare

Nel linguaggio comune con il termine recitazione si fa riferimento a quella particolare attività svolta in teatro al cinema dove le persone recitano un ruolo che non ha nulla a che fare con la loro  personalità e la loro esistenza.

L'AB riprende questo termine per usarlo anche in ambito esistenziale per descrivere quel fenomeno, chiamato anche camaleontismo, dove un soggetto agisce non in base a quello che desidera, si sente o crede ma in base all'osservatore.

Le persone sono spinte a recitare perché sanno che così facendo producono conseguenze e situazioni differenti se invece fossero stati loro stessi.

Qui la situazione si complica perché sebbene le persone recitino pensando di avere un vantaggio non è detto che la loro visione e deduzione sia realmente valida e che poi questo vantaggio ci sia realmente.

Sono diverse le motivazioni che spingono una persona a recitare, qui un elenco delle più diffuse:

- paura del rifiuto;

- paura del giudizio;

- paura dell'abbandono.

Da questo ne derivano varie forme di recita:

- recitare per apparire in modo tale da essere integrati in un gruppo e rimanere in esso;

- recitare per evitare che una o più persone giudichino la personalità ma soltanto la maschera che ne deriva, perché non accettano di venire giudicati o per evitare la sofferenza che questo comporta specialmente quando chi giudica lo fa basandosi sulla propria chiusura mentale senza ricercare un minito di oggettività o costruttività in ciò fa;

- recitare per poter instaurare un rapporto di qualsiasi tipo e poi avvalendosi dei vari legami potersi lasciare andare sapendo che ormai ha "garantita" quella posizione, si pensi ad esempio al seduttore che recita ad inizio rapporto poi sapendo che il legame è stato creato, che l'altro si è affezioto smette di recitare sapendo che l'altro anche se soffre e non accetta non se ne va perché è "vincolato", oppure in ambito lavorativo dove all'inizio ci si presenza in giacca e cravatta e si recita la parte di quello che l'altro desidera vedere e sentirsi dire per poi una volta avuto un contratto "rilassarsi", due esempi che dimostrano come in ambito lavorativo e dei rapporti in generale sia pieno di paradossi.

 

Il soggetto tende a recitare perché desidera che l'altro lo accolga, lo giudichi positivamente e non vada via.

La recita è di fatto una continua menzogna dato che il soggetto appare per ciò che non è dicendo e facendo cose che non sono reali, è un soggetto che porta una maschera che cela la sua realtà personalità.

Ogni persona ha il suo motivo per recitare anche se grossomodo le recitazioni si basano per lo più sulle stesse tematiche.

 

Per convenienza questi obbiettivi si possono raggrupare in due tipologie:

- recitazione difensiva, come quella deperché per diverse persone la recitazione appaia conveniente, sono persone che pensano solo all'obbiettivo, per loro la qualità del rapporto, la trasparenza e tanti altri fattori non interessano, per loro basta che abbiano ciò che cercano, come abbiamo notato nel secondo obbiettivo descritto.

- recitazione manipolativa o truffaldina, dove la persona è conscia di inseguire una strada in cui otterà qualcosa a di scapito di altre persone che ci cascheranno.

 

FINO A QUI

La recitazione ci indica diverse caratteristiche di personalità, la recitazione per il primo obbiettivo ci descrive una persona espansiva che ha bisogno di sentirsi parte di uno o più gruppi, il collezionista di "amicizie" detto anche camaleonte dato che a furia di mantenere diverse recitazione all'attivo, una persona che conoscesse questo gioco non potrebbe far altro che definirla camaleonte.

La recitazione nel secondo gruppo indica una personalità così istrietica da essere disposta ad investire per costruirsi una maschera piuttosto che ricevere giudizi su come è (altre persone nonostante siano istrietiche puntano all'evitamente).

La recitazione del terzo gruppo indica una personalità egoista e non interessata alla qualità del rapporto e tutto ciò che ne può derivare come condivisione, consocenza, crescita, per questa persona l'altro è un mezz e una volta assicuratosi il rapporto lo manderà avanti prevalentemente per i suoi obbiettivi, a prescindere se siano o meno condivisi dall'altro (questa personalità viene descritta erroneamente come narcisista, ma in realtà si tratta di egoismo e di non farsi scrupoli ad usare gli altri per i propri obbiettivi fino a ridurli a degli schiavi se necessario).

 

La recitazione nel romanticismo

Quante volte si assiste a casi di uomini che nei primi mesi sono romantici e poi smettono di colpo? La risposta è nella recitazione, di uomini romantici che pur di prendersi quella donna che desiderano sono disposti a recitare qualcosa che non sono, e sfruttando eventuale affezionamento, legame ed altro fanno presa su queste componenti per mantenersi la "loro donna" senza più essere costretti a fare qualcosa che non fa parte della personalità, non curanti delle conseguenze proprio perché in parte sono aiutati dal loro essere egoisti e "materialisti" cioè vedere il rapporto come obbiettivo, vedere l'altro come un mezzo, dove ciò che conta è avere l'oggetto del desiderio e non instaurare un rapporto autentico e grandioso.

