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- Psicoterapia -
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BOZZA

analisi della percezione, analisi della sensibilità

psicologo = 3 anni di studio iscritto all'albo B, può fare intervento psicoterapico aspecifico ma non fare diagnosi, può quindi subentrare solo dopo che una diagnosi sia stata eseguita. Solitamente questa figura viene impiegata in altri settori e quasi mai nel clinico;
psicologo clinico = 3+2 iscritto all'albo A, può fare intervento psicoterapico aspecifico e fare diagnosi, una figura indipendente, ma non ha modelli di interevento specifico;
psicologo clinico e psicoterapeuta specializzato = 3+2 iscritto all'albo A e ha seguito uno dei possibili corsi di formazione in psicoterapia, può fare interevento psicoterapico specifico usando il modello studiato nel corso di psicoterapia, può fare diagnosi, è una figura indipendente e specifica.

(fase iniziale della rassicurazione, durerà fino a quando non vengono dissipare tutte le paure all'interno del rapporto terapeutico)

l'obbiettivo della terapia è cambiare la persona in modo tale che "la persona nuova" abbia una vita normale e accettabile per essa stessa e non più percepita disturbante.

L'obbiettivo del counseling è più preventivo risolutivo, dire alla persona cosa fare, aiutarla a comprendere solo quello specifico scenario per guidarla. Ogni cosa ti cambia e anche il counseling, ma sono gli obbiettivi ad essere diversi, il counselor è come un genitore, un fratello o un amico che ti da il consiglio esatto e che ti migliora la vita, con la differenza che qui c'è una persona preparata per farlo nel migliore dei modi.

Le attività del counselor è immediata, una persona arriva con un problema e il counselor lo risolve, la persona ha una scelta da fare e con il counselor fa la scelta migliore per la sua vita, la persona non comprende una cosa e il counselor la spiega.

Visione alternativa "terapia e psicoterapia sono costruiti intorno al concetto di diagnosi, quindi persona ansiosa, depressa" il concetto di counseling è invece improntato sul concetto di "non comprender ele cose, non averle fatte abbastanza e aver bisogno di qualcuno che aiuti nel capire, agire e migliorare in quel settore". Il counselor non parla in termini di depressione, ansia o qualsiasi altra diagnosi, se lo fa commetterebbe un abuso di professione, il counselor parla in termini di problemi, di praticità, di comprensione del mondo e di come risolvere i problemi che vengono esposti.

 

La non terapia, "finti terapeuti" che ascoltano e danno solo modo di sfogare o dare risposte preconfezionate che alimentano le illusioni "positive" andando a favorire l'elaborazione da parte del paziente e nient'altro.

La terapia è produrre e favorire un cambiamento, spiegare la realtà, trovare gli errori che la persona fa quando pensa, le sue credenze distorte, i suoi condizionamenti (per decondizionarli) la persona entra in un modo ed esce in un altro, una persona nuova e che funzioni.

 

La terapia si basa su tre elementi:

- rapporto terapeutico, evidenzia il tempo passato insieme nelle ore di seduta, nel quale avviene parte della terapia;

- obiettivi, fin dalle prime fasi del rapporto si stabiliscono degli obiettivi comuni, dove il paziente è partecipe e crede in essi, non sono obiettivi imposti ma frutto di parte del rapporto terapeutico;

- compiti terapeutici, evidenzia tutto il lavoro che il soggetto fa da solo a casa e che è più importante del rapporto terapeutico stesso, questi compiti sono frutto del rapporto terapeutico e rientrano negli obiettivi posti insieme, anche i compiti così come per gli obiettivi sono percepiti dal paziente come utili, concordati insieme e non imposti dall'alto. 

Senza questi tre elementi non si può parlare di psicoterapia.

