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Cos'è un raptus?

Con il termine raptus si evidenzia una specifica forma di parossismo caratterizzato da un'insorgenza rapida.

Il raptus in campo esistenziale è diventato famoso per la sua utilità di spiegare fenomeni violenti, ma ci sono anche raptus non violenti. 

Pensiamo ad una rissa dove due persone stanno tranquillamente parlando e una all'improvviso colpisce l'altra, non c'era nessuna emozione negativa fino a quando all'improvviso ne è sopraggiunta una intensa e ha preso il sopravvento, immaginiamo invece uno scenario dove dopo un litigio di ore si arriva a mettersi le mani addosso, in questo caso non si può parlare di raptus perché vuoi o non vuoi il soggetto anche se ha colpito l'altro sotto impulsi emotivi ha avuto nel tempo modo di interevenire a livello razionale, di fermarsi, allontanarsi. Aveva modo di gestire e in qualche modo scegliendo di non farlo quando poteva lo rende coresponsabile e non si può parlare più di raptus.

Nel raptus è come se si tentasse di comprendere una natura umana scarsamente controllabile dove qualcosa di intenso e improvviso può prendere talmente alla sprovvista da portare a compiere azioni che non hanno quasi nulla di umano, qualcosa che in qualche modo fa parte della natura umana anche se non ha nulla di umano.

 

 

La parola raptus viene solitamente accostata al termine "omicida" che sono i raptus che più possono interessare l'opinione pubblica.

Il raptus è l'esatto opposto della premeditazione, il soggetto in pochissimo tempo arriva a fare qualcosa che non aveva mai nemmeno immaginato di fare o che potesse fare.

In accordo a quanto detto fino ad ora esistono tre tipologie di comportamenti:

- lucido, la persona pianifica l'azione spinto da emozioni distruttive;

- parossistico non gestito, il soggetto ha visto e avvertito crescere l'emozioni sapendo in qualche modo che queste potevano scoppiargli in mano e nonostante questo non è intervenuto divenendo di fatto coresponsabile della reazione che avuto; 

- raptus, rapido e intenso.

 

Un raptus omicida è un evento altamente improbabile, gli omicidi si consumano o in modo lucido o a livello di parossismo con escalation, dove il soggetto ha la responsabilità di non essere stato in grado di sottrarsi durante il crescendo emotivo.

FINO A QUI

 

Questo ci suggerisce che il raptus si può suddividere in due modi:

- raptus ad intenzione distruttiva, l'obbiettivo di distruzione era quello del momento, cioè ad esempio al persona in un attimo di ira ha agito per appiccare fuoco alla casa e ci è riuscito;

- raptus ad intenzione distruttiva collaterale, il soggetto aveva un obbiettivo distruttivo ma a causa delle circostanze e della casualità l'effetto distruttivo è stato amplificato.

 

Uno dei primi miti da sfatare nei confronti del raptus è che questo sia necessariamente qualcosa che si volga in un relativo e breve e che possa durare pochi attimi, non è così altrimenti non esisterebbe il concetto di escalation. Un raptus può durare perfino giorni dove il soggetto è in un continuo stato emotivo che può sia rimanere stabile ma perfino accrescere con il tempo.

Un uomo potrebbe uccidere la moglie dopo che dopo una giornata passata a litigare alla fine arrive ad un punto tale da esplodere con quel gesto estremo e con uno stato emotivo alterato da ore, dove un occhio attento poteva già intravedere i possibili rischi di quell'alterazione e i primi accenni parossistici a quello scenario con frasi come "sta volta ti amamzzo non ce la faccio più".

Per comprendere il raptus è necessario conoscere che il "Germe violento"  è già dentro il soggetto, fa parte dei suoi condizionamenti e della sua crescita ma questo non esce fuori se non sotto particolari stati emotivi e sotto particolari stimoli.

 

Da rivedere

 

Questo stato viene considerato legislamente e socialmente come un'attenuante perché la persona è come se facesse leva su una sorta di deresponsabilizzazione affermando frasi come "quando ho fatto quel gesto non ero io, ma è come se fossi impossessato o comunque sono giustificato perché è come se fossi malato quindi non prendetevela così tanto con me", il problema consiste nel fatto che alcune persone potrebbero dichiarare di aver avuto un raptus per tentare di ridurre la loro condanna sociale e penale anche se in realtà quello che hanno fatto non l'hanno fatto in uno stato di scarsa lucidità.

