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Cos'è un rituale?

Si definisce rituale qualsiasi insieme specifico di azioni e comportamenti, solitamente ad alto simbolismo, che un soggetto o una collettività fanno come mezzo per suscitare specifiche emozioni e credenze collegate all'obiettivo posto.

Un rituale si può vedere come uno schema d'azione particolarmente efficace, statisticamente parlando, che un soggetto o una collettività tendono ad usare in modo rigido proprio perché funziona senza particolari adattamenti o problemi da porsi.

Da un punto di vista inverso si potrebbe dire che non c'è una "volontà di costruire e ripetere un rituale" ma al contrario proprio perché una cosa funziona tende a ripetersi in modo rigido, il rituale tende a comparire in modo spontaneo e non va visto sempre come una volonprecisa.

 

Esistono prevalentemente tre tipologie di rituali:

- tribali, gruppi di persone fanno rituali che li aiutano a vivere meglio la socialità, l'integrazione, etc... rituali di accoppiamento, rituali di seduzione, rituali di passaggio, etc...

- regolativi, il soggetto usa tali rituali come mezzo per alleviare le proprie emozioni negative, distrarsi o suscitare emozioni positive;

- manipolativi, un soggetto usa tale rituale perché è conscio dell'effetto che ha su altri soggetti a fini manipolativi, ad esempio un uomo che usa sempre lo stesso rituale di seduzione con le donne per instaurare un rapporto o portarsele a letto.

 

Il rituale ha diversi meccanismi con cui essere efficace, ad esempio perché va ad attingere a specifiche credenze del soggetto, se la persona non credesse o sentisse non farebbe quel rituale o non crederebbe ad alcune cose quando lo fanno altri.

Un rituale religioso ad esempio suscita qualcosa nel soggetto sia quando lo pratica che quando vi assiste, proprio perché ci crede.

Il rituale può essere distinto per comodità in due tipologie:

- rituale personale, è un rituale che un soggetto ha sviluppato e non è praticato da altre persone che anzi, probabilmente se lo osservassero non lo comprenderebbero anche se ne avvertono l'effetto ad esempio un rituale manipolativo;

- rituale collettivo, è un rituale che è diffuso e conosciuto dalle persone, si pensi a rituali religiosi o a riti di passaggio usato da gruppi di persone per stabilire il cambiamento di una persona a livello sociale, il rituale stesso assume in questo caso un ruolo sociale fondamentale per mantere coesa la collettività stessa.

I rituali quanto più sono simbolici, quanto più sono credibili e quanto più toccano i bisogni del soggetto quanto più si diffondono diventando rituali collettivi.

 

Pensiamo al rituale magico, quante persone si toccano fra le gambe pensando che se non lo fanno avranno sfortuna?  

 

La ritualità è un indicatore di rigidità mentale? Si, una persona elastica mentalmente non tende a seguire rituali, sopratutto quelli collettivi anche se necessariamente una persona saggia considera che per alcuni obiettivi sociali avrà a che fare con persone che invece credono e richiedono in tali rituali.

Conoscere quelli collettivi è fondamentale per integrarsi nella società, per capirla.

 

 

I rituali seguono la dinamica del comportamento, quindi ci sono Rituali anancastici, Rituali compulsivi, egosintonici, egodistonici, etc..

 

FINO A QUI

 

Il rituale proprio perché si basa su certezze tende a manifestarsi con simbolismi, con qualcosa che descrive in modo esatto e reale ciò che la persona crede alla ricerca di quel "e se...".

Ad esempio per unapersona che crede che il pulito sia qualcosa di profumato, di lucido, splendente orienterà il rutuale alla ricerca di questi simbolismi, di quello che gli farà sentire e credere in modo certo di aver raggiunto il pulito.

Un rituale per definizione si manifesta in modo rigido perché nasce dalla rigidità mentale.

Esistono prevalentemente due tipologie di rituali:

- rituale informativo, l'obbiettivo di tale rituale è quello di affermare qualcosa e farlo arrivare rapidamente al soggetto che osserva che inizierà a credere a specifiche cose dopo aver assistito al rituale;

- rituale propiziatorio o di superstizione, sfruttando l'elevato simbolismo le persone credono che con tale rituale possano in qualche modo regolare gli eventi tramite la superstizione.