 

[il collegamento con la psicoanalisi

alleanza con i famigliare del paziente

collegamento con il coping

una delle prime cose da fare è vedere il locus di control del paziente

aggiungere il rischio iatrogeno, considerarlo come altamente possibile specialmente all'inizio dove la psicopatia difficilmente è evitabile, ma se ci sono altre conseguenze negative oltre la psicopatia è da rimettere in discussione il proprio metodo scelto]

 

psicoterapia vuol dire tentare di intervenire in qualsiasi sofferenza lamentata del soggetto tramite il colloquio psicologico, quindi la terapia della mente perché se non c'è un qualcosa di fisico da cambiare allora il cambiamento è necessariamente mentale.

La psicoterapia è dello psicologo, ma allora perché esiste la figura dello psicoterapeuta? Il problema nasce dall'italiano e dalla confusione che ne deriva, per fare chiarezza è necessario rendersi conto che esistono solo due figure:

- psicologo non specializzato in alcuna scuola psecifica di psicoterapia;

- psicologo specializzato in una o più scuola specifica di psicoterapia.

 

Questo vuol dire che uno psicologo comunque fa psicoterapia ma non segue alcuna corrente e protocollo di intervento codificato, userà il proprio metodo fatto di anni di studio, di esperienza e unirà ad esempio la sua sofferenza, le sue sfide interiori risolte con il suo percorso accademico.

Chi invece applica uno specifico protocollo come può essere quello "cognitivo comportamentale" userà un protocollo di interevento più standardizzato, anche qui lo psicologo ci metterà del suo, ma la differenza con uno psicologo non specializzato sarà evidente.

Per dirla in altri termini due psicologhi specializzati nella cognitivo comportamentale appariranno più simili di invece uno psicologo che usa il suo metodo di interevento dallo psicologo che invece usa un'altra scuola di pensiero ancora.

In sintesi ci sono psicologhi che fanno psicoterapia basandosi su un protocolli e metodi personali, frutto di studio e di correnti teoriche sparse che prendono vita come una cosa unica in quel soggetto, mentre ci sono psicologi che invece mettono in atto dei protocolli e dei metodi studiati in scuole di specializzazioni specifiche i quali a sua volta diventano "unicizzati" dal terapeuta che li applica ma in modo meno relativo.

Un errore che si potrebbe fare qui è quello di concludere che lo psicologo che segue un protocollo standardizzato e riconosciuto sia necessariamente meglio di chi non lo segue preferendo il proprio, ma non è così ogni psicologo così come un paziente è un mondo a sé, siamo ben lontani dalla psicologia come scienza esatta e come la matematica.

Ogni scuola di psicoterapia che oggi è divenuta appunto scuola e si è standardizzata è nata dalle intuizioni di un singolo psicologo, quindi non si può escludere a priori che uno psicologo sia peggio o meglio di un altro anzi probabilmente stiamo vivendo in un momento storico in cui numerosi psicologi con il loro lavoro stanno dando il via a quelle che saranno future scuole di psicoterapia del domani.

 

[da aggiungere nel protocollo di intervento conoscere le aspettative del paziente

psicoterapia e peggioramento/sofferenza, come vedere questo elemento ad inizio terapia? nelle prime fasi?

il ruolo della speranza delle alternative nell'alleanza terapeutica è fondamentale, speranza fondata su possibilità reali e non false promesse, cioè far capire al soggetto che proprio perché ci sono delle alternative non è spacciato e che è ancora più probabile che ce la sifaccia ]

non riuscire a capire che ogni terapeuta che potete consultare è largamente diverso da un altro nel modo di fare, nella sua efficacia (anche se usa lo stesso modello di intervento) ed è quindi fondamentale non arrendersi se nel primo mese non ci sono risultati tangibili ma passare ad un nuovo terapeuta, senza né fossilizzarsi né arrendersi, l'AB propone il metodo del "primo mese".

I limiti del terapeuta:

- terapeuta inefficace come persona nel suo livello di abilità nell'utilizzare il modello terapeutico intrapreso;

- modello di intervento non efficace per la persona, qui c'è anche il limite e forse anche una mancanza di onestà di un terapeuta che non si rende conto che un metodo di intervento non è applicabile ad ogni persona o caso.

