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Cosa si intende per commuoversi? Cos'è la commozione?

Nel linguaggio comune il termine commozione è diffuso e viene usato per indicare quel fenomeno in cui una persona manifesta una reazione emotiva al pianto in modo totale o parziale (solo occhi lucidi ad esempio).

Perché le persone si commuovono? Per condizionamento dell'emozione di base del pianto. La commozione di per sé è una dinamica semplice ma che necessita comunque della conoscenza del perché si piange e del come ci si condizioni per comprendere appieno cosa accada nel tempo nel persona, come questa commozione si sviluppi nel corso del tempo.

Sinteticamente potremmo affermare che il pianto è un riflesso innato che risponde in modo naturale a paura e dolore fisico, dopodiché accade che questo riflesso si condizioni nel corso dell'esistenza in modo completamente soggettivo, in base a ciò che la persona emotivamente sta esperendo in quel momento oltre in piante in sé. Pensate ad una madre che soccorre immediatamente il figlio che piange, questo finirà per associare emozioni positive al pianto spiegando banalmente perché anche emozioni positive possano produrre il pianto, ma la fenomenologia nell'insieme è enormemente più vasta e complicata e non sono solo gli eventi esterni a creare il condizionamento ma lo stesso vissuto emotivo della persona genera condizionamento, le altre emozioni che prova durante il pianto o i sentimenti che sviluppa pensando all'evento che l'ha fatto piangere e così via.

Questo spiegherebbe perché alcune persone si commuovano e piangano nel modo più soggettivo possibile, c'è chi piange di gioia, chi per la tristezza, chi di fronte ad un soppruso. Ognuno ha avuto il suo condizionamento nei primi anni della sua esistenza.

Questo ci suggerisce anche che quanto più un bambino verrà fatto piangere quanto più è probabile che si progaghi questo riflesso.

La commozione e il pianto che ne consegue viene giudicato dall'esterno in modo completamente soggettivo, c'è chi lo considera come qualcosa di umano e normale, chi lo vede come positivo, chi come negativo, chi lo disapprova in base alla frequenza tipo "piangere poco ogni tanto è ok, più frequentemente no".

Commuoversi a livello pratico vuol dire piangere fuori contesto naturale, cioè in un contesto in cui non ci sia un dolore fisico in atto o una paura (che sono i riflessi innati) qualsiasi altro contesto in cui si piange vuol dire che la persona si è commossa.

Con l'empatia cosa accade? La stessa identica cosa con l'unica differenza che invece che provare un'emozione in modo diretto come risposta alla realtà, la persona prova delle emozioni indirettamente, per quello che provano coloro che sono vicine.

Facciamo un esempio di una commozione empatica e un esempio di commozione non empatica per comprendere la differenza.

Prendiamo l'esempio in una persona che tende a commuoversi quando prova un'intensa gioia, questa potrebbe commuoversi quando qualcosa nella sua esistenza le produce un'intensa gioia, ad esempio raggiunge un obbiettivo desiderato da tempo, ma potrebbe anche commuoversi empaticamente quando vede che una persona vicina a lei per cui prova un'intenso affetto sta provando un'intensa gioia, gioia che si prova di rimando e ci fa commuovere.

Si pensi all'empatia nei film, dove ci si immedesima così tanto nei personaggi che si potrebbero provare emozioni intese, che a sua volta potrebbero far ascattare la commozione.

 

 

Il commuoversi è un fenomeno soggettivo e relativo e per questo le persone chiuse mentalmente tendono a cadere continuamente in errore sull'argomento tendendo ad assolutizzare ciò che succede loro pensando che sia così per tutti.

ultima modifica il: 17-10-2015 - 14:17:59
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