 

La rigidità mentale crea rituali, l'elasticità mentali piani d'azione contestualizzati, validati

 

Un esempio di rituale informativo è un matrimonio, due persone fanno una serie di azioni, indossano vestiti, dicono specifiche parole di fronte a numerose persone che dopo quel momento li vedranno come marito e moglie, sanciti in un legame sociale e legale agli occhi di tutti e chiaro a tutti.

Vivendo in una società composta da più elementi i rituali sono fondamentali per far comprendere agli altri chi siamo, cosa vogliamo fare, che ruolo vogliamo avere.

Alcuni rituali nascono dalla cultura, la cultura stessa detta delle regole che fanno nascere specifici simbolismi e relativa intuizione, altri rituali si basano sulla realtà stessa, sul come le persone ingenuamente o meno sviluppano regole sulla realtà e relativi simboli immediati che gli fanno comprendere e credere cose su quello che hanno di fronte.

I simbolismo creano un'informazione che è comunque finalizzata non solo a farsi conoscere ma anche alle conseguenze che quell'informazione attua nel modo di pensare nell'altro.

Il potere dei simboli è qualcosa che da sempre le società hanno conosciuto e imparato a conoscere ed è per questo che i rituali sono diffusi e fanno parte dell'immaginario collettivo, prevalentemente rituali di iniziazione (farsi conoscere per la prima volta) e di passaggio (far conoscere le proprie trasformazioni agli altri).

 

Il rituale è efficace perché chi osserva quei simbolismi poi fa specifici passaggi mentali.

Il rituale propiziatorio ha una logica differente, più che fare qualcosa di informativo il soggetto usa quei simbolismi per sé, perché crede che da quelle azioni accada realmente qualcosa a livello di superstizione.

Ad esempio una persona che ha paura del futuro potrebbe tramite un rituale propiziatorio o scaramantico che in quel modo ha realmente cambiato e spinto la superstizione ad agire in suo aiuto, diminuendo quindi la paura o annullandola del tutto. Il paradosso dell'efficacia, se ti senti sicuro agirai meglio, in realtà non è stata la superstizione ma la migliore performance ad aumentare l'efficacia e far arrivare i risultati al soggetto.

Probabilmente l'effetto più utile a livello sociale e umano dei rituali è quello di iniziazione che aiuta un soggetto ad integrarsi e fare in modo che esso stesso si senta come parte integrante di quella società perché anche lui con quei simbolismi non solo si è fatto conoscere ma simbolicamente sa che è stato conosciuto e anche accettato.

 

I rituali più comuni sono:

- rituale di passaggio;

- rituale di espiazione;

- rituale propiziatorio;

- rituale di iniziazione.

Virtualmente esistono infinite tipologie di rituali con rispettivi moventi, per comprendere un rituale è necessario innanzitutto chiedersi "qual è l'obbiettivo di quel rituale?" e in secondo "che simbolismi usa? Cosa cerca di far credere al soggetto o alla collettività che lo usa?".

Il rituale affonda le sue radice nella natura e biologia umana, al fatto che è più facile credere a qualcosa non solo se ci credono gli altri ma anche se questo qualcosa è reale e va a colpire le regole diffuse o le regole ingenue (che si tende a fare senza formazione e crescita) di una popolazione.

 

l simbolismo, ciò che riprende chiaramente le regole di un soggetto. "se c'è questo allora.." un simbolo è ciò che più rappresenta e mediamente porta un soggetto all'attivazione del "se c'è".

 

Il rituale ha la sua efficacia ed utilità solo in alcuni contesti, attualmente questi rituali stanno venendo meno ma sarebbe necessario reintrodurli.

 

Ciò che manca oggi è probabilmente un'insieme di rituali di passaggio, cosa che diviene sempre più difficile dato il crescente relativismo culturale, sono pochi i simbolismi oggettivi su cui si può far leva ma è ancora possibile farlo.

 APPUNTI:

- un rito di passaggio con crescita e senza crescita. Nella società una persona integrata si trasforma, perché è cresciuta quindi andrebbe fatto un rituale di passaggio solo quando c'è stata una reale crescita. Il paradosso della laurea.

- rito di passaggio per informare.