Quando consultate un medico e dopo un po' di tempo vedete che il suo operato non sta sortendo effetti cosa fate? Bollate la medicina come fuffa? Continuate a sperare che quella cura funzioni o semplicemente cambiate medico? Allora perché non fare la stessa cosa per i professionisti della salute mentale? Ci sono persone con i loro limiti, con i loro errori e alcune anche con i loro interessi economici (illegali) se dopo un mese non siete soddisfatti di come le cose stanno andando cambiate senza farvi alcun problema e senza farvi abbindolare se parlerete con le persone che sono contente dei risultati ottenuti ognuna di loro vi dirà che si erano trovate "bene" fin da subito viceversa le persone che dicono di aver sprecato solo tempo, in alcuni casi perfino anni vi diranno che sin dai primi mesi si trovano in quelle situazioni. Le eccezioni possono esistere ma il mercato è pieno di terapeuti e la scelta più conveniente da fare è puntare ad un terapeuta che da subito vi da ciò che cercate e migliora nell'immediato il vostro stato piuttosto che sperare in qualcosa che probabilmente non arriverà.

 

la psicoterapia o la psicologia non sono solo chiacchiere, ma è modo affinché un terapeuta possa cambiare la psiche della persona, immaginate quanti eventi nel vostro passato o nel passato di altri hanno prodotto un cambiamento funzionale o disfunzionale, incontrare questa figura vuol dire "forzare il caso" e pagare affinchè il cambiamento sia funzionale.

Come può uno psicologo cambiare colui che sei sempre stato? Una domanda che si potrebbe porre una persona riguardante il proprio mondo inconscio, o una persona chiusa mentalmente che ritiene il cambiamento qualcosa di impossibile tipo "sei natocosì muori così".

 

 

"Dentro di noi non c'è la risposta, scavando si trovano domande ma non sono sufficienti per usire fuori dalle problematiche"

Uno psicoterapeuta è uno psicologo che oltre che comprendere sa anche come intevenire per cambiare l'esistenza della persona, o addirittura cambiare la personalità stessa"

 

I limiti della psicoterapia comportamentale

 

 "Il mio problema riguarda uno stato di forte ansia che mi prende in determinate situazioni come parlare in pubblico, colloqui lavorativi o anche solo parlare con persone di grado superiore, come professori o manager. In questi casi avverto una sensazione di paura, accompagnata da reazioni come cuore a mille, fiato corto e voce tremolante. So benissimo che è normale provare ansia, ma quella che provo io mi manda davvero in blackout.

Ho letto che la terapia cognitivo-comportamentale può aiutare in queste situazioni. Però ho un dubbio a riguardo. Da quello che ho letto su questa terapia, lo psicologo aiuta il paziente a reinterpretare le situazioni temute sostituendo i pensieri negativi con altri più positivi - o meno negativi. Riflettendo sul mio caso, ho notato che il pensiero che faccio quando mi trovo ad affrontare le suddette situazioni è "ho paura di fare una figuraccia, non riuscire ad esprimermi bene e mandare tutto all'aria". Questa paura di fare una figuraccia poi ovviamente si avvera: una volta fatta poi è difficile uscirne, si ha memoria di quello che si è fatto e lo schema si ripete.

La mia domanda quindi è questa: come può uno psicologo mitigare questa mia interpretazione? Per come la vedo io, avere un forte attacco di ansia e riuscire a stento a parlare durante una presentazione o mentre faccio un colloquio è oggettivamente una cosa negativa. Può quindi la terapia cognitivo-comportamentale aiutarmi? Come potrei reinterpretare queste situazioni temute?"

 

Una persona si rende conto che quando la problematica non è prettamente inconscia il decondizionamento è inutile.



Psicoterapia e autosabotaggio, considerare la possibilità che la persona sia spaventata dall'esistenza che avrà da "guarita" e potrebbe lottare contro il percorso di terapia.