Come fare per capire se la persona ha avuto realmente un raptus o meno? Ci sono tre indicatori:

- il primo è quello del passato famigliare della persona, se ha avuto un educatore violento e criminale è molto probabile che questa persona abbia realmente sviluppato questi impulsi, e abbia delle emozioni negative che ne possono influenzare il comportamento;

- il secondo è quello della durata, gli impulsi tendono ad esaurirsi quando cambia lo stato umorale e scompare lo stimolo, quindi nel caso di azioni durature nel tempo è necessario comprendere se durante l'atto o gli atti di violenza la persona abbia conservato per tutto il tempo quel preciso stato umorale e quegli stimoli;

- il terzo si basa sull'ascolto della vittima, una persona in fase di raptus appare come una persona non pensante, come un animale sia nei modi di fare che di parlare, una persona "spiritata" che sembra non ascoltare come se fosse in uno stato trans; se osservate una persona comportarsi in questo modo probabilmente è una persona che sta agendo impulsivamente e non lucidamente.

Questo ci porta alla conclusione che atti criminalpossono esistere sotto forma di raptus o sotto forma di personalità egoistiche e disinibite e che non si fanno alcun problema nel far soffrire gli altri pur di prendersi ciò che desiderano.

 

 

Qual'è la posizione dell'AB nei confronti dei raptus?

Il raptus essendo qualcosa che di fatto finisce in una condotta illegale va criticato e condonannato a prescindere. In un secondo momento si va a fare un'analisi della persona:
- se la persona ha già tentato nel corso della sua esistenza di tentare di risolvere questo suo lato di personalità allora si applica lo sconto della pena e si procede per attenuanti e nel caso spostare la persona in strutture non carcerarie (ma ad esempio strutture psichiatriche specializzate);

- se la persona invece non ha fatto alcunché allora la si processa come un qualsiasi altro criminale.

Il primo punto si spiega con il fatto che se la persona ha cercato aiuto e nonostante le cure fornite ha compiuto comunque un gesto illegale va considerata come una persona che ha fatto ciò che poteva fare per evitarlo e quindi non può essere essere trattata allo stesso modo di chi invece non ha fatto nulla per tentare di evitarlo, in questo caso anche lo stato diventa complice non avendo aiutato efficacemente chi lo aveva richiesto.

Se il codice penale fosse riscritto seguendo questa logica tutte le persone a rischio sarebbe incentivate a vedere le loro problematiche come qualcosa da risolvere prima che si arrivi a compiere il gesto, riducendo drasticamente la frequenza di questi episodi e migliorando il sistema stesso, si andrebbe di fatto ad incoraggiare sia il desiderio di "risolvere" sia il sistema che c'è dietro.

La tesi dell'AB è quella di considerare questa problematica dell'impulsività al pari qualsiasi infermità mentale ma solo e soltanto se la persona prima di arrivare a quel gesto estremo ha tentato di eliminare questa suo problematica affidandosi a strutture adeguate.

Facciamo un esempio concreto, una persona si ricovera in psichiatria e iniziano il trattamento, ad un certo punto la persona interrompe il trattamento e compie un gesto, in questo caso la persona si prende la condanna piena. Viceversa se nonostante tutto lo svolgimento della terapia si arriva comunque al gesto estremo la persona viene inserita in contesti differenti dal classico sistema di prigione e di isolamento.

Questo vuol dire che numerose persone arriveranno in questi centri.

Alcuni reati continueranno ad essere commessi ma quanti verrebbero così prevenuti? Si darebbe via ad un circolo virtuoso di prevenzione efficace e di trattamento diverso per quei "criminali che non desideravano esserlo" aumentando comunque le possibilità di aiutarle anche dopo che hanno commesso quell'atto.

Questo discorso si applica solo a quelle persone che hanno impulsi violenti e che hanno prodotto comportamenti criminali senza che l'abbiano scelto e deciso lucidamente.

ultima modifica il: 19-06-2018 - 23:53:31
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