 

Un esempio di simbolismo, se vedo qualcuno obbedire ad un'altra persona quello simboleggia che allora uno è il superiore gerarchicamente all'altro, non servono chiacchiere del tipo "chi è che comanda" quello è il simbolo che fa comprendere immediatamente.

DA CANCELLARE 

Approfondimento sulla ritualistica compulsiva

Da cosa di difendono queste persone? Qualsiasi cosa, qualsiasi minaccia o problematica, anche se paradossalmente un rituale ha un'efficacia nulla a livello reale nel risolvere o combattere la problematica.

Facciamo degli esempi per spiegare meglio cosa voglia dire difesa, prendiamo ad esempio la rassicurazione, una persona potrebbe generare un rituale "rassicurante" con il quale difendersi dall'incertezza della situazione, trovando nel rituale trova quel senso di certezza che ricerca, tentando di stabilizzare la componente paranoica con i rituali.

Un altro esempio di difesa potrebbe essere il la difesa tramite rituali scaramantici, dove la persona si difende dal malocchio tramite rituali tesi a rigenerare "fortuna". 

Una volta compreso cosa significhi "difendersi" è necessario comprndere anche cosa sia un rituale, altrimenti non risulterebbe chiaro il passaggio con l'ossessione. Un rituale è uno strumento difensivo che nasce in seguito a percezioni distorte della realtà e meccanismi di autoconvincimento in persone così scarsamente consapevoli da credere in fenomeno come la superstizione.

Il rituale esiste come forma di rito propizatorio, come forma di invocazione comunicazione con quell'ente che poi lo aiuterà/proteggerà, ente che non necessariamente ha una forma specifica nella mente di chi ci crede, il tutto può essere anche percepito come una sorta di "magia/realtà" dove la persona crede che comunque il suo rituale avrà effetto.

Pensiamo al segno della croce, una cosa che per molti sarà banale ma che in realtà nasconde un significato più profondo di quanto si possa immaginare. Proprio perché una persona usa le mani, compie un'azione, riesce meglio a convincersi che esista davvero un effetto, come se il cervello associasse la realtà dell'azione alla realtà della soluzione, ma anche perché un'azione la si può osservare facilmente negli altri ed aumentare anche l'effetto riprova sociale (se lo fanno gli altri allora è vero).

La maggior parte dei rituali tendono ad essere fisici per questo motivo, ma possono esistere anche rituali mentali basati sulla ripetizione di parole o frasi.

Sono fenomeni che fanno presa su personalità "deboli", persone con poca consapevolezza che non hanno una comprensione tale delle cose da comprendere che azioni come farsi il segno della croce non hanno alcun "potere" reale.

Da qui ci si rende conto il perché la persona finisca per difendersi con questi rituali, persone che proprio perché non sanno spiegarsi e comprendere la realtà, fanno fatica a fronteggiarla finendo per sviluppare quei strumenti più immediati e banali a cui possono arrivare, fra i quali ci sono questi rituali.

C'è anche da dire che con l'avvento di internet questo fenomeno è diminuito, questa maggiore fonte di conoscenza ha reso le nuove più critiche e preparate, raggiungendo un livello di consapevolezza medio più alto e sviluppando strumenti di difesa più accurati ed efficaci, ma fino ad un secolo fa dove la religione e la superstizione la facevano da padrone e questi rituali potevano essere all'ordine del giorno, ancora oggi resta ad esempio il rituale di toccarsi i genitali, a dimostrazione di quanto potesse essere diffuso per essere andato avanti per inerzia fino ad oggi, nonostante la persona se interrogata sul perché risponda "non ci credo molto è solo per scherzare", ma probabilmente decenni fa la risposta sarebbe stata diversa.

Un rituale di qualche secondo difficilmente genererà un'ossessione, difficilmente porterà la persona a dire "ma che sto facendo? Perché sto buttato il mio tempo e le mie risorse in questo modo?", immaginiamo invece un rituale lungo ore, dove la persona ad esempio potrebbe lungo una strada saltellando anche per ore, componente che oltre farlo apparire ridicolo lo priverebbe di tempo ed energie.

Questo significa che una persona nonostante sviluppi un rituale che percepiva utile inizialmente, finisca con il non accettarlo facendolo degenerare in ossessione.