 

La diatriba fra psicoanalisi e psicoterapia cognitiva

Come la risolve l'AB? mettendo come prima fase nell'intervento terapeutico quello di stabile se è necessario un intervento sull'inconscio o sull'inconscio, considerando ad entrambi le scuole di pensiero un'efficacia che diventa errore quando si tenta di spiegare tutto con una solo corrente di pensiero. l'AB affronta l'inconscio in maniera differente da come lo fanno le correnti di pensiero come quella psicodinamica o psicoanalitica ma comunque ne riconosce l'efficacia e l'utilità nel campo dei disturbi inconsci.

 

Psicoterapia e alleanza terapeutica, conviene? Per l'AB la risposta è no in quanto  va considerato il fatto che questa alleanza può essere una trappola per il paziente se la terapia non è efficace.

L'alleanza terapeutica si basa di fatto sull'effetto autoritario, per questo l'AB  propone una visione alternativa basata non su un'alleanza ma su un esperimento terapeutico.

Se una cosa è efficace, se il suggerimento che ti sto per dare è valido a che serve l'effetto autorità? Per l'AB la terapia diventa qualcosa di pragmatico in cui sono i risultati e l'efficacia della terapia a parlare.

Sono due i parametri che secondo l'AB indicano un esperimento terapeutico efficace e da proseguire:

- la terapia entro i tre mesi sta dando già i primi frutti, il paziente è soddisfatto dell'aiuto ricevuto e si sente sulla strada esatta per la risoluzione;

- la qualità esistenziale del paziente entro tre mesi ha avuto un miglioramente anche se minimo.

Questo cosa vuol dire? Che se dopo i primi tre mesi si hanno dubbi su quello che si sta facendo, come lo si sta facendo e dove si sta andando conviene cambiare terapeuta per avere un percorso che dia risultati.

L'esistenza non ha un tempo infinito se una persona in tre mesi è non riuscita a trasmettere nemmeno l'idea di essere sulla "buona strada" quanti mesi o anni ci vorranno ancora? Si fa prima a cambiare terapeuta che propone un esperimento terapeutico e una strada/approccio più efficace che si manifesta nell'immediato (entro i primi tre mesi).

 

APPUNTI:

Come capire rapidamente se un terapeuta è efficace o da scartare :
- sfrutta l idealizzazione, dice poco di se delle tecniche che usa, mostra solo i suoi titoli di studi per imporre un autorità, un comportamento sospetto di chi non avendo sostanza mostra solo un aspetto esteriore che di per sé potrebbe non significare uno;
- non è in grado di farvi sentire capiti e meglio già dalla prima seduta, il punto cruciale della comunicazione;
- non vi dà degli strumenti o dei compiti fra una seduta e l altra, non vi lascia niente per lavorare in autonomia, come si può procedere al ritmo di un ora a settimana? 

 

DA RISCRIVERE

Cos'è la psicoterapia?

La psicoterapia nella quotidianità viene vista così:

"Ho sempre voluto evitare psicologi e psicoterapeuti cercando di trovare in me la forza di superare tutto e l'origine di ogni male."

Si potrebbe definire un meccanismo di difesa contro la "pazzia", perché ingenuamente nella quotidianità si giudica in termine di "normalità" e "pazzia", se faccio da solo sono una persona normale con difficoltà, se mi faccio aiutare da uno psicologo sono pazzo. 

Questa frase si ascolta con frequenza da persone che sono alle prese con disturbi o fasi borderline anche da diversi anni, da persone che hanno una qualità esistenziale bassa.

Come già accennato le cause di questa riluttanza si ritrovano in una rigidità mentale che è tarato contro l'aiuto mentale, perché farsi aiutare psichicamente implicherebbe che si sia "pazzi".

Per smontare questa affermazione, possiamo fare una traslazione sul campo medico, ripetiamo la stessa frase però sul campo medico:

"Ho sempre voluto evitare dottori e medicine cercando di trovare in me la forza di superare tutto e l'origine di ogni malattia, o problema del mio corpo".

Con questa traslazione sul piano medico si scopre l'incoerenza, e le credenze infondate che portano una persona a difendersi da una eventuale terapia "psichiatrica" o "psicoterapeutica".