 

La recitazione per bypassare i vari testi di compatibilità

 

La recitazione viene smascherata dal metodo critico

 

 

Un racconto tratto dal web

Ho 22 anni. Stavo con il mio ragazzo da due anni e mezzo ma proprio tre giorni fa ci siamo lasciati. Infatti, ho scoperto un qualcosa che mi ha sconvolta. Premetto che lui ha 26 anni, l'ho conosciuto circa 4 anni fa in una chat ed era praticamente il ragazzo ''perfetto''. Studioso, intelligente, ha sempre rispettato il mio corpo e non mi ha mai chiesto di fare qualsiasi cosa a livello sessuale senza che io lo volessi. Tanto che dopo due anni e mezzo non abbiamo mai fatto l'amore e ogni qual volta poteva capitare mi diceva che non aveva i contraccettivi. Comunque avevamo una relazione a distanza, ho conosciuto la sua famiglia e lui la mia. Tutti l'hanno apprezzato perchè, ripeto, è proprio il prototipo del bravo ragazzo. 

L'altro giorno sono partita da lui per il weekend e mentre usavo il suo computer frugavo tra i documenti recenti. Ho trovato una foto sconvolgente che, ovviamente, mi ha portato a lasciarlo. Una foto di mia sorella 16enne ( che tra l'altro in quella foto dimostra 13 anni, ha due codette e un sorriso da bambina!), foto che io avevo scattato con la macchina fotografica di lui. Foto da lui modificata non so in che modo, nella quale sembrava mia sorellina avesse un seno fuori. 
Dopo questa visione sono impazzita, l'ho lasciato in tronco e lui era disperato. Gli ho detto che è malato e mi confermava tutto. Ripeto che NON mi sarei mai aspettata niente di tutto ciò. Era un ragazzo premuroso, gentile, rispettoso di me e di tutto. Mi ascoltava, conosceva tutto di me e io evidentemente non ho capito niente di lui. Mi ha detto che ha fatto questo ''gioco'' con altre foto. Gli ho detto di andare da uno psicologo, per me è un pervertito. Ha mancato di rispetto me, mia sorella, i miei sentimenti e mi sono sentita presa in giro. Poco prima vedessi quella foto lui mi abbracciava e poco dopo appena l'ho vista ha staccato il computer ed è scappato dalla camera dicendo di lasciarlo che è malato. Ora, sono sconvolta. Non capisco quale fosse il suo problema, ho pensato solo di aver trascorso due anni della mia vita con una persona che non ho mai conosciuto. E' appena successo, lo capisco, ma non riesco a togliermi quell'immagine dalla testa, quella scena dove lui mi spegne il computer. Per me era il ragazzo pressochè perfetto. Niente a me, alla mia famiglia avrebbe mai fatto pensare a tali perversioni. Ho deciso inoltre di non raccontare niente ai suoi genitori, o qualunque persona di sua conoscenza, gli ho solo detto di farsi aiutare. Ne ho parlato con 2 persone da me fidate. help!!

 

 

 

 

"Recitare è più di una semplice menzogna, è un intero complesso di bugie finalizzate ad uno o più obbiettivi ben definiti"

 

 

class="messageTitle">Che fatica stare in mezzo agli altri!

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Dover indossare la maschera, essere partecipi e attivi non solo dicendo qualcosa, ma fare la persona coinvolta.... dopo che sono stata in compagnia sono davvero molto stanca!
e poi ci sono quelle volte in cui invece vorrei davvero starmene per conto mio, e invece mi ritrovo in una situazione in cui non ho la possibilità di appartarmi nel mio universo personale e devo in qualche modo far finta di interagire: lì sì che è veramente dura!
Anche perché non funziona molto bene: le mie interazioni sono sporadiche e lo vedo che a livello di prossemica sono sempre leggermente distanziata dagli altri. A volte me ne frego e mi autoemargino.
La gente penserà probabilmente che me la tiro, o i più compassionevoli, che sono timida e ho difficoltà ad entrare nel gruppo. Il punto invece è che semplicemente non mi interessa.
Non odio quelle persone, anzi, di molte di loro ho un'ottima opinione; né mi fa schifo stare in loro compagnia, tutto sommato è una cosa piacevole; semplicemente non sento un bisogno impellente di far parte di un gruppo o avere per forza legami, e, soprattutto, la solitudine per me è fondamentale e in certe occasioni ne ho un gran bisogno. Questo però la gente normalmente non lo capisce.

Di amici ne ho, e con loro mi è sicuramente molto più semplice interagire. Perché con loro si è connessi anche senza dire nulla, è un rapporto ormai consolidato e mi sento a mio agio vicino a loro senza la fatica di crearmi il personaggio (la maschera con loro è ormai consolidata e hanno già da tempo scorto quel che c'è oltre).

Qualcun altro si sente come me?

Appunti:

Io, camaleonte

ultima modifica il: 09-08-2019 - 12:28:21
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