Questo non vuol dire che ogni rituale degenera in ossessione, alcune persone potrebbe continuare a crederci e a svolgerli senza mai presentare problemi (specialmente se sono rituali brevi) mentre altri potrebbero iniziare a metterli in discussione, non accettarli generando lo stato ossessivo.

Si passa da "questo rituale mi aiuta" a "questo rituale mi pesa troppo", ma in qualche modo non riesce a farne a meno.

E' qui che scatta propriamente l'ossessione, ovvero emozioni e sentimenti di sofferenza dato che la persona non accetta di eseguire questo rituale di cui non riesce a farne a meno.

 

Ma cosa impedisce ad una persona di eliminare facilmente questo rituale? Perché c'è questa sofferenza? La risposta la troviamo in due punti:

- efficacia da placebo e condizionamento;

- paranoia e mancanza di certezza.

Nel primo punto scopriamo che rituale per effetto autoconvinzion e condizionamento, ha comunque una reale efficacia nel rilassare la persona, farle credere che ora andrà tutto ok, che sarà tutto ok, diminuendo la sofferenza.

Nel secondo punto scopriamo che una persona, anche se tenta di mettere in discussione il rituale, proprio perché non sono persone pienamente consapevole, potrebbero non arrivare a scartarlo con decisione, partorendo dei dubbi come "e se poi fossero vero?".

Non dimentichiamo che la persona si sta difendendo, la persona sta soffrendo ed ha una "urgenza" nel trovare qualcosa che la faccia stare meglio, se non è riuscita a sviluppare alternative difensive, non è riuscita a smontare completamente questo rituale come può farne a meno?

Questo vuol dire che l'unico modo per superare completamente un'ossessione è quella di smontarla completamente a livello conscio comprendendo pienamente perché era un'illusione e trovare dei strumenti di difesa alternativi per risolvere i problemi e le difficoltà.

Ecco perché le ossessioni sono sofferenti, perché nonostante una persona desideri smettere di attuare questi rituali (sopratutto se il rituale ruba tempo ed energie) ma non ci riesce e si ritrova ad essere "ossessionato" cioè a trovarsi nell'esigenza di utilizzare rituali quando desiderebbe smettere.

 

 

Questo vuol dire che nel momento in cui scatta l'ossessione potrebbe accadere che la persona ceda e metta in pratica il rituale oppure riesca a non metterle in atto, comunque sia questa situazione è percepita come sofferente.

 

Nel DOC si è creato questo automastismo ossessivo compulsivo, che è troppo schematico e non spiega in modo accurato le cose.

Parlando invece di rituali e eventuali ossessioni il fenomeno è nettamente più chiaro ed accurato, riuscendo anche a capire quanti fenomeni vengono erroneamente attribuiti al DOC e alle ossessioni in generale, facendo una confusione priva di utilità.

 

Per eliminare le ossessioni è necessarie acquisire una consapevolezza tale da rendersi conto che la superstizione non esiste e che nessun rituale potrà mai essere efficace se non a livello di autoconvicimento generando un senso di "sicurezza" nato da queste illusioni.

 

 

 

Nel linguaggio comune il termine ossessione  e DOC viene utilizzato prevalentemente per descrivere due fenomeni, il primo è quello della paranoia, la persona si ritrova ad avere problemi con i pensieri probabilistici, quei pensieri che le persone fanno intorno al dubbio, finendo per agire anche se i dubbi sono completamente infondati e hanno probabilità irrisorie di accadere, come ad esempio persone che hanno paura che a causa di una bestemmia può accadere che Dio li mandi all'inferno, o che siccome hanno pensato di uccidere qualcuno potrebbero un giorno farlo, etc..

Notiamo che anche in questo caso la persona non ha sviluppato una consapevolezza tale da gestire le probabilità e controbattere elementi infondanti.

Il secondo modo di usare il DOC e le ossessione è per intendere i pensieri intrusivi.

 

La definizione fornita dall'AB ribalta completamente la definizione psichiatrica originale che è poco accurata e chiara, partorendo tre distinti fenomeni e descriverli in modo accurato senza creare confusione.

Facciamo degli esempi per chiarire la differenza fra ossessione, pensieri intrusivi e paranoia.