Come si può combattere un virus, un batterio, un problema genetico, organico, cercando dentro di sé? 

Allo stesso modo per la psiche, dentro di noi non c'è quello che serve per interrompere il disturbo, il loop, le destabilizzazioni, al contrario è quello che c'è dentro di noi che lo genera, così come nel corpo ammalato ci sono batteri e virus che lo generano.

Nella malattia c'è un origine genetica, o di contagio ambientale, nella psiche si parte da un fallimento educativo e dall'approccio distorto che si sedimenta con il tempo.

Nella psiche della persona ci sono degli elementi, dei tratti di personalità che sono alla base del disturbo, ed è uno psicoterapeuta esterno che analizza la situazione e inizia un percorso terapeutico, un percorso di psicoristrutturazione allo stesso modo di come un dottore analizza il paziente e inizierebbe il suo percorso terapeutico.

E ancora allo stesso modo di come esiste un medico "non efficace" così esistono "psicoterapeutici" non efficaci, e non conviene rifiutare la terapia in toto perché qualcuno ha avuto a che fare con questi psicoterapeuti non preparati, così come nessuno rifiuterebbe cure mediche perché ha incontrato un medico non preparato.

La prima cosa che si fa con il medico è andare da un altro efficace, preparato, perché non fare lo stesso con lo psicoterapeuta?

L'AB ha individuato due correnti di pensiero per quanto riguarda la psicoterapia, su cui poi baserà il suo protocollo di intervento:

- terapia cognitivo comportamentale

- psicoterapia strategica breve

 

L'AB definisce il suo protocollo di intevento psicoterapico suddividendolo in tre grandi blocchi:

- Consolazione del paziente (manipolazione)

- Ristabilizzazione del paziente (accompagnandolo in ragionamenti stabilizzanti o fornendo credenze e metodi stabilizzanti se mancassero)

- Psicoristrutturazione del paziente (sconfinando oltre l'area in cui era annidata il disturbo o comunque avviando la persona verso una psicoristrutturazione)

 

 

 

Psicoterapia dei disturbi, perché le malattie non esisteno.

 

Gli errori terapeutici più comuni?

Limitarsi a ciò che dice il paziente, quando è semplice comprendere che un paziente con PDNC non sa nemmeno lui quali siano i suoi problemi, i suoi errori di ragionamento, le sue credenze disfunzionali etc..

 

Mi chiedo a cosa serve un aiuto psicologico con i problemi reali . Io ho perso il lavoro ,sono senza soldi,risultato mi sento triste e abbattuto. A questo punto cerco,un conforto psicologico, ma l'unica cosa che ottengo sono belle parole. Bla! Bla!Bla!......Bla! Bla!Bla!..e via dicendo. Ma rimane il fatto che mi ritrovo ,senza soldi e senza un lavoro, per quanto un professionista possa motivare e gonfiare la mia autostima non risolve il problema.... Voi cosa la pensate ?

Il fallimmento attuale della psicoterapia odierna è che si limita all'eventuale disturbo, senza fare psicoformazione e ristrutturazione dell'intera personalità, senza dare alla persona dei metodi, una nuova strada da percorrere.




<< La manipolazione nella psicoterapia è costruire realtà inventate che producono effetti concreti>>  fornire i metodi stabilizzanti illusori che la persona non sa darsi da sola.

 

la psicoterapia è costruire una realtà oggettiva che produca effetti concreti sull'esistenza della persona.

 

 

Protocollo di consolazione (si legga consolazione)

- dargli dei metodi di stabilizzazione semplici e immediati

- ridargli speranza

- stabilizzazione dell'umore (tranquillizzarlo)

- rassicurazione?

 

[teoria] protocollo di individuazione, cioè si spiega brevemente al paziente la teoria della stabilizzazione/destabilizzazione e si forniscono anche le categoria della sensibilità:

- paura/panico/paranoia

- senso di colpa

- ansia

- risentimento

Così che il paziente possa partire per una introspezione guidata, qui molti terapeuti fanno l'errore non di non preparare il paziente all'introspezione, come voler mandare qualcuno su una montagna senza attrezzatura e senza spiegare cosa fare e cosa non fare.