Esempi di ossessione sono la preghiera ossessiva, la persona pensa che pregare la protegga, la aiuti a non avere problemi, la aiuti a risolvere quindi per ogni circostanza negativa la persona inizia a fare delle preghiere per difendersi da quella che percepisce una minaccia. Un altro esempio di ossessione è quella scaramantica la persona crede che eseguire un rituale avrà influenza sul destino e sulla superstizione, costringendolo a ripeterlo per non far accadere qualcosa.

La paranoia è invece fare continui check e controlli perché non si è mai certi, ad esempio una persona che continua a vedere se le manopole del gas sono chiuse ogni mezz'ora, se la macchina l'ha lasciata aperta o chiusa, etc..

L'intrusività invece consiste nel ritrovarsi in mente contenuti mentali non graditi, fenomeno che nasce in seguito al condizionamento, dove una persona si ritrova nella mente immagini, possibilità, pensieri non graditi, voci, sopratutto mentre sta facendo altro, contenuti che riemorgono perché stimolati. Ad esempio una persona sta lavorando e non riesce a concentrarsi perché c'è un'immagine che continua a presentarsi e che non riesce a scacciare, non riesce a controllare, cosa che distoglie la sua attenzione, diminuendo il suo rendimento, cosa che non riesce ad accettare.

Smontare i 4 fenomeni classici descritti nel DOC psichiatrico:

- il disturbo ossessivo compulsivo da accumulo è una nevrosi, non c'entra nulla né con l'ossessione né con la paranoia;

- il disturbo ossessivo compulsivo da lavaggio è in realtà una paranoia basata su una percezione errata ed illusoria del pulito, la persona crede che esiste una condizione di pulito assoluto, complice anche una fobia altrettanto errata dello "sporco", e ogni volta che crede che ci sia qualcosa che possa aver contaminato (paranoia) nel dubbio rinizia un lavaggio;

- il disturbo ossessivo compulsivo da avvelenamento o contagio è in realtà una paranoia, nel momento in cui la persona crede ed ha paura di poter essere avvelenato o contaminato inizia a nutrire il dubbio verso qualsiasi cosa la tocchi o ingerisca, producendo fenomeni evitanti anche su larga scala, come non assumere niente che non sia autoprodotto, non toccare niente o nessuno, etc..

- i disturbo ossessivo di ordine e simmetria è in realtà una nevrosi, la persona ha sviluppato una serie di doveri e perfino piaceri nel organizzazione schematica della raeltà intorno a sé, questi doveri potrebbero essere così radicati da spingerla perfino a trovare piacevole non calpestare le linee "precise" che osserva nel terreno, come se non volesse rompere quello schema che trova giusto e piacevole.

 

 

Confondere i rituali con comportamenti simili ed automatici

Pensiamo ad un genitore che esegue dei rituali, un figlio potrebbe osservarlo e riprodurli non come strumento per lo stesso obbiettivo, ma per semplice imitazione. Si tratta di rituali e nel caso di ossessioni solo quando c'è una componente conscia chiara, un utilizzo chiaro di questo strumento finalizzato a difendersi da qualcosa, se così non fosse non si tratta di rituale ma di semplice gesto automatico.

Pensiamo al fatto di toccarsi i genitali, alcune persone lo fanno solo per imitazione con "lo fanno tutti", in questo caso si tratta di comportamento automatico appreso per imitazione, si tratta di rituale solo nel caso che la persona affermi "lo faccio per scacciare il malocchio, per difendermi da esso".

Questo vuol dire che non esiste un'ossessione inconscia o casuale, esistono fenomeni simili ai rituali, ma affinché si tratti di ossessione è necessario che una persona prima usi questo strumenticome difesa e poi, resasi conto che questo strumento non fa per lei, finisca per vederlo come un'ossessione perché non riesce a liberarsene completamente.

 

Rituali famosi nel mondo sportivo, Rafael Nadal 

 

La superstizione non è solo scaramanzia

La scaramanzia consiste nel "allontanare la sfortuna" ma la superstizione riguarda ogni fenomeno possibile, come quello di farsi venire la fortuna, quello di incitare una entità superiore a proteggerci, quella di modificare il destino, etc..

ultima modifica il: 10-02-2019 - 12:05:44
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