Una volta individuato tutto si può passare al protocollo successivo, quello di stabilizzazione

 

protocollo di stabilizzazione

- usare la utilizzazione facendo leva su quello che il paziente già sa.

- aiutare quindi la persona nella stabilizzazione cioè facilitare il processo di stabilizzazione anche illusorio

- evitare di riaprire ricordi sopiti o stabilizzazione già effettuate

- fargli evitare gli anancasmi, interrompere i pensieri intrusivi

- trovata la stabilità lavorare sul vuoto interiore, errori di ragionamento spingendo la persona a cambiare esistenza e personalità

 

Protocollo di ristrutturazione

[persuasione, manipolazione, abbattimento della rigidità mentale e portare la persona a desiderare la rinascita]

 

In rete ho trovato una domanda interessante posta da una persona che si rendeva conto che la psicoterapia su di lei non era efficace:

"come si fa a curare una persona come me, se non esiste alcuno stato precedente di benessere da ripristinare?"

Con curare questa persona intende uscire dal suo disturbo, uscire da quella che lui chiama una fase di "infelicità e sofferenza che si porta dietro praticamente da sempre".

Qui si vedono tutti i limiti della psicoterapia classica, tesa per lo più ad una consolazione e stabilizzazione. Questa persona non se ne fa nulla di tutto questo, questa persona è stata chiara anche con il suo psicoterapeuta dicendo che non ha un momento felice o uno stato da ripristinare, ha una "vita da imparare e riscrivere", cosa che invece la psicoterapia classica non si azzarda a fare perché considera la personalità della persona "sacra" indicando quanto sia limitata la visione di queste correnti.

Non penso che per ogni psicoterapeuta o per ogni corrente psicoterapica la missione si quella di ripristinare uno stato precedente di benessere, di solito l'obbiettivo è riportare la persona a qualsiasi tipo di benessere, anche un nuovo stato di benessere, il fatto è che la persona ha sviluppato una personalità che è incompatibile con qualsiasi tipologia di benessere e l'unica alternativa è ristrutturarla, non c'è nulla da consolore o stabilizzare, ma ce ne vorrà del tempo prima che questa cosa venga vista come "etica".

 

Psicoterapia cognitivo comportamentale

"ciao,io mi sono rivolta al cim della mia zona e mi sono trovata malissimo,l ansia ce l avevo peggio di prima,pensa che gli raccontai delle mie paure sul fatto che succedesse qualcosa a mia figlia e lui mi disse ok facciamo che vi investono...la bimba muore..come se la immagina la morte?   

io lì rimasi scioccata e decisi che avrei cambiato..."

Questo dimostra sia che quella persona abbia usato "metodi euristici e ingenui", sia che non convenga non inziare con ristrutturazione o stabilizzazione, ma convenga prima rassicurare la persona per farla uscire dallo stato di emotività passiva.

 

Quello che mi chiedo io è normale che dopo ogni seduta anzichè uscire più positiva io esca più demoralizzata, e anche arrabbiata? e addirittura certe volte aumenta anche la mia ansia! mi sembra che questo psicoterapeuta non capisca nulla di me, le sedute mi danno la sensazione di essere chiacchierate fini a se stesse senza capo ne coda, le cose che mi dice mi sembrano banali e superficiali, risposte che potrei darmi benissimo da sola. La prima impressione che ho avuto appena l'ho visto è stata di antipatia, ciò nonostante ho continuato ad andare per vedere se le cose sarebbero cambiate e per non dare giudizi affrettati visto che comunque gode di una buonissima fama, ha un ottimo curriculum e una grandissima esperienza, mentre io pressochè nessuna. Quindi la mia domanda fondamentalmente è la seguente, le sensazioni che provo sono normali, e solo con il tempo riuscirò a trarre beneficio, oppure è meglio che cambi psicologo??

 

 

Le persone tendono ad considerare solo le emozione che provano, tentanto di controllarle senza rendersi conto che prevalentemente sono basato sul loro approccio, non comprendono che ciò che pensano contribuisce alla foramzione dell'emozione, la considerano qualcosa di a se stante senza controllo, quasi magica o aliena, quindi conviene considerare questo, portarle ad accettare le emozioni che verranno finquando non ci sarà una psicoristrutturazione.

 

L'errore più diffuso nella terapia cognitivo comportamentale è quello di non considerare l'umore del singolo che ha un ruolo rilevante nella formazione dell'emozione a parità di stimolo:

"Soffro ormai da molti anni di attacchi di ansia, alterno periodi di qualche mese di ansia fastidiosa a lunghi periodi di benessere anche di 2-3 anni. Da qualche settimana, dopo un lunghissimo periodo di benessere sono ricaduto..

Faccio da molto anni, (con lunghi periodi di pausa quando sono in fase di benessere) terapia cognitivo comportamentale. Una delle cose che mi è stato insegnato è che un attacco di ansia/panico nasce da un pensiero che distorto porta a catastrofizzare una determinata situazione nella nostra testa, con imminente salita dei sintomi ansiosi (tachicardia, sudore, agitazione ecc).

Ecco che dopo anni di terapia ho imparato a leggere quando possibile, i motivi per cui determinati sintomi si presentavano in determinati periodi e situazioni ma il grosso dubbio che mi è venuto è legato al fatto che a parità di stimolo ansiogeno in determinati periodi reagisco con ansia in altri invece reagisco in modo tranquillo/naturale/ragionevole e senza problemi.

Quello che mi chiedo è: la teoria cognitiva non prevederebbe che dato un certo stimolo si dovrebbe sempre reagire allo stesso modo??? Perché cavolo se stamattina sono arrivato in ritardo al lavoro sono andato in ansia e sono finito 15 minuti in bagno ad asciugarmi i sudori, mentre 4 mesi fa se arrivavo in ritardo al lavoro non me fotteva un caiser (a parità di lavoro e parità di condizioni)????

Quello che cerco di dire è che se siamo più reattivi a determinati stimoli, solo in determinate condizioni, dovremmo cercare di capire cosa ci fa cadare in quelle determinate condizioni e non come reagiamo agli stimoli cercando poi di ristrutturare la cosa da un punto di visto cognitivo. Voi cosa ne pensate? Spero che il mio discorso abbia reso l'idea del mio dubbio.."

 

APPUNTI:

- "Credevo che con le chiacchiere non si potesse guarire " le persone che non credono nella psicoterapia e che non si rendono conto che sono cresciuti anche per le chiacchiere che hanno fatto con i propri genitori o parlando con altre persone, il linguaggio è un mezzo che può essere usato per spettegolare ma anche per passare informazioni fondamentali alla crescita, queste persone non si rendono conto delle sfumature del dialogo, di quanto conti il mezzo "linguaggio" e di quanto conti l'infomrazione altrimenti non arriverebbero a ridurre tutto a un riduttivo "chiacchierare".

 

 

DA RIVEDERE

 

Colui che comprende che esiste non la morale, e che le persone al contrario si illudono che esista una unica morale ed etica assoluta, la quale li governa, ma al tempo stesso le persone si muovono perchè sono attratte dalle cose, cioè il piacere li spinge e li motiva, facendo interagire fra loro persone che non sono compatibili e questo genera un compromesso continuo fra desideri, bisogni, giudizi, risentimenti, controllo etc.. Questo fa si che si creino dei conflitti interni ed esterni che l'individuo non può gestire e che possono portare l'individuo ad avere dei disturbi e dei complessi. Lo psicologo è colui che può aiutare le persone a prevenire che queste persone arrivino ad avere conflitti e disturbi, lo psicoterapeuta è colui che oltre lo psicologo va anche a intervenire direttamente nei disturbi e nei complessi aiutando l'individuo ad uscire fuori.

 

ultima modifica il: 16-07-2018 - 22:49:40
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